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Governatore di Milano era una carica politica e militare dello Stato di Milano, titolo spettante ai rappresentanti dei sovrani stranieri che si succedettero nel dominio sul milanese dal XVI secolo sino all'Unità d'Italia. Il primo della serie di Governatori fu lo spagnolo Antonio de Leyva, nominato il 2 novembre 1535 dopo la morte dell'ultimo duca di casa Sforza, Francesco II, sopraggiunta il 24 ottobre di quell'anno.[1]
Governatore di Milano | |
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Castello Sforzesco, sede del governatore | |
Stato | Stato di Milano |
Tipo | Capo politico e militare |
Istituito | 1499 |
da | Luigi XII di Francia |
Riforme | 1545 1581 |
Soppresso | 1796 |
da | Napoleone Bonaparte |
Nominato da | Supremo Consiglio d'Italia (dal 1526 al 1706) Imperatore d'Austria (dal 1726 al 1800) |
Sede | Milano |
In tempi antichi le funzioni del moderno governatore vennero assunte dal vicario imperiale, istituito da Lotario I come suo rappresentante nei domini milanesi e italiani. Tale carica ebbe valenza governatoriale dall'840 al 975 e dal 980 al 1042, cadendo poi definitivamente in disuso. Nel secondo periodo, la carica di Vicario venne mantenuta dagli arcivescovi di Milano che detennero tale funzione sino alla definitiva rottura dei rapporti col Sacro Romano Impero.
La carica di Governatore, abolita durante il periodo della signoria viscontea prima e sforzesca poi, venne ripristinato nel breve periodo di tempo della reggenza francese del Ducato di Milano tra la fine del Quattrocento e la prima metà del Cinquecento. I governatori, in questo periodo, svolgevano perlopiù la mansione di comandanti militari delle guarnigioni reali a Milano, risiedevano al Castello Sforzesco e avevano il titolo di Castellani.
Dal | Al | Governatore | |
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1499 | 1500 | Gian Giacomo Trivulzio, marchese di Vigevano | |
1500 | 1510 | Charles II d'Amboise, signore di Chaumont | |
25 giugno 1511 | 11 aprile 1512 | Gastone di Foix, duca di Nemours | |
1512 | 1515 | Completa restaurazione sforzesca (Duca Ercole Massimiliano Sforza) | |
1516 | 1516 | Carlo III, duca di Borbone | |
1517 | 1522 | Odet de Foix, visconte di Lautrec | Nel 1521 Francesco II Sforza viene restaurato al Ducato di Milano dalle forze imperiali, ma deve esercitare il suo potere confrontandosi costantemente con le forze occupanti del re di Francia e le ingerenze imperiali. Tiene con difficoltà il controllo del Ducato fino alla morte, nel 1535 |
15 settembre 1524 | 1525 | Michele Antonio di Saluzzo | |
1525 | 24 febbraio 1525 | Teodoro Trivulzio |
Con l'estinzione della casata degli Sforza nel 1535, Carlo V d'Asburgo assunse il controllo diretto del Ducato di Milano in quanto feudo Imperiale. La figura del Governatore Imperiale di Milano era però già stata istituita nel 1526, a seguito della Battaglia di Pavia e del passaggio del ducato dalla Francia agli Sforza sotto la protezione dell'Imperatore.
Dal | Al | Governatore | Note | Regnante |
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6 luglio 1526 | 21 maggio 1527 | Carlo III, duca di Borbone | ||
1 marzo 1531 | 1532 | Alessandro Bentivoglio | Luogotenente generale[2] | Francesco II Sforza |
13 novembre 1535 | 15 settembre 1536 | Antonio de Leyva, principe di Ascoli | Prese possesso di Milano il 27 novembre 1535[3], morto in carica nel 1536 durante la guerra in Provenza. Il corpo fu trasportato a Milano e sepolto nella Basilica di San Dionigi. | Carlo V d'Asburgo |
9 ottobre 1536 | 28 gennaio 1538 | Cardinale Marino Ascanio Caracciolo | Fu prima Gran Cancelliere, poi Governatore per gli affari politici ed economici, morto in carica; le funzioni militari erano di competenza del marchese Del Vasto con titolo di Capitano Generale in Italia.[1] | |
febbraio 1538 | 31 marzo 1546 | Alfonso d'Avalos d'Aquino, marchese del Vasto | Governatore militare, ebbe anche responsabilità degli affari politici ed economici. Sotto il suo governo si pubblicarono le Nuove Costituzioni e fu riorganizzata l'attività dei tribunali. Morì a Vigevano alla fine di marzo del 1546. | |
aprile 1546 | ottobre 1546 | Alvaro de Luna, castellano del Castello Sforzesco | Governò ad interim. | |
ottobre 1546 | 19 marzo 1554 | Ferrante Gonzaga, principe di Molfetta | Entrò a Milano il 19 giugno 1546; fu costretto a lasciare la carica di Governatore nel marzo del 1555 per via di certe accuse mossegli dal Castellano di essere mancante nelle sue funzioni. Fu assolto dalle accuse ma non tornò alla carica di Governatore. Sotto il suo governo perfezionò i Bastioni della città. |
Nel 1554, Carlo V lasciava il Ducato di Milano a Filippo II di Spagna (avendolo già investito segretamente nel 1540). Durante il periodo spagnolo il Governatore era nominato dal Consiglio di Stato, presieduto dal Re, su proposta del Supremo Consiglio d'Italia, per tre anni, anche se mancavano norme formali al riguardo. Doveva appartenere alla nobiltà, quasi sempre quella spagnola, ma anche quella lombarda - di solito purché la sua stirpe avesse origini spagnole. All'assunzione dell'ufficio riceveva il giuramento della città di Milano, dei decurioni e dei principali feudatari del Ducato.[5][6]
Il Governatore aveva attribuzioni tipiche di un Capo di Stato, anche se dipendente dal Re di Spagna. Presiedeva il Consiglio generale dei 60 decurioni (il più prestigioso organo dell'amministrazione cittadina milanese). Aveva il potere d'ordinanza (ossia normativo), poteva concedere la grazia plenaria ai condannati e nominare assemblee o commissioni di senatori, vicari e decurioni.[7] Aveva inoltre il compito di nominare molte delle più alte cariche dello stato, inclusi i ministri, i vicari, i magistrati e gli ambasciatori (nominava direttamente le figure annuali e biennali, mentre proponeva una rosa di nomi al Supremo Consiglio d'Italia per quelle di durata superiore o vitalizia).[8] Per bilanciare gli ampi poteri del Governatore, fu istituita la figura del Gran Cancelliere: vertice del potere esecutivo, doveva inoltre ratificare leggi, editti e provvedimenti del Consiglio segreto, del Senato e del Governatore, avendo potere di veto incontrastato su entrambi. Neppure le decisioni del Governatore avevano valore legale o potevano entrare in atto senza l’imprimatur del Cancelliere, che non poteva essere oltrepassato.[2][9][10] Il Governatore era inoltre tenuto a rendere conto del proprio operato al Re, rappresentato dal Governo centrale dell’Escuriale.[4]
Alle sue dipendenze era posto un vasto apparato consultivo, diretto dal Gran Cancelliere, denominato Cancelleria segreta; era inoltre affiancato da un organo collegiale consultivo ed esecutivo, il Consiglio segreto, i cui membri erano di norma interamente nominati dal Governatore e che svolgeva mansioni nel potere legislativo, esecutivo e talora anche giudiziario. Il Governatore poteva nominare - o rimuovere - sia il Vice Cancelliere, capo della Cancelleria segreta, sia il Segretario generale del Consiglio segreto, ma doveva prima avvisare il Re in persona, inoltre era necessaria la ratifica del Senato tramite maggioranza assoluta.[2][11] Poteva anche emettere gride di proprio pugno, ma oltre all’imprimatur del Gran Cancelliere era anche necessaria la firma del Segretario generale.[7][10] Non aveva il comando delle forze armate (che spettava al Castellano, sebbene talvolta le due cariche fossero unite nella stessa persona); ciononostante, non di rado i Governatori erano comandanti e conducevano di persona guerre od operazioni militari, come nel caso di Don Gonzalo Fernández e Ambrogio Spinola, che nel periodo della peste di Milano lasciarono temporaneamente il proprio incarico e i pieni poteri al Cancelliere Don Antonio Ferrer per coadiuvare la guerra di successione di Mantova e del Monferrato.[5][12]
Il Governatore era la massima autorità (quantomeno civile) nel ducato, e pertanto poteva esercitare il proprio potere (imperium) impartendo ordini inappellabili alla maggior parte delle altre cariche o istituzioni, purché fossero rispettate le leggi vigenti del ducato e del Re. Tuttavia, alcune figure non erano subordinate alla sua autorità o potevano perfino limitarla:
La dipendenza del Castellano dal Governatore fu invece soggetta a rilevanti variazioni nel corso del tempo.[6]
In caso di assenza o impedimento del Governatore, le sue funzioni erano svolte in un primo tempo dal Castellano o dal Presidente del Senato (carica che, agli albori del ducato, era presumibilmente unita a quella di Governatore);[6] a partire dal XVII secolo, quest’onere passò invece al Gran Cancelliere. Qualora la vacanza del Governatore fosse prolungata, per esempio a causa di una guerra o di un insediamento particolarmente lungo, il Cancelliere poteva assumere il ruolo di Governatore ad interim o di Reggente (ruolo che in alcuni casi poteva essere confermato), oppure governare il ducato come Presidente della Giunta Interina.[2][11] Era frequente che l’inserimento del Governatore successivo richiedesse numerose settimane, o persino più di un anno.[7][8]
Come il Gran Cancelliere, il Governatore percepiva una retribuzione di 24.000 ducati annui e riceveva il trattamento di Don e Sua Eccellenza (S.E.). Le ordinanze e gli editti emessi da Cancelliere e Governatore erano caratterizzati dal formalismo Ex Ordine Suæ Excellentiæ (raramente abbreviato in E.O.S.E.).[10][13]
Dal | Al | Governatore | Note | Regnante |
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26 gennaio 1554 | 25 luglio 1554 | Presidente e del Senato e del Grancancelliere di Milano | Reggenza in assenza di Ferrante Gonzaga | |
16 agosto 1554 | 14 aprile 1555 | Presidente e del Senato e del Grancancelliere di Milano | Conferma della reggenza | Filippo II di Spagna |
14 aprile 1555 | 1555 | Fernando Álvarez de Toledo, terzo duca di Alba | ||
8 dicembre 1555 | agosto 1557 | Cardinale Cristoforo Madruzzo, principe-vescovo di Trento | Rimosso dall'incarico[3] | |
agosto 1557 | aprile 1558 | Giovanni de Figueroa, castellano di Milano | Ad interim | |
24 aprile 1558 | dicembre 1559 | Gonzalo II Fernández de Córdoba, duca di Sessa | Primo mandato | |
10 dicembre 1559 | settembre 1561 | Francesco Fernando d'Avalos, marchese di Pescara | ||
20 settembre 1561 | gennaio 1564 | Gonzalo II Fernández de Córdoba, duca di Sessa | Secondo mandato | |
18 gennaio 1564 | 21 agosto 1571 | Gabriel de la Cueva, duca di Albuquerque | Morto in carica | |
8 settembre 1571 | dicembre 1571 | Alvaro de Sande, signore di Valdefuentes | ||
8 dicembre 1571 | aprile 1573 | Luis de Zúñiga y Requesens, cavaliere di Santiago | ||
aprile 1573 | novembre 1573 | Andrés Ponce de León y de las Infantas, signore di Sumaria e Mazalquivir | Ad interim
Già Gran Cancelliere, Cancelliere Vicario, Cancelliere di Granada, membro del Supremo Consiglio d'Italia e del Consiglio di Stato e Castiglia[3][16] | |
novembre 1573 | 20 aprile 1580 | Antonio de Guzmán, marchese di Ayamonte | Morto in carica | |
aprile 1580 | 10 luglio 1580 | Juan Vicente Lope de Montenegro y Sarmiento, signore di Sobrano e Trabanca | Pro tempore in seguito al decesso di Antonio de Guzmán
Già Gran Cancelliere, Cancelliere Vicario, Cancelliere di Granada e membro del Consiglio di Stato e Castiglia[3][17] | |
10 luglio 1580 | 1581 | Sancho de Guevara y Padilla, castellano di Milano | Ad interim | |
27 marzo 1581 | 1581 | Alonso Pérez de Guzmán y Sotomayor, duca di Medina Sidonia | Non occupò la carica[3] | |
15 ottobre 1581 | maggio 1592 | Carlo d'Aragona Tagliavia, principe di Castelvetrano | Rimosso per autoritarismo e abuso di potere, che aveva condotto ad uno scontro tra Don Diego Salazar e il conte Giovanni de Salamanca, membro del Supremo Consiglio d’Italia, riguardo l’insegnamento del Gran Cancelliere designato dal Re. Già Capitano Generale[13][15][18] | |
10 maggio 1592 | gennaio 1600 | Juan Fernández de Velasco, duca di Frias e connestabile di Castiglia | Primo mandato | |
gennaio 1600 | aprile 1600 | Diego Salazar, conte di Romanengo | Ad interim (primo mandato)
Già Reggente e poi Presidente del Supremo Consiglio d’Italia, Gran Cancelliere e Cancelliere Vicario[19][20][21] | |
20 aprile 1600 | 22 luglio 1610 | Pedro Enríquez de Acevedo, conte di Fuentes | Morto in carica | Filippo III di Spagna |
22 luglio 1610 | 2 ottobre 1610 | Diego Salazar, conte di Romanengo | Pro tempore in seguito al decesso di Enríquez (secondo mandato)
Lasciò in largo anticipo l’incarico per essere nominato Reggente del Consiglio di Stato e Castiglia. Già Reggente e poi Presidente del Supremo Consiglio d’Italia, nonché Gran Cancelliere e Cancelliere Vicario[2][19][22] | |
2 ottobre 1610 | 28 dicembre 1610 | Diego Portugal y Pimentel, marchese di Gelves | Pro tempore come Capitano Generale, Governatore e Castellano, in seguito alle dimissioni di Don Diego Salazar. Già Presidente del Consiglio di Guerra[5][23] | |
28 dicembre 1610 | 4 maggio 1612 | Juan Fernández de Velasco, duca di Frias e connestabile di Castiglia | Terzo mandato | |
4 maggio 1612 | settembre 1615 | Juan de Mendoza y Velasco, marchese di la Hinojosa | ||
26 settembre 1615 | febbraio 1618 | Pedro de Toledo, marchese di Villafranca | ||
13 febbraio 1618 | marzo 1626 | Gómez Suárez de Figueroa y Córdoba, duca di Feria | Primo mandato | |
31 marzo 1626 | ottobre 1627 | Gonzalo Fernández de Córdoba, principe di Maratea | Filippo IV di Spagna | |
14 ottobre 1627 | marzo 1628 | Ferdinando Afán de Ribera y Enríquez, duca d'Alcalà | Non occupò la carica | |
17 marzo 1628 | luglio 1629 | Gonzalo Fernández de Córdoba, principe di Maratea | Mai insediato a causa della guerra di successione di Mantova e del Monferrato. Cedette incarico e pieni poteri a Don Antonio Ferrer. Rimosso per insuccesso militare[5][13][15] | |
2 marzo 1628 | settembre 1629 | Antonio Ferrer, conte di Sant Feliu | Ad interim (primo mandato)
L’incarico e i pieni poteri gli furono concessi per tutta la durata della guerra di successione di Mantova e del Monferrato. Già Reggente del Supremo Consiglio d’Italia, Gran Cancelliere e Cancelliere di Aragona[5][9][24] | |
16 luglio 1629 | 25 settembre 1630 | Ambrogio Spinola, marchese di Los Balbases | Non esercitò a causa della guerra di successione di Mantova e del Monferrato e della Peste di Milano, quindi morì in carica. L’incarico fu esercitato da Don Antonio Ferrer[5][13][15] | |
febbraio 1630 | novembre 1631 | Antonio Ferrer, conte di Sant Feliu | De facto e pro tempore come Reggente Governatore fino a settembre 1630, quindi ad interim (secondo mandato)
L’incarico e i pieni poteri gli furono concessi per tutta la durata della Peste di Milano e a causa del protrarsi della guerra di successione di Mantova e del Monferrato. Restituì le mansioni a crisi finita. Già Reggente del Supremo Consiglio d’Italia, Gran Cancelliere e Cancelliere di Aragona[11][12][25] | |
20 settembre 1630 | aprile 1631 | Alvaro de Bazán, marchese di Santa Cruz | Mai insediato a causa della guerra di successione di Mantova e del Monferrato e della Peste di Milano. L’incarico rimase a Don Antonio Ferrer[5][13][15] | |
18 aprile 1631 | gennaio 1633 | Gómez Suárez de Figueroa y Córdoba, duca di Feria | Secondo mandato
Inizialmente cedette incarico e pieni poteri a Don Antonio Ferrer a causa della Peste di Milano e del protrarsi della guerra di successione di Mantova e del Monferrato. Fu insediato ed esercitò a partire da novembre 1631[5][13][15] | |
22 gennaio 1633 | 23 settembre 1633 | Cardinale-Infante Ferdinando d'Asburgo | ||
23 settembre 1633 | luglio 1635 | Cardinale Gil Carrillo de Albornoz | Prima ad interim, poi effettivo dal 6 gennaio 1635 | |
11 luglio 1635 | settembre 1635 | Ferdinando Afan de Ribera, duca d'Alcalà | Non occupò la carica | |
24 settembre 1635 | dicembre 1640 | Diego Felippez de Guzman, marchese di Leganés | ||
19 dicembre 1640 | giugno 1643 | Juan de Velasco de la Cueva y Pacheco, conte di Sirvela | ||
20 giugno 1643 | settembre 1645 | Antonio Sancho Dávila de Toledo y Colonna, marchese di Velada | ||
18 settembre 1645 | settembre 1647 | Bernardino Fernández de Velasco y Tovar, duca di Frias e connestabile di Castiglia | ||
30 settembre 1647 | giugno 1648 | Íñigo Fernández de Velasco, conte di Haro | Pro tempore, sostituì il padre | |
25 giugno 1648 | dicembre 1655 | Luis de Benavides Carrillo y Toledo, marchese di Caracena | ||
2 dicembre 1655 | gennaio 1656 | Cardinale Teodoro Trivulzio | ||
13 gennaio 1656 | febbraio 1660 | Alfonso Perez de Vivero, conte di Fuensaldaña | ||
15 dicembre 1657 | 21 febbraio 1658 | Inigo Velez de Guevara y Tassis, conte di Oñate | Morì prima di assumere la carica; rimase governatore il conte di Fuensaldaña | |
26 febbraio 1660 | marzo 1662 | Francesco Caetani, duca di Sermoneta | ||
19 marzo 1662 | 29 marzo 1668 | Luis de Guzmán Ponce de Leon, conte di Villaverde | Morto in carica | |
31 marzo 1668 | giugno 1668 | Paolo Spinola, marchese di Los Balbases | Primo mandato | Carlo II di Spagna |
26 giugno 1668 | 26 dicembre 1668 | Francisco de Orozco, marchese di Olias | Morto in carica | |
1 febbraio 1669 | marzo 1669 | Paolo Spinola, marchese di Los Balbases | Secondo mandato | |
6 marzo 1669 | luglio 1673 (di fatto fino al luglio 1674) | Gaspar Tellez Girón, duca di Osuna | Antonio López de Ayala y Velasco, IX conte di Fuensalida, viene nominato comandante militare nel 1671. | |
luglio-agosto 1673 | ottobre 1678 | Claude Lamoral I di Ligne, principe di Ligne | ||
17 ottobre 1678 | gennaio 1686 | Juan Tomás Enríquez de Cabrera, conte di Melgar | Prima ad interim e poi effettivo dal 26 agosto 1680 | |
22 gennaio 1686 | aprile 1691 | Antonio López de Ayala y Velasco, IX conte di Fuensalida | ||
1 aprile 1691 | gennaio 1698 | Diego Dávila Mesía y Guzmán, marchese di Leganés | In origine era stato nominato Don Diego Iñiguez de Abarca marchese di Sangüesa, già Gran Cancelliere, ma questi rinunciò al posto per essere nominato Reggente del Supremo Consiglio d’Italia[26] | |
gennaio 1698 | aprile 1698 | Vicente Pérez de Araciel y Rada, arcivescovo di Saragozza | Pro tempore
Già Reggente del Supremo Consiglio d’Italia e Gran Cancelliere[27] | |
22 aprile 1698 | 19 settembre 1706 | Carlo Enrico di Lorena, principe di Vaudemont |
Milano fu presa dall'esercito austriaco il 26 settembre 1706 durante la guerra di successione spagnola. Il possesso austriaco venne confermato dal trattato di Utrecht.
Durante il periodo della dominazione austriaca, che coprì sostanzialmente tutto il XVIII secolo, il governatorato di Milano rappresentava uno dei punti cardine dell'amministrazione austriaca. Lo stesso imperatore, infatti, si fregiava dell'antico titolo di Duca di Milano e godeva dei benefici di nominare un proprio rappresentante nei domini che egli possedeva nell'Italia settentrionale. La maggior parte dei governatori di questo periodo furono in prevalenza aristocratici di origine austriaca e comunque nessuno fu un lombardo d'origine, fatto rilevante questo per definire la cura degli affari di stato da parte della corte imperiale.
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