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club calcistico italiano di Chieti Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Chieti Football Club 1922, meglio nota come Chieti, è una società calcistica italiana con sede nella città di Chieti. Milita in Serie D, la quarta divisione del campionato italiano.
Chieti FC 1922 Calcio | |
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Neroverdi, Teatini | |
Segni distintivi | |
Uniformi di gara | |
Colori sociali | Nero, verde |
Simboli | Achille a cavallo |
Dati societari | |
Città | Chieti |
Nazione | Italia |
Confederazione | UEFA |
Federazione | FIGC |
Campionato | Serie D |
Fondazione | 1922 |
Rifondazione | 1931 |
Rifondazione | 2006 |
Rifondazione | 2017 |
Presidente | Giuseppe Gianni Di Labio |
Allenatore | Giovanni Ignoffo |
Stadio | Guido Angelini (3 999 posti) |
Sito web | www.chietifc1922.it |
Palmarès | |
Si invita a seguire il modello di voce |
Fondata nel 1922, rifondata nel 1931, nel 2006 e nel 2017, ha all'attivo quaranta partecipazioni alla terza divisione nazionale, ove il miglior risultato conseguito è un secondo posto. Al 2023 occupa l'ottantunesimo posto nella graduatoria della tradizione sportiva nazionale.
I colori sociali sono il verde e il nero. Disputa le sue partite interne allo stadio Guido Angelini.
Il Chieti fu fondato nel 1922, quando, nella Villa comunale, Nicola De Cesare partorì, con alcuni compagni, l'idea di formare una squadra di calcio cittadina. Subito aderirono altre persone; con la somma di ₤ 0,50 fu pagata la quota sociale e nacque la R.I.S.S. che disputò le prime partite nello storico stadio della Civitella contro squadre militari[1].
Esisteva negli stessi anni lo Sport Club Chieti, che però da molto tempo non svolgeva nessun'attività sportiva; si decise dunque di far sorgere a Chieti un unico sodalizio calcistico: ci fu una riunione tra le squadre cittadine R.I.S.S., Novelli e Sport Club Chieti che diede forma all'Unione Sportiva Chieti, con presidente Carlo Massangioli, i cui colori sociali, il nero e il verde, si dovevano alla scelta di utilizzare in un primo momento alcune divise del Venezia[2][3][4].
Dal 1925 al 1929 l'Unione Sportiva Pippo Massangioli disputò i campionati di Seconda Divisione Abruzzi[5].
Dopo diversi campionati nelle serie minori costellati da difficoltà infrastrutturali e finanziarie,[6] l'approdo in Serie C nazionale avvenne nella stagione 1940-1941, nel girone F, nel quale vennero inclusi anche Ascoli, Molinella, Fano, Rimini, Imolese, Forlì, Sambenedettese, Pescara, Teramo, Ravenna e Forlimpopoli. L'allenatore era Tognotti. Il girone venne vinto dal Pescara, mentre la squadra teatina si classificò al sesto posto. Il miglior marcatore della squadra fu Di Luzio con 8 centri.
Una buona stagione fu il torneo 1942-1943 in cui il Chieti, allenato da Atro, si classificò secondo alle spalle del Forlì; il miglior realizzatore fu Rota con 26 reti. Archiviato questo torneo a causa della seconda guerra mondiale, tutti i campionati furono sospesi. Terminata la guerra la vita riprese normalmente anche nel calcio ed il Chieti, nella stagione 1945-1946, fu ammesso alla Serie C, nel girone B. L'allenatore era Moretti. Al termine della stagione ci fu un quarto posto e, per i colori neroverdi, fu Pietrangeli a risultare il miglior realizzatore, con 16 reti.
La stagione 1951-1952 culminò con una retrocessione; in quella stagione nella panchina del Chieti ci furono due tecnici, Crociani e De Angelis. Il campionato fu vinto dal Cagliari; capocannoniere della squadra teatina fu Roccasecca, con 16 reti. Nel campionato 1954-1955 la squadra venne soprannominata dai maggiori quotidiani nazionali il "Milan del sud"[7]: il Chieti infatti conseguì 18 partite utili consecutive (la serie fu interrotta solo da una sconfitta per 1-0 a Fermo a gennaio). Il Chieti concluse il campionato al quarto posto con 41 punti ed il capocannoniere fu Esposito. Nella stagione 1957-1958, anche grazie alle 16 reti di Peruzzi, vi fu il ritorno in Serie C.
Dopo tornei mediocri cominciò l'era di Guido Angelini, presidente dal 1962 al 1977, cui successivamente venne intitolato lo stadio cittadino. La gestione del nuovo presidente segnò da subito un netto cambio di passo, infatti nella stagione 1963-1964 il Chieti, guidato da Domenico Rosati, sfiorò la Serie B, classificandosi al secondo posto dietro il Soccer Trani con soli 2 punti di distacco. In quel campionato il campo del Chieti, che all'epoca era ancora lo stadio della Civitella, fu squalificato per sette turni, in quanto, durante una gara tra Chieti e L'Aquila, l'arbitro, dopo alcune decisioni contestate dai tifosi teatini, fu assalito in campo dagli stessi. Il capocannoniere della squadra fu Orazi con 13 centri.
Dopo appena due stagioni però la squadra venne nuovamente retrocessa. Era la stagione 1965-1966 e alla guida dei neroverdi c'era Stucchi. Il Chieti totalizzò 24 punti e il miglior marcatore fu Spinelli con sole 4 reti. Nel campionato seguente il Chieti si piazzò al secondo posto dietro il Brindisi, ma la commissione disciplinare indagò su un episodio di corruzione da parte dei pugliesi e, in data 9 settembre 1967 la squadra fu condannata ad una penalizzazione di 15 punti che riportò il Chieti in Serie C. Il capocannoniere della squadra fu Ascatigno con 17 reti, l'allenatore era Castignani[2].
Nel maggio 1970 venne inaugurato il nuovo stadio Angelini, inizialmente noto come stadio Marrucino. Nell'incontro inaugurale il Chieti affrontò il Milan di fronte a 11 000 persone. Per l'occasione, il fischietto del match fu Concetto Lo Bello. Dal 1970 si susseguirono diversi campionati con discreti piazzamenti, ma nella stagione 1975-1976, ci fu la retrocessione in Serie D. Nella stagione successiva il Chieti tornò in C con al timone Antonio Giammarinaro. I punti finali furono 49, con piazzamento davanti alla Palmese, finita a quota 43. In quell'estate, dopo 15 anni di presidenza, lamentando troppa solitudine al timone della società, Guido Angelini si dimise nel 1977 regalando la società con l'intero parco giocatori al comune di Chieti; l'intero capitale era a quell'epoca di mezzo miliardo di lire.
Gli anni successivi videro un rendimento altalenante della squadra. Sotto la presidenza dei costruttori Dionino Serano e Luciano Marino, il Chieti disputò campionati di alto livello tecnico grazie all’importante e continuo sforzo economico dei due imprenditori teatini, conseguendo in un primo momento buoni risultati sul campo. Ciò nonostante, e a discapito di una rosa giocatori degna di ben altre categorie, arrivò un’inattesa retrocessione nella stagione 1979-1980. L'allenatore era Ezio Volpi. In quella stagione vi furono inattesi problemi finanziari e una serie di licenziamenti fra i dirigenti societari, questi ultimi rei di aver dilapidato con scelte a dir poco discutibili non solo il patrimonio lasciato in eredità da Angelini, ma anche gli ingenti capitali versati dalla nuova proprietà. Solo l’ulteriore intervento economico e la serietà di Serano, Marino e Volpi salvò la squadra dalla bancarotta e dall’eventuale smantellamento. I problemi però si ripercossero sul lato sportivo, e la squadra retrocedette in Serie C2 con soli 28 punti all'attivo, il capocannoniere fu Tomba con 8 reti. La crisi societaria, mai del tutto risolta, si trascinò anche l'anno successivo, mentre la denominazione sociale variò in Società Sportiva Chieti Calcio[8].
Nella stagione 1981-1982, con allenatore Tom Rosati e con una squadra formata da giovani, il Chieti retrocedette nel Campionato Interregionale. Negli anni successivi si susseguirono alla presidenza del Chieti prima Sulpizio poi Barbiero[9]. I problemi economici condizionarono anche l'estate 1985, ma l'ingresso in società di Mario Mancaniello portò una rinnovata stabilità nella gestione della squadra; vi fu un ulteriore cambio di denominazione in Associazione Calcio Chieti[10]. Il primo anno di presidenza Mancaniello si concluse con un primo posto a pari punti con il Lanciano, seguito dallo spareggio perso ai rigori sul campo neutro di Latina. Il ritorno in C2 si concretizzò l'anno seguente nel campionato 1986-1987, con la nuova denominazione societaria di Chieti Calcio[11]. Al timone della squadra c'era ancora Orazi e il capocannoniere della squadra fu Sgherri.
Nella stagione 1987-1988, che segnò il ritorno dei teatini nel professionismo, il Chieti si piazzò in quinta posizione, mentre nella seguente stagione perse nuovamente ai rigori, sul neutro di Cesena, lo spareggio contro la Ternana per la promozione in Serie C1. Nel 1990-1991, con otto turni di anticipo, i neroverdi tornarono in terza serie, sotto la guida dell'allenatore Ezio Volpi; alla morte del tecnico, pochi anni dopo, gli fu intitolata la curva est dello stadio Angelini[2].
Nel campionato di Serie C1 1991-1992 si mise in mostra l'allora giovane, arrivato a Chieti in prestito dalla Sampdoria, Enrico Chiesa. I problemi però cominciarono presto a riaffiorare: il presidente Mancaniello, la cui attenzione fu distolta anche da problemi personali, iniziò a trascurare la squadra, fino alla retrocessione in Serie C2. Nell'estate 1998 ci fu un avvicendamento societario, ed al posto di Mancaniello subentrò l'imprenditore Pino Albergo[12].
Il campionato di Serie C2 1998-1999 si concluse con la retrocessione ai play-out contro i siciliani del Gela, che dopo il netto risultato dell'andata di 3 a 0, si imposero con lo stesso risultato anche al ritorno, salvandosi grazie al miglior piazzamento finale in classifica[12].
Nell'estate 1999, dopo un nuovo avvicendamento societario, subentrò Antonio Buccilli alla presidenza della squadra. Dopo pochi giorni arrivò anche il ripescaggio in Serie C2; in quella stagione il Chieti riuscì a conquistare la salvezza, battendo ai play-out il Casarano.
Nel successivo campionato 2000-2001, nel girone B della Serie C2, il Chieti guidato da Gabriele Morganti, capitano della squadra ai tempi di Mancaniello, ottenne la promozione in Serie C1, vincendo la doppia sfida dei play-off contro il Teramo (1-1 a Teramo con gol teatino di Sanguinetti e 1-0 a Chieti con gol di Pignotti). In quella squadra l'asso fu il romano, ma abruzzese di adozione, Fabio Grosso, e il capocannoniere fu Aquino. Nel biennio 2001-2002 e 2002-2003, sotto la guida del tecnico Piero Braglia, il Chieti offrì un discreto gioco e riuscì a centrare due campionati di medio alta classifica. Il 9 settembre 2001 arrivò la vittoria di misura nel derby d'Abruzzo contro gli storici rivali del Pescara, 1-0 realizzato da Paolo Zaccagnini. Il successivo campionato 2003-2004, sotto la guida di Dino Pagliari, subentrato a Florimbi, che a sua volta aveva sostituito alla quarta giornata Alberti, vide il Chieti concludere a ridosso della zona play-off ed ottenere il record di punti ottenuti nel campionato di C1 (48); il miglior realizzatore della squadra fu l'allora giovane Fabio Quagliarella, di proprietà del Torino. Nella stagione 2005-2006 il Chieti conclude il campionato all'ultimo posto; nell'estate due imprenditori romani, Paolo Di Stanislao e Giuseppe Ielo, si dichiarano disposti ad accollarsi parte dei debiti e rilevano la società (come comprovato da regolare atto notarile stipulato in data 9 luglio 2006). Tuttavia, Di Stanislao e Ielo non iscrivono il Chieti Calcio.
Nella stagione 2006-2007 Giustino Angeloni fondò l'Associazione Sportiva Dilettantistica Chieti[13], che partecipò al girone B del campionato di Promozione Abruzzese guidato dall'allenatore Amedeo Assetta vincendo il campionato con una giornata di anticipo. La vittoria fu piuttosto sofferta, dato che i 13 punti di vantaggio accumulati alla fine del girone di andata furono sciupati mano a mano nel girone di ritorno, in favore dell'inseguitore Casoli. Fu decisiva proprio fu la sfida con il Casoli, giocata a Lanciano per motivi di ordine pubblico, vinta per 1-0 a tre giornate dalla fine del campionato. Nella penultima giornata il Chieti festeggiò la matematica promozione in Eccellenza, dopo la vittoria sul Vestina Penne. I tifosi teatini a seguito della squadra invasero pacificamente il terreno di gara di Penne per festeggiare assieme a giocatori, allenatore e presidente.
Nella stagione 2007-2008 il Chieti festeggiò la promozione in Serie D il 27 aprile 2008 in seguito alla vittoria per 2 a 0 contro il Notaresco giocatasi sul campo neutro di Teramo. A fine stagione i migliori marcatori della squadra neroverde furono capitan Contini (14 gol) e Antignani (11 gol). Nella stagione 2008-2009 il Chieti giocò nel girone F della Serie D. In questa stagione l'avvio fu pessimo, con soli 2 punti nelle prime 7 giornate, e così la dirigenza effettuò una rivoluzione tecnica, chiamando Pino Giusto in panchina in sostituzione dell'esonerato Cifaldi, mentre nel ruolo di direttore generale arrivò Enzo Nucifora. Quest'ultimo rivoluzionò quasi completamente la rosa, con risultati subito positivi. La squadra, trascinata dai bomber Genchi e Rosa e dal capitano Tatomir, risalì rapidamente la classifica, risultando la squadra con più punti realizzati nel girone di ritorno e concludendo il campionato al quarto posto, guadagnando l'accesso ai play-off dai quali sarà però eliminato per mano del Casoli.
Nella stagione 2009-2010 la società variò nome in Società Sportiva Dilettantistica Chieti[14], ed in seguito ad una formidabile rimonta, con in panchina il neo tecnico Vincenzo Vivarini, concluse il campionato al primo posto ottenendo la promozione in Lega Pro Seconda Divisione. Dopo 4 anni di permanenza tra i dilettanti la società teatina ritorna in un campionato professionistico, e cambia nuovamente denominazione in Società Sportiva Chieti Calcio[15].
La stagione 2010-2011 parte senza grossi proclami da parte della società, che allestisce una squadra molto giovane pur confermando i migliori elementi della stagione precedente (su tutti Rosa, Vitone, Pepe e Mucciante). La stagione inizia molto bene e, prima della pausa natalizia, la compagine teatina si trova in terza posizione (a pari merito con i cugini aquilani) anche grazie al gioco veloce che il tecnico Vivarini ha impresso alla squadra. Chiude il campionato al 6º posto ad un solo punto dalla zona play-off[2].
Nella stagione 2011-2012 la società teatina allestisce di nuovo una squadra molto giovane, con in panchina il neo tecnico Silvio Paolucci. Al termine della stagione il club riesce a piazzarsi in quarta posizione, qualificandosi ai play-off del campionato 2011-2012: il Chieti vince la semifinale contro l'Aprilia, ma perde la finale contro la Paganese. Dall'esito di questi play-off ne discende che il Chieti non è riuscito a riapprodare nel campionato professionistico di Lega Pro Prima Divisione (l'ex serie C1)[16].
Nel campionato 2012-2013 il Chieti ottiene la 4ª posizione ma ai play-off viene eliminato da L'Aquila[17].
Nel campionato 2013-2014 la squadra ha un buon avvio ma, a causa di un girone di ritorno nettamente al di sotto delle aspettative, non riesce a rientrare tra le prime 12 (arriva 15ª) e viene retrocessa in Serie D[18]. La società aggiorna dunque la denominazione in Società Sportiva Dilettantistica Chieti Calcio.
Nella stagione 2014-2015 viene scelto come allenatore Donato Ronci[19] e, dopo varie vicissitudini societarie, le dimissioni del presidente Bellia[20] (il quale resta tuttavia al timone sino al termine della stagione) e la contestazione perenne della tifoseria organizzata, la squadra chiude la stagione al sesto posto (mancando i play-off all'ultima giornata). Dopo diversi incontri e trattative, a inizio giugno arriva la cessione della società ad una cordata romana capeggiata dall'imprenditore Giorgio Pomponi che il 12 giugno in conferenza stampa si presenta ai tifosi con programmi ambiziosi, dichiarando subito che l'obiettivo è quello di riportare, nel giro di una stagione, il Chieti tra i professionisti e di costruire un settore giovanile all'avanguardia.
Nel 2016, dopo una stagione tra molti bassi e pochi alti, Pomponi decide di vendere la società, ma non arrivano proposte serie fino a luglio, quando la società viene ceduta a Mauro Giacomini. Pomponi, tuttavia, visti i lunghi tempi per il closing, decide di iscrivere comunque la squadra al campionato. Successivamente, nel mese di dicembre 2016, la Società Sportiva Dilettantistica Chieti Calcio a r.l. viene dichiarata fallita e viene radiata dalla F.I.G.C. il 6 gennaio 2017 e non porta a termine il campionato. Nel frattempo, viene fondato il Chieti F.C. Torre Alex, che nella stessa stagione 2016-2017 rileva il titolo sportivo della Torre Alex (e come da regolamento deve mantenerne il nome per il primo anno) e gioca in Promozione vincendo il campionato con Giulio Trevisan al timone della società. Nell'estate 2017, poi, tale società diventa Associazione Sportiva Dilettantistica Chieti F.C. 1922 e porta con sé la tradizione e la storia del vecchio sodalizio giocando in Eccellenza, senza brillare, tanto che a fine stagione il presidente Trevisan lascia la società.
All'inizio della stagione 2018-2019, un nuovo gruppo con a capo Filippo Di Giovanni, già presente nel precedente organigramma societario, arriva al timone del club ancora una volta nel tentativo di riportare i neroverdi fuori dal calcio regionale. A fine campionato il Chieti ottiene la promozione diretta e torna in Serie D dopo 2 anni di assenza. Nel luglio 2019 si verifica un altro cambio societario: Giulio Trevisan rientra in qualità di patron, mentre l'imprenditore abruzzese Antonio Mergiotti diventa il nuovo presidente della squadra[21] e la squadra cambia denominazione in Società Sportiva Dilettantistica Chieti F.C. 1922. In seguito alla sospensione dei campionati sancita dalla LND il 9 marzo 2020[22], la squadra è stata retrocessa in Eccellenza regionale in virtù della posizione di classifica al momento della sospensione dei campionati, non più ripresi e dichiarati conclusi l'8 giugno dal consiglio federale della FIGC a causa della pandemia di COVID-19 in Italia. La decisione della Lega ha reso definitiva la classifica alla ventiseiesima giornata, che vedeva il Chieti in penultima posizione[23][24].
Cronistoria della S.S.D. Chieti F.C. 1922 | |
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La scelta dei colori nero e verde risale al 1919, anno nel quale la prima squadra di calcio rappresentativa della città non disponeva di divise proprie: in mancanza dei soldi per comprarle, si dovette ricorrere alle tenute del Venezia, trovate in una cassa proveniente dalla città lagunare insieme a molte altre contenenti i documenti dell'ufficio anagrafe e altro, trasferite a Chieti per editto del re Vittorio Emanuele III, allo scopo di impedire il sequestro da parte delle truppe austro-ungariche in caso di invasione del Veneto dopo la disfatta di Caporetto.
Nella stagione 1931-1932, dopo la non iscrizione della Pippo Massangioli, l'eredità sportiva cittadina passò all'Unione Sportiva Gloria che continuò a utilizzare i propri colori rosso e azzurro. L'anno seguente, con il cambio di denominazione in Chieti vennero, ripristinati i colori verde e nero.
Il gagliardetto della squadra ha subito vari ritocchi negli anni. Recentemente era identificato da uno stemma in stile Milan[29], successivamente, sotto la guida del presidente Antonio Buccilli, si è passati a un gagliardetto più moderno che ritraeva due strisce (una nera e l'altra verde) attraversare la scritta "CC 1922", ossia Calcio Chieti 1922[29]. Nel 2006, in seguito al fallimento, il gagliardetto dell'A.S.D. Chieti è stato reinventato rudimentalmente in stile Roma[29]. L'ultima modifica è stata apportata nell'estate del 2008 quando al precedente stemma è stato aggiunto su un fianco l'Achille a cavallo, simbolo della città di Chieti e da poco, dunque, anche della squadra locale[29].
Dal 2015 al 2017, il logo societario è cambiato passando alle quattro chiavi raffigurate agli angoli dello stemma, divise da una croce neroverde. Il logo adottato nel 2017 è il classico ovale con strisce neroverdi ed i simboli della città: la sagoma dell'eroe Achille a cavallo e lo scudo rosso con croce bianca.
Lo stadio Guido Angelini di Chieti fu progettato nel 1969 (come moltissimi in Italia è su base del progetto stadio olimpico del C.O.N.I., un ellissoide con pista e pedane di atletica e fossato intorno) ed entrò in funzione nel maggio del 1970 con un'amichevole Chieti-Milan arbitrata da Concetto Lo Bello, il tutto con una cornice di circa 11 000 spettatori. La partita si concluse sul risultato di 1-7 per il Milan, dopo il vantaggio del Chieti nei minuti iniziali. L'impianto può ospitare 12 750 spettatori[30].
In precedenza, il Chieti disputava le sue gare interne nello stadio della Civitella, utilizzato dal 1922 al 1970[1][4][30].
Sedi sociali
La sede degli allenamenti del Chieti è il Campo V. Zappacosta Manoppello Arabona.
Di seguito l'organigramma societario:
Di seguito l'elenco degli sponsor tecnici:
Il Chieti collabora con la società River Chieti '65 per la gestione del settore giovanile[39].
Di seguito l'elenco degli allenatori e dei presidenti[40]:
Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
---|---|---|---|---|---|
3º | Seconda Divisione | 2 | 1926-1927 | 1927-1928 | 40 |
Campionato Meridionale | 1 | 1928-1929 | |||
Serie C | 25 | 1940-1941 | 1977-1978 | ||
Serie C1 | 12 | 1978-1979 | 2005-2006 | ||
4º | Seconda Divisione | 1 | 1929-1930 | 34 | |
Promozione | 3 | 1948-1949 | 1950-1951 | ||
IV Serie | 5 | 1952-1953 | 1956-1957 | ||
Campionato Interregionale - Prima Categoria | 1 | 1957-1958 | |||
Serie D | 9 | 1966-1967 | 2023-2024 | ||
Serie C2 | 11 | 1980-1981 | 2000-2001 | ||
Lega Pro Seconda Divisione | 4 | 2010-2011 | 2013-2014 | ||
5º | Campionato Interregionale | 5 | 1982-1983 | 1986-1987 | 7 |
Serie D | 2 | 2008-2009 | 2009-2010 |
Competizione | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
---|---|---|---|---|
Coppa Italia | 3 | 1940-1941 | 2012-2013 | 3 |
Coppa Italia Semiprofessionisti | 9 | 1972-1973 | 1980-1981 | 33 |
Coppa Italia Serie C | 20 | 1981-1982 | 2005-2006 | |
Coppa Italia Lega Pro | 4 | 2010-2011 | 2013-2014 | |
Poule Scudetto | 1 | 2009-2010 | 1 | |
Coppa Italia Serie D | 9 | 2008-2009 | 2023-2024 | 9 |
Coppa Italia Dilettanti | 5 | 1982-1983 | 1986-1987 | 5 |
Competizione | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
---|---|---|---|---|
Coppa Nello Mancini | 1 | 2006-2007 | 1 | |
Coppa Italia Dilettanti Abruzzo | 4 | 2007-2008 | 2020-2021 | 4 |
Competizione | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
---|---|---|---|---|
Coppa Anglo-Italiana | 1 | 1979 | 1 |
Il Chieti ha disputato in totale 92 stagioni calcistiche. 79 sono i campionati disputati a carattere interregionale, dei quali 40 di terzo livello, 32 di quarto livello e 7 di quinto. Le stagioni di carattere regionale a cui la squadra ha partecipato sono 13, di cui 12 nel primo livello regionale e 1 nel secondo.
Per quanto riguarda le coppe si conta una partecipazione a livello internazionale, nel 1979. Sono invece 49 le coppe in cui la squadra ha partecipato a livello nazionale. Nelle coppe regionali il club ha partecipato per 5 volte.
Il miglior marcatore del Chieti di sempre è Alfiero Rota, che tra il 1940 e il 1947 ha realizzato 70 reti. Il calciatore che ha invece collezionato il maggior numero di presenze è Arturo De Pedri, che conta 273 apparizioni dal 1964 al 1974.
Di seguito le tabelle con i record di presenze e reti[51]:
Il tifo a Chieti ha origini molto lontane, intorno al 1974-1975. I Fedelissimi, primo club cittadino, organizzano tifo e trasferte alle quali partecipano anche gli Ultras, gruppo formato da giovani.
Nei primi anni ottanta si formano vari gruppi (Sconvolts, Fedayn, Viking). Con il ritorno tra i professionisti nel 1987 la curva si dà un assetto organizzativo più adeguato; nascono tanti nuovi gruppi fra cui gli Achaean Generation, che sono i successori degli Ultras nella guida della curva; la loro nascita ha come data storica il 10 marzo del 1985. Gli Achaean Generation sono protagonisti di tante trasferte, oltre che delle gare interne, fino al loro scioglimento nel 1996. Amiterno's Brothers, Supporters Village, Indians Scalo, Club Luciano Novembrini e Filippone Neroverde contribuiscono al tifo della curva nei quattro anni di Serie C2. Nel frattempo nascono altri gruppi tra cui gli Irriducibili Scalo (gruppo fondato nel 1989).
La promozione in Serie C1 delinea un nuovo scenario per la tifoseria che si trasferisce nell'altra curva resa più capiente e successivamente intitolata ad Ezio Volpi, allenatore del ritorno della squadra in Serie C1. Al fianco di Achaean e Irriducibili, nascono gli Ultras '74, formati in prevalenza da appartenenti al gruppo Filippone Neroverde, e altri gruppi, tra cui Gente Persa, Skins, Boys, Levante Neroverde, Wanderers. Nelle annate immediatamente successive si delinea una situazione anomala in Curva Volpi, dove vi sono contrasti interni tra Achaeans e Irriducibili (ai quali si sono uniti gli Ultras '74).
Il torneo peggiore, sia a livello di curva che di squadra, è il 1995-1996. Gli Achaean Generation proprio in quest'anno decidono di sciogliersi, anche se questo non è stato mai ufficializzato. In questi anni Irriducibili e 330 s.l.m. seguono il Chieti, anche se in poche unità, fino in Campania, Puglia e Sicilia; nel 2000-2001, con la promozione in C1, si formano Vecchia Guardia e Planet Chieti e nello stesso anno tornano in curva gli Achaean oltre che ai ragazzi del Levante.
Successivamente, nonostante il fallimento che ha portato all'iscrizione al campionato di Promozione prima ed Eccellenza poi, il tifo in curva riesce a mantenersi attivo. Vi furono oltre 1 800 presenze per lo scontro diretto con il Casoli sul neutro di Lanciano nella stagione 2006-2007 (campionato di Promozione) e oltre 4 000 spettatori registrati nelle partite interne contro L'Aquila e Casoli nella stagione 2007-2008, culminata poi con la promozione nel match finale contro il Notaresco sul neutro di Teramo, sui cui spalti erano presenti oltre 2 000 spettatori.
Il principale gruppo è quello degli "89 mai domi", fondati dopo lo scioglimento degli Irriducibili nel 2013[senza fonte].
Secondo l'osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, la tifoseria è dell'area dell'estrema destra.[52]
La tifoseria del Chieti dopo la rottura del gemellaggio con Monopoli[53], L'Aquila[54], Sambenedettese[55] e Arezzo, ha mantenuto la storica amicizia con la tifoseria del Termoli[56]. Si registrano rapporti di amicizia con le tifoserie di Matese, San Salvo e Sant'Egidio oltre ai buoni rapporti rimasti anche con samb e Arezzo. A livello societario, invece, il Chieti è gemellato con due società cittadine: il "Città di Chieti"[57] e il Chieti basket[58].
Rivalità in ambito regionale sono quelle con Vastese[59], Lanciano [60], Teramo[61] Avezzano[62], quelle al di fuori dell'Abruzzo sono soprattutto con Campobasso[63] e Ascoli[64] ma in passato ci sono state tensioni e scontri anche con le tifoserie di Ternana[65], Perugia[66], Fermana, Messina[67], Barletta[68], Taranto e Paganese[69].
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