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comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Dervio (Derf in dialetto comasco[5][6], pronuncia fonetica IPA: /ˈdɛrf/) è un comune italiano di 2 614 abitanti della provincia di Lecco, situato sulla sponda orientale del Lago di Como, in Lombardia.
Dervio comune | |
---|---|
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Lecco |
Amministrazione | |
Sindaco | Stefano Cassinelli (lista civica Dervio viva) dal 10-06-2024 |
Territorio | |
Coordinate | 46°04′35″N 9°18′24″E |
Altitudine | 213 m s.l.m. |
Superficie | 11,7 km² |
Abitanti | 2 654[1] (23-6-2021) |
Densità | 226,84 ab./km² |
Frazioni | Corenno Plinio, Castello, Monastero, Borgo, La Foppa, Pianezzo, Monte, Roncacci, Villa, Balma, Ronchi di Vesgallo[2] |
Comuni confinanti | Bellano, Cremia (CO), Dorio, Pianello del Lario (CO), San Siro (CO), Sueglio, Valvarrone |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 23824 |
Prefisso | 0341 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 097030 |
Cod. catastale | D280 |
Targa | LC |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[3] |
Cl. climatica | zona E, 2 271 GG[4] |
Nome abitanti | derviesi |
Patrono | san Pietro e san Paolo |
Giorno festivo | 29 giugno |
Cartografia | |
Posizione del comune di Dervio nella provincia di Lecco | |
Sito istituzionale | |
Dervio deve la sua particolare forma a conoide al Varrone, torrente che taglia in due il paese stesso e che nasce dall'omonima Valvarrone. Durante il suo incessante corso ha eroso e trasportato sedimenti rocciosi, i quali si sono pian piano adagiati sul fondo del lago, fino a formare la penisola derviese. Oltre alle frazioni più importanti, sono presenti altre località montane, quali: Pianezzo, Mai, Monte, Pratolungo e Vignago; inoltre da Dervio parte la strada provinciale della Valvarrone (SP67) che permettette di raggiungere Lavadee ed il Rifugio Roccoli Lorla, da cui parte il sentiero per il Monte Legnone, che con i suoi 2.609 m d'altezza è la cima più alta della provincia di Lecco e del settore più occidentale delle Alpi Orobie.
Il toponimo Dervio si ritiene possa derivare dalla radice celtica Derw o Dervo che significa quercia, forse per la presenza di querce sacre[7][8]. L'ipotesi ottocentesca di un'origine greca da Delfo, attraverso il latino, pur basata su un passo di Strabone[9], è oggi ritenuta inattendibile per l'assenza di testimonianze dell'uso di Delphum prima del XVII sec.[7][10][11]
La prima citazione del nome è in un testamento conservato dall'Archivio di Stato di Milano; fu redatto il 3 marzo 814, con cui Rotprando lasciò alcuni beni all'oratorio di San Quirico (oradorio Sancti Quirici in Derve positur). Nel documento sono citati anche una chiesa di San Pietro, forse la parrocchiale di Dervio, e alcuni beni a Dorio (citato come Dauri).[12]
Dervio in epoca romana passava la via Spluga, strada romana che metteva in comunicazione Milano con Lindau passando dal passo dello Spluga. Per secoli però le comunicazioni sul lago avvenivano in modo più comodo tramite le acque del Lago di Como.
Nel X secolo il monastero di Santa Cristina possedeva alcuni beni a Dervio (Dirvy)[13].
Nel 1480 il Contado della Riviera con Dervio assieme a Mandello del Lario, Bellano, Varenna, Corenno e Monte Introzzo.[14], venne infeudato a Pietro II Dal Verme, conte di Bobbio, Voghera, Castel San Giovanni e tutta la val Tidone, Pieve di Incino e Valsassina; morì nel 1485 e il feudo assieme agli altri della Riviera viene assegnato, non senza contrasti dei cittadini interessati, a Chiara Sforza, figlia di Galeazzo Maria Sforza, vedova Dal Verme.
Nonostante i tentativi di sottrarle le proprietà, Chiara Sforza ne mantenne il controllo fino alla morte (1530); invece già nel 1533 gli eredi Fregoso preferirono cedere Dervio e gli altri feudi della Riviera agli Sfondrati, che ne furono feudatari fino al 1788.
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con DPR del 20 ottobre 1998.[15]
«Di rosso, al castello di argento, murato di nero, merlato alla guelfa, formato dalle due torri riunite dalla cortina di muro, le torri merlate di tre, finestrate di uno di nero, chiuse con piccola porta, dello stesso, la cortina merlata di quattro merli e di due semimerli, questi uniti alle torri, chiusa con grande porta di nero. Ornamenti esteriori da Comune.»
È raffigurato in forma ideale il castello di Orezia, in realtà costruito solo da una torre tardomedievale fortificata, che era permetteva il controllo della strada della Valvarrone.
Il gonfalone è un drappo di bianco.
Da dicembre 2016 l'Amministrazione comunale ha aderito a Wiki Loves Monuments.[16]
Abitanti censiti[24]
Al 1º gennaio 2016 erano residenti 171 cittadini stranieri (77 provenienti da paesi africani, 66 da paesi europei, 20 da paesi del continente americano, 14 da paesi asiatici). I paesi più rappresentati sono il Marocco (55) e Albania (21).[25]
La biblioteca comunale, attiva dal 1977, dal 2011 ha sede nell'ex palazzo comunale in piazza IV Novembre.[28] È parte del Sistema Bibliotecario Lecchese.
Sono presenti una scuola primaria e una scuola media.
La frazione di Corenno Plinio costituì comune autonomo tra la prima metà del XV secolo e il 1927 (venne riunito a Dervio anche per un breve periodo di tempo dal 1806, durante il dominio napoleonico).
I nuclei abitati primitivi della piana principale furono quelli delle località Borgo[30] (abitazioni attorno alla chiesa prepositurale), Castello (nucleo fortificato a monte),[30] Villa[30] (abitato di origine rurale,[30] corrispondente all'attuale via Armando Diaz) e Balma (poche costruzioni ai lati dell'attuale via Duca d'Aosta). Durante il Medioevo il Borgo aveva una fortificazione citata nelle cronache della guerra decennale, ma non ne resta alcuna traccia.[30]
Nel corso del Novecento con la progressiva urbanizzazione della piana venne meno la netta suddivisione tra i nuclei storici.
In località Monastero era presente dal XIV secolo un monastero degli Umiliati[31], dedicato a San Clemente[31]. Con la soppressione dell'ordine nel 1571, l'edificio venne venduto a privati e subì numerose trasformazioni[32].
«Vedete cotesto paesello sporgente sur un promontorio, ed ivi una casa bianca, elevata? È Dervio, e dov’è quella casa stava un monastero di Umiliate.»
Fino alla metà del XIX secolo nel territorio derviese erano presenti vigne, oliveti, coltivazioni di gelsi e allevamenti di alcuni bovini. Diffusa era anche la pesca dell'agone, pratica che proseguita anche nel Novecento, ma in modo ridotto.[33]
Come in altri centri della zona, per secoli fu presente la lavorazione della lana, attività promossa dagli Umiliati del monastero di San Clemente[31].
Negli anni 1870 iniziarolo la propria attività alcune industrie cartarie, nonché la Ferriera della Società Metallurgica. Quest'ultima impresa venne successivamente sostituita dalla ditta Redaelli, che prima del 1925 arrivò ad avere oltre ottocento operai.[31]
Nell'ultimo quarto del Novecento, le attività industriali derviesi subirono una consistente flessione.[31]
Nel 1905 alcuni inglesi, in villeggiatura a Bellagio, crearono il Lake Como Golf Club, attivo solo per pochi anni.
Uno sviluppo turistico locale si ebbe a partire dagli anni 1980[31].
Nel 2016, Legambiente e Touring Club Italiano hanno attribuito 4 vele (su un massimo di 5) alle spiagge di Dervio nella Guida Blu, riconoscimento assegnato per il nono anno consecutivo.[34]
La piana è attraversata dalla Strada Provinciale del Lago di Como.
In località Chiari è presente lo svincolo della Strada statale 36 del Lago di Como e dello Spluga con ingresso in direzione Lecco e uscita in direzione Colico.
La stazione ferroviaria, posta al centro della piana, è sulla linea Lecco-Tirano.
È presente uno scalo della linea di navigazione, attivo però solo in modo stagionale.[35] A Dervio vi è inoltre il cantiere della Navigazione Laghi.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
1990 | 1995 | Fulvio Balbiani | Sindaco | ||
1995 | 2004 | Vittorio Rusconi | Sindaco | ||
2004 | 2009 | Gianmario Macchi | Sindaco | ||
2009 | 2019 | Davide Vassena | Sindaco | due mandati | |
2019 | in carica | Stefano Cassinelli | Sindaco |
Il comune è parte della Comunità montana della Valsassina, Valvarrone, Val d'Esino e Riviera.
Nel 1902 venne fondata a Dervio l'Unione Sportiva Derviese che, dopo un periodo di inattività durante la Prima Guerra Mondiale, venne ricostituita nel 1921.[36] Oggi sono presenti le sezioni relative a Atletica, Calcio, Ciclismo, Pallacanestro e Pallavolo.[37]
Sono presenti circoli velici e scuole di vela. La posizione della piana permette inoltre l'attività di windsurf e di kitesurf.
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