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Zico

dirigente sportivo, allenatore di calcio e calciatore brasiliano (1953-) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Zico
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Zico, pseudonimo di Arthur Antunes Coimbra (Rio de Janeiro, 3 marzo 1953), è un dirigente sportivo, allenatore di calcio ed ex calciatore brasiliano, di ruolo centrocampista, direttore advisor dei Kashima Antlers.

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Zico (disambigua).
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Soprannominato O Galinho (in italiano il galletto)[6][7][8][9], veniva spesso chiamato anche con il soprannome di Pelè bianco[10][11] ed è considerato uno dei migliori calciatori della storia del calcio.[12][13][14][15] Occupa la 18ª posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata dalla rivista World Soccer,[16] la 14ª posizione nell'omonima classifica stilata dall'IFFHS[17] e la 7ª posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori sudamericani del XX secolo pubblicata sempre dall'IFFHS nel 2004.[18] Nello stesso anno, Pelé lo ha anche inserito nella FIFA 100, la lista dei 125 migliori calciatori viventi, redatta in occasione del Centenario della FIFA.[19] Infine occupa la 7ª posizione nella classifica del FIFA Player of the Century redatta dalla FIFA (Votazione FIFA Magazine + Gran Jury FIFA) e la 9ª posizione nell'analoga classifica del Player of the Century redatta da France Football.

Legò principalmente il suo nome al Flamengo e alla nazionale brasiliana, mentre in Italia è ricordato anche per la sua militanza nell'Udinese. Nella sua carriera è eletto per 3 volte Calciatore sudamericano dell'anno ed in totale ha giocato 778 partite ufficiali segnando 526 gol, dei quali 477[20][21] con i club e 49 con la maglia verde-oro (48[5] nella selezione maggiore, uno[2] con quella olimpica); contando anche le partite non ufficiali giocate il suo totale sale a 1180 presenze e 826 gol.[22]

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Biografia

È fratello di Edu, uno dei migliori calciatori brasiliani degli anni 1960 e 1970. I suoi figli Thiago e Junior sono stati calciatori.[20]

Compare, nelle vesti di se stesso, in una breve sequenza del film del 1984 L'allenatore nel pallone, dove viene ripreso in una seduta di allenamento e citato con il suo nome completo dal protagonista Lino Banfi.[23]

Caratteristiche tecniche

Trequartista dalla spiccata attitudine offensiva,[24] poteva venire impiegato anche come seconda punta o ala sinistra.[24] Abile sia nella impostazione del gioco in posizione di regista[13] che nella conclusione a rete in prima persona.[13] Era un ottimo specialista di calci piazzati tanto da venire considerato come uno dei migliori tiratori di calci di punizione della storia.[25] In carriera ha infatti messo a segno 62 calci di punizione,[25] che lo rendono il sesto miglior realizzatore di punizioni di tutti i tempi alle spalle di Juninho Pernambucano, Pelé, Ronaldinho, Victor Legrotaglie e David Beckham.[25]

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Carriera

Riepilogo
Prospettiva

Giocatore

Club

Flamengo
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Zico in azione con la maglia del Flamengo nel 1981

Fece il suo esordio nel calcio professionistico nel 1967[21] con la maglia del Flamengo, con la quale vinse 4 campionati brasiliani, la Coppa Libertadores 1981 e la Coppa Intercontinentale 1981 (nella quale venne anche eletto miglior giocatore), oltre a due titoli di capocannoniere, e mise a segno oltre 300 gol. A livello personale vinse 2 Bola de Ouro e 7 Bola de Prata, fu eletto Calciatore sudamericano dell'anno per tre volte e si laureò anche numerose volte capocannoniere nelle varie competizioni a cui partecipò.

Particolarmente eclatante fu la stagione 1979, in cui mise a segno 65 reti in 51 partite. Le ottime prestazioni gli valsero l'attenzione della Roma[26] e del Milan: i rossoneri, in particolare, furono vicinissimi ad acquistarlo nell'estate del 1981,[26] ma il Flamengo rifiutò qualsiasi offerta.[27]

Udinese
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Zico all'Udinese nel 1984, alle prese con il milanista Wilkins

Nell'estate del 1983 il presidente Lamberto Mazza annunciò il trasferimento del fuoriclasse brasiliano nella sua Udinese per la cifra di 6 miliardi di lire.[26] L'affare venne però inizialmente bloccato dal presidente della FIGC Federico Sordillo e ciò provocò la sollevazione dei sostenitori friulani: molti di essi scesero infatti in piazza in città agitando dei cartelli con la scritta "O Zico o Austria"[26][28], alludendo ad una possibile secessione in caso di mancato via libera.[28] In seguito il caso divenne anche un vero e proprio affare di stato: su di esso si espressero infatti anche ministri, segretari di partito ed associazioni sindacali,[26] finanche il Presidente della Repubblica Sandro Pertini,[28] e alla fine il tesseramento avvenne.

Nel suo primo anno il brasiliano si trovò a giocare, tra gli altri, con il connazionale Edinho, con Franco Causio, con Massimo Mauro e con Pietro Paolo Virdis, mentre in panchina c'era seduto Enzo Ferrari. Zico esordì in campionato segnando una doppietta nel largo successo esterno col Genoa (5-0), e alla fine si fermò a 19 reti, che gli valsero il secondo posto nella classifica dei marcatori alle spalle di Michel Platini, primo con una rete in più. L'Udinese chiuse però al nono posto, a quattro punti dalla zona UEFA, mentre il brasiliano dovette saltare 5 gare a causa di un infortunio muscolare subito l'8 marzo in un'amichevole col Brescia.[29] Il secondo anno, invece, fu decisamente più in sordina: i friulani persero nel calciomercato Causio e Virdis, mentre in panchina arrivò Luís Vinício; Zico segnò solamente 3 reti (con Lazio, Inter e Juventus) in 16 gare a causa di un infortunio che ne compromise la stagione.[30] Lasciò infine Udine dopo aver ricevuto una squalifica per insulti ad un arbitro (Pirandola, in occasione della direzione di Udinese-Napoli, reo di non aver visto il goal di mano di Maradona per il definitivo 2-2) ed una condanna (poi cancellata) per reati societari.[21]

Ritorno al Flamengo e Giappone

Zico tornò così al Flamengo, dove rimase altre 5 stagioni, prima di andare in Giappone; qui militò nel Sumitomo Metals ed infine nel Kashima Antlers, abbandonando poi il calcio giocato nel 1994.

Nazionale

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Zico in nazionale nel 1978

Disputò la prima partita col Brasile il 25 febbraio 1976, un'amichevole con l'Uruguay nella quale andò anche in rete.[21] In seguito partecipò a 3 edizioni del Mondiale. Nel campionato del mondo 1978 giocò le 6 partite delle due fasi a gironi, segnando anche una rete nella vittoria per 3-0 sul Perù ma saltando la finale per il terzo posto (che i verde-oro vinsero contro l'Italia).

Quattro anni più tardi fu invece in campo in tutti e 5 gli incontri e segnò 4 reti (una contro la Scozia, due contro la Nuova Zelanda ed un altro contro l'Argentina), mentre in Messico nel 1986 venne schierato solo in 3 partite, l'ultima delle quali, il quarto perso 3-2 contro la Francia ai calci di rigore, mise fine alla sua carriera in Nazionale; Zico si congedò comunque realizzando il suo tiro dal dischetto, dopo averne però sbagliato uno nei tempi regolamentari.

In totale con i verde-oro giocò 72 partite ufficiali segnando 52 gol (quinto miglior marcatore di sempre dei verde-oro); contando anche le partite non ufficiali giocate il suo totale sale a 88 presenze e 66 gol.

Il 27 marzo 1989 allo Stadio Friuli di Udine venne disputata la gara d'addio di Zico alla Nazionale brasiliana, con un Brasile-Resto del Mondo, allenata da Nils Liedholm, Mircea Lucescu e Artur Jorge che terminò 1-2 con reti di Dunga, Enzo Francescoli e Lajos Détári.[31]

Allenatore e dirigente

Gli inizi in Brasile e Giappone

Ritirandosi dalle competizioni nel 1994, il 5 maggio 1998 viene nominato vice e coordinatore tecnico di Mário Zagallo alla guida del Brasile.[32] Il 28 luglio, dopo aver perso la finale del campionato mondiale di calcio 1998 contro la Francia, Zagallo e Zico vengono esonerati dal presidente federale Teixeira.[33]

In seguito, dal 19 agosto al 31 dicembre 1999 allena i Kashima Antlers, portati, al di là di ogni pronostico, fino al secondo posto nel campionato giapponese. Dal 1º luglio 2002 al 1º luglio 2006 assume la guida della nazionale di calcio giapponese, che conduce a una brillante vittoria nella Coppa d'Asia 2004 e poi alla qualificazione ai Mondiali 2006. Qui la sua selezione ottiene scarsi risultati (1 punto nello 0-0 contro la Croazia) ed è stata eliminata al primo turno.

Le esperienze in Europa

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Zico nel 2007 in veste di tecnico del Fenerbahçe

Dal 4 luglio 2006 è ingaggiato dal Fenerbahçe, succedendo a Christoph Daum. Al suo primo anno sulla panchina dei gialloblù di Istanbul domina il campionato turco vincendo il titolo 2006-2007. In Turchia porta il suo connazionale Roberto Carlos, nella speranza di aiutare la sua squadra a fare un buon cammino europeo nella Champions League 2007-2008, in cui il Fenerbahçe arriva fino ai quarti di finale, dove è battuto dal Chelsea di Abramović.

Il 30 giugno 2008 Zico lascia la panchina a Luis Aragonés, commissario tecnico della Spagna Campione d'Europa 2008, e il 26 settembre dello stesso anno approda sulla panchina del Bunyodkor, squadra del campionato uzbeko dove milita il suo connazionale ed ex Pallone d'oro Rivaldo. Alla guida della compagine Zico conquista il campionato dopo soli due mesi dall'assunzione dell'incarico, con due giornate di anticipo rispetto alla fine del torneo, e raggiunge nella Champions League asiatica le semifinali, il miglior risultato nella storia del club, lascia la squadra l'8 gennaio 2009.

Il giorno dopo assume la guida tecnica del CSKA Mosca. È esonerato il 10 settembre e il 16 settembre diviene l'allenatore dell'Olympiakos.[34] Sotto la guida di Zico, il club del Pireo conquista la qualificazione agli ottavi di finale della Champions League 2009-2010. Il 19 gennaio 2010, dopo una serie di risultati insoddisfacenti in campionato, la società comunica l'esonero dell'allenatore.[35][36]

D.T. del Flamengo, esperienze successive

Il 31 maggio 2010 viene ingaggiato come direttore tecnico del Flamengo; decide così di concludere la carriera da allenatore per stare più vicino alla sua famiglia.[37] Tuttavia, il 1º ottobre seguente torna sui suoi passi dimettendosi dalla carica.[38]

Il 28 agosto 2011 viene ingaggiato come commissario tecnico della nazionale irachena,[39] dimettendosi dall'incarico il 27 novembre 2012.[40] In seguito, il 2 agosto 2013 accetta la panchina dell'Al Gharafa, in Qatar, che lascia il 30 gennaio 2014, mentre il 3 settembre dello stesso anno passa alla guida del Goa, in India, arrivando secondo nella regular season del campionato ma perdendo la semifinale play-off.

Il 17 luglio 2018 ritorna al suo vecchio club Kashima Antlers come direttore tecnico.[41]

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Statistiche

Riepilogo
Prospettiva

Durante l'arco della sua carriera tra club e nazionale, Zico ha disputato 778 incontri ufficiali e ha segnato 526 reti, alla media di 0,68 gol a partita.[2][5][20][21][42]

Presenze e reti nei club

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Cronologia presenze e reti in nazionale

Ulteriori informazioni Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Brasile, Data ...
Ulteriori informazioni Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Brasile olimpica, Data ...

Statistiche da allenatore

Club

Statistiche aggiornate al 30 giugno 2012. In grassetto le competizioni vinte.

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Nazionale giapponese

Ulteriori informazioni Squadra, Naz ...

Nazionale giapponese nel dettaglio

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Nazionale irachena

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Nazionale irachena nel dettaglio

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Palmarès

Giocatore

Club

Competizioni statali
Flamengo: 1972, 1974, 1978, 1979, 1979 speciale, 1981, 1986
Competizioni nazionali
Flamengo: 1980, 1982, 1983
Competizioni internazionali
Flamengo: 1981
Flamengo: 1981

Individuale

1974, 1982
1974, 1975, 1977, 1980, 1982, 1982, 1987
1975 (30 gol), 1977 (27 gol), 1978 (19 gol), 1979 (26 gol), 1979 (34 gol), 1982 (21 gol)
1980 (21 gol), 1982 (20 gol)
1981 (11 gol)
1981
1981
1977, 1981, 1982
1983
  • Calciatore sudamericano dell'anno secondo la rivista "El Grafico": 1
1982
  • Miglior calciatore dell'anno secondo la rivista italiana "Guerin Sportivo": 1
1981
1995 (12 gol)
1995

Allenatore

Club

Fenerbahçe: 2006-2007
Fenerbahçe: 2007
Bunyodkor: 2008
Bunyodkor: 2008
CSKA Mosca: 2008-2009
CSKA Mosca: 2009

Nazionale

Giappone: 2004
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Note

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

Collegamenti esterni

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