Timeline
Chat
Prospettiva
Giusti tra le nazioni italiani
lista di un progetto Wikimedia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Remove ads
Remove ads
I Giusti tra le nazioni italiani (in ebraico חסידי אומות העולם?, Chasidei Umot HaOlam) sono gli italiani non-ebrei inseriti nella banca dati ufficiale dell'Istituto Yad Vashem di Gerusalemme, per aver agito in modo eroico a rischio della propria vita e senza interesse personale per salvare anche un solo ebreo dal genocidio nazista della Shoah. L'elenco non è in alcun modo inclusivo di tutti coloro che si prodigarono per la salvezza di ebrei durante l'Olocausto in Italia. Contiene esclusivamente coloro cui tale onorificenza sia stata ufficialmente assegnata secondo i criteri specifici dell'Istituto.
A gennaio 2022 i giusti tra le nazioni incoronati dallo Yad Vashem erano 28.217[1], dei quali 766[2] sono italiani. L'Italia era a gennaio 2022 l'ottava nazione per maggior numero di "Giusti" certificati dalla commissione preposta da Yad Vashem[3].
Remove ads
I giusti italiani
Riepilogo
Prospettiva

Tra gli uomini e donne di ogni ceto che ospitarono e protessero ebrei a rischio della loro vita, in alcuni casi sacrificando la loro vita, vi sono:[4]
- medici (Carlo Angela, Giovanni Borromeo, Giuseppe Caronia, Luca Canelli, Enzo Casini, Giuseppe Moreali);
- funzionari dello Stato, impiegati comunali (Antonio Gigli), carabinieri (Giacomo Avenia, Giacomo Bassi, Osman Carugno, Roberto Castracane, Angelo De Fiore, Francesco Garofano, Antonio Lorenzini, Ercole Piana, Carlo Ravera, Pellegrino Riccardi, Enrico Sibona, Vittorio Zanzi, Calogero Marrone;
- militari (Fosco Annoni, Rinaldo Arnaldi, Giuseppe Azzali, Benedetto De Beni, Arturo Gatti);[5]
- membri della Resistenza, partigiani e antifascisti (Rinaldo Arnaldi, Giuseppe Brusasca, Giacinto Domenico Lazzarini, Fortunato Sonno, Lorenzo Spada).
- pastori protestanti (il valdese Tullio Vinay e l'avventista Daniele Cupertino);
- il vescovo cattolico monsignor Giuseppe Placido Nicolini ad Assisi, il vescovo cattolico missionario in Brasile, ancora studente a Roma mons. Camillo Faresin, il nunzio apostolico Angelo Rotta a Budapest, il cardinale ed arcivescovo di Firenze Elia Dalla Costa, i futuri vescovi e cardinali don Vincenzo Fagiolo e don Pietro Palazzini a Roma, mons. Gennaro Verolino a Budapest;[6]
- numerosi sacerdoti cattolici e suore (don Angelo Bassi, don Arrigo Beccari, don Enzo Boni Baldoni, don Guido Bortolameotti, don Alfredo Braccagni, don Francesco Brondello, don Eugenio Bussa, don Ugo Corsini, don Michele Carlotto, don Leto Casini, don Alessandro Daelli, don Angelo Dalla Torre, don Giuseppe De Zotti, don Giulio Facibeni, don Alfredo Melani, fratel Alessandro Di Pietro, don Giulio Gradassi, don Vivaldo Mecacci, don Ernesto Ollari, don Arturo Paoli, don Ferdinando Pasin, don Pietro Pappagallo, don Francesco Repetto, don Benedetto Richeldi, don Luigi Rosadini, don Dante Sala, don Carlo Salvi, don Beniamino Schivo, don Giovanni Simioni, don Gaetano Tantalo, don Raimondo Viale), (padre Armando Alessandrini, padre Pasquale Amerio, padre Francesco Antonioli, padre Benedetto Maria, padre Aldo Brunacci, padre Antonio Dressino, padre Mario Leone Ehrhard, padre Giuseppe Girotti, padre Rufino Niccacci, padre Francesco Raspino, padre Cipriano Ricotti, padre Emanuele Stablum), (madre Maria Antoniazzi, madre Virginia Badetti, madre Emilia Benedetti, madre Anna Bolledi, madre Ester Busnelli, madre Maria Corsetti, madre Maria Maddalena Cei, madre Maria Angelica Ferrari, madre Marta Folcia, madre Elisabetta Maria Hesselblad, madre Barbara Lavizzari, madre Marie Marteau, madre Emma Talamonti, madre Benedetta Vespigiani, madre Paola Taroli);
Tra i giusti italiani vi sono persone, come Giorgio Perlasca o Angelo Rotta, la cui azione ha portato alla salvezza di migliaia di persone; altri (come Francesco Repetto e Carlo Salvi, Leto Casini e padre Cipriano Ricotti, padre Aldo Brunacci e padre Rufino Niccacci, don Arturo Paoli, padre Maria Benedetto, don Arrigo Beccari, don Raimondo Viale, ecc.) i quali si trovarono a gestire complesse reti di assistenza clandestina in collaborazione con la DELASEM; e persone che, più semplicemente, ma con uguale dedizione, hanno salvato anche una sola vita.
La maggior parte dei giusti sono persone comuni che messe alla prova in circostanze eccezionali si trovarono a compiere atti talora straordinari, e persone altrimenti famose, come il ciclista Gino Bartali, il teologo Ernesto Buonaiuti, lo storico Arturo Carlo Jemolo, la famiglia di gioiellieri Bulgari, lo scrittore Tullio Colsalvatico.
Molti tra essi subirono l'esperienza del carcere, degli interrogatori e delle percosse (don Arrigo Beccari, don Alfredo Braccagni, Alfonso Canova, don Leto Casini, Leonilda Barsotti Pancani, Ferdinando Natoni, don Dante Sala, Vincenzo Tambini, e altri). Sei di essi furono deportati in Germania (Lina Crippa-Leoni e Torquato Fraccon a Mauthausen, padre Giuseppe Girotti, Calogero Marrone e Giovanni Palatucci a Dachau, Odoardo Focherini a Hersbruck, Enrico Sigona). Cinque di essi (Odoardo Focherini, Torquato Fraccon, padre Giuseppe Girotti, Calogero Marrone e Giovanni Palatucci) non fecero ritorno dalla loro prigionia; altri morirono nella lotta partigiana, come Rinaldo Arnaldi, perito in combattimento sull'altopiano di Asiago, e Lorenzo Spada, catturato e impiccato nella piazza di Demonte (Cuneo) o come don Pietro Pappagallo, vittima dell'eccidio delle Fosse Ardeatine.
La solidarietà italiana si estese oltre i confini nazionali: Giorgio Perlasca, monsignor Angelo Rotta e i Cicutti in Ungheria; i Citterich (i genitori del giornalista Vittorio Citterich) in Grecia; Gino Signori in Germania; Lorenzo Perrone in Polonia; Fosco Annoni in Ucraina.
Il numero dei giusti italiani è in continuo aumento con il crescere delle testimonianze e della documentazione ma risulta ancora sottostimato in confronto a quello registrato in altre nazioni europee: la salvezza dell'80-85% della popolazione ebraica italiana dovette infatti richiedere la complicità e la connivenza di migliaia di persone. Per molte di esse si ha una qualche documentazione più circostanziata o sono emerse testimonianze attendibili, pur in assenza, al momento, di un riconoscimento ufficiale.[7]
Remove ads
Lista alfabetica
L'elenco ufficiale di Yad Vashem riporta in ordine alfabetico i cognomi delle famiglie dei giusti italiani[2]. Oltre ai nomi dei componenti del nucleo familiare, viene indicato l'anno in cui l'onorificenza è stata assegnata. A questi dati si è aggiunto il riferimento ai luoghi dove è avvenuta l'opera di salvataggio.
L'onorificenza è riservata esclusivamente a non-ebrei. Nell'elenco non sono quindi compresi i numerosi ebrei italiani clandestinamente impegnati nel salvataggio dei loro confratelli e con i quali molti dei giusti italiani ebbero stretti legami di collaborazione, figure come Raffaele Cantoni, Angelo Donati, Mario Finzi, Bernardo Grosser, Giorgio Nissim, Settimio Sorani, Massimo Teglio, i rabbini Nathan Cassuto e Riccardo Pacifici, e altri.
Remove ads
A


B



Remove ads
C

Remove ads
D

Remove ads
E
F

Remove ads
G
H
I

J

L
M

N

O



P
R

S


T

V

W
Z
Note
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni
Wikiwand - on
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Remove ads