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Nobiltà milanese
nobiltà di Milano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La nobiltà milanese fu una classe sociale privilegiata della città di Milano e del suo contado dall'epoca medievale e comunale per poi passare nel Ducato di Milano sino al Regno Lombardo-Veneto. La nobiltà venne ufficialmente integrata in quella nazionale nel 1861 con l'annessione del Lombardo-Veneto al neonato Regno d'Italia. Il sistema nobiliare milanese si era strutturato in maniera molto simile a quello austriaco e quindi ravvicinabile a quello tedesco.
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Storia
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A Milano il primo elenco di nobiltà stilato ufficialmente fu la Matricula nobilium familiarum Mediolani di Ottone Visconti, datata al 20 aprile 1277, nella quale vennero elencate le famiglie nobili del milanese degne di avere dei canonici della Cattedrale di Milano, sono essenzialmente famiglie che aiutarono i Visconti nella loro presa di potere sul comune di Milano, ma anche alcune famiglie nemiche ma considerate tra le più antiche per nobiltà nella vita futura del ducato.
Dal 5 settembre 1395 i duchi di Milano ottennero ufficialmente il diritto di concedere la nobiltà a quanti nobili non fossero, per merito dell'imperatore Venceslao del Sacro Romano Impero, coerentemente col riconoscimento del ducato di Milano. Durante tutto il periodo ducale, prima dei Visconti e poi degli Sforza, la nobiltà residente in città si era sempre più predisposta a divenire nobiltà di corte, al servizio diretto del duca, soprattutto nel campo delle armi e delle alleanze per scopi bellici. Queste famiglie, durante questo periodo, giocarono un ruolo fondamentale nella politica del territorio, pur senza mai surclassare completamente la figura del duca. A questo periodo si lega la maggior parte del patriziato milanese che costituirà nei secoli successivi un segno di distinzione tra la nobiltà concessa "ai milanesi dal loro duca" e quella concessa dagli "stranieri".[1]
Con il crollo del ducato di Milano sforzesco ed il suo passaggio sotto il dominio imperiale e spagnolo, la nobiltà tornò ad un sostanziale attaccamento alla feudalità, consentendo però nel contempo anche l'emergere di una nuova nobiltà "di toga" o terriera, che legava le proprie fortune al ricoprire incarichi per conto del governo della Spagna, arricchendosi con l'acquisto di varie località in feudo che decidevano spontaneamente di mettere al bando la propria libertà per ottenere protezione e copertura delle spese di amministrazione che, unitamente all'alto livello di tassazione, costituivano una delle problematiche di sostentamento principale di piccole e medie comunità rurali.
La nobiltà milanese assottigliò ulteriormente il proprio legame con l'amministrazione del territorio e la feudalità a partire dall'inizio del Settecento quando il Ducato di Milano passò sotto la dominazione austriaca. L'Austria permeò l'amministrazione del ducato con uomini di propria fiducia, preferendoli di gran lunga ai milanesi autoctoni che vennero perlopiù relegati a ruoli onorifici o secondari (pur non mancando in questo senso le eccezioni). In questo caso si assistette ad un nuovo emergere delle classi borghesi che vennero nobilitate per il loro servizio particolare allo Stato come nel caso del banchiere Antonio Tanzi di Blevio, insignito del titolo asburgico di Edler e di Antonio Greppi (1722-1799), rampollo della famiglia Greppi che ottenne proprio durante il XVIII secolo la nobiltà cittadina per la sua ricchezza e influenza.
L'Ottocento è indubbiamente il secolo di maggiore decadenza per la nobiltà milanese: ormai spogliata di molti dei propri antichi privilegi, l'aristocrazia di Milano, seguendo il più vivido spirito romantico, si spaccò in due lasciando da una parte i nostalgici del vecchio ducato di Milano che auspicavano un ritorno ad un territorio indipendente dalla dominazione straniera e con maggiore influenza destinata alla classe aristocratica, mentre sull'altro fronte era schierata la nobiltà filo-austriaca che aveva fatto fortuna proprio durante il periodo di dominazione straniera e che non voleva rinunciare ai diritti acquisiti faticosamente.
L'unità d'Italia rappresentò la vittoria schiacciante della prima fazione, avendo però il difetto in sé di annullare la grande influenza che l'aristocrazia milanese sperava di riacquistare sul milanese, spandendola su scala nazionale ed uniformandola al resto dell'alta società della penisola. Molte famiglie nobili milanesi mantennero la loro prerogativa di salotto durante tutto il periodo umbertino durante il quale Milano fu al centro di numerosi eventi e del progresso sociale e industriale che investì il regno, entrando in definitiva decadenza dopo la fine della prima guerra mondiale.
Strutture e suddivisioni
Ogni nobile milanese che deteneva dei possedimenti o dei feudi nel territorio facente parte del Ducato di Milano era tenuto a prestare giuramento al duca, pratica che venne di molto snellita con la dominazione austriaca, ove al posto della nobiltà terriera iniziò a prevalere la nobiltà meritocratica.
La religione era quasi esclusivamente quella cattolica.
La nobiltà milanese è suddivisibile in tre macro-categorie:
- Famiglie patrizie, ovvero appartenenti al patriziato cittadino.
- Famiglie nobili o feudatarie, ovvero di nobiltà non cittadina o legata a feudi nel contado.
- Famiglie aggregate, ovvero che hanno ottenuto nobilitazione altrove ma che per lunga distinzione o fama notevole si sono guadagnate il diritto ad entrare a far parte del patriziato milanese.
Queste categorie erano a loro volta suddivisibili in:
- la nobiltà ''ab immemorabili'', la cui condizione signorile era così antica da non poterne rintracciare l'origine.
- la nobiltà feudale, che fu investita di feudi imperiali o arcivescovili prima della proclamazione del Ducato di Milano (5 settembre 1395);[2][3]
- la nobiltà ducale, che aveva ottenuto la nobilitazione all'epoca del ducato di Milano;[4]
- la nobiltà filo-spagnola, che aveva ottenuto la nobilitazione all'epoca della dominazione spagnola nel milanese;
- la nobiltà filo-austriaca che aveva ottenuto la nobilitazione all'epoca della dominazione austriaca nel milanese;
- la nobiltà filo-napoleonica che aveva ottenuto la nobilitazione all'epoca della dominazione napoleonica nel milanese.
Il patriziato
L'antico patriziato
Milano godette sin dalla fine del medioevo di un proprio patriziato. La prima testimonianza di questa presenza è costituita dalla Matricula nobilium familiarum Mediolani redatta nel 1377 che contiene l'elenco delle famiglie nobili alle quali dovevano appartenere gli ordinari della Metropolitana milanese.
Il nuovo patriziato
Con l'ingrandirsi dei confini del ducato nel corso dei secoli XV e XVI e con l'estensione della nobiltà a nuove famiglie (in particolare tra XVII e XVIII secolo), il patriziato milanese rimaneva immagine di una ristretta cerchia di fedelissimi che detenevano un vero e proprio potere civile in città, anche se si espanse al proprio interno giungendo ad includere, oltre alle famiglie patrizie già incluse nella matricola medievale, anche le seguenti famiglie, in alcuni casi rami secondari o collaterali delle prime:
Abbiati
Adda (d')
Alciati
Aliprandi
Andreani
Anguissola
Archinto
Arcimboldi
Arconati
Arese
Arrigoni
Balbi
Barbavara
Barbiano di Belgiojoso
Barbò
Beccaria
Besana
Besozzi
Bigli
Borromeo
Bossi
Busca
Caccia
Cagnola
Caimi
Calchi Novati
Cambiaghi
Capitani di Settala
Caponago
Carcano
Casati
Castelli
Castiglioni
Cattaneo
Cavazzi della Somaglia
Cicogna
Clerici
Confalonieri
Crescentini
Crevenna
Crivelli
Croce
Cusani
Daverio
Dugnani
Durini
Erba (poi Erba Odescalchi)
Ferreri
Foppa
Fossati
Gallarati
Gallina
Ghislieri
Giovio
Giulini
Imbonati
Isimbardi
Lampugnani
Landriani
Litta
Litta Modignani
Litta Visconti Arese
Lomeni
Lonati
Lucini
Lurani Cernuschi
Mayno (del)
Mandelli
Meda
Medici di Marignano
Melzi (poi Melzi d'Eryl)
Meraviglia Mantegazza
Monti
Moriggia
Nava
Negri
Odescalchi
Olivazzi
Origo
Orombelli
Padulli
Parravicini
Pertusati
Piola
Po
Porro
Porta (della)
Pozzobonelli
Prata
Radice Fossati
Rasini
Resta
Riva
Rovida
Scotti
Serbelloni
Serponti
Sessa
Sfondrati
Sforza
Sola
Sormani
Stampa
Talenti
Taverna
Terzaghi
Torre (della)
Trivulzio
Trotti
Uboldi
Verri
Verme (dal)
Villani
Vimercati
Visconti
Visconti di Modrone
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Elenco delle principali famiglie nobili milanesi
Riepilogo
Prospettiva
Segue qui l'elenco delle principali famiglie nobili milanesi di tutte le epoche. Le famiglie nobili non necessariamente appartenevano al patriziato cittadino. L'elenco è derivato dalle opere citate in bibliografia.
Nobiltà ab immemorabili
Nobiltà feudale
Nobiltà ducale
Nobiltà filo-spagnola
Nobiltà filo-austriaca
Nobiltà filo-napoleonica
Aggregati
Sconosciuto
A
B
C
D
E
F
G
I
L
M
N
O
P
R
S
T/U
V
Z
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Note
Bibliografia
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