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nobile famiglia lombarda Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Castiglioni (o Castiglione o da Castiglione) è un'antica nobile famiglia lombarda.[1]
Castiglioni | |
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Pour non fallir Di rosso, al leone d'argento, coronato d'oro, sostenente colla zampa anteriore destra un castello d'oro di tre torri. | |
Casata di derivazione | Castiglione |
Casata principale | Castiglione |
Titoli |
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Fondatore | Corrado da Castiglione |
Data di fondazione | X secolo |
Etnia | italiana |
Rami cadetti | |
La famiglia Castiglioni è originaria di Milano ove nacque il suo capostipite, Corrado da Castiglione,[2] figlio del conte del Seprio Berengario,[3] che ebbe in dono un castello nel Seprio da parte dell'arcivescovo locale.[4] La famiglia, nei secoli, si divise in molti rami sparsi in diverse città italiane tra cui, oltre Milano, Ferrara, Mantova, Modena e Cingoli, ottenendo in ogni caso l'aggregazione al patriziato locale ed eccellendo per la presenza di uomini illustri.
Presero il nome da Castiglione, nel contado di Seprio.[1] Il ramo di Milano, il più antico della casata, diede alla chiesa ben sei santi, un papa (Celestino IV nel 1241), sei cardinali, tre arcivescovi della cattedra milanese e altri sei vescovi in altre sedi.
Il ramo di questa famiglia annovera illustri personalità: papi, cardinali, arcivescovi, capitani di milizia, senatori, podestà e notai.[1]
Un ramo della famiglia si stabilì a Mantova nel XV secolo.[1] Capostipite di questa linea fu Francesco (Francescolo) Castiglione (1345-1425), figlio di Cristoforo (?-1334) e di Barbara Birago de'Candia.
Inquartato; nel 1° e nel 4°: di rosso, al leone d'argento, coronato d'oro, sostenente nella sua branca destra un castello cimato dello stesso; nel 2°: d'argento, ad un serpente ondeggiante in palo verde, coronato d'oro ingolante un fanciullo di rosso; nel 3°: palato di nero e d'oro.[1]
Alcuni discendenti della linea di Milano si trapiantarono a Cingoli nel 1600.[1]
Di rosso, al leone d'argento sostenente nella branca desta un castello dello stesso.[1]
Alcuni discendenti della linea di Milano si trapiantarono a Ferrara.[1]
Di rosso, al leone d'argento sostenente nella branca destra un castello dello stesso.[1]
Alcuni discendenti della linea di Ferrara si trapiantarono a Modena.[1]
D'azzurro, alla terrazza di verde con due leoni d'oro seduto, affrontati e tenenti sollevato colle branche anteriori un castello merlato aperto, torricellato di tre pezzi di rosso, sormontato da tre banderuole svolazzanti a sinistra dello stesso moventi dalle tre torrette.[1]
Creati conti da Francesco I Sforza[11].
La famiglia Castiglione Morelli, o Morelli Castiglione (o Castiglioni), o Morelli, a causa delle lotte di partito tra ghibellini e guelfi, emigrò nel 1239[12] da Milano a Cosenza (Regno di Napoli), dove appartenevano al patriziato.
Dal 1312 alla famiglia è stato dato il cognome "Morelli" o "Maurelli". "Morello" è la parola italiana per "nero".
Nicolò II Castiglione, patrizio di Cosenza, sostenne Roberto d'Angiò, re di Napoli (1309-1343), durante una campagna. La regina Giovanna I di Napoli (1343-1382) diede ufficialmente al suo discendente Bernardo Castiglione il soprannome (cognomen) "Morello". Martirano menziona il segretario dell'Imperatore Carlo V con le parole: "Maurelli prius Castileoni dicebantur, abbronzatura qui dicunt a Mantova Ciselpinae Callide urbe oriundas, alii vero Mediolanò".
Martino Castiglione Morello e suo fratello possedevano i feudi Sculchi e Steffanizzi nel territorio di Casale di Castiglione Cosentino nel 1442. Nel 1560 Giovanni (Giannotto) de Castiglione fu nominato Gran Magistrato dell'Ordine Militare e Ospedaliero di San Lazzaro da Gerusalemme da papa Pio IV, ma non fu riconosciuto dal re di Francia. Nel 1591 fu accettato nell'Ordine dei Cavalieri di Malta.
Dal 1671 i Castiglione Morelli sono marchesi di Vallelonga (Regno di Napoli, regione del Cedolario). "Marchese" (primogenitur) è il titolo dei signori feudali di Vallelonga, i neonati sono "Nobile", ma tutti hanno il titolo di "Patrizio di Cosenza". Erano anche baroni di Chiaravalle e Gagliato.
La nobile famiglia si ramificò ampiamente, ad esempio a Messina, Como, Genova, Mantova e Milano. Dappertutto appartenevano alla nobiltà della città (patrizia) e ricoprivano cariche spirituali superiori.
Il marchesi Castiglione Morelli aveva sede a Villa Vallelonga in Calabria, in seguito Chiaravalle. La residenza estiva dei Marchesi di Candia-Castiglione-Morelli di Vallelonga era il Palazzo Vallelonga a Torre del Greco ai piedi del Vesuvio (costruito nel 1690, in gran parte distrutto da un terremoto nel 1794, restaurato nel 1843); fu trasferito alla Banca di Credito Popolare di Torre del Greco nel 1982. Lelio Castiglione Morelli (1773–1842), marchese di Vallelonga, Patrizio di Cosenza, sposò Donna Artemisia Tuttavilla dalla casa dei Duchi di Calabritto (1774–1821), che era strettamente imparentata con molte famiglie della nobiltà italiana.
Il 2 agosto 1806, il feudalesimo fu abolito nel Regno di Napoli. I signori feudali diventarono proprietari terrieri. Nel 1922 la nobile famiglia fu iscritta al Libro d'oro della nobiltà italiana.
Una diramazione della famiglia Castiglione Morelli di Cosenza, verso la fine del Quattrocento si diramò in Copertino in Terra d'Otranto, per relazione con l'illustre Casata dei Castriota.
Nel 1536 venne decorata dall'imperatore Carlo V nella persona di Bernardino Morelli, dell'Ordine Aurato, del grado militare e privilegiata ad aggiungere l'aquila imperiale al proprio ed antico stemma, nel 1732 Pietro Girolamo Morelli trasferi la famiglia da Copertino a Lecce.
La famiglia fu resa illustre, anche da Vincenzo Maria Morelli che fu Arcivescovo di Otranto.
Spesso la famiglia fu riportata nei testi storici con il cognome Morelli Castiglioni (o Castiglione), anziché Castiglione Morelli.
La famiglia Monaco Castiglione Morelli, o Monaco Morelli sono un ramo della famiglia Castiglione Morelli di Lecce, nel XIX secolo strinse matrimonio con la famiglia Monaco di Lecce. Tale unione si rileva anche nel blasone della famiglia Monaco Castiglione Morelli.
Parte della famiglia, alla fine del XX secolo, lasciò la città di Lecce.
La famiglia Monaco ha ricevuto da don Alfonso de Ceballos-Escalera y Gila Marchese de la Floresta, Visconte di Ayala nel Regno di Spagna e Duca di Ostuni dell’ex Regno delle due Sicilie nella qualifica di Re d'armi per la Comunità autonoma di Castiglia e Leon in base alle leggi vigenti del Regno di Spagna, la CERTIFICACIÓN DE ARMAS a favore del Ex.mo Nob. Dom dott. Giovanni Monaco, Fidalgo della Casa Reale del Portogallo, Grande Ufficiale dell'Ordine dell'Immacolata Concezione di Vila Viçosa, Grande Ufficiale Jure Sanguinis dell'Ordine Reale di San Michele dell'Ala, Cavaliere di Merito del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, Cavaliere dell'Ordine del Principe Danilo I del Montenegroz e Cavaliere dell'Ordine Reale del Leone di Godenu.
L'archivio della famiglia Castiglioni venne acquisito dal comune di Castiglione Olona nel 1980, in seguito all'acquisto del palazzo Branda Castiglioni.[19]
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