scrittore, giornalista e reporter di viaggio britannico (1812–1870) Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Charles Dickens (1812 – 1870), scrittore e giornalista britannico.
Nell'anno 1775, c'era ai margini della foresta di Epping, a circa dodici miglia da Londra – a partire dal Ceppo in Cornhill, o piuttosto dal luogo nel quale o accanto al quale il Ceppo era in passato – un albergo chiamato la Cuccagna; il che era mostrato a tutti quei viaggiatori che non sapessero né leggere né scrivere (e sessantasei anni fa molta gente, sia che viaggiasse, sia che non viaggiasse, si trovava in questa condizione) dall'emblema innalzato sul ciglio della strada di fronte alla casa, emblema che, se non di quelle ragguardevoli proporzioni che gli alberi della cuccagna solevano presentare nei tempi andati, era tuttavia un bel frassino giovane, alto trenta piedi e più dritto di saetta mai scoccata da arciere inglese.
Marley era morto, tanto per cominciare. Non c'era dubbio su ciò: il suo atto di morte era firmato dal pastore, dal coadiutore, dall'uomo delle pompe funebri e dal capo dei piagnoni. L'aveva firmato anche Scrooge, ed il nome di Scrooge alla Borsa degli scambi valeva per qualunque cosa a cui egli decidesse di metter mano. Il vecchio Marley era morto come un chiodo di un uscio.
[Charles Dickens, Canto di Natale, traduzione di Maria Luisa Fehr, RCS Libri, 1997]
Marley era morto, tanto per cominciare. Non c'era alcun dubbio. Il registro della sua sepoltura era stato firmato dal pastore, dal chierico, dall'impresario delle pompe funebri e dal responsabile della cerimonia funebre. L'aveva firmato anche Scrooge. E il nome di Scrooge alla Borsa era valido per qualsiasi cosa su cui lui decidesse di mettere mano. Il vecchio Marley era morto come il chiodo di una porta.
[Charles Dickens, Canto di Natale, traduzione di Alessandra Osti, La Repubblica-L'Espresso, 2012. ISBN 9788888240206]
Marley, prima di tutto, era morto. Niente dubbio su questo. Il registro mortuario portava le firme del prete, del chierico, dell'appaltatore delle pompe funebri e della persona che aveva guidato il mortoro. Scrooge vi aveva apposto la sua: e il nome di Scrooge, su qualunque fogliaccio fosse scritto, valeva tant'oro. Il vecchio Marley era proprio morto per quanto è morto, come diciamo noi, un chiodo di porta.
[Charles Dickens, Cantico di Natale, traduzione di Federigo Verdinois, Hoepli, 1888]
London. Michaelmas Term lately over, and the Lord Chancellor sitting in Lincoln's Inn Hall.
[Charles Dickens, Bleak House, Bradbury and Evans, London, 1853.]
Londra. Sessione autunnale da poco conclusa e il Lord Cancelliere tiene udienza a Lincoln's Inn Hall.
Whether I shall turn out to be the hero of my own life, or whether that station will be held by anybody else, these pages must show. To begin my life with the beginning of my life, I record that I was born (as I have been informed and believe) on a Friday, at twelve o'clock at night. It was remarked that the clock began to strike, and I began to cry, simultaneously.
[Charles Dickens, The personal history of David Copperfield, Bradbury and Evans, London, 1850.]
Se mi accadrà di essere io stesso l'eroe della mia vita o se questa parte verrà sostenuta da qualche altro, lo diranno queste pagine. Per iniziare la mia vita proprio dal principio, ricorderò che nacqui (così mi hanno informato e così credo) un venerdì, a mezzanotte. Si notò che il pendolo prese a battere e io a strillare, simultaneamente.
[Charles Dickens, David Copperfield, prefazione e traduzione di Cesare Pavese, Einaudi, 1993. ISBN 88-06-13239-3]
Se io stesso risulterò l'eroe della mia vita, o se questa posizione sarà occupata da qualcun altro, è cosa che sarà decisa da queste pagine. Intanto, per cominciare la storia della mia vita col principio di essa, registro il fatto di essere nato (a quanto mi si dice e credo) di venerdì a mezzanotte. Fu osservato che l'orologio cominciò a rintoccare e io a vagire, simultaneamente.
Si vedrà da queste pagine se sarò io o un altro l'eroe della mia vita. Per principiarla dal principio, debbo ricordare che nacqui (come mi fu detto e credo) di venerdì, a mezzanotte in punto. Fu rilevato che nell'istante che l'orologio cominciava a battere le ore io cominciai a vagire.
Dombey sat in the corner of the darkened room in the great arm-chair by the bedside, and Son lay tucked up warm in a little basket bedstead, carefully disposed on a low settee immediately in front of the fire and close to it, as if his constitution were analogous to that of a muffin, and it was essential to toast him brown while he was very new.
[Charles Dickens, Dombey and Son, Bradbury & Evans, London, 1848.]
Dombey era seduto nell'angolo della camera in penombra, sulla grande poltrona accanto al letto, e il Figlio era avvolto al calduccio in una cesta posata con cura su un basso divano proprio davanti al fuoco e molto vicino ad esso come se, simile a un muffin per costituzione, appena fatto andasse abbrustolito.
My father's family name being Pirrip, and my christian name Philip, my infant tongue could make of both names nothing longer or more explicit than Pip. So, I called myself Pip, and came to be called Pip.
[Charles Dickens, Great Expectations, 3 voll., Chapman and Hall, London, 18613.]
Il cognome di mio padre essendo Pirrip, e il mio nome di battesimo Philip, la mia lingua infantile non riusciva a cavare da entrambi alcunché di più lungo o di più esplicito che Pip. Da me stesso quindi mi chiamai Pip, e anche gli altri finirono per chiamarmi così.[fonte 8]
Il cognome di mio padre essendo Pirrip e il mio nome di battesimo Philip, la mia lingua infantile non riuscì mai a cavare da entrambi nulla di più lungo o di più esplicito che Pip. Così mi chiamai Pip, e Pip finii per essere chiamato.
Il mio cognome è Pirrip, e il mio nome di battesimo è Philip, ma dato che da bambino non riuscivo mai pronunciarli correttamente insieme, dai due nomi ne ricavai uno solo meno lungo e più semplice: Pip. Così mi chiamai Pip e finii con l'essere chiamato Pip da tutti e per sempre.
Poiché il cognome di mio padre era Pirrip, e il mio nome di battesimo Philip, la mia lingua infantile non riuscì mai a ricavare dai due nomi nulla di più lungo o di più esplicito di Pip. Così presi a chiamarmi Pip, e Pip finii per essere chiamato.
Il primo raggio di luce che illumina la tenebra, e converte in abbagliante fulgore quell'oscurità in cui la primeva storia del pubblico affermarsi dell'immortale Pickwick parrebbe essere involta, discende dalla disamina della seguente rubricazione negli Atti del Circolo Pickwick, che il curatore di questi incartamenti ha il sommo piacere di presentare ai suoi lettori, come prova della diligente attenzione, indefessa assiduità, e fine perspicacia, con cui la sua ricerca in mezzo alla molteplicità dei documenti affidatigli è stata condotta.
[Charles Dickens, Il circolo Pickwick, traduzione di Alessandro Ceni, Feltrinelli, Milano, 2016. ISBN 9788858824115.]
Il primo raggio di luce che rischiara la tenebra e muta in un fulgore abbagliante l'ombra che sembra avvolgere i primi passi nella vita pubblica dell'immortale Pickwick, sprizza dalla lettura della seguente relazione nei Rendiconti del Circolo Pickwick, che il raccoglitore di queste pagine sottomette col più gran piacere al lettore, in prova della diligentissima attenzione, dell'infaticabile attività e dello squisito discernimento, con cui è stata condotta la ricerca fra la gran massa dei documenti che gli vennero affidati.
Il primo raggio di luce che rischiara le tenebre, e tramuta in abbagliante splendore l'oscurità che ai suoi inizi sembra avvolgere la vita pubblica dell'immortale Pickwick, scaturisce dalla lettura della seguente risoluzione, tolta dagli Atti del Circolo Pickwick, che il curatore di queste memorie ha il piacere di presentare ai suoi lettori, come prova della scrupolosa attenzione, dello studio indefesso e del sottile discernimento con cui ha condotto le sue ricerche nella molteplice varietà dei documenti affidatigli.
[Charles Dickens, Il circolo Pickwick, a cura di Lodovico Terzi, Adelphi, Milano, 2011. ISBN 978-88-459-7006-1.]
Il primo raggio di luce che viene a rompere ed a fugare le tenebre nelle quali pareva involta l'apparizione dell'immortale Pickwick sull'orizzonte del mondo scientifico, la prima menzione officiale di quest'uomo prodigioso trovasi negli statuti inseriti fra i processi verbali del Circolo. L'editore dell'opera presente è lieto di poterli mettere sotto gli occhi dei suoi lettori, come una prova della scrupolosa attenzione, dello studio diuturno, dell'acume, che hanno sempre accompagnato le sue ricerche nella farraggine dei documenti affidati alle sue cure.
An ancient English Cathedral Tower? How can the ancient English Cathedral tower be here! The well-known massive grey square tower of its old Cathedral ? How can that be here! There is no spike of rusty iron in the air, between the eye and it, from any point of the real prospect.
[Charles Dickens, The mystery of Edwin Drood, Chapman & Hall, London, 1870.]
Il campanile di un'antica Cattedrale inglese? Ma come può trovarsi qui, quest'antica torre? Eppure, è la massiccia, e a lui ben nota, mole squadrata e grigia della torre campanaria d'una vecchia Cattedrale. Come può trovarsi qui? Come si spiega la presenza, fra l'occhio di chi guarda e questa torre, qui, di un'asta di ferro, aguzza e arrugginita?
Ai nostri giorni (non è necessario indicare l'anno con maggiore esattezza) una barca d'aspetto sporco e poco rassicurante, con dentro due persone, andava sul Tamigi tra il ponte di Southwark, che è di ferro, e il ponte di Londra, che è di pietra, sul finire di una sera d'autunno.
Ai nostri giorni (non importa precisare l'anno), una barca di sudicio e malandato aspetto, con due figure a bordo, s'aggirava sul Tamigi tra il Southwark Bridge, che è di ferro, e il London Bridge, che è di pietra, mentre il pomeriggio d'autunno andava già cedendo alla sera.[fonte 8]
Sentiamo per l'ultima volta nel nostro viaggio risuonarci all'orecchio la lingua italiana, e lasciamo quest'Italia, oppressa dalle miserie e dagli oltraggi. La lasciamo coll'amore e l'ammirazione che suscitano le sue bellezze naturali e artistiche, di che è sì miracolosamente ricca, e con un sentimento di vivo affetto per un popolo buono, paziente e gentile. L'inerzia di tanti anni, l'oppressione e lo sgoverno, si son data la mano per deteriorare l'indole di esso e per scemarne la vigoria intellettuale; delle miserabili gelosie, fomentate da piccoli principi, che vedevano nell'unione degli Italiani la loro rovina, e nella disunione la loro forza, hanno guasto e offuscato in essi il sentimento della nazionalità, e financo imbarbarita la loro lingua; ma il buono che fu sempre in essi, esiste ancora, e da queste ceneri può un giorno sorgere una nobile nazione. Sia questa una speranza che serbiamo!
[L'Italia: impressioni e descrizioni di Carlo Dickens, traduzione con note del prof. Edoardo Bolchesi, Ulrico Hoepli, Napoli-Milano-Pisa, 1879.]
Night is generally my time for walking. In the summer I often leave home early in the morning, and roam about fields and lanes all day, or even escape for days or weeks together, but saving in the country I seldom go out until after dark, though, Heaven be thanked, I love its light and feel the cheerfulness it sheds upon the earth, as much as any creature living.
[Charles Dickens, The Old Curiosity Shop, Chapman and Hall, London, 1841.]
È mio costume, vecchio qual sono, d'andare a passeggio quasi sempre di notte. L'estate, spesso, me n'esco di casa la mattina presto, e giro per i campi e i viottoli tutta la giornata, o anche me ne sto lontano per giorni o settimane di fila; ma, tranne che in campagna, di rado esco se non al buio, sebbene, e ne sia ringraziato il Cielo, io ami la luce del giorno e senta, al pari d'ogni creatura vivente, la gioia ch'essa riversa sul mondo.
Son tanti i mutamenti che avvengono in pochi anni, e tutto passa come la narrazione d'una fiaba.
Una trentina d'anni fa, Marsiglia bruciava un giorno ai raggi infocati del sole.
Nella Francia meridionale, un sole ardente in un giorno canicolare di agosto non era allora un fenomeno più strano di quanto in altri tempi sia stato o di quanto sia adesso. Ogni cosa dentro ed intorno a Marsiglia pareva che avesse sbarrato gli occhi, abbagliata ed abbagliante, al cielo infocato; fino al punto che questo fissarsi ed abbagliarsi a vicenda era ivi divenuto come una mania generale. I forestieri venivano abbagliati dalla accesa bianchezza delle case, dei muri, delle vie, dal bagliore delle strade aride e delle prossime colline il cui verde era stato arso. Tutto intorno in un moto spasmodico sbarrava gli occhi. Tutto, meno le vigne; le quali piegandosi sotto il fardello dei grappoli, occhieggiavano di tratto in tratto, quando l'aura calda e grave muoveva appena le loro languide foglie.
Non sono molto numerosi – e giacché è desiderabile che tra chi narra una storia e chi la legge si stabilisca al più presto possibile una comprensione reciproca, prego di prender nota che io non limito questa osservazione né ai giovani né ai piccoli, ma la applico a ogni sorta di gente piccola e grande, giovane e vecchia, ancora nel periodo della crescita oppure già sul declinare – non sono, dico, molto numerosi coloro a cui piacerebbe dormire in una chiesa. Non intendo parlare con questo di dormirvi durante la predica di una giornata calda (cosa che è stata realmente fatta un paio di volte), ma di dormirvi di notte e soli. Una grande moltitudine di persone sarà violentemente sorpresa, lo so, da una tale asserzione nella piena luce del giorno; ma essa si applica alla notte e deve essere discussa di notte. E io mi impegno a sostenerla con successo, in qualsiasi notte piovosa che si scelga a questo scopo contro qualsiasi contraddittore scelto nella folla, che sia disposto a incontrarmi solo in un vecchio cimitero dinanzi alla porta di una vecchia chiesa e mi dia la preventiva autorizzazione a chiuderlo dentro, se questo è necessario per convincerlo, fino all'indomani mattina.
Trotty aveva sognato? Oppure le sue gioie e i suoi dolori e i personaggi di essi sono soltanto un sogno? Lui stesso è un sogno e colui che racconta questa storia un sognatore che si sveglia soltanto adesso? Se è così, ascoltatore, sempre caro a lui in tutte le sue visioni, cerca di tenere in mente le severe realtà dalle quali queste ombre sono nate; e nella tua sfera, giacché nessuna è troppo ampia e nessuna troppo limitata per questo scopo, cerca di correggerle, di migliorarle e di addolcirle. Possa l'anno nuovo essere un anno felice per te, e felice per tutti gli altri la cui felicità dipende da te. Possa ciascun anno essere più felice del precedente, e possa anche il più umile dei nostri fratelli e sorelle non esser privato della sua legittima parte di quel che il nostro Creatore ha creato per il suo godimento.
It was the best of times, it was the worst of times, it was the age of wisdom, it was the age of foolishness, it was the epoch of belief, it was the epoch of incredulity, it was the season of Light, it was the season of Darkness, it was the spring of hope, it was the winter of despair, we had everything before us, we had nothing before us, we were all going direct to Heaven, we were all going direct the other way–in short, the period was so far like the present period, that some of its noisiest authorities insisted on its being received, for good or for evil, in the superlative degree of comparison only.
[Charles Dickens, A tale of two cities, Chapman and Hall, London, 1859.]
Era il migliore di tutti i tempi, era il peggiore di tutti i tempi, era il secolo della saggezza, era il secolo della stoltizia, era l'epoca della fede, era l'epoca dell'incredulità, era la stagione della Luce, era la stagione delle Tenebre, era la primavera della speranza, era l'inverno della disperazione, avevamo tutto dinanzi a noi, non avevamo nulla dinanzi a noi, andavamo dritti dritti al Cielo, andavamo dritti dritti dalla parte opposta: in breve, il periodo era tanto simile al presente che alcune delle sue più clamorose autorità insistevano affinché se ne parlasse soltanto al superlativo sia nel bene sia nel male.
Era il tempo migliore e il tempo peggiore, la stagione della saggezza e la stagione della follia, l'epoca della fede e l'epoca dell'incredulità, il periodo della luce e il periodo delle tenebre, la primavera della speranza e l'inverno della disperazione. Avevamo tutto dinanzi a noi, non avevamo nulla dinanzi a noi; eravamo tutti diretti al cielo, eravamo tutti diretti a quell'altra parte – a farla breve, gli anni erano così simili ai nostri, che alcuni i quali li conoscevano profondamente sostenevano che, in bene o in male, se ne potesse parlare soltanto al superlativo. Un re dalla grossa mandibola e una regina dall'aspetto volgare sedevano sul trono d'Inghilterra; un re dalla grossa mandibola e una regina dal leggiadro volto, sul trono di Francia. In entrambi i Paesi ai signori dalle riserve di Stato del pane e del pesce era chiaro più del cristallo che tutto in generale andava nel miglior ordine possibile e nel più duraturo assetto del mondo.
«Veggo il bambino che le stava in grembo e che porterà il mio nome, diventar uomo, e farsi strada nel mondo nella stessa professione che una volta fu mia. Lo veggo arrivare vittorioso alla meta, e il mio nome, irradiato della luce del suo, mondarsi delle macchie di cui io l'aveva bruttato. Lo veggo ancora, o capo dei giudici giusti e degli uomini onorati, condurre in questo luogo un ragazzo dello stesso mio nome, con una fronte che io conosco e i capelli d'oro – questo luogo sarà allora bello da guardare, senza più le orribili tracce di oggi – e lo veggo narrare al bambino la mia storia, con tenera e tremola voce.
«Quel che faccio è il meglio, di gran lunga il meglio che io abbia mai fatto; e il riposo che m'attende è il più dolce, di gran lunga il più dolce che io abbia mai conosciuto».[12]
[Traduzione di Silvio Spaventa Filippi]
Siccome nessuna signora e nessun signore che pretende di appartenere alla migliore società può provare qualsiasi simpatia per la famiglia Chuzzlewit senza aver ricevuto prove sicure della estrema antichità della sua stirpe, è una soddisfazione sapere con certezza che discende in linea diretta da Adamo ed Eva.[fonte 11]
Abitava una volta, in un luogo appartato del Devonshire, certo Goffredo Nickleby, un onesto uomo, che, in età piuttosto avanzata, messosi in capo di ammogliarsi, e non essendo abbastanza giovane o abbastanza ricco da aspirare alla mano di una ereditiera, aveva per pura affezione sposato una vecchia fiamma, la quale a sua volta se l'era preso per la stessa ragione. Così due persone, che non possono permettersi di giocare a carte per denaro, si seggono tranquillamente a tavolino, e giocano una partita per mero piacere.
Among other public buildings in a certain town which for many reasons it will be prudent to refrain from mentioning, and to which I will assign no fictitious name, it boasts of one which is common to most towns, great or small, to wit, a workhouse; and in this workhouse was born, on a day and date which I need not take upon myself to repeat, inasmuch as it can be of no possible consequence to the reader, in this stage of the business at all events, the item of mortality whose name is prefixed to the head of this chapter.
[Boz, Oliver Twist, 3 voll., Richard Bentley, London, 1838.]
Tra i vari edifici pubblici di una certa città che per molte ragioni evito di nominare e a cui non voglio dare alcun nome fittizio, ve n'è uno comune da tempo a molte città grandi e piccole, voglio dire l'ospizio di mendicità. E in questo ospizio nacque, un giorno che non merita specificare perché non ha alcuna importanza per il lettore, almeno per ora, l'esemplare umano il cui nome appare in testa a questo capitolo.
[Charles Dickens, Le avventure di Oliver Twist, traduzione di Ugo Dettore, Rizzoli, 199911. ISBN 88-17-12319-6]
Tra gli altri edifici pubblici di una certa cittadina, che per diverse ragioni sarà per me prudente astenermi dal menzionare e alla quale neanche assegnerò un nome fittizio, ve n'è uno familiare un tempo alla maggior parte delle città, grandi o piccole che fossero, e cioè un ospizio di mendicità. E in questo ospizio, in un certo giorno, mese e anno che non devo darmi pena di precisare, giacché il conoscerli non potrà riuscire di alcuna utilità al lettore – per lo meno allo stato attuale delle cose – nacque l'articolo di mortalità il cui nome compare nel titolo di questo capitolo.
Tra gli altri edifici pubblici di una certa cittadina che, per svariati motivi, sarà prudente astenersi dal nominare e alla quale non attribuirò alcun nome immaginario, ve n'è uno che si trova in quasi tutti i centri abitati, grandi o piccoli, vale a dire l'ospizio per i poveri; e in questo ospizio nacque,, un giorno di un anno che non starò a precisare in quanto, almeno per il momento, la cosa non può rivestire la benché minima importanza per il lettore, quell'appartenente al genere umano il cui nome figura nell'intestazione di questo capitolo.
Fra gli edifici pubblici di una certa città, che per molte ragioni giova non menzionare e alla quale non darò neppure un nome immaginario, ve n'è uno da gran tempo comune a moltissime città grandi e piccole: l'ospizio di mendicità, e nell'ospizio di mendicità, in un giorno e in un anno che non serve rammentare – anche perché non ha alcuna conseguenza pratica per chi legge, almeno per ora – nacque il campione di umanità, del cui nome si adorna l'intestazione di questo capitolo.[15]
[Charles Dickens, Oliver Twist, traduzione di Silvio Spaventa-Filippi, Einaudi, 2014. ISBN 8858417445.]
Vicino all'altare della vecchia chiesetta del villaggio c'è una lapide di marmo con su inscritta una sola parola: "Agnes"! Non c'è bara in quella tomba, e che passino molti, moltissimi anni prima che vi sia iscritto sopra un altro nome! Ma se mai le anime dei morti tornano sulla terra a visitare i luoghi benedetti dall'amore di coloro che conobbero in vita – un amore che vince la morte – allora lo spirito di Agnes certamente s'aggira, di tanto in tanto, per quel luogo solenne; e a maggior ragione lo credo perché esso si trova in una chiesa, e perché lei peccò, perdendosi.
[Traduzione di Mario Martino]
Now, what I want is, Facts. Teach these boys and girls nothing but Facts. Facts alone are wanted in life. Plant nothing else, and root out everything else. You can only form the minds of reasoning animals upon Facts: nothing else will ever be of any service to them. This is the principle on which I bring up my own children, and this is the principle on which I bring up these children. Stick to Facts, sir!
[Charles Dickens, Hard times, Bradbury & Evans, London, 1854.]
– Ora, quel che voglio sono Fatti. Solo Fatti dovete insegnare a questi ragazzi. Nella vita non c'è bisogno che di Fatti. Piantate Fatti e sradicate tutto il resto. La mente d'un animale che ragiona si può plasmare solo coi Fatti; null'altro gli sarà mai di alcuna utilità. Con questo principio educo i miei figli e con lo stesso principio educo questi ragazzi. Attenetevi ai Fatti, signore!
«Ora quello che voglio sono Fatti. A questi ragazzi e ragazze insegnate soltanto Fatti. Solo i Fatti servono nella vita. Non piantate altro e sradicate tutto il resto. Solo con i Fatti si plasma la mente di un animale dotato di ragione; nient'altro gli tornerà mai utile. Con questo principio educo i miei figli, con questo principio educo questi ragazzi. Attenetevi ai Fatti, signore!».
«Dunque voglio solo i Fatti. Insegnate a questi ragazzi e ragazze soltanto Fatti. Solo di Fatti c'è bisogno nella vita. Piantate nient'altro, estirpate tutto il resto. Solo con i Fatti si educano le menti di animali razionali e nient'altro riuscirà mai loro di alcuna utilità. Questi sono i princìpi in base ai quali educo i miei propri figli, e questi sono princìpi in base ai quali educo questi ragazzi. Perciò, signore, attenetevi ai Fatti!»
Ora, quello che voglio sono Fatti. Insegnate a questi ragazzi e a queste ragazze Fatti e niente altro. Solo di Fatti abbiamo bisogno nella vita. Non piantate altro e sradicate tutto il resto. Solo coi Fatti si può plasmare la mente degli animali che ragionano: il resto non servirà mai loro assolutamente nulla. Questo è il principio su cui ho allevato i miei figli, e questo è il principio su cui ho allevato questi fanciulli. Tenetevi ai Fatti, signore!
«Ehi, laggiu!»
Quando udì una voce che lo chiamava, si trovava accanto alla porta del suo gabbiotto, con una bandiera in mano, arrotolata attorno al corto bastone. Considerata la natura del terreno, si sarebbe potuto pensare che non avesse dubbi sulla direzione da cui proveniva la voce; ma invece di sollevare lo sguardo verso il punto in cui mi trovavo, in cima alla trincea scoscesa quasi sopra la sua testa, si voltò e guardò la Linea. C'era qualcosa di particolare nel modo in cui lo fece, anche se non avrei saputo dire cosa.
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