Remove ads
convento di Assisi Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Sacro Convento di San Francesco in Assisi, sorge nella città serafica accanto all'omonima basilica la cui costruzione fu inaugurata da papa Gregorio IX il 17 luglio 1228, all'indomani della canonizzazione del Poverello. L'accesso principale è dalla piazza inferiore di San Francesco.
Sacro Convento di San Francesco in Assisi | |
---|---|
Lato sud del complesso santuariale della Basilica e del Sacro Convento | |
Stato | Italia |
Regione | Umbria |
Località | Assisi |
Coordinate | 43°04′30″N 12°36′17″E |
Religione | cattolica di rito romano |
Titolare | Francesco d'Assisi |
Ordine | Frati minori conventuali |
Diocesi | Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino |
Consacrazione | 1253 |
Stile architettonico | post-romanico |
Inizio costruzione | 1228 |
Sito web | www.sanfrancescoassisi.org |
Bene protetto dall'UNESCO | |
---|---|
Assisi, la Basilica di San Francesco e altri siti francescani | |
Patrimonio dell'umanità | |
Tipo | Culturali |
Criterio | (i) (ii) (iii) (iv) (vi) |
Pericolo | Non in pericolo |
Riconosciuto dal | 2000 |
Scheda UNESCO | (EN) Assisi, the Basilica of San Francesco and Other Franciscan Sites (FR) Scheda |
Una fonte quattrocentesca motiva l'attributo "sacro" al fatto che il convento - cosa certamente singolare - sarebbe stato consacrato insieme alla basilica da papa Innocenzo IV nel 1253[1].
Nell'anno 2000, insieme ad altri siti francescani del circondario, il complesso monumentale costituito dalla Basilica e dal Sacro Convento è stato inserito nella Lista del patrimonio dell'umanità dell'UNESCO[2].
Dopo la morte di san Francesco fu papa Gregorio IX, già cardinale vescovo di Ostia (che lo stesso Francesco aveva ottenuto da papa Onorio III come "protettore" dell'Ordine[3]) a voler la costruzione in Assisi di una specialis ecclesia[4] dove custodire il corpo del Santo già sepolto nella chiesa di San Giorgio[5], entro le mura della città.
È frate Elia da Cortona, per conto dello stesso Pontefice, a ricevere la donazione da parte di Simone di Puzarello (o Pucciarello) di «unam terre positam in vocabulo collis inferni in comitatu Assisiensi» perché vi sia costruito un luogo, oratorio o chiesa «pro beatissimo corpore sancti Francisci»[6]. Collis inferni (volgarizzato in Colle dell'inferno), forse per il suo aspetto selvaggio, ma più probabilmente inferius perché posto in basso rispetto alla città. Lì erano erette le forche per l'impiccagione dei condannati a morte ed è probabile che vi trovassero rifugio i lebbrosi. Una tradizione fa risalire la scelta del luogo al desiderio dello stesso Francesco di essere sepolto «Dove sonno le forche deli malfactori»[7], mentre qualcuno vi indica uno dei luoghi dove Francesco si ritirava in solitudine e preghiera. Il 17 luglio 1228, papa Gregorio IX - dopo che il giorno precedente aveva solennemente iscritto Francesco nell'albo dei santi[8] - diede avvio alla costruzione della nuova chiesa accanto alla quale vennero contemporaneamente edificati i primitivi spazi (i loca della Regola non bollata[9] o domus in quella del 1223[10]) per i frati, con ogni probabilità sul terreno donato il 31 luglio successivo - questa volta direttamente alla chiesa di San Francesco - sito nella piaggia del colle della medesima chiesa, sopra il Tescio[11]. Il primo riferimento esplicito al convento è in un documento del 27 maggio 1239: una promessa di risarcimento fatta da frate Elia dominus et custos della chiesa di S. Francesco di Assisi e frate Giacomo da Bevagna, sindaco e procuratore della detta chiesa et conventus ipsius, atto redatto - scrive il notaio - apud dictam ecclesiam Sancti Francisci, in quadam camera ipsius ecclesie[12].
Il primo nucleo abitativo sorse sul retro della costruenda basilica e costituiva il lato nord e, per la parte inferiore, quello ovest dell'attuale chiostro maggiore (detto di Sisto IV). La cosiddetta domus Gregoriana doveva far parte di questi ambienti come spazio che, all'occorrenza, veniva destinato all'ospitalità del pontefice[13]. Di un palatio Gregoriano, un grande palazzo[14] «in loco fratrum Minorum de Assisio» fatto costruire da Gregorio IX sia per onorare san Francesco che per alloggiarvi nelle sue visite alla sua tomba, parla frate Salimbene de Adam nella Cronica, nel contesto della undicesima colpa di cui accusa frate Elia[15]. Si tratta con ogni probabilità di un corpo fatto aggiungere, accanto alla dimora dei frati, non da papa Gregorio (morto nel 1241), ma da Innocenzo IV, e che Salimbene vide, verosimilmente finito, nel 1265, quando è documentata la sua presenza ad Assisi[16]. A tale residenza papale si accedeva dal convento, attraverso il cortile interno, ma probabilmente anche da un ingresso autonomo, a nord est, tramite un terrapieno ricavato tra la chiesa e la selva a cui si poteva giungere attraversando il transetto d'ingresso - una sorta di nartece - alla chiesa inferiore che allora iniziava dalla prima campata della navata[17].
Gli studiosi sono concordi nell'affermare che comunque «seguire le vicende costruttive e, talora, parzialmente distruttive del convento francescano è arduo e perfino impossibile»[18] per la scarsità delle fonti documentarie sull'argomento. Nulla rimane dell'ente (in antico "Opera") che prese in carico la fabbrica dopo che frate Elia (nel 1232 eletto generale dell'Ordine e poi deposto nel 1239 e scomunicato con l'accusa di eresia), dovette lasciare la direzione dell'impresa[19].
Nella prima metà del secolo XIII il primitivo convento doveva probabilmente occupare l'area «immediatamente dietro la zona absidale e dal profilo della chiesa, che ancora non era arricchita dalla cappelle laterali, sporgeva appena e in modo simmetrico da entrambi i lati, occupando un'area pressoché quadrata»[20]. L'ingresso era a sud, all'altezza dell'abside della Basilica, lasciando perciò libero l'intero lato della stessa. Nel 1282 viene edificato sul lato sud il refettorio "maggiore" (o "grande"), con copertura in legno e portico gotico esterno (detto "del Calzo"), mentre è nel 1360 che il complesso si svilupperà a ovest con l'edificazione del cosiddetto "Palazzo Albornoz"[21] in cui verrà collocata l'infermeria, poi detta "antica"[22]. Un ulteriore ampliamento interesserà nel 1441 il lato sud con la costruzione (a est, a fianco del refettorio) di un dormitorio, sostenuto all'esterno da tredici archi[23].
Durante il pontificato del papa minorita Sisto IV (1471-1484) diversi furono gli interventi sul complesso conventuale: nel 1472 il fabbricato ovest fu rinforzato sul lato a valle da una "scarpa" in cui (verso Santa Maria degli Angeli) fu collocata la statua dello stesso pontefice; qualche anno dopo, nel 1476, lo stesso palazzo[14] verrà completato e vi troverà nuova sistemazione la residenza papale che lasciò così posto al noviziato che venne poi detto "antico"; si provvide in quel periodo anche alla sistemazione della zona absidale della Basilica con la realizzazione di un chiostro rinascimentale a due ordini - detto appunto "di Sisto IV" - su disegno di Antonio da Como e Ambrogio Lombardo[24]. Al centro del lato ovest, una lapide con lo stemma "parlante" del Pontefice (Francesco della Rovere) indica l'anno 1474. Pare di quel periodo anche l'avanzamento ad est, verso la città, dell'ingresso al convento (porta della "battaiola") ove si trova tuttora.
L'ultimo grande intervento che definì la struttura del complesso nella sua forma attuale, fu, nei primi anni del secolo XVII, la sopraelevazione del dormitorio quattrocentesco per intervento munifico di Filippo III re di Spagna[25], così come ricordato da un'iscrizione - senza data - sulla parete esterna dell'ingresso ovest del corridoio superiore[26]. Lì fu trasferito il noviziato, detto per questo "nuovo"[27].
Tra il 1745 e il 1748 viene restaurato il refettorio "grande" su progetto dell'architetto Giovanni Fontana: le capriate in legno vengono sostituite da una volta a botte con lunette. Probabilmente sono di quel periodo i ventidue grandi medaglioni ovali, appesi entro cornici in stucco sulle due pareti longitudinali, con i ritratti dei pontefici (da Onorio III a Clemente XIV) benemeriti dell'Ordine francescano e del santuario assisano[28].
Nel 1929 - dopo la restituzione all'Ordine del Sacro Convento - fu ristrutturato l'ampio salone (oggi "papale", ma già detto "sala dei musici"[29] perché vi si conservavano gli strumenti della Cappella musicale della basilica) all'ultimo piano del fabbricato ovest. Il lavoro fu curato dall'architetto Arnaldo Foschini, per volere del Ministro generale Alfonso Orlich (italianizzato Orlini), e dedicato a papa Pio IX, l'ultimo pontefice ad aver dimorato al Sacro Convento il 7 e 8 maggio 1857[30], in occasione del cinquantesimo della sua ordinazione presbiterale. Fu posato un pavimento in maiolica di Giuliano Aretini di Deruta mentre la pittrice romana Maria Biseo realizzò la decorazione pittorica su programma iconografico di frate Bonaventura Marinangeli[28].
Non tanto per la significatività dell'intervento, quanto per quella del rinvenimento, si segnala il rifacimento del pavimento del refettorio "grande" del 1968. In quell'occasione, sotto la vecchia pavimentazione, fu rinvenuta la più antica collezione di ceramiche medievali umbre, ora conservata, e in parte esposta, presso il Museo del Tesoro.
A differenza dell'attigua Basilica il complesso conventuale non presenta - salvo qualche eccezione che - particolari elementi di tipo decorativo. Nell'estrema essenzialità degli ambienti primitivi (ancor oggi detti "di frate Elia") fa notizia il capitello della colonna al centro della sala del Capitolo, che sì può giustificare con il fatto che quell'ambiente sia nato insieme al cosiddetto palazzo[14] papale, all'epoca di papa Innocenzo IV[31]. Da un punto di vista architettonico qualche elemento decorativo comincia a comparire nel secolo XV nel porticato (chiamato "il calce"), sul lato sud del refettorio grande, e nel chiostro della zona absidale che fu rinnovato per volere di Sisto IV, di cui porta ancora il nome.
Sul fronte della pittura c'è da segnalare il Cristo crocifisso con angeli e santi affrescata nella sala del Capitolo da Puccio Capanna (circa 1330) e, di qualche anno dopo, la pittura del refettorio di fra Martino di Assisi (per la quale il 17 maggio 1344 riceve 15 once di colore azzurro[32]) della quale però non rimane che uno scarno riferimento d'archivio. Nel chiostro di Sisto IV invece l'assisano Dono Doni, insieme al figlio Lorenzo, nel 1564 realizza degli affreschi monocromi con episodi della vita di san Francesco e santa Chiara e, tra i quadri, tondi con il ritratto di illustri minoriti[33]. Lo stesso Dono Doni realizzò per il refettorio "d'inverno" un'Ultima Cena (datata 1573) e, nel refettorio "grande", «un grande Crocifisso con, sullo sfondo, Gerusalemme e Assisi con il Sacro Convento»[34]. Quest'ultima opera fu sostituita nel 1760 dalla finta architettura con la scena della Conferma della Regola di Pietro Carattoli che disegnò anche la decorazione a stucco, poi realizzata dal folignate Vincenzo Cenci[35].
Tra le due ali del fabbricato sud, al piano terra, tra refettorio "grande" e dormitorio, rimane la decorazione settecentesca di quella che probabilmente fu la cappella dei novizi in cui, la presenza del ritratto di san Giuseppe da Copertino, beatificato nel 1753 e canonizzato 1767, offre il termine ad quem di una possibile datazione[35]. Dello stesso periodo scudi con immagini sacre (Gesù, Maria, san Giuseppe e santi francescani) sopra le porte d'ingresso delle "celle" della vecchia infermeria, ora dormitorio inferiore, nello stesso fabbricato sud. Dopo l'elezione nel 1769 del francescano conventuale papa Clemente XIV, venne decorata l'entrata ogivale del refettorio "grande", con lo stemma del Pontefice e le allegorie della pace e della giustizia.
Le vicende del Sacro Convento sono ovviamente connesse a quelle della Basilica. Lo prova ad esempio la bolla di Bonifacio IX che il 28 agosto 1393 - dopo aver riparato al Sacro Convento dal luglio al settembre dell'anno precedente[42] e aver personalmente constatato la necessità di urgenti interventi per la manutenzione della chiesa e dello stesso convento - concede privilegi spirituali a quanti daranno elemosine a favore del complesso monumentale e anche per il sostentamento dei frati, ridotti di numero per la mancanza di offerte e oblazioni[43].
Nel secolo XVII, dal 1639 al 1653, alloggiò presso il convento assisano frate Giuseppe da Copertino, un soggiorno obbligato per ordine dell'allora Sant'Uffizio che indagava sulle sue estasi. In occasione della visita di Eleonora Gonzaga-Nevers, moglie dell'imperatore del Sacro Romano Impero Ferdinando III, nell'aprile 1653 fu per lui allestito un piccolo appartamento (dove sono ancora conservate alcune memorie di allora) attiguo alla sala del Capitolo[44].
Nell'epoca moderna, dopo il saccheggio delle truppe napoleoniche del 1798[45], l'evento che maggiormente segnò la vita del convento - e della comunità che in esso viveva - fu la soppressione degli Ordini religiosi seguita all'unità d'Italia, in Umbria anticipata all'11 dicembre 1860 per effetto del cosiddetto Decreto Pepoli. Il Comune di Assisi istituì in quell'occasione una fabbriceria che, per il servizio alla chiesa, provvedeva al mantenimento di alcuni religiosi alloggiati in una piccola zona del convento sul lato sud-est. Il resto del complesso, dopo quattordici anni di abbandono, nel 1875 divenne sede del Convitto nazionale per gli orfani degli insegnanti elementari[46]. Solo nel 1927, all'indomani delle celebrazioni per il VII centenario della nascita di san Francesco, grazie all'azione dell'allora Ministro generale Alfonso Orlich, il Sacro Convento fu restituito ai Frati minori conventuali che dovettero però costruire, nella parte alta della stessa città di Assisi, il «costosissimo collegio-convitto Principe di Napoli»[47].
La legislazione dell'Ordine riconosce al Sacro Convento «altissima dignità, essendo affidato alla sua custodia l'insigne santuario nel quale riposa lo stesso Serafico Padre», centro della spiritualità dell'Ordine stesso[48]. Alla sua gestione l'Ordine provvede tramite la "Custodia generale del Sacro Convento di San Francesco in Assisi", istituita dal Capitolo generale del 1972, la cui particolare missione e organizzazione è definita da uno "Statuto particolare" previsto dalle stesse Costituzioni[48]. Affidata alla particolare cura del Ministro generale, la Custodia si avvale della fattiva collaborazione di tutte le giurisdizioni dell'Ordine[49] e, "in via ordinaria", è retta dal "Custode generale" - nominato dal governo centrale dell'Ordine stesso - coadiuvato da quattro Assistenti, i quali costituiscono il suo "Definitorio"[50]. Con la promulgazione del motu proprio di papa Benedetto XVI Totius orbis del 9 novembre 2005,[51] anche l'attività pastorale svolta nel Sacro Convento (come quella in Basilica) è stata sottoposta al Vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, a norma del diritto[52].
Antico l'uso di chiamare "Custode" il superiore religioso del Sacro Convento di Assisi, termine che del resto lo stesso san Francesco "impone" ai superiori dei conventi del suo Ordine[53]. In un documento del 27 maggio 1239 frate Elia da Cortona viene indicato come dominus e appunto custos della chiesa di San Francesco di Assisi. Di seguito l'elenco[54] dei Custodi della Basilica e Sacro Convento dalla fondazione del 1228 fino all'istituzione della Custodia generale avvenuta nel 1972:
secolo XIII
secolo XIV
secolo XV
secolo XVI
secolo XVII
secolo XVIII
secolo XIX
secolo XX
Con l'istituzione nel 1972 della "Custodia generale del Sacro Convento" - giurisdizione dell'Ordine assimilata ad una Provincia - il Custode del Sacro Convento assume il titolo di "Custode generale" con la qualifica canonica di Ordinario. A norma della legislazione dello stesso Ordine il Custode generale è nominato dal Ministro generale col suo Definitorio per un quadriennio (fino al 1996 per un triennio) per un massimo di due mandati consecutivi (fino al 2019 tre).
secolo XX
secolo XXI
Presso il Sacro Convento hanno sede le seguenti attività direttamente gestite dalla Custodia generale:
Fin dalla loro fondazione il Sacro Convento ospita l'Istituto teologico di Assisi (ITA), di cui la Custodia è ente promotore[80], e l'Istituto superiore di scienze religiose di Assisi[81] (ISSRA).
La città di Assisi, con il fronte sud del complesso santuariale della Basilica e del Sacro Convento, è raffigurata nel "gonfalone della peste", tempera su tela opera di Nicolò di Liberatore, detto l'Alunno (1470 ca), già nella cappella di San Ludovico della basilica inferiore di San Francesco, ora presso il Priesterhaus di Kevelaer (Germania).
All'interno del Sacro Convento furono girate alcune scene dei seguenti film:
Sorge a nord-est del complesso santuariale, sul livello della chiesa inferiore, a ridosso delle mura "urbiche" che delimitano la piazza superiore. A ovest si trova il cosiddetto "giardino dei novizi" (o "orto papale") per la contiguità del palazzo innocenziano destinato prima a residenza pontifizia e poi a noviziato. La tomba più antica reca la data 1295 a cui seguono, sul lato sud, altre che vanno dal 1300 al 1330. Il primo riferimento archivistico è comunque del 1319 e si riferisce ad una sepoltura «in cimiterio ecclesie beati Francisci». Una nota di spesa del 1378 fa riferimento al tetto del cimitero, elemento che fa pensare al fatto che fosse circondato da un portico[82]. Dopo la costruzione della cappella di Santa Caterina, l'accesso fu ricavato dalla cappella attigua di Sant'Antonio abate. Si deve all'iniziativa del Ministro generale Francesco Sansone il rifacimento, nell'ultimo decennio del secolo XV, del quadriportico a doppio ordine di logge, per opera dei maestri lombardi Pietro e Ambrogio[83]. Delle decorazioni pittoriche presenti nel chiostro, rimane, staccata e restaurata, una Pietà con i santi Francesco e Filippo Neri del Sermei, dipinta tra il quarto e il quinto decennio del seicento[38]. Nel cortile interno del chiostro è collocata una statua di San Francesco, del secondo decennio del XX secolo, opera di frate Luigi Sapia.
In un documento notarile del maggio 1459 si trova un riferimento alla «cappella S. Bernardini noviter construenda»[84]. Edificato dal Terz'Ordine nella piazza antistante la basilica fu demolito nel 1647 in occasione dei lavori di sistemazione di quello spazio[85]. Ne rimane la facciata, proprio di fronte all'ingresso della basilica inferiore e, all'interno, nell'ambiente oggi adibito ad "ufficio informazioni", una decorazione ad affresco con l'Immacolata tra i santi Bernardino e Francesco. Nella sacrestia inferiore invece è conservato una parte dell'affresco che Tiberio d'Assisi, tra il 1504 e il 1511, realizzò per lo stesso oratorio[85]. Raffigura la Madonna col Bambino e sant'Anna e ai lati, sulla sinistra i santi Bernardino e Sebastiano e, sulla destra (mutila), un altro santo, con barba, di cui rimane solo il busto).
L'edificio prospiciente alla basilica, fu restaurato per iniziativa del frate minore conventuale Emilio Norsa (1873-1919) che vi fondò la Scuola Davidico-Serafica con lo scopo di istruire i fanciulli cantori del santuario e di tenervi incontri liturgico-biblico-musicali per la gente[86]. Ospita ora la redazione della rivista San Francesco patrono d'Italia e la sala stampa del Sacro Convento.
Il Sacro Convento è circondato a sud-ovest da orto e oliveto e a nord dall'antica selva. Il lato sud è delimitato dalle mura medievali che costeggiano la cosiddetta "piaggia di San Francesco" che da Porta San Francesco scende fino ad innestarsi nella Strada regionale 147 (Viale Giovanna di Savoia, regina dei Bulgari), prima di Ponte San Vittorino. A nord-est il limite è segnato da un muro di cinta lungo il torrente Tescio. Aderendo ad un'iniziativa del Fondo Ambiente Italiano (FAI), la Custodia del Sacro Convento ha consentito (con una convenzione siglata il 28 gennaio 2011)[87] all'apertura del tratto di sentiero che dal lato nord della Piazza superiore di San Francesco scende appunto attraverso la selva fino a quello che è stato chiamato "Bosco di San Francesco" da cui è poi possibile raggiungere l'antica chiesa di Santa Croce (secolo XIII), in riva al torrente Tescio. Il percorso è stato inaugurato l'11 settembre 2011[88].
Con la fondazione della basilica e la costruzione dell'annesso convento fu normale che il governo della comunità si trasferisse presso la tomba del Fondatore. Dal Sacro Convento dipendeva anche la comunità della Porziuncola che però, con il sorgere del movimento dell'osservanza, cominciò a reclamare una propria autonomia, anche di tipo amministrativo. Con la bolla Licet ex debito del 3 dicembre 1445[89], papa Eugenio IV confermò in perpetuum agli osservanti cismontani il governo del luogo e il conseguente uso delle offerte lì percepite[90]. Nel 1517, vista l'impossibilità di conciliare le diverse anime dell'Ordine francescano, papa Leone X con la bolla Ite vos separava definitivamente conventuali e osservanti, riconoscendo a questi ultimi il primato giuridico e d'onore.
Da sempre affidato alla comunità del Sacro Convento è l'oratorio detto San Francesco piccolino, ricavato nel fondaco della casa di Pietro di Bernardone, a pochi passi dalla piazza del Comune e dalla chiesa nuova, costruita nel 1615 sopra la casa paterna del santo. La piccola chiesa, voluta da Piccardo, nipote di Francesco, presenta all'interno un arco ogivale datato 1281 e conserva tracce di affreschi dei secoli XIII-XV[91].
Dipende dal Sacro Convento anche il santuario del Sacro Tugurio di Rivotorto, presso Assisi, edificato a memoria del luogo dove l'Ordine francescano mosse «i primi passi»[92]. L'antico rifugio, ormai abbandonato, fu trasformato in chiesa nel 1445 per iniziativa di frate Francesco Saccarda che ottenne l'autorizzazione del Vescovo di Assisi. Nel secolo XVI furono avviati i lavori per la costruzione di una chiesa più grande, sorte che ebbe nel secolo successivo anche l'attiguo convento. La chiesa (e parte del convento) fu comunque ricostruita, in stile neogotico, tra il 1860 e il 1880, dopo che il violento terremoto del 12 febbraio 1854 l'aveva rasa al suolo[93].
Ancora al Sacro Convento è legato il convento e chiesa di Santa Maria in Arce (secolo XIII) poco fuori dall'abitato di Rocca Sant'Angelo, nel comune di Assisi, «che fu uno dei primi insediamenti degli Osservanti e conserva preziosi documenti d'arte pittorica umbra, soprattutto quattrocentesca»[94].
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.