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pittore italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Carlo Innocenzo Carloni o Carlone (Scaria d'Intelvi, 1687 – Scaria d'Intelvi, 17 maggio 1775) è stato un pittore italiano, appartenuto ad una stirpe comasca di artisti, i Carlone (o Carloni).
Era figlio di Giovanni Battista Carloni, stuccatore, e di Taddea Maddalena Allio e fratello di Diego Francesco, anch'egli stuccatore e architetto. Abbandona l'indirizzo paterno, dedicandosi alla pittura; fa pratica con Giulio Quaglio, con il quale lavora nel Veneto e a Lubiana, avendo modo di conoscere l'opera di Luca Giordano e Sebastiano Ricci. Successivamente è a Roma a bottega da Francesco Trevisani, secondo il suo biografo[1].
Esordisce come pittore autonomo presso la chiesa delle Orsoline a Innsbruck, ottenendo in seguito una serie di commissioni presso importanti ordini religiosi e casate nobiliari nell'Impero Austro-ungarico e negli stati Germanici. Grazie all'apprezzamento del principe Eugenio di Savoia, che gli commissiona importanti affreschi nel Palazzo del Belvedere, ottiene prestigiose commesse a Vienna[2]. Lavora frequentemente in collaborazione con il fratello Diego francesco, autore degli stucchi, che spesso si integrano con gli affreschi formando un unicum decorativo, di cui è un eccellente esempio l'interno della chiesa di S. Maria di Scaria, a Lanzo d'Intelvi (CO), decorata dai due fratelli in occasione dei rientri presso il paese natio[3]. Raggiunge il vertice come frescante in questa fase della sua carriera in alcuni monumentali soffitti dedicati alla celebrazione delle casate committenti, presso il Castello di Ludwigsburg, il Palazzo Clam-Gallas di Praga, la Residenza del Margravio di Ansbach, Palazzo Kinsky e il Palazzo del Belvedere di Vienna[2].
Sposa nel 1717 Giulia Caterina Corbellini ed è padre di quattro figli maschi e nove femmine.
A partire dal 1735 rientra stabilmente in Lombardia, dedicandosi prevalentemente alla decorazione di chiese ed edifici religiosi fra Como, Monza, Bergamo, Brescia e il Garda.
Fra i pochi cicli profani dipinti in quegli anni sono Ercole introdotto nell'Olimpo (Como, Pontificio Collegio Gallio, volta dello scalone), Trionfo della Ragione, (Montirone, Villa Lechi), e gli affreschi di villa Colleoni a Calusco d'Adda, (oggi strappati sono ora a Venezia in palazzo Grassi, e a Milano nel Museo Poldi Pezzoli)[4].
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