L'ambiatura è un'andatura del cavallo, a passi corti e veloci, mossi contemporaneamente.
Cavol riscaldato e garzon ritornato, non fu mai buono.[fonte 14]
Così come il cavolo riscaldato non è buono, anche un garzone che torna a lavorare, dopo essere stato licenziato, per lo stesso padrone non da buoni risultati.
C'è carne da ogni taglio e da ogni coltello; le brutte si maritano e le belle.[fonte 33]
Compagnia d'uno, compagnia di niuno; compagnia di due, compagnia di Dio; compagnia di tre, compagnia di re; compagnia di quattro, compagnia da matti.[fonte 8]
Delle cere la giornata, ti dimostra la vernata: se vedrai pioggia minuta, la vernata fia compiuta; ma se tu vedrai sol chiaro, marzo fia fino a gennaio.[fonte 34]
È meglio dare e pentire, che tenere e patire.[fonte 14]
Può riferirsi ad ogni cosa, ma generalmente ci si riferisce al bestiame, in quanto tenere per troppo tempo una bestia da soma può richiedere costi eccessivi.
È meglio errar con molti ch'esser savio solo.[fonte 21]
È meglio esser capo di gatto che coda di leone.[fonte 16]
Cioè «i colpi non si danno secondo la misura destinata» (cfr. Patto, in Vocabolario degli accademici della Crusca, 1729-17384, vol. III, p. 525, § IX). Cfr. Benvenuto Cellini, Vita, lib. I, cap. LXXIII: «[...] raffermai dua colpi soli, che al sicondo mi cadde morto di mano, qual non fu mai mia intenzione; ma, sì come si dice, li colpi non si danno a patti.»
Tra mal d'occhio e l'acqua cotta, al padron non gliene tocca.[fonte 14]
Riferito alla raccolta delle fave. Infatti il maldocchio (succiamele delle fave) è un parassita che distrugge le fave, i contadini cuociono (acqua cotta) le fave senza dividerle con il padrone, in entrambi i casi quindi il padrone non raccoglie fave.
Tradimento piace assai, traditor non piacque mai.[fonte 11]
Tral cuoco e il canavaccio non è mai nimicizia.[fonte 8]
Tre cose son cattive magre, oche, femmine e capre.[fonte 33]
Tre cose vuole il campo, buon lavoratore, buon seme e buon tempo.[fonte 14]
Tre donne fanno un mercato e quattro fanno una fiera.[fonte 37]
Un noce in una vigna, una talpa in un prato, un legista in una terra, un porco in un campo di biada, e un cattivo governatore in una città, sono assai per guastare tutto.[fonte 49]
Un pazzo getta una pietra nel pozzo, che poi ci voglion cento savi a cavarla fuori.[fonte 87]
Spesso pronunciato in merito agli scandali e agli scompigli.
Vuoi guardare i tuoi frutti, siine cortese a tutti.[fonte 9]
Vuoi custodire i tuoi frutti, danne un po' a tutti.
Chi sa quante centinaja di proverbi girano tuttora inavvertiti per la bocca del popolo? La nostra lingua n'è tanto ricca, che tutti quelli che da buoni e onesti paesani non si vergognano di saperla parlare, non riescono a dire tre parole senza incastrarci un proverbio. Io di certo non ho potuto raccoglierli tutti, perché è quasi impossibile che uno solo possa trovarsi a udirli quanti sono. (Giuseppe Giusti)
Dall'uso vivo abbiamo tratto ancora noi quanto più potevamo, adoprandoci con molta voglia a fare incetta di quei Proverbi dei quali s'ornano i discorsi massimamente dei campagnuoli, e in Firenze di quelle donne che hanno abitudini casalinghe e non possiedono altra scienza. (Gino Capponi)
Nel grande fiume dei proverbi italiani, il torrente toscano è vasto, impetuoso, corrosivo e fecondo, anche se ormai è difficile distinguere le sue acque da quelle del patrimonio nazionale.[fonte 90] (Beatrice Manetti)
Una sera a Firenze, in una delle poche case, a grave danno del Faraone tuttavia rallegrate da quella gaia ma ora inelegantissima regola dei giochi di pegno, mi trovai al gioco dei Proverbi che si fa tutti mettendosi in cerchio, donne e uomini, e buttandosi uno coll'altro un fazzoletto colla canzoncina «Uccellin volò, volò, su di me non si posò, si posò su un tale e disse...» qui tirano il fazzoletto sulle ginocchia della persona nominata e dicono un proverbio, e bisogna dirlo presto, e che non sia detto avanti da nessuno, altrimenti si mette pegno. Io che sono nato in provincia e che son sempre malato grazie a Dio delle prime impressioni, udendo quel diluvio di proverbi, e con quanta prontezza quelle fanciulle vispe e argute trovavano il modo di punzecchiarsi tra loro, di burlare gli innamorati, di canzonare i grulli e di mettere in ridicolo la cuffia di questo o la parrucca di quello, confesso il vero che c'ebbi un gusto matto, e posso dire che fino da allora mi detti a questa raccolta, perché tornato a casa segnai tutti i proverbi che mi ricorsero alla memoria. (Giuseppe Giusti)
Il primo tentativo di offrire all'Italia unita un corpo di proverbi nasce proprio a Firenze, e dalla stessa casa editrice che oggi ha pubblicato il mio Dizionario: è la raccolta di Giuseppe Giusti curata dal Capponi nel 1853. Una raccolta di proverbi in gran parte toscani, ma siccome nell'Ottocento il toscano equivaleva all'italiano, il suo repertorio è stato usato a lungo come un repertorio dei proverbi italiani.
I proverbi italiani, in definitiva, sono i proverbi toscani accolti e condivisi dai parlanti.
In Toscana il proverbio era usato di continuo. Pensi a quel verso della "Commedia" che dice "poca favilla gran fiamma seconda": Dante trova un proverbio all'interno della sua lingua, lo formalizza e alla fine soppianta quello che c'era prima. Anche Petrarca è un grande utilizzatore di proverbi, e la cosa non sorprende. Entrambi vivevano ancora a diretto contatto con la cultura popolare, prima che l'Umanesimo e il Rinascimento chiudessero la cultura dentro le stanze del principe
La prima caratteristica del mondo toscano è un realismo crudo, legato al quotidiano, che non risparmia neanche la sfera del sacro e del sublime. Tra gli innumerevoli proverbi sulle suocere, tutti ugualmente feroci, ce n' è uno che dice: "anche la Madonna, che non la volle, se lo prese vecchio", cioè il marito. E poi l'ironia, non cattiva eppure inesorabile: "il sé è patrimonio dei coglioni", oppure "Quattrini e santità, la metà della metà". Questo atteggiamento verso la vita si esprime, oltre che nei contenuti, nell'utilizzo del proverbio, piazzato spesso, nel corso di una discussione, in un punto e in un modo che fanno ammutolire l'interlocutore.
Questa è una voce in vetrina, il che significa che è stata identificata come una delle migliori voci prodotte dalla comunità. È stata riconosciuta come tale il giorno 5 ottobre 2012. Naturalmente sono ben accetti suggerimenti e modifiche che migliorino ulteriormente il lavoro svolto.