Arcidiocesi di Matera-Irsina

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Arcidiocesi di Matera-Irsina

L'arcidiocesi di Matera-Irsina (in latino Archidioecesis Materanensis-Montis Pelusii) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo appartenente alla regione ecclesiastica Basilicata. Nel 2021 contava 128.250 battezzati su 148.000 abitanti.

Fatti in breve Suffraganea dell', Regione ecclesiastica ...
Arcidiocesi di Matera-Irsina
Archidioecesis Materanensis-Montis Pelusii
Chiesa latina
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Suffraganea dell'arcidiocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo
Regione ecclesiasticaBasilicata
 
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Amministratore diocesanoAntonio Giuseppe Caiazzo
Presbiteri93, di cui 70 secolari e 23 regolari
1.379 battezzati per presbitero
Religiosi26 uomini, 30 donne
Diaconi4 permanenti
 
Abitanti148.000
Battezzati128.250 (86,7% del totale)
StatoItalia
Superficie2.096 km²
Parrocchie55 (3 vicariati)
 
ErezioneX secolo (Matera)
X secolo (Irsina)
in plena unione dal 30 settembre 1986
Ritoromano
CattedraleSanta Maria della Bruna
ConcattedraleSanta Maria Assunta
Santi patroniMaria Santissima della Bruna,
Sant'Eustachio e
Santa Eufemia di Calcedonia
IndirizzoPiazza Duomo 7, 75100 Matera, Italia
Sito webwww.chiesadimaterairsina.it
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
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La concattedrale di Santa Maria Assunta di Irsina.

A questa sede è unito il titolo abbaziale di San Michele Arcangelo di Montescaglioso (in latino Sancti Angeli Montis Caveosi).

Territorio

L'arcidiocesi comprende 13 comuni della provincia di Matera: Bernalda, Craco, Ferrandina, Grottole, Irsina, Matera, Miglionico, Montalbano Jonico, Montescaglioso, Pisticci, Pomarico, Salandra e Scanzano Jonico.

Sede arcivescovile è la città di Matera, dove si trova la cattedrale di Santa Maria della Bruna. A Irsina sorge la concattedrale di Santa Maria Assunta.

Il territorio si estende su 2.096 km² ed è suddiviso in 55 parrocchie, raggruppate in 3 vicarie: vicaria Matera (21 parrocchie), vicaria Mare (21 parrocchie) e vicaria Collina (13 parrocchie).[1]

Santuari

Elenco dei santuari dell'arcidiocesi di Matera-Irsina, come attestato dal sito web dell'arcidiocesi:[2]

Storia

Riepilogo
Prospettiva

Sede di Montepeloso (Irsina dal 1898)

La diocesi di Montepeloso fu eretta dai Bizantini tra la fine del X secolo e l'inizio dell'XI; nessun vescovo è noto di questo periodo. Scomparsa con la conquista normanna della città nel 1042, la sede, «anticamente ornata di dignità episcopale», fu ristabilita da papa Callisto III, come si evince da una sua bolla del 1123 al vescovo Leone. Nella stessa bolla il papa annulla l'unione di Montepeloso con Tricarico, stabilita dall'arcivescovo di Acerenza. All'abate del monastero di Santa Maria Callisto III concesse il doppio titolo di abate-vescovo. Tuttavia, la diocesi scomparve nuovamente una decina di anni dopo, quando nel 1133 la città fu ancora una volta distrutta dai Normanni.

Nel secolo successivo gli abitanti chiesero a più riprese ai papi la ricostituzione dell'antica sede, ma prima Celestino III, poi Innocenzo III ed infine Gregorio IX respinsero le loro richieste; Innocenzo III dovette persino cassare l'elezione di un vescovo (1240).

La diocesi fu infine ristabilita nel 1460 ricavandone il territorio dalla diocesi di Andria. I primi tre vescovi tuttavia sembrano essere contestualmente anche vescovi di Andria; forse fino al 1479 le due sedi erano unite. Martino Sotomayor, deceduto nel 1477, fu sepolto nella cattedrale di Andria, come ricorda l'epitaffio a lui dedicato nella cattedrale. La diocesi era immediatamente soggetta alla Santa Sede.

Il 27 giugno 1818 con la bolla De utiliori di papa Pio VII, che faceva seguito al concordato tra la Santa Sede ed il regno delle Due Sicilie, la diocesi fu unita aeque principaliter alla diocesi di Gravina.

L'11 ottobre 1976 a seguito della bolla Apostolicis Litteris di papa Paolo VI le due sedi furono separate, e la diocesi di Montepeloso (denominata Irsina dal 1898 dopo che nel 1895 la città aveva cambiato nome) fu unita aeque principaliter alla diocesi di Matera.

Sede di Matera

Secondo il cronista Lupo Protospata ed alcuni scrittori dei Concili, risulterebbe la presenza di un vescovo di Matera al sinodo romano del 482 e alla conferenza di Cartagine del 484, ma tale ipotesi non è considerata molto attendibile. Lo storico Giuseppe Gattini[3], inoltre, riporta un elenco di 38 vescovi di Matera dal 600 al 1200.[4]

Tuttavia, il primo documento ufficiale che attesta l'esistenza della sede vescovile a Matera risale al 968, quando il patriarca di Costantinopoli impartì l'ordine di assoggettare le sedi vescovili di Acerenza, Matera, Gravina, Tursi e Tricarico all'arcivescovo greco-bizantino di Otranto.

Altro documento da cui si evince l'esistenza di una sede vescovile materana è una pergamena datata 16 maggio 1082 in cui l'arcivescovo di Acerenza Arnaldo concedeva «al diletto figlio in Cristo Dom. Stefano, venerabile Abate, di consacrare il nuovo tempio, riedificato ed ampliato, in onore del santo martire di Cristo Eustachio, con il consenso e la esplicita volontà del diletto fratello in Cristo il vescovo Benedetto, pastore della Chiesa materana e del suo clero». In quello stesso anno, dopo la morte del vescovo di Matera Benedetto, la Diocesi materana fu annessa ad tempus a quella acheruntina ed Arnaldo diventò così vescovo di Acerenza e Matera.

Secondo alcune ipotesi Matera venne in quell'occasione elevata al rango di arcidiocesi; in realtà il documento ufficiale che garantisce la promozione ad arcidiocesi è la bolla di papa Innocenzo III del 7 maggio 1203, che stabilisce l'unione aeque principaliter della Chiesa materana con l'arcidiocesi di Acerenza.

Questa unione durò oltre sette secoli, e non fu senza contrasti; nel 1440 infatti papa Eugenio IV separò le due diocesi, facendo amministrare Matera prima dal vescovo di Mottola e poi da un frate francescano, Maio (o Marsio) d'Otranto. Nel 1444 però fu ripristinata l'unione e nel 1471 papa Sisto IV decretò che l'arcivescovo assumesse il titolo di Acerenza e Matera quando dimorava in Acerenza, e viceversa il titolo di Matera e Acerenza quando dimorava in Matera. I contrasti continuarono tanto che papa Clemente VIII († 1605) stabilì che la precedenza del titolo spettava ad Acerenza, diocesi più antica, ed il soggiorno dell'arcivescovo fosse a Matera, a causa della sua maggiore comodità.

Papa Urbano VI fu arcivescovo di Matera e Acerenza dal 1363 al 1377.

Nel 1818, con la bolla De utiliori, la sede di Matera fu soppressa ed il suo territorio unito a quello di Acerenza; l'errore fu riparato con due bolle del 18 marzo 1819[5] e del 9 novembre 1822.

Il 5 agosto 1910 agli arcivescovi di Acerenza e Matera fu concesso di aggiungere il titolo di abati di Sant'Angelo di Montescaglioso[6]. Dal 1954 questo titolo sarà appannaggio dei soli arcivescovi di Matera.

L'11 agosto 1945 le parrocchie presenti nei comuni di Bernalda, Ferrandina, Ginosa, Grottole, Laterza, Metaponto, Miglionico, Montescaglioso, Pisticci e Pomarico furono separate dall'arcidiocesi di Acerenza e unite all'arcidiocesi di Matera in forza del decreto Excellentissus della Congregazione Concistoriale.[7]

Il 2 luglio 1954 le chiese di Matera e Acerenza vennero definitivamente separate con la bolla Acherontia di papa Pio XII e furono costituite due province ecclesiastiche: la chiesa metropolitana di Matera e la chiesa metropolitana di Acerenza. A Matera furono assegnate le diocesi suffraganee di Anglona-Tursi e di Tricarico.

Il 21 agosto 1976 con la bolla Quo aptius di papa Paolo VI furono soppresse le due province ecclesiastiche, e Matera, assieme ad Acerenza, divenne una sede vescovile suffraganea dell'arcidiocesi di Potenza, contestualmente elevata a sede metropolitana.

L'11 ottobre 1976 la diocesi di Matera fu unita aeque principaliter alla diocesi di Montepeloso (Irsina).

Il 28 novembre 1977 fu restituito alla diocesi di Matera il titolo di arcidiocesi. I territori di Ginosa e Laterza passarono dall'arcidiocesi di Matera alla diocesi di Castellaneta.

Il 30 settembre 1986, con il decreto Instantibus votis della Congregazione per i vescovi, l'unione tra Matera e Montepeloso è divenuta piena e la diocesi risultante ha assunto il nome attuale.

Dal 4 marzo 2023 è unita in persona episcopi alla diocesi di Tricarico.

Cronotassi dei vescovi

Riepilogo
Prospettiva

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Vescovi di Montepeloso

  • Leone † (1123 - ?)
    • Sede soppressa (1133-1460)
  • Antonello, O.F.M. † (1460 - ?)
  • Rogerio di Atella, O.F.M. † (1463 - ?)
  • Martino Sotomayor, O.Carm. † (18 settembre 1471 - 1477 deceduto)
    • Donato † (24 maggio 1479 - ? dimesso) (vescovo eletto)
  • Antonio de Maffeis † (25 giugno 1479 - 1482 deceduto)
  • Giulio Cesare Cantelmi † (20 marzo 1482 - 1491 dimesso)
  • Leonardo Carmini † (10 gennaio 1491 - 21 novembre 1498 nominato vescovo di Trivento)
  • Marco Coppola, figlio di Francesco Coppola conte di Sarno, O.S.B. † (26 novembre 1498 - 1527 deceduto)
  • Agostino Landolfi, O.S.A. † (23 marzo 1528 - 1532 dimesso)
  • Bernardino Tempestini † (11 aprile 1537 - 1540 dimesso)
  • Martino Croce † (15 novembre 1540 - 1546 deceduto)
  • Paolo de Cupis † (27 gennaio 1546 - 25 febbraio 1548 nominato vescovo di Recanati)
  • Ascanio Ferrari † (25 febbraio 1548 - 1550 dimesso)
  • Vincenzo Ferreri † (5 novembre 1550 - 1561 dimesso)
  • Luigi di Campania † (5 dicembre 1561 - 5 luglio 1566 nominato vescovo di Mottola)
  • Vincenzo Ferreri † (16 ottobre 1564 - 2 giugno 1578 nominato vescovo di Umbriatico) (per la seconda volta)
  • Lucio Maranta † (2 giugno 1578 - 1592 deceduto)
  • Gioia Dragomani † (27 novembre 1592 - 1596 dimesso[8])
  • Camillo de Scribani † (20 ottobre 1596 - 1600 deceduto)
  • Ippolito Manari, O.S.M. † (20 marzo 1600 - 17 dicembre 1604 deceduto)
  • Franciscus Persico † (3 agosto 1605 - 1615 deceduto)
  • Tommaso Sanfelice, C.R. † (2 dicembre 1615 - 12 dicembre 1620 deceduto)
  • Onorio Griffagni, O.S.B. † (17 marzo 1621 - 1623 deceduto)
  • Diego Merino, O.Carm. † (20 novembre 1623 - 24 agosto 1626 nominato vescovo di Isernia)
  • Teodoro Pelleoni, O.F.M.Conv. † (1º marzo 1627 - 1636 deceduto)
  • Gaudio Castelli † (12 gennaio 1637 - ottobre 1637 deceduto)
  • Attilio Orsini † (1º marzo 1638 - 1654 deceduto)
  • Filippo Cesarini † (5 luglio 1655 - 12 marzo 1674 nominato vescovo di Nola)
  • Raffaele Riario Di Saono, O.S.B. † (7 maggio 1674 - settembre 1683 deceduto)
  • Fabrizio Susanna † (24 aprile 1684 - novembre 1705 deceduto)
  • Antonio Aiello † (22 febbraio 1706 - gennaio 1714 deceduto)
  • Domenico Potenza † (10 gennaio 1718 - 4 maggio 1739 deceduto)
  • Cesare Rossi † (15 luglio 1739 - 23 febbraio 1750 nominato vescovo di Gerace)
  • Bartolomeo Coccoli † (27 aprile 1750 - febbraio 1761 deceduto)
  • Francesco Paolo Carelli † (6 aprile 1761 - 14 aprile 1763 deceduto)
  • Tommaso Agostino de Simone † (18 luglio 1763 - gennaio 1781 deceduto)
    • Sede vacante (1781-1792)
  • Francesco Saverio Saggese † (27 febbraio 1792 - prima del 6 dicembre 1794 deceduto)
  • Michele Arcangelo Lupoli † (18 dicembre 1797 - 25 maggio 1818 nominato arcivescovo di Conza e Campagna)

Vescovi di Matera

  • Anonimo † (menzionato nel 968)
  • Benedetto † (? - 1082 deceduto)

Arcivescovi di Acerenza e Matera

Arcivescovi di Matera

Arcivescovi di Matera e Irsina, poi Matera-Irsina

Vescovi originari dell'arcidiocesi

Statistiche

L'arcidiocesi nel 2021 su una popolazione di 148.000 persone contava 128.250 battezzati, corrispondenti all'86,7% del totale.

Ulteriori informazioni anno, popolazione ...
anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1970 ?136.764 ?1259431 ?346239
1980138.900139.90099,38654321.61523414350
1990139.000141.80098,08656301.6163211350
1999140.600141.65399,38364191.693228151
2000140.600141.65399,39273191.528218151
2001140.600141.65399,39580151.480178151
2002140.000140.89999,48469151.6661186352
2003140.000140.89999,49272201.5211236152
2004140.000140.89999,49474201.4891236152
2013140.000144.64496,89869291.428326455
2016139.000142.79497,39469251.4784306255
2019129.800149.80086,69168231.4264296056
2021128.250148.00086,79370231.3794263055
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Note

Bibliografia

Voci correlate

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