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comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Olevano Romano è un comune italiano di 6 367 abitanti della città metropolitana di Roma Capitale nel Lazio.
Olevano Romano comune | |
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Vista panoramica | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Città metropolitana | Roma |
Amministrazione | |
Sindaco | Umberto Quaresima (Bene in comune) dal 5-6-2016 |
Territorio | |
Coordinate | 41°51′38″N 13°01′55″E |
Altitudine | 571 m s.l.m. |
Superficie | 26,16 km² |
Abitanti | 6 367[1] (2023) |
Densità | 243,39 ab./km² |
Comuni confinanti | Bellegra, Genazzano, Paliano (FR), Roiate, San Vito Romano, Serrone (FR) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 00035 |
Prefisso | 06 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 058073 |
Cod. catastale | G022 |
Targa | ROMA e RM |
Cl. sismica | zona 2B (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 344 GG[3] |
Nome abitanti | olevanesi |
Patrono | santa Margherita e san Placido |
Giorno festivo | 20 luglio e 5 ottobre |
Cartografia | |
Posizione del comune di Olevano Romano nella città metropolitana di Roma Capitale | |
Sito istituzionale | |
L'abitato si erge sul monte Celeste, ai margini del complesso montuoso prenestino-lepino-ernico, nella provincia di Roma.
Il centro di Olevano Romano risale almeno all'epoca romana. Ne è testimonianza un'archeologia monumentale di rilievo: i resti della cinta muraria in opera poligonale, realizzata in grossi blocchi rozzamente squadrati in pietra locale, di epoca anteriore alla romanizzazione del territorio.
Diviene "castrum" nel medioevo: compare con tale appellativo in un atto di vendita, stipulato nel 1232 fra Oddone Colonna, nuovo signore di Olevano e Papa Gregorio IX (1227-1241). Risale a questo periodo la costruzione del Castello, edificato sull'alto sperone di roccia calcarea a difesa del borgo. Dopo i Colonna il feudo passò al Comune di Roma, che nel 1364 emanò gli Statuti della città, poi agli Orsini per concessione di Papa Bonifacio IX.
L'ultimo signore di Olevano fu il principe Camillo Borghese (1775-1832), marito di Paolina Bonaparte, sorella di Napoleone.
Lo stemma del municipio è costituito da tre piccole colline, su quella centrale si innalza una pianta d'ulivo. Lo scudo reca il segno di SPQR (Senatus Populusque Romanus), accordato dal Senato della Repubblica Romana (1849), quando una colonna di Olevanesi ruppe l'assedio di Roma per portare in città rifornimenti, passati in rivista da Garibaldi così da lui furono descritti " ...scalzi, sporchi, laceri, ma con certi coltelli..."
Tra i siti di interesse turistico vi è la torre medioevale, soprannominata il picocco risalente all'epoca dei Colonna. Da essa si gode un panorama con:
Altro sito interessante sono le mura poligonali di epoca pre-romana, costituite da imponenti blocchi di pietra, che cingono la parte bassa del centro storico.
Abitanti censiti[5]
Al 1º gennaio 2023 a Olevano Romano risultavano residenti 568 cittadini stranieri (8,9%), le nazionalità più rappresentate sono:[6]
Olevano Romano ospitò nel XIX secolo più di mille importanti pittori internazionali - tedeschi, danesi, inglesi e francesi e di altri Paesi europei, pittori che lo hanno scelto come meta del loro "viaggio in Italia". Tale esperienza veniva allora considerata indispensabile per acquisire l'abilità nella riproduzione di paesaggi caratterizzati dalla luce, dal colore e da una natura ricca di rocce e querce. Tra i primi ad arrivare il pittore tirolese Joseph Anton Koch, che sposò Cassandra Ranaldi. Tra tutti spiccano i nomi di Jean-Baptiste Camille Corot, che ha immortalato in splendide opere la campagna olevanese, di Friedrich von Olivier e di Franz Theobald Horny, morto giovanissimo, sepolto nella Chiesa di S. Rocco. Alcune vedute del paese furono dipinte negli anni venti del '900 dal pittore tedesco Alexander Kanoldt, uno dei protagonisti del movimento artistico denominato Nuova oggettività[7].
Non lontano dal centro c'è il Museo Civico d'Arte, aperto sabato e domenica. Vi si trovano esposti disegni dell'800 e del '900, serigrafie, la donazione dell'artista Heinz Hindorf e la collezione delle stampe delle Vedute Romane di Joseph Anton Koch. La associazione AMO che gestisce il museo, ha più di 2000 opere nella Collezione AMO, dall'800 ad oggi. Le opere, che testimoniano il passaggio di questi artisti, sono visibili presso il museo s'arte situato in villa "De Pisa". Inoltre la cittadina ospita ancora oggi borsisti dell'accademia d'arte tedesca.
Il paese è famoso per la produzione dei vini rossi regolamentati dal disciplinare Cesanese di Olevano Romano DOC, provenienti in gran parte dal vitigno autoctono "Cesanese". Alcuni produttori hanno ricevuto per quel vino premi prestigiosi, tra i quali un riconoscimento al Vinitaly di Verona.[senza fonte] Nonostante fosse anticamente noto per il vino rosso dolce, sia frizzante sia fermo, è stata sempre prodotta anche la versione rosso secco, apprezzata dagli intenditori. Negli ultimi tempi si sta affermando il rosso secco D.O.C. nei mercati nazionali ed internazionali nelle due versioni: affinata in inox e affinata in barrique.
Il comune è territorio di produzione anche di altri vini D.O.C. come il Cesanese di Olevano Romano frizzante, il Cesanese di Olevano Romano spumante, il Cesanese di Olevano Romano dolce, il Cesanese di Olevano Romano amabile, il Cesanese di Olevano Romano dolce frizzante, il Cesanese di Olevano Romano superiore, il Cesanese di Olevano Romano riserva, il Cesanese di Affile, il Cesanese di Affile frizzante, il Cesanese di Affile dolce, il Cesanese di Affile spumante.
Strada regionale 155 di Fiuggi che collega Olevano Romano a Genazzano, Cave ed anche Paliano, Serrone, Acuto e Fiuggi.
Dal 1816 al 1870 faceva parte della Comarca di Roma, una suddivisione amministrativa dello Stato Pontificio.
Nel 1872 Olevano cambia denominazione in Olevano Romano.
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