comune italiano, capoluogo dell'omonima città metropolitana e della regione Toscana Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Questa è una voce tematica: trovi la fonte di ogni citazione nella voce dell'autore.
Citazioni su Firenze e i fiorentini.
A Firenze hanno molta logica, molta prudenza e anche molto spirito; ma non ho mai visto uomini così privi di passioni. Perfino l'amore vi è così poco conosciuto, che il piacere ha usurpato il suo nome. (Stendhal)
Andavo a Bologna sulla traccia di giornate stendhaliane e mi perdevo, col cuore stretto come una nocciola sensibile nel suo guscio, negli itinerari di Dino Campana. Se fossi stato un poeta invece di essere un borghese sulla via della delusione, sarebbe stato quello il momento di scrivere delle poesie. Partivo da Firenze circa mezzogiorno e un'ora dopo ero a Bologna. Giravo tutte le strade e quando non ne potevo più dalla stanchezza, andavo alla stazione e prendevo il primo treno per Firenze: ciò accadeva anche alle due, alle tre del mattino. La stranezza era questa: che stando a Firenze, ignorai Firenze e conobbi Bologna. (Antonio Delfini)
Che bella Firenze le sere d'estate, | le luci del centro, le nostre risate... (Brunori Sas)
Che situazione è quella di Firenze! La pianura, al centro della quale è incastonata, è coperta di alberi di ogni genere, soprattutto da frutto. In primavera, Firenze è in mezzo a un bouquet di fiori e merita di portare il proprio nome. Ma, man mano che ce ne allontaniamo, il terreno diviene irregolare, la coltivazione monotona, la terra sterile, gli uomini rari, le donne brutte, le greggi magre. Tutta la natura, infine, degenera. (Charles Dupaty)
Chi giunge qui con tutta la sua anima e non solo con l'interesse della mente, o degli occhi, ma con tutti i suoi sentimenti, con tutta la sua energia, tutto ciò che ha vissuto, verità e inganni, gioie, dolori, sogni – costui non se ne andrà senza profonde intuizioni spirituali. Più vicino a Firenze è colui che ama. Per i pellegrini dell'amore essa è santa; nella sua aria luminosa il cuore brucia più lieve e puro. La felicità dell'amore qui è più nobile, la sofferenza più bella, il distacco più dolce. In questo antico cimitero dell'amore troppe anime sono state immolate e troppe preziose lacrime sono state sparse per non credere alla redenzione. Tutto ciò che qui è stato creato, è stato creato solo per amore. (Pavel Muratov)
Da Pratolino a Firenze corrono forse sei miglia, e sorgeva la luna quando ci si aperse davanti la magnifica valle dell'Arno. Tutto all' intorno era silenzio e notte, giù nella valle un nero spaventoso; ma a mano a mano che la luna spandeva il suo chiarore, vedevansi da lunge le cupole e le torri dell'Atene italiana. (Ippolito Nievo)
E come 'l volger del ciel della luna | cuopre e riscopre i liti sanza posa, | così fa di Fiorenza la Fortuna: | per che non dee parer mirabil cosa | ciò ch'io dirò delli alti Fiorentini | onde è la fama nel tempo nascosa. (Dante Alighieri, Divina Commedia)
E tu prima, Firenze, udivi il carme | che allegrò l'ira al Ghibellin fuggiasco, | e tu i cari parenti e l'idïoma | dèsti a quel dolce di Calliope labbro | che Amore in Grecia nudo e nudo in Roma | d'un velo candidissimo adornando, | rendea nel grembo a Venere Celeste. (Ugo Foscolo)
È una città che ha uno spiccato carattere, ed è fermamente radicata nei sentimenti di molte persone. Benché molti stranieri possano in un primo tempo sentirla fredda e scostante, purtuttavia essi non possono negare la sua speciale intensità. Vivere in tale ambiente, qualunque siano i problemi economici e sociali incontrati, sembra aggiungere una straordinaria profondità all'esperienza, sia pur essa di gioia, di melanconia o di adesione completa. (Kevin Andrew Lynch)
Erano i gradevoli modi dei fiorentini, assai più dei monumenti d'arte e di storia, a rendere delizioso il ritorno fra loro. Avrei preferito avere in vendita perpetua il sorriso del cameriere che saliva a portarci il caffè la mattina, anziché il S. Giorgio di Donatello. Il viso traboccante di affetto materno della vecchia Maria, la cameriera, era migliore della facciata di S. Maria Novella. (William Dean Howells)
Essere fiorentini significa essere un po' monicelliani e percepire la bellezza della vita anche quando è amara, capire la sua dolcezza leggendola con ironia, non prendendosi mai troppo sul serio. (Chiara Francini)
Firenze è viva e la sua anima non è tutta nei quadri e nei palazzi. Essa parla con ciascuno di noi in una lingua semplice e comprensibile come la lingua materna. (Pavel Muratov)
Fiorenza giglio di potenza virgulto primaverile. Le mattine di primavera sull'Arno. La grazia degli adolescenti (che non è grazia al mondo che vinca tua grazia d'Aprile), vivo vergine continuo alito, fresco che vivifica i marmi e fa nascere Venere Botticelliana... (Dino Campana)
Firenze divenne per me una rivelazione che mi rese infinitamente felice. Per quante opere d'arte del Rinascimento italiano avessi già veduto in riproduzioni, e negli originali dei musei di Berlino, Monaco e Parigi, solo ora esso mi apparve non solo come una bellezza da godere esteticamente, ma come il culmine supremo della vita di un popolo altamente dotato, in cui civiltà e Stato operavano nel modo più intimo l'uno sull'altro. E ovunque sentii anche la tragicità insita in questa grandezza e nella sua caduta. (Friedrich Meinecke)
Firenze è bella, ma molto umida. Ma le rose fioriscono ancora nel giardino di Boboli all'aria aperta. E quali tesori nelle gallerie! Dio mio, guardai la Madonna della Seggiola nel '63; la guardai una settimana e soltanto ora l'ho vista. Ma oltre ad essa quanto ancora di divino. (Fëdor Dostoevskij)
Firenze [...] è una città che ha uno spiccato carattere, ed è fermamente radicata nei sentimenti di molte persone. Benché molti stranieri possano in un primo tempo sentirla fredda e scostante, purtuttavia essi non possono negare la sua speciale intensità. Vivere in tale ambiente, qualunque siano i problemi economici e sociali incontrati, sembra aggiungere una straordinaria profondità all'esperienza, sia pur essa di gioia, di melanconia o di adesione completa. (Kevin Andrew Lynch)
Firenze è triste; è il Medioevo che ancora vive tra noi. (Alfred de Musset)
Firenze è una città per sposi; Venezia, per amanti; Torino, per i vecchi coniugi che non hanno più nulla da dirsi. (Pitigrilli)
Firenze l'è piccina... | e vista dal piazzale, | la pare una bambina, | vestita a carnevale. (Leonardo Pieraccioni)
Firenze la più dannata città italiana dove non c'è posto per sedersi, stare in piedi o camminare. (Ezra Pound)
Firenze poi, è la mia città. Di sicuro ho vissuto una vita precedente tra i suoi uliveti. Quando ho visto i suoi bei ponti sull'Arno, mi sono chiesta che cosa avessi fatto, lontano da lei, per così tanto tempo. Deve esserselo chiesto anche lei, perché alle città piace essere amate. Penso proprio che, per questa volta, non andrò a Venezia. Firenze e Venezia, è troppo in una volta sola. Non ho il cuore libero per amare Venezia, perché Firenze me l'ha catturato. (Simone Weil)
Firenze principale città di Toscana è una delle prime d'Italia, è posta alle radici del monte Apennino, dal quale è coperta dalla parte settentrionale e orientale, dove si veggono molti poggi, sopra de' quali sono fondati di bellissimi palazzi e ville nobilissime che fanno parere la contrada molto dilettevole: verso occidente si stende in una amplissima pianura. È divisa in due parti dal fiume Arno sopra del quale sono quattro gran ponti di pietra per passare di qua e di là. Nella città sono edificii e sacri e profani di mirabile struttura e di spesa incredibile. (Andrea Minucci)
Firenze spara i fochi quando arriva San Giovanni, noi si guardano e si dice: "gli eran meglio quegli altr'anni". (Leonardo Pieraccioni)
Firenze suol esser chiamata bella, gentile, città dei sorrisi e de' fiori; ma nessuno penserebbe che qui sono così putride cloache nelle quali si ammassano esseri umani; fiori che spuntano soltanto da immondezzai, e che avvelenano. Abbiamo luoghi remoti, sordidi, scuri, dove la pianta uomo nasce, sviluppa, vigoreggia attossicata, senza sole, e in aria infetta... abbiamo quasi una piccola città entro la grande città ove le anime si perdono, spente della luce morale; luce di fede, di rettitudine, d'amore. (Giulio Piccini)
Godi, Fiorenza, poi che se' sì grande | che per mare e per terra batti l'ali | e per lo 'nferno tuo nome si spande. | Tra li ladron trovai cinque cotali | tuoi cittadini onde mi ven vergogna, | e tu in grande orranza non ne sali. (Dante Alighieri, Divina Commedia)
I fiorentini amano il vino. Dante medesimo fu altissimo poeta e grande bevitore. Il vino sta ai fiorentini come il caffè ai napoletani, come sta la birra ai tedeschi, il tè agli inglesi e la coca-cola agli americani. (Vasco Pratolini)
I fiorentini non si sentono secondi a nessuno. (Cesare Prandelli)
Il capoluogo toscano non conquista i propri ospiti con uno spettacolo che, al pari del malioso abbraccio della laguna veneta, o dell'intensità dei panorami partenopei, o delle pittoresche rovine romane, possa essere ridotto a stereotipo turistico. Il riserbo, il senso della misura, il rigore intellettuale delle sue architetture, non meno della razionalità di un paesaggio pettinato dalla mano dell'uomo, attraggono in prevalenza personaggi colti e raffinati. Agli occhi del cittadino della tumultuosa Londra o delle fuligginose città industriali, Firenze coi suoi colli e la sua conca bipartita dall'Arno si rivela come un microcosmo ideale, l'idea di una città immersa in un'arcana armonia. (Attilio Brilli)
Il «mistero dei tetti» di Firenze è tutto qui: essi sono, con la Cupola, quasi un «sacramento» che si fa specchio e diffusore della bellezza, della purità e della pace celeste! (Giorgio La Pira)
Il Signore... ha fatto di Firenze la città della Santissima Annunziata! Non esiste altra città cristiana (altro tipo di civiltà cristiana) che sia, sotto questo aspetto, confrontabile con Firenze: la stessa struttura urbanistica della città si svolge in modo omogeneo attorno al mistero mariano: la città intera, tutta la sua cultura e tutta la sua storia, è come un poema che ha per centro Maria! (Giorgio La Pira)
La cosa più bella di Tokyo è McDonald's. La cosa più bella di Stoccolma è McDonald's. La cosa più bella di Firenze è McDonald's. A Pechino e a Mosca non c'è ancora niente di bello. (Andy Warhol)
La detta città di Firenze è molto bene popolata, e generativa per la buona aria: i cittadini ben costumati, e le donne molto belle e adorne: i casamenti bellissimi, pieni di molte bisognevoli arti, oltre all'altre città d'Italia. Per la qual cosa molti di lontani paesi la vengono a vedere, non per necessità, ma per bontà de' mestieri ed arti, e per bellezza ed ornamento della città. Piangano adunque i suoi cittadini sopra loro e sopra i loro figliuoli, i quali, per loro superbia e per loro malizia e per gara d'ufici, hanno così nobile città disfatta, e vituperate le leggi, e barattati gli onori in picciol tempo, i quali i loro antichi con molta fatica e con lunghissimo tempo hanno acquistato; e aspettino la giustizia di Dio, la quale per molti segni promette loro male sì come a colpevoli, i quali erano liberi da non potere essere soggiogati. (Dino Compagni)
Man mano che passavo per quelle vie, mi si affollavano alla memoria versi, scene di romanzo, episodi storici, ariette d'opera. E alzando gli occhi ai palazzi, alle torri, ai campanili, agli archi grandiosi, mi cominciava a parere strano che, in luogo d'ispirare quell'ammirazione subitanea e profonda, mista quasi ad un senso di terrore, che sogliono ispirare i monumenti giganteschi, costringessero invece, quando si voleva esprimere con parole l'effetto delle loro bellezze, a servirsi degli aggettivi stessi che s'usano per designare un bel fanciullo, un bel fiore, un bel ninnolo, come: – Gentile, carino. Guardando quelle torri, quei palazzi, sorprendevo spesso in me medesimo uno stranissimo desiderio, come di fare scorrere la mano su quei contorni, di palpare quei rilievi; e con questo desiderio, una specie di sollecitudine gelosa per quelle moli enormi di pietra, come se temessi che la menoma forza le potesse offendere e sciupare; e con questa sollecitudine, un bisogno vivo e continuo di correrle e di ricorrerle con quello sguardo d'amante che avvolge, e striscia, e lambe, e si stanca sulle forme care. (Edmondo De Amicis)
Non morrà in Italia il ricordo dei difensori toscani che con animo non impari a quello del leggendario manipolo lacedemone, apposero i loro petti alle orde avanzanti tra Curtatone e Montanara sui campi italiani a ripristinare il dominio del giogo feroce e della tirannide austriaca. Oggi, l'Italia, la Toscana e Firenze, in quella regione ideale del tempo, della storia e della gloria che il tempio di Santa Croce, innalzano a quel ricordo i pensieri più puri e dedicano a quella gloria il fiore delle loro speranze. (Maffio Maffii)
Non saprei ben ridire quale gradevole impressione mi abbia sempre fatto Firenze, rivedendola dopo aver dimorato alcun tempo in un'altra città, ma specialmente a Roma. L'architettura fiorentina, a paragone della romana, sembra povera e quasi ingenua: nulla ostenta di non proprio, o d'appiccicato, non si presta punto agli scenari teatrali, è la meno accademica di tutte le architetture, ma la più schietta, e ha in sé la grandezza innata del genio democratico e paesano dal quale ella uscì in un tempo in cui questo genio era più spontaneo e potente. Santa Maria del Fiore, Orsanmichele, Palazzo Vecchio, palazzo Strozzi, palazzo Pitti non resultano infine se non da semplici linee, le più nude possibili, ma che bastano perché quegli edifizi ti sorgano innanzi sì urbanamente signorili nella loro magnificenza. (Mario Pratesi)
Poiché l'Italia offrisse tutti i suoi contrasti, il cielo ha voluto che avesse un luogo assolutamente senza passioni: Firenze. (Stendhal)
Presto ritornerò a questa lieta Firenze, dove solamente posso vivere. (Pietro Giordani)
Quivi soltanto è conceduto di trar fuori, come dalla sorgente, i modi più puri, più graziosi della nostra lingua; quivi soltanto si può procurarsi la cognizione e la pratica di quella proprietà ed evidenza de' vocaboli, di quelle loro infinite pieghe, gradazioni e minime varietà, che invano si cercherebbero sui libri o sui dizionari, e che, se non sono tolte dal vivo discorso, non si potranno portare giammai nelle scritture. (Giuseppe Bianchetti)
Raramente ho visto una città così bella al suo primo apparire come Firenze. (Percy Bysshe Shelley)
Ricordiamo Torino e Firenze che tanto fecero pel nostro risorgimento, che tanti titoli acquistarono alla benemerenza della patria e dalle quali ricevemmo per sì lungo tempo quella ospitalità di cui serberemo memoria imperitura. (Giuseppe Biancheri)
Sono nata a Firenze, il 29-6-1929, da genitori fiorentini: Tosca ed Edoardo Fallaci. Da parte di mia madre, tuttavia, esiste un «filone» spagnolo: la sua bisnonna era di Barcellona. Da parte di mio padre, un «filone» romagnolo: sua madre era di Cesena. Connubio pessimo, com'è ovvio, nei risultati temperamentali. Mi ritengo comunque una fiorentina pura. Fiorentino parlo, fiorentino penso, fiorentino sento. Fiorentina è la mia cultura e la mia educazione. All'estero, quando mi chiedono a quale Paese appartengo, rispondo: Firenze. Non: Italia. Perché non è la stessa cosa. (Oriana Fallaci)
Tutto qui spira grandezza, gusto, umanità, purezza, e bellezza, nel più alto grado. Credo che sarei più felice qui con voi, che in qualsiasi altro luogo. Ciò è il massimo elogio che io possa fare a questa città. Non so se voi amiate pitture, statue, bronzi, marmi antichi di tutte le qualità. Lo credo, perché lo desidero. (Klemens von Metternich)
Una mattina aprii la finestra e rimasi sbalordito. Mi vidi circondato da un mare di bellezza, una bellezza naturale, dolce e silenziosa come non avevo mai visto né sognato, che mi commosse fino alle lacrime e mi fece letteralmente tremare. Fu come se di colpo avessi imparato una lingua nuova e finora sconosciuta. D’un tratto capivo Firenze: le sue colline, il fiume, i ponti sull’acqua, i palazzi e le chiese, i quadri e le statue, tutto acquistava un senso, come se avessi trovato la parola magica che mi permetteva di valicare il confine di una nuova patria, dove ogni cosa mi era familiare da tempo immemorabile, e dove adesso tutto mi accoglieva a braccia aperte e mi parlava. Fu in questo patetico stato di esaltazione che mi accinsi a vivere in quella città. Mai più ricevetti dalla vita un dono così schietto come quella primavera fiorentina. ( Sandor Marai)
Vedi, Luca, Firenze non è fatta solo di belle automobili e di gelati, come pensate voi ragazzi. Firenze è l'essenza umana che diventa divina, è la bellezza che prende forma. (Un tè con Mussolini)
Vi sono momenti in cui, rinchiuso in queste grandi chiese, tra questi antichi palazzi, sotto le volte dei portici, mi credo decisamente un uomo del tredicesimo o quattordicesimo secolo. L'aria che si respira, i luoghi che si vedono, tutto contribuisce a modificare il pensiero, a far dimenticare le abitudini più familiari, e spesso mi sveglio stupito di non incontrare il gonfaloniere e il suo seguito, un Uberti o un Buondelmonte, Masaccio o Michelangelo. È certo che la storia si aggira per le strade in questo paese. (Étienne-Jean Delécluze)
Penso molto in questi giorni alle strade di Firenze – «rivoglio bianche tutte le mie strade» e passo ore a ricostruirle nella memoria ma a volte qualcuna si spezza o manca un angolo, una piazza – e allora mi pare che s'interrompa il disegno delle linee della mia mano – che s'interrompa in qualche modo la vita.
Riassaporo nella memoria le nostre semplici ore: a Firenze, sopratutto, alla sua finestra, quel cristallino pomeriggio d'autunno – e mi sembrano i globi d'oro di un albero bellissimo, un albero che non abbia stagioni ma splenda sempre dolce e generoso – come gli alberi del giardino di Nur ad-Din (nella notte «che compie il numero fino a 865»).
Venezia è una vecchia, espertissima amante. Ma io non so dimenticare Firenze – così netta, così struggente. E senza concessioni.
Gli storici antichi chiamano Firenze «la nobile città, la figlia di Roma». Pare che tetraggine del medioevo l'abbia appena sfiorata; Firenze è una pagana elegante, che, non appena si è sentita in grado di pensare, si è dichiarata, timidamente, prima, e apertamente, in seguito, elegante e pagana.
Una città compiuta in sé stessa, con arte propria, ricca d'animazione senza essere eccessivamente popolosa, non troppo grande, pur essendo capitale, bella e gaia: ecco la prima impressione su Firenze.
Vi sono razze così privilegiate, che non possono decadere del tutto. la genialità è così innata in questi spiriti, ch'essi si potranno guastare, ma non distruggere; e potranno diventare dilettanti o sofisti, ma non appariranno mai muti o sciocchi. Anzi, proprio nei periodi decadenti si può vederne l'intima essenza, e scoprire che in loro, come nei Greci del tardo Impero, l'intelligenza soverchia il carattere, poiché sopravvive anche quando questo si dissolve. Già sotto i primi Medici, i piaceri più forti sono quelli dell'intelligenza, e lo spirito dei fiorentini si manifesta vivace e caustico.
A Firenze per aver ufizii, bisogna avere bel palazzo e stare a bottega.
Fiorentin mangia fagiuoli, e' volevan gli Spagnuoli; li Spagnuoli sono venuti, Fiorentin becchi e cornuti.