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arcidiocesi della Chiesa cattolica in Italia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
L'arcidiocesi di Siracusa (in latino Archidioecesis Syracusana) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica Sicilia. Nel 2022 contava 285.000 battezzati su 294.901 abitanti. È retta dall'arcivescovo Francesco Lomanto.
Arcidiocesi di Siracusa Archidioecesis Syracusana Chiesa latina | |||
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Regione ecclesiastica | Sicilia | ||
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Diocesi suffraganee | |||
Noto, Ragusa | |||
Arcivescovo metropolita | Francesco Lomanto | ||
Vicario generale | Sebastiano Amenta | ||
Arcivescovi emeriti | Giuseppe Costanzo, Salvatore Pappalardo | ||
Presbiteri | 138, di cui 105 secolari e 33 regolari 2.065 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 40 uomini, 133 donne | ||
Diaconi | 57 permanenti | ||
Abitanti | 294.901 | ||
Battezzati | 285.000 (96,6% del totale) | ||
Stato | Italia | ||
Superficie | 1.342 km² | ||
Parrocchie | 76 (4 vicariati) | ||
Erezione | I secolo | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | Natività di Maria Santissima | ||
Santi patroni | San Marciano | ||
Indirizzo | Piazza Duomo 5, 96100 Siracusa, Italia | ||
Sito web | www.arcidiocesi.siracusa.it | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Italia | |||
L'arcidiocesi si estende per quasi tutto il libero consorzio comunale di Siracusa, comprendendone 16 dei 21 comuni; ne sono esclusi i 5 comuni del comprensorio Eloro (Avola, Noto, Pachino, Portopalo di Capo Passero e Rosolini) che afferiscono alla suffraganea diocesi di Noto.
Sede arcivescovile è la città di Siracusa, dove si trova la cattedrale della Natività di Maria Santissima. Importante luogo di culto mariano è il santuario della Madonna delle Lacrime. A Siracusa sorge anche l'antica cattedrale, la chiesa di San Giovanni alle catacombe.
Il territorio si estende su 1.342 km² ed è suddiviso in 76 parrocchie, raggruppate in 4 vicariati: Siracusa, Augusta-Melilli, Lentini e Palazzolo-Floridia.
La provincia ecclesiastica siracusana comprende le diocesi di Noto e di Ragusa.
Secondo la tradizione, la chiesa di Siracusa è fra le più antiche della cristianità. San Marciano, inviato dall'apostolo Pietro quando questi si trovava ancora ad Antiochia, giunse a Siracusa e divenne il protovescovo della sua chiesa. Questa tradizione si basa però su una fonte tardiva, l'Encomio di san Marciano, del VII secolo[1]. Mentre le più antiche testimonianze cristiane a Siracusa risalirebbero al II secolo e risiederebbero nelle catacombe di San Giovanni e di Santa Lucia.
«Ecclesiam Syracusanam primam Divi Petri filiam et secundam post Antiochenam Christo dicatam»
«La Chiesa siracusana è la prima figlia di San Pietro e la seconda consacrata a Cristo dopo quella di Antiochia»
Gli Atti degli Apostoli (28,12[2]), attestano che nel suo viaggio verso Roma, l'apostolo Paolo di Tarso, nell'anno 61, approdò a Siracusa e vi rimase tre giorni.
Data la sua posizione geografica e la sua importanza strategica, militare, commerciale e culturale nel Mediterraneo, la città di Siracusa dovette ricevere ben presto la nuova religione e vide fin dai primordi del cristianesimo formarsi una comunità. Malgrado gli elementi leggendari, non è da escludere che Marciano sia stato il primo vescovo della comunità cristiana di Siracusa, vissuto probabilmente a metà del III secolo.[3]
Nel IV secolo le tracce della vita cristiana si fanno più certe, ad iniziare dal martirio di santa Lucia. Secondo quanto scrive Eusebio di Cesarea, dopo l'editto di Milano l'imperatore Costantino indirizzò al vescovo di Siracusa Cresto una lettera per invitarlo al concilio di Arles del 314; è il primo vescovo siracusano storicamente documentato. Le fonti letterarie riportano in seguito i nomi dei vescovi: Germano, vissuto nel IV secolo; Eulalio, noto dalla vita di Fulgenzio di Ruspe e che prese parte al sinodo romano del 501; Stefano I, vissuto verso la metà del VI secolo al tempo di Belisario; un anonimo (forse Eleuterio), documentato nell'epistolario di papa Pelagio I (558 e 561); e Massimiano, nominato da Gregorio Magno suo vicario per tutta la Sicilia, cui succedette il vescovo Giovanni I, al quale il papa inviò il pallio. Le fonti epigrafiche hanno riportato alla luce i nomi dei vescovi Vesperio (o Cerapione) e Siracusio, vissuti in un'epoca non anteriore al IV secolo.
Come attesta l'epistolario di Gregorio Magno, fino agli inizi del VII secolo la Sicilia non aveva sedi metropolitane e, benché sottomessa politicamente all'impero bizantino, dipendeva dal punto di vista ecclesiastico dal patriarcato di Roma: di fatto tutte le diocesi siciliane erano suffraganee della diocesi di Roma. Solo dalla prima metà dell'VIII secolo, in seguito alle controversie sull'iconoclastia, la Sicilia fu sottratta dall'imperatore Leone III Isaurico alla giurisdizione di Roma e sottomessa al patriarcato di Costantinopoli (circa 732). L'accresciuta importanza della città, capitale del thema di Sicilia, favorì l'assegnazione del titolo metropolitano ai vescovi siracusani, documentato per la prima volta della Notitia Episcopatuum di Basilo l'Armeno (databile tra l'820 e l'842). Il primo arcivescovo potrebbe essere Marziano II[4] (prima del 787), di cui è stato scoperto il sigillo episcopale in greco.
Nella Notitia Episcopatuum redatta all'epoca dell'imperatore Leone VI e databile all'inizio del X secolo, Siracusa compare al 13º posto tra le sedi metropolitane del patriarcato costantinopolitano, ed aveva giurisdizione su tutte le diocesi dell'isola, compresa Malta.[5] La situazione descritta da questa Notitia Episcopatuum è tuttavia puramente ideale; infatti nell'878 Siracusa fu conquistata dagli Arabi, che già avevano sottomesso il resto dell'isola; l'ultimo arcivescovo, Teodoro IV, fu deportato a Palermo; la comunità siracusana ebbe anche dei martiri, Giovanni e Andrea, con i figli Pietro e Antonio, deportati in Africa e uccisi dall'emiro Ibrahim; per i successivi due secoli non si hanno notizie sulla presenza cristiana nella città. I sigilli episcopali hanno trasmesso il nome di due arcivescovi di Siracusa (o di Sicilia), Leone e Nicola, vissuti fra X e XI secolo; molto probabilmente non risiedevano nell'isola, ed il titolo loro conferito era puramente onorifico.[6]
Siracusa venne conquistata dai Normanni nel 1086 e ristabilita come sede vescovile, non più metropolitana, con diploma di Ruggero d'Altavilla del 1093. La diocesi, che si estendeva nella parte sud-orientale dell'isola comprensivo del territorio dell'antica diocesi di Lentini, fu inizialmente dichiarata immediatamente soggetta alla Santa Sede (confermato nel 1169), ma nel 1188 divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Monreale. Primo vescovo fu Ruggero, consacrato da papa Urbano II.
Al concilio di Trento prese parte il vescovo Girolamo Beccadelli Bologna (1541-1560), il quale promosse la riforma del clero, indisse un sinodo diocesano nel 1553 e fece stampare un catechismo in lingua italiana. Al suo successore, Giovanni Orosco de Arzés (1562-1574), si deve la fondazione del seminario vescovile, istituito il 15 aprile 1566[7].
Il territorio della diocesi rimase immutato dai tempi dei Normanni fino all'Ottocento, quando, in concomitanza con la riorganizzazione delle diocesi siciliane, Siracusa dovette cedere porzioni di territorio a vantaggio della formazione di nuove diocesi: Caltagirone (12 settembre 1816), Piazza Armerina (3 luglio 1817) e Noto (15 maggio 1844). Queste decurtazioni trovarono la forte opposizione dei vescovi e dei notabili siracusani e furono accettate a malincuore dal clero diocesano, come emerge dalle parole dello storico e sacerdote Francesco Serafino, autore della voce su Siracusa nell'opera di Vincenzio d'Avino: «Non cessavano però i difficili tempi, avvicendavansi ognora i luttuosi avvenimenti, la cattedra di San Marciano e Siracusa invilivano, ammiserivano, ed eccetto il nome, quasi spegnevansi. Perdeva la prima l'onore del pallio, unica insegna di sua passata grandezza, scemavasi di giorno in giorno la giurisdizione episcopale, dimezzavasene, poscia laceravasi a brani la vasta diocesi...».[8]
Nel medesimo contesto tuttavia, Siracusa riacquisì la "passata grandezza". Infatti, il 27 marzo 1832, in forza della bolla Universalis Ecclesiae di papa Gregorio XVI, divenne diocesi immediatamente soggetta alla Santa Sede.[9] In seguito, il 20 maggio 1844, fu elevata al rango di arcidiocesi metropolitana, in forza della bolla In suprema del medesimo papa Gregorio XVI, con tre suffraganee: Caltagirone, Piazza Armerina e Noto.
Nel 1868 l'arcidiocesi rimase vacante per la morte di mons. Angelo Robino; la sede vacante si protrasse anche per i tentativi del governo liberale di intervenire nella nomina dei vescovi, che era soggetta all'exequatur e alla pretesa di subentrare nel regio patronato ai precedenti monarchi, ossia di godere del diritto di presentazione dei vescovi. Dopo la frattura tra Chiesa e Stato con la presa di Porta Pia del 20 settembre 1870, la Santa Sede rifiutò di concordare le nomine dei vescovi e tra il 1871 e il 1872 procedette a nomine unilaterali per le diocesi siciliane, scegliendo per Siracusa Giuseppe Guarino, che risultò inviso al governo.[10] Non ricevette mai l'exequatur, ma ebbe invece l'ingiunzione di lasciare il palazzo arcivescovile, da cui fu sfrattato con l'uso della forza, ma anche l'allontanamento coatto dalla diocesi e l'affidamento della diocesi a un vicario capitolare.[11]
Il 6 maggio 1950 cedette un'ulteriore porzione di territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Ragusa, che fu inizialmente unita aeque principaliter all'arcidiocesi di Siracusa fino al 1955. L'11 luglio successivo tuttavia il territorio diocesano si ampliò con il ritorno a Siracusa dei comuni di Buccheri, Buscemi, Cassaro, Ferla e Palazzolo Acreide che nell'Ottocento erano stati ceduti alla diocesi di Noto.[12]
Dal 29 agosto al 1º settembre 1953 si verificò la lacrimazione di una statuetta del Cuore Immacolato di Maria. I vescovi siciliani già il 12 dicembre di quell'anno confermarono l'evento miracoloso. Il 6 novembre 1994 papa Giovanni Paolo II, durante la sua visita pastorale a Catania e Siracusa, ha consacrato il Santuario della Madonna delle Lacrime, sorto sul luogo della lacrimazione miracolosa. Nel 2002 Giovanni Paolo II ha poi elevato il santuario alla dignità di basilica minore.
Il 2 dicembre 2000 sono state riorganizzate le sedi metropolitane siciliane e Siracusa ha ceduto le diocesi di Caltagirone e di Piazza Armerina rispettivamente all'arcidiocesi di Catania e all'arcidiocesi di Agrigento.
Il 15 dicembre 2004 il venerato corpo di santa Lucia ha fatto sosta per cinque giorni a Siracusa, città natia della vergine. Lo stesso evento è accaduto 10 anni dopo, nel 2014: infatti il corpo di santa Lucia, accompagnato dal patriarca di Venezia Francesco Moraglia, ha fatto sosta a Siracusa dal 14 al 22 dicembre 2014.
Tra l'arcidiocesi di Siracusa e la Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia "San Giovanni Evangelista" di Palermo il 15 luglio 2005 è stata stipulata una convenzione con la quale la Facoltà istituisce all'interno del corso di licenza in teologia, nella sezione di specializzazione in teologia dogmatica, l'indirizzo ecclesiologico con caratterizzazione mariologica. I corsi di laurea in teologia si svolgono anche presso Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Metodio”.
Il più antico catalogo dei vescovi di Siracusa fu pubblicato nel 1520 da Cristoforo Schobar[13] che si basò su un antico manoscritto, detto Archetipo, ora non più esistente. L'Episcoporum Syracusanorum numerus riporta un elenco di 50 vescovi fino alla conquista araba dell'878[14]. Secondo lo storico Francesco Lanzoni[15], «codesto catalogo nella parte più antica non dipende dai dittici della chiesa siracusana, ma è una compilazione letteraria. Il compilatore, persuaso che San Marciano fosse stato il primo vescovo siracusano e discepolo personale di San Pietro, pose Marciano al primo posto, nella metà incirca del I secolo, e riempì lo spazio vuoto fino al 314 (in cui compare nei documenti contemporanei il primo vescovo siracusano dopo Marciano) vuoi con nomi fittizi, vuoi reduplicando, in parte, i nomi conosciuti dell'età susseguente». L'epigrafia, la sfragistica e l'archeologia hanno arricchito con nuovi nomi l'elenco episcopale siracusano e hanno aiutato a ridefinire meglio l'ordine e la cronologia dell'antico catalogo.
Per il primo millennio, la presente cronotassi considera solo 23 dei 50 nomi riportati dall'antico catalogo siracusano, quelli per i quali «si ha o si presume la certezza con alto grado di attendibilità»; a questi si aggiungono altri 6 vescovi, documentati da altre fonti ma assenti nel catalogo[16].
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
L'arcidiocesi nel 2022 su una popolazione di 294.901 persone contava 285.000 battezzati, corrispondenti al 96,6% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1970 | 267.250 | 269.400 | 99,2 | 183 | 124 | 59 | 1.460 | 75 | 425 | 65 | |
1978 | 290.800 | 293.870 | 99,0 | 184 | 124 | 60 | 1.580 | 70 | 495 | 67 | |
1990 | 308.000 | 318.000 | 96,9 | 165 | 123 | 42 | 1.866 | 2 | 45 | 354 | 74 |
1999 | 331.000 | 335.000 | 98,8 | 164 | 121 | 43 | 2.018 | 48 | 357 | 76 | |
2000 | 333.000 | 337.000 | 98,8 | 166 | 124 | 42 | 2.006 | 4 | 49 | 313 | 76 |
2001 | 335.000 | 339.000 | 98,8 | 165 | 123 | 42 | 2.030 | 4 | 49 | 313 | 76 |
2002 | 320.000 | 330.000 | 97,0 | 162 | 120 | 42 | 1.975 | 5 | 49 | 291 | 76 |
2003 | 320.000 | 330.000 | 97,0 | 151 | 118 | 33 | 2.119 | 5 | 38 | 255 | 76 |
2004 | 320.000 | 330.000 | 97,0 | 148 | 116 | 32 | 2.162 | 7 | 37 | 232 | 76 |
2010 | 320.000 | 330.000 | 97,0 | 136 | 105 | 31 | 2.352 | 13 | 34 | 163 | 76 |
2014 | 289.162 | 297.286 | 97,3 | 140 | 103 | 37 | 2.065 | 16 | 40 | 171 | 76 |
2017 | 290.215 | 297.313 | 97,6 | 135 | 111 | 24 | 2.149 | 37 | 29 | 136 | 76 |
2020 | 290.450 | 299.100 | 97,1 | 125 | 101 | 24 | 2.323 | 36 | 30 | 118 | 76 |
2022 | 285.000 | 294.901 | 96,6 | 138 | 105 | 33 | 2.065 | 57 | 40 | 133 | 76 |
Il vicariato comprende il comune di Siracusa e le rispettive parrocchie:
Il vicariato comprende i seguenti comuni e le rispettive parrocchie:
Il vicariato comprende i seguenti comuni e le rispettive parrocchie:
Il vicariato comprende i seguenti comuni e le rispettive parrocchie:
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