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ultimo sovrano del Sacro Romano Impero (r. 1792-1806) e primo imperatore d'Austria (r. 1804-1835) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Francesco Giuseppe Carlo Giovanni d'Asburgo-Lorena (Firenze, 12 febbraio 1768 – Vienna, 2 marzo 1835), figlio di Leopoldo II, fu l'ultimo Imperatore dei Romani, primo Imperatore d'Austria col nome di Francesco I, Re di Boemia e Re di Ungheria, e ultimo Duca di Milano.
Francesco II d'Asburgo-Lorena | |
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Leopold Kupelwieser, ritratto dell'Imperatore Francesco I d'Austria, 1830 circa, Heeresgeschichtliches Museum | |
Imperatore Eletto dei Romani | |
In carica | 5 luglio 1792 – 6 agosto 1806 |
Incoronazione | Francoforte, 5 luglio 1792 |
Predecessore | Leopoldo II |
Successore | titolo abolito (Karl Theodor von Dalberg come Principe primate della Confederazione del Reno) |
Imperatore d'Austria come Francesco I | |
In carica | 11 agosto 1804 – 2 marzo 1835 |
Predecessore | titolo creato |
Successore | Ferdinando I |
Re d'Ungheria Re di Boemia | |
In carica | 1º marzo 1792 – 2 marzo 1835 |
Incoronazione | Buda, 6 giugno 1792 Praga, 9 agosto 1792 |
Predecessore | Leopoldo II |
Successore | Ferdinando I |
Re del Lombardo-Veneto | |
In carica | 7 aprile 1815 – 2 marzo 1835 |
Predecessore | titolo creato |
Successore | Ferdinando I |
Nome completo | (DE) Franz Joseph Karl Johann von Habsburg-Lothringen |
Altri titoli | Re di Germania Duca di Milano e Mantova Conte delle Fiandre Duca di Salisburgo Re di Croazia e Slavonia |
Nascita | Firenze, 12 febbraio 1768 |
Morte | Vienna, 2 marzo 1835 (67 anni) |
Luogo di sepoltura | Cripta Imperiale, Vienna |
Dinastia | Asburgo-Lorena |
Padre | Leopoldo II d'Asburgo-Lorena |
Madre | Maria Ludovica di Borbone-Spagna |
Coniugi | Elisabetta Guglielmina di Württemberg Maria Teresa di Borbone-Napoli Maria Ludovica d'Austria-Este Carolina Augusta di Baviera |
Figli | prime nozze: Ludovica Elisabetta seconde nozze: Maria Luisa Ferdinando Carolina Leopoldina Carolina Luisa Maria Leopoldina Maria Clementina Giuseppe Francesco Maria Carolina Francesco Carlo Maria Anna Giovanni Nepomuceno Amalia Teresa |
Religione | cristianesimo cattolico |
Firma |
Francesco d'Asburgo-Lorena | |
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Friedrich von Amerling, Ritratto dell'imperatore Francesco I d'Austria, 1832, Kunsthistorisches Museum | |
Presidente della Confederazione Germanica | |
Durata mandato | 8 giugno 1815 - 2 marzo 1835 |
Predecessore | carica creata (Eugenio di Beauharnais come Principe primate della Confederazione del Reno) |
Successore | Ferdinando I d'Asburgo-Lorena |
Dati generali | |
Firma |
Per contrastare l'egemonia di Napoleone in Europa, e per prevenire una perdita di rango, nel 1804 assunse il titolo di Imperatore ereditario d'Austria - numerato come Francesco I - ma portò fino al 1806 il titolo di Imperatore dei Romani sempre Augusto. Nella storia è perciò chiamato Francesco II, per distinguerlo da suo nonno Francesco I di Lorena.
Il suo proclama del 6 agosto 1806, in cui dichiarò il Reich estinto, sancì che "la corona imperiale tedesca e il governo imperiale" erano ufficialmente decaduti e che "gli Elettori, Principi e altri ceti, così come tutti gli appartenenti e vassalli dell'Impero tedesco, sono sciolti dai loro precedenti obblighi". Diede così alla luce l'Impero ereditario d'Austria, costituito dalle terre ereditarie della Casa d'Asburgo. Questo perché se la Corona Imperiale fosse finita in mani francesi anche le sue terre austriache comprese nel Reich avrebbero potuto cadere sotto il dominio napoleonico.
L'Impero era stato di fatto già abolito da Napoleone, quando questi nel 1806 fondò la Confederazione del Reno, un organismo che comprendeva molti territori fuoriusciti dal Reich in seguito alla Reichsdeputationshauptschluss di due anni prima. Come risultato quindi, Francesco II sciolse formalmente l'Impero, fondato nell'800 con l'incoronazione imperiale di Carlo Magno.
Dal 1792 l'imperatore Francesco fu anche re di Boemia, Croazia e Ungheria, i reami ereditari della Casa d'Austria che confluirono nel nuovo Impero da lui fondato.
Francesco Giuseppe Carlo Giovanni nacque a Firenze il 12 febbraio 1768, secondogenito e primo maschio dell'allora granduca di Toscana, Pietro Leopoldo di Lorena, (successivamente imperatore del Sacro Romano Impero col nome di Leopoldo II) e dell'Infanta di Spagna Maria Ludovica di Borbone. Furono suoi nonni paterni l'imperatore Francesco Stefano di Lorena e Maria Teresa d'Austria, mentre quelli materni Carlo III di Spagna e Maria Amalia di Sassonia.
Fin dall'inizio il piccolo Francesco fu destinato al trono come successore di suo zio Giuseppe II dopo suo padre: l'imperatore Giuseppe infatti non aveva avuto eredi dalle sue due mogli. Nel 1784 lo zio di Francesco, pretese quindi che questi completasse la sua formazione presso di lui a Vienna.[1] Già nel 1780, alla morte di Maria Teresa, Giuseppe aveva richiesto al conte Colloredo una dettagliata relazione sullo sviluppo del nipote, ma tale compito si era rivelato piuttosto difficile; dopo che il sedicenne principe venne portato nella capitale dell'Impero, dovette subito partecipare alle cerimonie ufficiali accanto allo zio[2]; nello stesso tempo, la moglie che lo zio aveva scelto per lui, Elisabetta di Württemberg (sorella della zarina Maria Fëdorovna), veniva educata in monastero per la sua futura vita da imperatrice[3]. Nell'ottava guerra contro il Turco (1788 – 1791) il giovane Francesco fu spedito al fronte per volontà dello zio.
Giuseppe II riteneva che il giovane Francesco avesse troppo poco carattere (imputando questo fatto essenzialmente alla troppa indulgenza della corte fiorentina in cui era cresciuto, commentando il fatto con queste parole "Non lo si potrà mai definire un nativo austriaco, né un ungherese, né un boemo, dato che è nato e cresciuto in Italia"[4]) e per questo il suo metodo per temprare il nipote fu quello di isolarlo completamente dal resto del mondo, ritenendo che questo lo avrebbe reso maggiormente indipendente, staccandolo dalle influenze degli altri. Giuseppe II disse del nipote Francesco: "stenta a crescere", "è arretrato sia nella destrezza fisica che nel portamento, "è né più né meno un figlio viziato dalla madre, ma del resto il modo con cui è stato allevato per più di sedici anni non poteva che averlo confermato nell'illusione che la conservazione della sua persona sia l'unica cosa per lui importante".[5]
Malgrado questo duro trattamento, Francesco continuò ad ammirare molto suo zio e forse un poco giunse anche a temerne la figura. Per completare la sua formazione Francesco venne inviato al seguito di un reggimento in Ungheria sotto il comando del feldmaresciallo Ernst Gideon von Laudon e qui scoprì un mondo a lui molto congeniale.
Dopo la morte di quest'ultimo, il padre di Francesco, Leopoldo, gli succedette come erede asburgico e come imperatore, però gli furono concessi solo un paio di anni di regno quale Imperatore del Sacro Romano Impero. Durante questo periodo, Francesco fece ritorno a Vienna e prese parte col padre ad una serie di eventi pubblici tra cui la famosa Dichiarazione di Pillnitz del 1791 che sancì la prima ufficializzazione della necessità di una guerra contro i rivoluzionari francesi.
Nel 1792 Francesco, appena ventiquattrenne e molto prima di quanto si aspettasse, divenne imperatore del Sacro Romano Impero, arciduca d'Austria, re di Ungheria e di Boemia e signore dei rimanenti paesi della monarchia asburgica. Dopo che il 6 giugno era già stato incoronato re in Buda, e poco dopo (5 luglio) Francesco veniva incoronato imperatore dei Romani nel duomo di Francoforte dallo zio Massimiliano d'Asburgo-Lorena, arcivescovo di Colonia, quale legato pontificio.
Seguì poi il 9 agosto l'incoronazione di re di Boemia a Praga, ma sui festeggiamenti per l'incoronazione gravò l'ombra della dichiarazione di guerra da parte francese (20 aprile 1792), che diede inizio alla Guerra della Prima coalizione. Poco dopo il giovane imperatore Francesco II si trovò a confrontarsi ancora coi problemi legati alla Francia: sua zia Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI e regina consorte di Francia, venne ghigliottinata nel 1793 durante il suo regno, ma Francesco dopotutto si dimostrò piuttosto indifferente al suo fato, attirandosi il biasimo di molti sostenitori della monarchia asburgica e della sua politica in Europa. Maria Antonietta, del resto, si era sempre mantenuta distaccata dal padre di Francesco, Leopoldo II, e lui stesso, l'ultima volta che l'aveva incontrata, era solo un bambino ed aveva un vago ricordo della zia. Georges Danton tentò di negoziare con l'imperatore il rilascio di Maria Antonietta, ma Francesco si oppose categoricamente a quest'idea sia per evitare dal principio un coinvolgimento diretto dell'Austria nelle politiche della Francia, sia poi perché si era reso conto che le cause della rivoluzione erano in parte dovute anche a problemi economici dello stato francese.
La guerra della prima coalizione antifrancese in cui ad ogni modo anche l'Austria era per forza di cose ricaduta per arginare al dilagare degli ideali rivoluzionari in tutta Europa, si protrasse fino al 1797 e vide Francesco II impegnato al fronte per un breve periodo al comando delle forze alleate durante la Campagna delle Fiandre nel 1794 prima di passare il comando a suo fratello l'arciduca Carlo. Il termine della guerra comportò per l'Austria la perdita definitiva dei Paesi Bassi austriaci ed i territori della riva sinistra del Reno, ma contemporaneamente portò all'acquisizione della città di Venezia e dei suoi territori, dell'Istria e della Dalmazia dopo la caduta dell'antica repubblica (trattato di Campoformio, 17 ottobre 1797). Da quel momento il destino di Francesco II imperatore fu indissolubilmente legato all'evoluzione delle fortune di Napoleone Bonaparte.
Francesco II prese parte nel contempo alle trattative della Terza spartizione della Polonia (1795), dove riuscì ad annettere all'Austria una parte di Cracovia e della Piccola Polonia tra Pilica, la Vistola e Bug, oltre ad una parte di Podlachia e della Masovia, per una superficie totale di 47.000 km² e una popolazione di 1,2 milioni di persone.
La guerra della Seconda coalizione (1799-1801), dopo i primi successi in Italia, dovuti anche all'intervento delle truppe russe del generale Alessandro Suvorov, si risolse in una disfatta e con il trattato di Lunéville (1801), l'Austria perse tutti i suoi domini sulla riva sinistra del Reno, con la formale rinuncia a qualsiasi pretesa futura da parte del Sacro Romano Impero su questi territori, inoltre la casa degli Asburgo-Lorena dovette rinunciare al Granducato di Toscana.
La guerra della Terza coalizione (1805) vide la perdita dei territori del Tirolo e del Veneto da parte dell'Austria a favore dell'Impero Francese dopo la sconfitta ad Austerlitz. La conseguente pace di Presburgo indebolì notevolmente la posizione dell'impero in Germania: l'assetto degli Stati tedeschi fu riorganizzato sulla base dell'impronta filo-napoleonica dalla cosiddetta Confederazione del Reno. L'11 agosto 1804 Francesco II, con una saggia previsione, aveva proclamato l'impero austriaco, rinunciando di fatto all'attribuzione di Imperatore dei Romani (cosa che avvenne formalmente due anni dopo). Si poneva così allo stesso livello di Napoleone, che pochi mesi prima aveva proclamato l'impero di Francia.
Francesco II tenne anche conto del fatto che, dopo i cambiamenti avvenuti nel 1803 nel collegio dei principi elettori a seguito delle decisioni prese dalla deputazione del Reich (la Reichsdeputationshauptschluss che aveva visto ad esempio, l'abolizione dei tradizionali principati cattolici di Colonia e di Treviri e l'aggiunta dei principati del Baden, del Württemberg e dell'Assia), la prossima scelta di un Asburgo come imperatore a seguito di una sua eventuale morte improvvisa sarebbe stata messa in discussione. Il riconoscimento di questo titolo imperiale era effettivamente problematico, ma quello di imperatore d'Austria fu in breve tempo riconosciuto da tutti gli stati. Poiché l'abolizione del titolo di Imperatore dei Romani ebbe luogo formalmente solo due anni dopo, Francesco fu l'unico imperatore “doppio” della storia del mondo, essendo: Francesco II, imperatore dei Romani e Francesco I, imperatore d'Austria.
Nel 1809, approfittando degli impegni militari che trattenevano Napoleone in Spagna e sfruttando la sollevazione popolare guidata dal tirolese Andreas Hofer contro i francesi ed i loro alleati bavaresi che avevano occupato il Tirolo dal 1806, Francesco dichiarò ancora una volta guerra alla Francia collezionando una grande vittoria condotta dall'arciduca Carlo nella battaglia di Aspern.
Il precipitoso ritorno di Napoleone nel nord Europa, sancì la vittoria della Grande Armée a Wagram, fatto che costrinse l'imperatore alla Pace di Schönbrunn, con la quale perse, a favore della Francia, la città di Trieste e le Province illiriche, oltre ad aderire forzosamente al Blocco continentale voluto da Napoleone contro il Regno Unito. Francesco I colse l'occasione per sostituire l'anziano ministro Johann Philipp von Stadion col trentaseienne Klemens von Metternich (che resterà in tale posizione sino al 1848), sebbene fosse ormai chiaro che le guerre napoleoniche avevano ridotto di molto l'influenza dell'Austria nella politica degli stati tedeschi, cedendo irrimediabilmente la propria posizione al Regno di Prussia. Il matrimonio poi della figlia di Francesco, Maria Luisa, con il Bonaparte, avvenuto l'anno successivo, sancì un'alleanza stabile fra i due imperi, quello austriaco e quello francese, che durò fino al 1813 quando, dopo la disastrosa campagna di Russia quando l'Austria ruppe l'alleanza con la Francia schierandosi con i precedenti alleati: Inghilterra, Prussia e Russia. Nel frattempo da questa unione era nato un figlio, Napoleone Francesco (così chiamato proprio in onore del nonno imperatore) che, dopo il confino di Napoleone all'Elba, era stato portato a Vienna dove, su espressa richiesta della madre e di Francesco II, questi venne educato secondo i valori asburgici. Nel 1818 Francesco II concesse al nipote il titolo di duca di Reichstadt associato a importanti rendite personali, permettendogli anche di intraprendere la vita militare che tanto amava come il padre, ma mantenendolo sempre lontano da qualsiasi ruolo politico dal momento che tanti temevano un ritorno dei Bonaparte sul trono francese.
Il Congresso di Vienna (1814), che non a caso si tenne simbolicamente nella capitale austriaca, ospitato da Francesco I in persona presso i suoi palazzi, oltre alla disfatta definitiva di Napoleone a Waterloo l'anno successivo, consentirono di restituire a Francesco I d'Austria gran parte dei territori perduti negli ultimi quindici anni di guerre contro i francesi. Le forze conservatrici, con l'Austria in prima posizione, fondarono a Parigi nel 1815 la Santa Alleanza per preservare le monarchie in Europa e controbilanciarne i poteri al fine di evitare il ripetersi dell'esperienza napoleonica. Nel medesimo congresso venne inoltre istituita la Confederazione germanica, un'associazione di stati dell'Europa centrale posta a riorganizzare quel che rimaneva dell'ex Sacro Romano Impero, sotto la presidenza dell'imperatore d'Austria. Il congresso fu un trionfo personale per Francesco II il quale ebbe modo nuovamente di confrontarsi con alleati di peso del rango dello zar Alessandro I di Russia e del re Federico Guglielmo III di Prussia, ma negoziò un trattato segreto col da poco restaurato Luigi XVIII di Francia che minacciò seriamente di compromettere i delicati rapporti diplomatici intessuti dai suoi ministri.[6]
Dopo il Congresso di Vienna, Francesco II cercherà di mantenersi al di fuori di scontri internazionali, concedendo all'Austria un ventennio di pace che fu molto prolifico per la propria economia interna e per le relazioni con l'estero. L'unica partecipazione che lo vide direttamente coinvolto fu la presa di posizione sui moti rivoluzionari del 1820-21 con degli interventi militari a Napoli ed in Piemonte.
La storica reputazione di Francesco II come primo imperatore regnante col concetto di essere sovrano dei molteplici popoli che formavano l'impero austriaco è inscindibilmente legata al nome di Klemens von Metternich, che dal 1809 in avanti si trovò a ricoprire le più alte cariche dello Stato e che esercitò di fatto il corrispondente potere politico, mentre l'imperatore pareva di gran lunga più interessato alla botanica che agli affari di stato, esercitando una funzione meramente rappresentativa dei suoi poteri.
Ciò nondimeno Francesco era profondamente convinto della propria investitura per grazia divina e rifiutava tutto quello che poteva indicare una direzione verso la sovranità popolare. Non fu questo atteggiamento ideologico fondamentale l'ultimo motivo per cui dette tanta mano libera al Metternich. Il sistema di Metternich e di Francesco II, condizionato soprattutto dagli eventi francesi del 1830 (Rivoluzione di luglio), fu improntato ad un rigido, oggi si direbbe testardo, conservatorismo, che non mostrava alcuna apertura anche piccolissima a riforme o cambiamenti in senso costituzionale. Questo atteggiamento, ad ogni modo, compromise largamente in termini economici lo sviluppo dell'Austria d'inizio Ottocento, facendola faticare a tenere il passo con lo sviluppo di altre nazioni contemporanee.
Lo storico austriaco Heinrich Drimmel così si è espresso rivedendo il classico giudizio dato dagli storici alla politica conservatrice di Francesco II:
«Quello che spinse Francesco a godere della fama che gode verso gli storici è stato rappresentato dall'uso della polizia e della forza nei termini che già avevano sfruttato sua nonna, suo zio e suo padre. Il comportamento draconiano di Maria Teresa ricorda infatti molto i metodi e le sanzioni penali introdotte da Giuseppe II per gli austriaci. Solo Leopoldo II si premurò di importare dall'Italia un certo sviluppo in questo senso, se non altro per la polizia che divenne segreta, piena di spie ed informatori. Nulla del resto se confrontato a quanto accadde in Francia con il Terrore e con i rivoluzionari e le modalità successivamente attuate da Napoleone".[7]»
La ragione di questa politica conservatorista traeva forse le proprie origini dagli eventi della Rivoluzione francese che tanto avevano impressionato lo stesso Francesco II all'inizio del proprio regno. Nel 1794 tale durezza era stata resa necessaria per sventare una cospirazione giacobina scoperta in seno alle armate austriache ed ungheresi.[8] I capi di questa cospirazione vennero processati, ma i verdetti finali riuscirono solo a smussare i contorni della fitta rete di trame. Il fratello di Francesco, l'arciduca Alessandro Leopoldo (all'epoca Palatino d'Ungheria) scrisse all'imperatore: "Anche se abbiamo colpito il grosso dei cospiratori, non siamo ancora arrivati al fondo del lavoro." I processati vennero condannati all'impiccagione ed alla pubblica esposizione, mentre molti altri vennero condannati al carcere duro (molti di questi morirono a causa delle pessime condizioni alle quali erano detenuti).[9]
A fronte di questi eventi si può facilmente comprendere come Francesco II fosse quindi portato ad essere sospettoso per natura, sfruttando la fitta rete di polizia segreta e spie seguendo l'esempio di suo padre (alla cui morte la polizia segreta toscana era una delle migliori d'Europa) ed arrivando persino a far eseguire indagini sui suoi fratelli, gli arciduchi Carlo e Giovanni, per sospette attività coi rivoluzionari. Anche la censura ebbe un ruolo rilevante nella politica interna di Francesco II: l'autore Franz Grillparzer, patriota fedele alla causa imperiale, si vide una volta censurata una sua opera per "misure precauzionali". Quando Grillparzer incontrò il censore responsabile gli chiese cosa vi fosse di negativo nel suo lavoro. Il censore replicò "Oh, nulla anzi! Ma per dovere di stato le devo rispondere "Beh non si sa mai"!"[10]
Negli affari militari, Francesco II permise a suo fratello l'arciduca Carlo di avere un notevole controllo sull'esercito, in particolare durante le guerre napoleoniche. Ad ogni modo, desideroso di non garantire ad alcuno un potere eccessivo che potesse offuscarlo, mantenne netta la separazione delle funzioni di comando tra la Hofkriegsrat ed i suoi generali sul campo. Negli ultimi anni del suo regno, decise di ridurre drasticamente i finanziamenti per l'esercito, richiedendo che gli investimenti in questo campo non eccedessero dai 40.000.000 di fiorini annui da lui decisi, facendo diminuire il budget disponibile per gli affari militari dal 50% al 20% dal 1817 al 1830.
Sul piano personale, invece, Francesco si presentava come un uomo sorprendentemente moderno per la sua epoca: in molte rappresentazioni pittoriche d'epoca si ha l'occasione di vederlo in frac come un normale borghese e non con il classico abbigliamento ufficiale (a differenza del suo successore indiretto Francesco Giuseppe che apparirà in pubblico quasi esclusivamente con la divisa militare da generale). Anche nei ritratti che lo vedono in compagnia del resto della famiglia imperiale asburgica, si ritrova il suo tratto contraddistinto da un tono di semplicità e familiarità. L'ideale culturale della borghesia si impose così anche alla persona dell'imperatore molto più che alla sua politica. Francesco si presentava come un monarca aperto e avvicinabile a tutti (per due volte a settimana incontrava pubblicamente i sudditi che ne facessero richiesta, senza riguardo per il loro status e spesso parlando il loro stesso linguaggio per avvicinarsi il più possibile alla loro identità culturale), ma la sua volontà rimaneva sovrana ed incontestabile.
Francesco II come dono di nozze per Carolina Augusta di Baviera, chiese da Venezia una somma di 10.000 zecchini. A Venezia, però, il conte Leopoldo Cicognara, il direttore dell'Accademia di Belle Arti di Venezia in quel periodo, decise di consegnare il regalo sotto forma di opere d'arte. Così chiamò Antonio Canova e altri pittori come Francesco Hayez e Giovanni de Min per creare le varie opere. Antonio Canova scolpì la statua della Musa Polimnia, adesso conservata a Vienna, mentre Giorgio de Min dipinse L'arrivo della regina di Saba, un'opera su tela.
Il 2 marzo 1835, esattamente 43 anni e un giorno dopo la morte di suo padre e poche settimane dopo il suo compleanno, Francesco morì nel Castello di Schönbrunn a causa di una febbre improvvisa all'età di 67 anni, in presenza di molti membri della sua famiglia e con tutti i conforti religiosi del caso.[11] Il suo funerale fu magnifico, partendo dalla cappella della Hofburg[12] dove il suo corpo rimase esposto per tre giorni alla pubblica venerazione dei sudditi.[13] Francesco, come da tradizione, venne sepolto nella Kapuzinergruft di Vienna, alla tomba n. 57, attorniato dalle sue quattro mogli.
Con la sua scomparsa, la dignità imperiale passò al suo figlio maggiore Ferdinando, al quale lo stesso Francesco indirizzò il suo testamento politico con queste parole: "Preserva l'unità della famiglia e salvaguardala poiché è uno dei beni più preziosi al mondo". Questo amore della famiglia che Francesco II manifestò per tutta la sua vita e che volle lasciare come ultima suprema volontà al nipote lo si può vedere in molti ritratti che lo riguardano (specialmente in quelli realizzati da Peter Fendi), spesso attorniato da nipoti e pronipoti.[11]
Francesco I è stato da alcuni storici a posteriori definito l'"Imperatore dei fiori" ed effettivamente, sin dalla sua giovane età, egli si interessò particolarmente al mondo della botanica grazie alle lezioni impartitegli da Nikolaus Joseph von Jacquin. La sua grande collezione di erbari di piante autoctone, che lui stesso aveva creato, contribuirono a creare il gabinetto botanico di corte, che si qualificò in breve tempo come una delle più imponenti collezioni al mondo: in tutto vi si contano ancora oggi quattro milioni di foglie di piante essiccate che oggi sono conservate al Museo di Storia Naturale di Vienna. Tra le spedizioni botaniche finanziate da Francesco II famosa rimase quella in Brasile, che gli valse la dedica della Franciscea (appartenente alla famiglia delle Solanaceae). Per promuovere la diffusione della cultura tecnica e scientifica, nel 1815 fondò, sul modello dell'École polytechnique parigina, l'Istituto Politecnico Imperiale e Reale di Vienna, che sarà precursore dell'attuale Politecnico di Vienna.
Grande amante della musica, si dilettava a suonare il violino suonando nell'orchestra da camera privata della moglie Maria Teresa.
Appassionato collezionista di testi antichi e moderni dall'età di 17 anni, arrivò a contare una biblioteca personale di 40.000 volumi disposti in quattro grandi sale alla Hofburg, composta in prevalenza da opere scientifiche e botaniche, oltre a classici, libri di viaggio e opere geografiche che oggi fanno parte della Biblioteca Nazionale Austriaca.
Gli interessi collezionistici di Francesco II però si spinsero anche oltre: nella sua collezione di animali imbalsamati provenienti da tutto il mondo (tra cui si può ammirare ancora oggi l'amata coppia di canarini gialli che il sovrano prediligeva), giunse a includere anche il corpo di Angelo Soliman, imbalsamato, impagliato ed esposto nel gabinetto imperiale delle meraviglie per la stranezza della sua pelle nera.
Francesco II modificò più volte durante il suo regno la grande titolatura ufficiale a seguito dei continui cambi geopolitici ai quali furono soggetti i suoi domini.
Elezione a Sacro Romano Imperatore
S.M.I. e R. Ap. Francesco II per la grazia di Dio,
ecc., ecc.
Proclamazione a Imperatore ereditario d'Austria
S.M.I. e R. Ap. Francesco II per la grazia di Dio,
ecc., ecc.
Dopo l'abdicazione da Sacro Romano Imperatore, fu introdotta una nuova versione del titolo imperiale austriaco
S.M.I. e R. Ap. Francesco I per la grazia di Dio,
ecc., ecc.
Dopo il Congresso di Vienna, fu introdotta una nuova, ultima versione della grande titolatura imperiale austriaca:
S.M.I. e R. Ap. Francesco I per la grazia di Dio,
ecc., ecc.
Modifiche si resero necessarie anche allo stemma imperiale che, durante il Sacro Romano Impero, nella sua versione più estesa, era composto da un'aquila bicipite recante in petto uno scudo composto da 69 campi disposti in modo tale che ai quattro angoli si presentassero i quattro scudi dei principali domini dell'impero e cioè Ungheria in alto a destra, in alto a sinistra Boemia, in basso a destra Galizia con vicino lo stemma dei Lorena, in basso a sinistra di Venezia. Il nuovo stemma, invece, riportava al centro semplicemente lo stemma austriaco (sfondo rosso con una banda argentea al centro) a voler sottolineare ancora una volta la rinnovata centralità dell'Austria e dei domini personali della casata imperiale nel nuovo impero. Il nuovo stemma rimase tale sino al 1867 quando, con la creazione dell'Impero austro-ungarico vennero aggiunte due corone a simboleggiare le due entità regali dell'Austria e dell'Ungheria.
Il 6 gennaio 1788 Francesco sposò a Vienna la principessa Elisabetta Guglielmina di Württemberg (1767 – 1790)[14], figlia del duca Federico II Eugenio di Württemberg e della consorte principessa Federica Dorotea di Brandeburgo-Schwedt.
Dal primo matrimonio nacque una sola figlia:
Rimasto vedovo, sposò quindi in seconde nozze la cugina prima, principessa Maria Teresa Carolina di Borbone-Napoli, (1772 – 1807), figlia di Ferdinando I, re delle Due Sicilie e della sua consorte l'Arciduchessa Maria Carolina d'Austria (1752-1814).
Dal secondo matrimonio nacquero:
Il 6 gennaio del 1808 Francesco sposò la cugina di primo grado Maria Ludovica Beatrice d'Asburgo-Este (1787-1816), figlia dello zio paterno Ferdinando d'Asburgo-Lorena e di Maria Beatrice d'Este.
Morta la ventottenne Maria Ludovica, l'Imperatore sposò Carolina Augusta di Baviera, figlia del re Massimiliano I di Baviera.
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