Galatina
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Galatina (San Pietro in Galatina fino al 1861, Ας Πέτρο, As Pètro in dialetto grico[4], San Pietru in dialetto locale[5]) è un comune italiano di 25 364 abitanti[1] della provincia di Lecce in Puglia.
Galatina comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Puglia |
Provincia | Lecce |
Amministrazione | |
Sindaco | Fabio Vergine (lista civica Galatina di tutti) dal 27-6-2022 |
Territorio | |
Coordinate | 40°10′N 18°10′E |
Altitudine | 75 m s.l.m. |
Superficie | 82,65 km² |
Abitanti | 25 364[1] (31-7-2024) |
Densità | 306,88 ab./km² |
Frazioni | Collemeto, Noha, Santa Barbara, Aeroporto |
Comuni confinanti | Aradeo, Copertino, Corigliano d'Otranto, Cutrofiano, Galatone, Lequile, Nardò, Seclì, Sogliano Cavour, Soleto |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 73013 |
Prefisso | 0836 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 075029 |
Cod. catastale | D862 |
Targa | LE |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Cl. climatica | zona C, 1 201 GG[3] |
Nome abitanti | galatinesi |
Patrono | san Pietro, san Paolo e Santa Maria della Luce |
Giorno festivo | 29 giugno (patroni), IV giovedì dopo Pasqua (compatrona) |
Cartografia | |
Posizione del comune di Galatina all'interno della provincia di Lecce | |
Sito istituzionale | |
Situato nel Salento centrale, si fregia per regio decreto del titolo di città dal 20 luglio 1793.
La città sorge 21 km a sud di Lecce, sul declivio orientale di una leggera altura, con il centro storico a 78 m s.l.m., costruito in modo da raccogliere in profonde cisterne scavate nel calcare l'acqua piovana che scende da ovest. Il territorio circostante degrada fino a 39 metri s.l.m. in direzione di Soleto mentre il punto più alto raggiunge gli 84 metri s.l.m. in direzione di Galatone.
L'abitato si estende per circa 5 chilometri sull'asse est-ovest essendo limitato a nord dalla ferrovia ed a sud-est dal cementificio e dal cimitero. La terra "rossa" è molto fertile ed in alcuni punti anche argillosa. Le coltivazioni principali sono la vite e l'ulivo anche se con l'utilizzo dei pozzi artesiani è stata possibile la produzione di primizie ortofrutticole. Oltre al tabacco vi si produce la tipica patata novella sieglinde da esportazione.
Il territorio comunale, che si estende per 81,86 km², confina a nord con i comuni di Copertino e Lequile, a est con i comuni di Soleto e Corigliano d'Otranto, a sud con i comuni di Sogliano Cavour, Cutrofiano, Aradeo e Seclì, a ovest i comuni di Galatone e Nardò. Territorio pianeggiante caratterizzato dalla presenza di macchia mediterranea e colture di ortaggi (famosi i meloni). Nella zona est, per via dell'installazione intensiva di impianti fotovoltaici (vd. google map) negli anni 2008-2012 la macchia mediterranea e le colture sono scomparse.
Secondo i dati della stazione meteorologica di Lecce Galatina la zona, che rientra nel territorio del basso Salento, presenta tipico clima mediterraneo, con inverni miti ed estati caldo umide. In base alle medie di riferimento, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno ai +9 °C, mentre quella del mese più caldo, agosto, si aggira sui +25 °C. Le precipitazioni medie annue, che si aggirano intorno ai 676 mm, presentano un minimo in primavera-estate ed un picco in autunno-inverno.
Facendo riferimento alla ventosità, i comuni del basso Salento risentono debolmente delle correnti occidentali grazie alla protezione determinata dalle serre salentine che creano un sistema a scudo. Al contrario le correnti autunnali e invernali da Sud-Est, favoriscono in parte l'incremento delle precipitazioni, in questo periodo, rispetto al resto della penisola[6].
GALATINA | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 12,4 | 13,0 | 14,8 | 18,1 | 22,6 | 27,0 | 29,8 | 30,0 | 26,4 | 21,7 | 17,4 | 14,1 | 13,2 | 18,5 | 28,9 | 21,8 | 20,6 |
T. min. media (°C) | 5,6 | 5,8 | 7,3 | 9,6 | 13,3 | 17,2 | 19,8 | 20,1 | 17,4 | 13,7 | 10,1 | 7,3 | 6,2 | 10,1 | 19,0 | 13,7 | 12,3 |
Precipitazioni (mm) | 80 | 60 | 70 | 40 | 29 | 21 | 14 | 21 | 53 | 96 | 109 | 83 | 223 | 139 | 56 | 258 | 676 |
Umidità relativa media (%) | 79,0 | 78,9 | 78,6 | 77,8 | 75,7 | 71,1 | 68,4 | 70,2 | 75,4 | 79,3 | 80,8 | 80,4 | 79,4 | 77,4 | 69,9 | 78,5 | 76,3 |
Il primo documento storico che parla di Galatina è un atto notarile del 1178 in cui viene citato il "casale Sancti Petri in Galatina". Una tradizione popolare, di origine cattolica, vorrebbe che l'Apostolo san Pietro si fermasse in questo luogo nel suo viaggio da Antiochia a Roma. Solo dopo l'Unità d'Italia, nel 1861, la città riprese il suo nome originario di Galatina.
Nel periodo svevo fu feudo dei signori De Persona-De Matino in quanto parte della contea di Soleto. Con l'avvento degli Angiò il casale andrà ad Anselin de Toucy e quindi ad Ugo e Raimondo del Balzo. Da questi passò al nipote Nicolò Orsini e quindi al suo secondogenito Raimondello. Questo magnifico principe vi fece costruire nel 1391 la chiesa di Santa Caterina d'Alessandria quale ex voto per essere tornato vittorioso dalla Terrasanta con una reliquia della santa. Anche il figlio di Raimondello, Giovanni Antonio Orsini del Balzo, sepolto col padre nell'abside della chiesa, ingrandì e completò l'opera con l'annesso convento ed un ospedale dotandoli di cospicue rendite fondiarie. Il feudo di Aradeo prima e poi quelli di Bagnolo del Salento, Torrepaduli e Collemeto erano sotto la giurisdizione del convento di Santa Caterina tanto che fu necessario nominare un amministratore.
Venne fin da allora fissato il mercato settimanale al giovedì, e la grande fiera di bestiame di Santa Caterina al cadere del 25 novembre di ogni anno. Entrambi si svolgevano nel largo Fontana, attuale piazza Alighieri, attirando visitatori e mercanti di bestiame da ogni parte del Meridione. Qui i forestieri, nelle notti precedenti il mercato, potevano riposare e dissetare i loro animali, fruire di essenziali servizi tra cui la fontana: un grande pozzo d'acqua sorgiva scavato al centro dello spazio.
L'ospedale, i servizi civici, la chiesa di Santa Caterina, il mercato del giovedì e altre attività commerciali permetteranno a San Pietro in Galatina di ingrandirsi velocemente. Tra il 1459 e il 1463, Galatina ha circa 2.900 abitanti contro i circa 1.100 di Soleto.
Alla morte del principe Giovanni Antonio Orsini del Balzo la città si era così ingrandita da essere elevata a ducato nel 1485 quando fu data dal re di Napoli Ferrante d'Aragona a Giovanni Castriota II (in albanese Gjon Kastrioti), figlio di Giorgio Castriota, detto Scanderbeg, per i servizi resi nella battaglia di Otranto (1480-1481), nella guerra di Ferrara (1482-1484) contro la Repubblica di Venezia e nel recupero di Gallipoli nel giugno del 1484, sanguinosamente conquistata dalla Serenissima. Ferrante gli concesse il titolo di conte, assegnandogli però, in cambio dei feudi, ereditati dal padre (San Giovanni Rotondo e di Monte Sant'Angelo), i feudi di Soleto e di San Pietro in Galatina, e senza confermargli gli eccezionali privilegi doganali e giurisdizionali di cui aveva goduto il padre.[8]
Giovanni e suo figlio Ferrante furono il primo e secondo duca di Galatina.
Sotto i Castriota si ebbe una fioritura culturale ed oltre al sorgere di una corte, videro i natali anche il "canzoniere" di Vernaleone, il cui figlio fu amico di Tommaso Campanella, il mistico Pietro "Galatino", i filosofi Marcantonio Zimara, Francesco Cavoti, gli scultori Nicola Ferrando e Nuzzo Barba e il misterioso pittore Lavinio Zappa.
L'unica figlia legittima del duca Ferrante, Irene Castriota Scanderbeg (3ª duchessa di San Pietro in Galatina), nata da Andreana Acquaviva d'Aragona dei duchi di Nardò, portò il ducato di Galatina e la contea di Soleto nella famiglia Sanseverino dopo il suo matrimonio nel 1539 con il principe di Bisignano Pietro Antonio Sanseverino appartenente ad una nobile famiglia napoletana.
A questo periodo risalgono le attuali porte e mura di Galatina. Delle originali cinque porte della città è possibile ammirare ancora oggi solo Porta Nuova (a nord), Porta Luce (a ovest) e Porta Cappuccini (a est), nulla è rimasto, invece, della Porta di Santa Caterina (a sud) e di quella che si trovava all'imboccatura di piazza Alighieri (Porta della Piazza).
Quello che rimane del castello ducale dei Castriota è il palazzo che si affaccia in piazza Aligheri e che nel seicento faceva parte delle vecchie mura. Rimaneggiato nei secoli XVIII-XX conserva solo poche tracce della costruzione originale.
Ospitò il vescovo di Otranto Mons.Adarzo de Santander (1657-1674) che lo scelse come residenza mentre non vide quasi mai presenti i suoi possessori.
Nel 1565 Irene morì a Cassano Calabro e nel 1569 il figlio Niccolò Bernardino Sanseverino venne a Galatina con la moglie Isabella della Rovere principessa di Urbino. Furono accolti con archi trionfali, fochi artificiali e luminari per le strade (da G.Vacca - Un'inedita cronaca galatinese del cinquecento).
Nel 1615 Galatina e Noha furono cedute per i debiti degli eredi di Niccolò Bernardino Sanseverino (Morano 1541-Napoli 1606), principe di Bisignano, Morano e Corigliano Calabro, alla nobile famiglia genovese Spinola banchieri del Regno.
Dell'ingresso di Giovan Battista Spinola e della moglie Maria nella città di San Pietro in Galatina nel 1616 esiste una rappresentazione in argento sbalzato e cesellato facente parte della collezione della famiglia Spinola in Genova che assieme ad altre quattro costituiva uno degli elementi decorativi esterni di un cofanetto. Il figlio Giovan Filippo Spinola (1610-1660) commissionò all'olandese Mattheus Melijn l'esecuzione del manufatto in argento durante la sua permanenza a Genova dal 1630 al 1639 e sposò nel 1656 la cugina Veronica Spinola erede del principato di Molfetta. A Giovan Battista Spinola succedettero prima il figlio Gio.Maria (1602-1666) e poi il nipote Francesco Maria Spinola (1659-1727) che, diventato duca di Sabbioneta nel 1693, lasciò la residenza di Galatina al vescovo Santander. Da suo figlio Gio.Filippo (1677-1753) il titolo di duca di San Pietro in Galatina passò dapprima al primogenito Francesco Maria Spinola (1712-1754) e poi al secondogenito Gio.Giuseppe (1714-1784).
Non avendo quest'ultimo avuto figli nel 1784 passò alla sorella Maria Teresa che nel 1741 aveva sposato il nobile milanese Gio.Battista Gallarati Scotti. Quest'ultimo nel 1731 aveva ereditato dal patrigno conte Scotti cognome e feudi e alle sue proprietà lombarde aggiunse il Ducato di San Pietro in Galatina ed il principato di Molfetta ereditati dalla moglie. Ultimo feudatario di Galatina il discendente Carlo Gallarati Scotti (1775-1840) fino al 1806 (anno in cui fu soppressa la feudalità) ma che ebbe confermati i suoi titoli nobiliari dal governo austriaco nel 1816 per la parte lombarda e nel 1828 dal re di Napoli per quella pugliese.
Il 20 luglio 1793 Galatina, con decreto di Ferdinando IV, fu dichiarata città.
Contribuirono alla diffusione della cultura, nell'Ottocento, alcuni istituti religiosi come i tre conventi di monaci, gli olivetani benedettini (gestori dell'ospedale detti "bianchini" per via dell'abito bianco), i cappuccini ed i padri delle Scuole Pie (scolopi).
Per le ragazze c'era l'educandato civile, le scuole normali, l'orfanotrofio e infine l'educandato presso il monastero di Santa Chiara. Verso la fine dell'Ottocento vi era a Galatina un conservatorio e un convitto dal quale uscirono i cittadini più illustri. Il convitto, la cui sede fu l'ex-convento delle Grazie, fu fondato nel 1854 dai Padri Scolopi con una duplice funzione, quella di convitto per studenti interni e quella di scuola per gli esterni.
Oltre alle scuole superiori Galatina deve la sua crescita demografica ed economica alla presenza di un grande ed efficiente ospedale. Il primo fu fatto costruire da Raimondello Orsini vicino alla chiesa di Santa Caterina (attualmente sede del Municipio), gestito dai frati francescani. Dopo la sua morte, fu ampliato e potenziato dalla moglie e regina Maria d'Enghien così da diventare punto di riferimento per tutto il Salento. Nel 1499, l'amministrazione passò ai padri Olivetani, chiamati dagli Aragonesi che avevano sostituito gli Orsini. Nel 1848 fu istituito in via P. Siciliani l'ospedale civile che prese prima il nome di ospedale del Carmine in quanto la sede era quella dell'antico convento dei Carmelitani e poi chiamato nel 1925 "Antonio Vallone".
Anche a Galatina ci furono moti carbonari a partire dal 1799 che si intensificarono dopo il 1815 con il ritorno dei Borboni a Napoli. La "vendita" chiamata "Novelli Bruti" è documentata da un diploma di affiliazione del 30 luglio 1820 rinvenuto tra le carte del barone di Corigliano d'Otranto, Giacomo Comi. Le riunioni periodiche dei carbonari galatinesi avvenivano in qualche casolare dell'agro. Una sede rimasta memorabile è quella della «Torre», nella masseria omonima, in agro di Soleto, sulla via per Corigliano d'Otranto.
Il 13 dicembre 1884 venne inaugurata la stazione ferroviaria sulla linea Lecce-Gallipoli e nel 1887 il nuovo cimitero.
Il 19 aprile 1903, in seguito ad una rivolta dei contadini, i carabinieri intervenuti per sedare la sommossa sparano sui rivoltosi lasciando sul suolo 2 morti e 30 feriti. I caduti sono Angelo Gorgone e Lisi Oronzo detto "Penna". Questa è da ritenere la prima rivolta contro i latifondisti dell'epoca.
Il 21 aprile del 1921 alle ore 20, a Galatina, fu inaugurata la prima centrale elettrica galatinese realizzata grazie all'impegno del deputato e ingegnere galatinese Antonio Vallone, di Pietro Stefanelli e di Pantaleo Duma, progettista dell'impianto.
Il 29 marzo 1930 viene inaugurato il maestoso Teatro Tartaro con la rappresentazione di un'opera lirica. Diventerà poi cinema e verrà chiuso nel 1984 per riaprire a nuova vita il 13 ottobre 2007, come Galleria Commerciale[9] con all'interno sala cinematografica.
Il 6 febbraio del 1947 venne inaugurata la sala da ballo del Cavallino Bianco (che all'epoca era una cantina) mentre il teatro fu inaugurato il 3 febbraio del 1949 con il Rigoletto. Chiuso nel 2001, è stato acquistato dall'Amministrazione comunale e riaperto nel 2008 dopo la bonifica dall'eternit ed il suo ripristino a fini culturali. I lavori per la sua ristrutturazione sono iniziati nel maggio 2014.
Nel 1949 l'idea di una mostra mercato rilancia lo sviluppo economico della città e dal 1984 La Fiera nazionale di Galatina ha una sua area espositiva permanente.
Nel territorio di Galatina è ubicata dal novembre 1957 anche la scuola di volo basico per i piloti dell'Aeronautica Militare presso l'aeroporto di Galatina "Fortunato Cesari". L'aeroporto di Galatina è un aeroporto militare situato a 10 km dalla città di Galatina; è aperto solo al traffico militare ed ospita il 61º Stormo e il 10º Reparto manutenzione velivoli dell'Aeronautica Militare.
Nel 1966 nacque l'ospedale Santa Caterina Novella (fu chiamato così per ricordare l'antico ospedale del XIV secolo). La sua struttura imponente, che domina la collina dell'antico rione San Sebastiano ha oggi triplicato la sua superficie iniziale di circa 3000 metri quadrati.
«L'emblema del Comune è formato da uno stemma di color azzurro, caricato da due chiavi pontificie di color oro, poste in croce di Sant'Andrea, con l'ingegno rivolto verso l'alto. In cima, all'incrocio delle chiavi, è posta una corona a tre punte. Al di sotto dell'incrocio vi è, posta in maestà, la civetta, simbolo di Athena. Al capo del blasone segni esterni di Città, sui lati ramoscelli di ulivo e alloro.[10]»
Il simbolo della civetta risale all'epoca della fondazione quale colonia greca dedicata a Minerva; le chiavi di San Pietro, concesse dal papa Urbano VI, testimoniano come la città sia stata centro di affermazione del rito latino e della chiesa di Roma in un'area di osservanza greco-ortodossa. La corona baronale al di sopra delle chiavi fu concessa da re Ferdinando IV che, con decreto del 20 luglio 1793, elevò il centro al rango di Città e le conferì i privilegi di baronia, in riconoscenza della sua fedeltà alla Corona. Fino all'unità d'Italia era presente anche il motto latino, tratto dal Vangelo di Matteo (16, 18): Adversus hanc petram portae inferi non praevalebunt ("le porte dell'inferno [le forze del male] non prevarranno su questa pietra [su questa città]".[11]
«Drappo di colore azzurro, caricato dall'arma comunale…[10]»
La costruzione, che presenta una planimetria a tre navate, doveva far parte di un antico Cenobio di Basiliani e doveva essere affrescata. All'esterno della cripta è presente una nicchia con altorilievo cinquecentesco raffigurante due angeli che sorreggono un drappo che fa da sfondo a Sant'Anna e alla Vergine col Bambino. Una simile rappresentazione è visibile anche nella lunetta del portale della chiesa di Santa Maria della Misericordia (o dei Battenti), opera questa del 1579.
Correva l'anno 1550 circa quando a Galatina le attività economiche erano diventate tanto fiorenti, in particolare la concia delle pelli, da attrarre i finanzieri umbro –toscani, Conti Cosimo e Nicola Baldi che edificarono il Palazzo Baldi. Nel cuore del centro antico di Galatina a metà strada tra la Basilica di S.Caterina e la Chiesa matrice di S.Pietro e Paolo. Dal punto di vista culturale, nel 1600, la città ospitava una sorta di “cenacolo” intellettuale a cui partecipavano note personalità, tra le quali spiccava la figura del Vescovo di Otranto, Gabriele Adarzo de Santander. Questi aveva scelto come abitazione e dimora invernale proprio Palazzo Baldi, luogo ideale per la sua privacy. Il minuzioso restauro ha preservato al meglio le peculiarità e gli elementi di autenticità ed unicità presenti.
Palazzo Baldi, unitamente a "Palazzo Massa" "Palazzo Verdosci" e "Palazzo Vallone" (risalenti ai secoli XVII, XVIII e XIX), si articolano in sequenza dando luogo ad un'isola architettonica, originalissima e tipica del Centro Antico denominata “Corte Baldi".
Palazzo Baldi sfoggia al suo interno innumerevoli elementi tipici del XVI secolo come: epigrafi latine, affreschi religiosi, volte e chiavi di volta in pietra leccese, capitelli e passaggi segreti, pozzi e cisterne di raccolta dell'acqua piovana, osservatorio astronomico e agrumeto secolare di pertinenza.
Palazzo del Sedile, risalente al XV secolo, era l'antica sede della Municipalità e dell'Amministrazione della Giustizia. Presenta una sobria facciata con elementi decorativi rinascimentali e alcune iscrizioni commemorative, databili al XVIII secolo, che ricordano le trasformazioni dell'edificio e alcune vicende storiche.
Il Palazzo, in origine castello, fu costruito durante la feudalità della famiglia Castriota-Scanderbeg dal Re Ferdinando I d'Aragona detto il Cattolico. Fu residenza dell'Arcivescovo di Otranto Adarzo de Santander (1654-1674). La facciata in Piazza Alighieri è impostata sulle antiche mura e presenta un poderoso portale sormontato dallo stemma degli Spinola.
Il palazzo Orsini è sede del Comune. Venne edificato per volere di Raimondello del Balzo Orsini alla fine del XIV secolo. Annesso alla chiesa e al convento di Santa Caterina d'Alessandria, il palazzo aveva la funzione di ospedale destinato ad accogliere infermi, poveri e pellegrini. I lavori di costruzione si protrassero tra il 1384 e il 1391, data entro cui presumibilmente l'ospedale doveva essere completato. L'edificio fu successivamente rimaneggiato nel corso dei secoli a causa delle mutate esigenze estetiche e dalle diverse destinazioni d'uso.
Costruito nel 1580, come attesta l'iscrizione all'interno del cortile, fu abbellito nel piano superiore negli ultimi decenni del Settecento dall'architetto Emanuele Orfano di Alessano.
Edificata dopo l'Unità d'Italia (1861) è dedicata a Vittorio Emanuele II, re d'Italia. Attualmente ospita la sede dell'Ufficio Informazioni Turistiche.
In prossimità della villa comunale e di fronte al monumento ai caduti è presente una fontana bronzea nota come Lampada senza luce o La Pupa, opera dello scultore locale Gaetano Martinez (1892-1951), che nel 1936 fu esposta alla Biennale di Venezia.
Il nucleo originario dell'abitato di Galatina era costituito da un agglomerato di case poste su un banco di argilla in prossimità di una falda freatica affiorante in superficie, che garantiva un adeguato approvvigionamento idrico. Si trattava di un insediamento disaggregato, privo di fortificazioni e strettamente legato all'area rurale. Col passare del tempo gli abitanti furono costretti a migrare in una zona più alta per necessità difensive.
Nella prima metà del XIV secolo il feudatario Raimondo del Balzo cinse di possenti mura il territorio urbano, continuamente minacciato dalle incursioni di milizie straniere. La sicurezza offerta dall'imponente cinta muraria richiamò un gran numero di abitanti dai contadi vicini, favorendo un rapido inurbamento; la città assunse un assetto urbanistico regolare e si sviluppò a livello economico e sociale.
Nella prima metà del Cinquecento, l'incremento demografico e le conseguente crescita edilizia resero necessario un ampliamento del circuito murario; nel 1539, grazie a un privilegio ottenuto dal viceré Don Pietro di Toledo, la città di Galatina, minacciata dalle invasioni turche, fu inclusa in un vasto programma di difesa del territorio salentino attuato da Carlo V. Le fonti tramandano che le mura trecentesche furono abbattute e che fu convocato in città l'architetto militare Evangelista Menga, noto per aver costruito il castello di Copertino e le fortificazioni nell'isola di Malta, che avevano resistito all'attacco dei Turchi.
La nuova cinta muraria aveva la circonferenza di circa un miglio ed era rinforzata da quattro bastioni a base quadrangolare, detti di Santa Caterina, Nachi-Veris, Papadia e Capano. Nel corso del Seicento e del Settecento furono attuati ulteriori ampliamenti del perimetro murario; verso la fine dell'Ottocento l'aumento della popolazione e l'espansione dell'abitato determinarono una progressiva demolizione delle mura e un conseguente sviluppo edilizio nella zona esterna ad esse.
Fino alla prima metà dell'Ottocento, lungo il circuito murario erano in uso cinque porte: a nord-ovest Porta della Piazza, a ovest Porta Luce, a nord Porta Nuova, detta anche Porta San Pietro, a sud Porta Santa Caterina, a sud-est Porta dei Cappuccini. Fortunosamente scampati alle trasformazioni urbanistiche, si conservano delle antiche mura brevi tratti su corso Maria D'Enghien e su via Giuseppina del Ponte. Sicuramente ridimensionati in altezza a causa del rialzo del piano stradale, essi rappresentano una spessa struttura muraria e sono caratterizzati da un andamento leggermente a scarpa chiuso alla sommità da una cornice a toro. Soluzione, questa, solitamente riscontrabile nelle opere difensive di fondazione spagnola.
Rimangono a testimonianza delle cinque porte d'ingresso alla città vecchia:
Situata sulla via omonima, ad ovest del centro storico, prende il nome dalla vicina chiesa e santuario della Madonna della Luce. Fu ricostruita nel 1795 e presenta un arco a tutto sesto sul quale è impostato lo stemma della città di Galatina.
Porta Nuova conosciuta anche come Porta San Pietro per via della statua del santo che la sovrasta, è posta in prossimità del nucleo più antico della città. Ha subito vari rimaneggiamenti e ricostruzioni; l'aspetto attuale è settecentesco e mostra un unico fornice inquadrato da due paraste impostate su alti basamenti. Una cornice leggermente aggettante percorre, con andamento spezzato, la superficie individuando due ordini. Nella parte superiore si sviluppa un timpano dal profilo mistilineo chiuso da due volute laterali, sulla cui sommità è posta la statua raffigurante San Pietro. Al centro dell'arcata è visibile lo stemma della città. L'intero stemma, circondato da eleganti volute, è sormontato dalla corone concessa da Ferdinando IV di Borbone per l'elevazione di Galatina al rango di Città.
In origine nota come Porta San Giorgio, Porta Cappuccini assunse il suo nome in quanto permetteva ai frati, che avevano il loro convento in questa zona fuori dalle mura, di raggiungere, attraverso uno stretto vicolo (oggi via Angelo d'Aruca), il Monte della Pietà da essi fondato nel XVI secolo all'interno del circuito cittadino. L'attuale accesso fu aperto nel 1725, ma venne totalmente rimaneggiato nel 1803. Presenta un solo fornice a tutto sesto. La semplice superficie del prospetto principale, realizzata in conci di pietra, è percorsa da una cornice leggermente aggettante riproposta anche nel coronamento. Il prospetto interno è, invece, arricchito da un camminamento delimitato da una balaustra con gruppi di tre pilastrini sagomati alternati a quelli decorati a motivi vegetali e floreali.
Abitanti censiti[16]
Al 31 dicembre 2020 a Galatina risultano residenti 757 cittadini stranieri. Le nazionalità principali sono:[17]
Il dialetto parlato a Galatina è il dialetto salentino nella sua variante centrale che corrisponde al dialetto leccese. Il dialetto salentino si presenta carico di influenze riconducibili alle dominazioni e ai popoli stabilitisi in questi territori che si sono susseguite nei secoli: messapi, greci, romani, bizantini, longobardi, normanni, albanesi, francesi, spagnoli.
Insistono a Galatina:
La casa editrice Congedo, fondata nel 1968, conta numerose collane di archeologia, filologia, filosofia, linguistica, storia, storia dell'arte, storia della letteratura, storia patria e tradizioni, cultura locale. Particolarmente curato è il settore Medioevo e Rinascimento. Una parte della produzione viene dedicata agli illustrati e all'editoria di taglio divulgativo e turistico.
Tipica, ma non solo di Galatina, è la pizzica, legata storicamente al fenomeno del tarantismo.
Il pane è preparato in diverse varianti come le pucce, con olive nere o senza, e le friselle. Tipico piatto sono le verdure selvatiche, le municeddhre (chiocciole), la carne di cavallo alla pignata (cucinata nelle tradizionali terracotte), le cadde cadde (pagnottelle con ripieno di grano pestato e pizzaiola, o prosciutto e mozzarella). Dolci tradizionali sono il pasticciotto (pasta frolla con all'interno crema pasticciera) e gli africani (biscotti fatti con tuorlo d'uovo e zucchero), mentre durante le festività di Natale si preparano le carteddhrate e i porceddhruzzi e a Pasqua le cuddhrure, oltre a molti altri a base di pasta di mandorla. Particolarmente elaborati i dolci con riproduzioni di frutta come i fichi d'India, con o senza la foglia verde, o l'agnellino pasquale con la bandiera rossa della resurrezione. I vini tipici sono Negroamaro, Primitivo, Malvasia, Fiano e Chardonnay.
La Fiera campionaria[18] di giugno, con le sue 58 edizioni, è una vetrina espositiva per il commercio, l'industria e l'artigianato, finalizzata alla valorizzazione dei prodotti locali. La prima Mostra mercato venne inaugurata il 26 giugno del 1949 dal prefetto Grimaldi alla presenza del sindaco di allora, l'onorevole Luigi Vallone.
Nel 1984, lasciata la vecchia sede di piazza Cesari, la Fiera nazionale di Galatina si trasferisce nella prestigiosa struttura del quartiere fieristico. Nel 1995 la gestione della campionaria viene affidata all'Ente autonomo fiere di Verona. Nello stesso anno, per iniziativa dell'amministrazione comunale, viene istituito l'ente Fiera di Galatina e del Salento, con la partecipazione dell'amministrazione provinciale e della Camera di commercio.
Presso il quartiere fieristico di Galatina si svolgono importantissime manifestazioni in tema di matrimoni e abiti da sposa di alta moda; qui nel 2007 si è tenuta una delle più significative tappe del Motor-show del Salento, con la partecipazione di numerosi piloti nazionali e internazionali e successo di pubblico, che ha assistito allo spettacolo offerto dalle auto sportive in gara.
L'economia è basata prevalentemente sul commercio e sull'agricoltura (soprattutto olio d'oliva, vino e ortofrutta) anche se non mancano attività industriali nel settore delle costruzioni (cementificio, piastrelle, mattoni forati), meccanica e tipografiche, oltreché attività artigianali nel settore della tessitura, del ricamo, della ceramica e della lavorazione dei metalli.[19][20][21]
Il comune aderisce all'Associazione Nazionale Città del Vino ed è città d'arte[22].
Settore | Imprese 2006 | Addetti 2006 | Imprese 2010 | Addetti 2010 | Imprese 2011 | Addetti 2011 |
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Agricolo | 512 | 620 | 512 | 620 | 512 | 620 |
Estrattivo/Manifatturiero | 300 | 1268 | 204 | 986 | 178 | 782 |
Costruzioni | 169 | 411 | 260 | 730 | 258 | 690 |
Commercio/Trasporti/Ristorazione | 1091 | 1669 | 822 | 2072 | 846 | 2158 |
Attività professionali /Servizi | 683 | 1416 |
È una delle poche industrie esistenti nel territorio che danno lavoro soprattutto ad autisti di grossi camion ed a tecnici specializzati.
Già FedelCementi, il cementificio galatinese è divenuto in seguito parte del gruppo Colacem.
La presenza, a breve distanza, della pietra grigia di Soleto e dell'argilla di Cutrofiano hanno storicamente determinato il sito del cementificio a metà strada tra Galatina e Corigliano d'Otranto. Questo ha comportato per molti anni (durante il boom edilizio degli anni sessanta) la presenza in zona di una coltre di polvere che, cadendo dalle ciminiere dell'altoforno a ciclo continuo, ha "disturbato" la villeggiatura di non pochi galatinesi, che in contrada "Piani" avevano costruito le proprie ville estive.
Ora potenti filtri permettono di ridurre al minimo le emissioni di polveri e tutto il ciclo di produzione viene monitorato elettronicamente. Si è inoltre sviluppato un notevole incremento delle esportazioni del prodotto finito, tramite il vicino porto di Otranto, verso Albania e paesi limitrofi.
Nel 2003 è stato inaugurato l'elettrodotto Italia-Grecia, una linea ad alta tensione in corrente continua (HVDC) tra Galatina e Aetos in Grecia. Attraverso un cavo sottomarino questa linea collega le due nazioni.
La città è servita da una stazione ferroviaria posta sulla linea Zollino - Gallipoli delle Ferrovie Sud Est.
Vi si può arrivare dalla strada statale 16 Adriatica che collega Lecce con Maglie, dalla strada statale 101 che collega Lecce con Gallipoli, dalla provinciale 362 da Lecce, dalla provinciale 47 da Soleto o da Galatone, dalla provinciale 41 da Collepasso-Noha, dalla provinciale 18 da Copertino-Collemeto e dalla provinciale 33 da Corigliano d'Otranto.
L'aeroporto di Lecce-Galatina, situato 7 km a nord della cittadina e ricadente in gran parte nel territorio comunale, è ad esclusivo uso militare: la struttura, inaugurata nel 1946 ed intitolata al tenente pilota Fortunato Cesari, medaglia d'oro al valor militare, è utilizzata dall'Aeronautica Militare ed è sede del 61º Stormo e del 10º Reparto Manutenzione Velivoli. Negli anni settanta, l'aeroporto venne aperto anche al traffico commerciale.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
1464 | Federico Mezio | Sindaco | |||
1514 | Marcantonio Zimara | Sindaco | |||
1518 | Giorgio Mori | Sindaco | |||
1540 | Altobello Vernaleone | Sindaco | |||
1625 | Accursio Mezio | Sindaco | |||
1685 | Giovanni Tommaso Mongiò | Sindaco | [24] | ||
1762 | Angelo Mongiò | Sindaco | |||
1792 | Vincenzo Vignola | Sindaco | |||
1799 | Donato Vernaleone | Sindaco | |||
1803 | Domenico Cadura | Sindaco | |||
1834 | Diego Mongiò | Sindaco | [25] | ||
1849 | Domenico Galluccio | Sindaco | [25] |
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
1861 | 1866 | Antonio Dolce | Sindaco | [26] | |
1867 | 1869 | Giuseppe Galluccio | Sindaco | ||
1870 | 1876 | Luigi Papadia | Sindaco | ||
1877 | 1884 | Giacomo Viva | Sindaco | [27] | |
1887 | Raffaele Papadia | Sindaco | |||
1888 | 1890 | Pasquale Micheli | Sindaco | ||
1891 | 1894 | Pasquale Galluccio | Sindaco | [28] | |
1895 | 1900 | Mario Micheli | Sindaco | ||
1909 | 1914 | Antonio Vallone | Sindaco | ||
1915 | 1923 | Vito Vallone | Sindaco | ||
1924 | Pietro Zanframundo | Comm. pref. | [29] | ||
1925 | Giuseppe Festa | Comm. pref. | [29] | ||
1926 | 1935 | Domenico Galluccio | podestà | ||
1936 | 1945 | Angelo Ancora | podestà |
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
1946 | 1951 | Luigi Vallone | Partito Liberale Italiano | Sindaco | |
1951 | 1955 | Carmine D'Amico | Sindaco | ||
1955 | 1956 | Celestino Galluccio | Sindaco | ||
1956 | 1956 | Pietro Gaballo | Sindaco | ||
1957 | 1957 | Luigi Vallone | Partito Liberale Italiano | Sindaco | |
1958 | 1958 | Biagio Chirienti | Sindaco | ||
1959 | 1962 | Alberto Rizzelli | Sindaco | ||
1962 | 1966 | Luigi Vallone | Partito Liberale Italiano | Sindaco | |
1967 | 1970 | Giovanni Fedele | Sindaco | ||
1970 | 1973 | Luigi Vallone | Partito Liberale Italiano | Sindaco | |
1973 | 1978 | Mario Finizzi | Partito Liberale Italiano | Sindaco | |
1978 | 6 ottobre 1988 | Beniamino De Maria | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
6 ottobre 1988 | 29 maggio 1989 | Beniamino De Maria | Democrazia Cristiana | Sindaco | [29] |
22 luglio 1989 | 5 aprile 1991 | Vittorio Lagna | Democrazia Cristiana | Sindaco | [29] |
5 agosto 1991 | 4 gennaio 1993 | Fedele Rigliaco | Democrazia Cristiana | Sindaco | [29] |
4 gennaio 1993 | 2 marzo 1993 | Giuseppe Corciulo | Democrazia Cristiana | Sindaco | [29] |
2 marzo 1993 | 22 giugno 1993 | Nicola Russo | Comm. pref. | [29] | |
22 giugno 1993 | 11 febbraio 1996 | Zeffirino Rizzelli | - | Sindaco | [29] |
24 giugno 1996 | 1º maggio 2000 | Giuseppe Garrisi | Cristiani Democratici Uniti | Sindaco | [29] |
1º maggio 2000 | 27 luglio 2000 | Giuseppe Garrisi | centro-destra | Sindaco | [29] |
11 giugno 2001 | 21 febbraio 2006 | Giuseppe Garrisi | Forza Italia | Sindaco | [29] |
21 febbraio 2006 | 30 maggio 2006 | Francescopaolo Di Menna | Comm. straordinario | [29] | |
30 maggio 2006 | 12 settembre 2009 | Alessandra Antonica | centro-sinistra | Sindaco | [29] |
12 settembre 2009 | 13 aprile 2010 | Alberto Capuano | Comm. straordinario | [29] | |
13 aprile 2010 | 22 dicembre 2011 | Giovanni Carlo Coluccia | centro-sinistra | Sindaco | [29] |
22 dicembre 2011 | 15 giugno 2012 | Matilde Pirrera | Comm. pref. | [29] | |
25 maggio 2012 | 22 agosto 2016 | Cosimo Montagna | SEL, IdV, PRC-PdCI, PD, lista civica: Cosimo Montagna sindaco | Sindaco | [29] |
22 agosto 2016 | 25 giugno 2017 | Guido Aprea | Comm. pref. | [29] | |
25 giugno 2017 | 27 giugno 2022 | Marcello Amante | lista civica | Sindaco | [29] |
27 giugno 2022 | in carica | Fabio Vergine | lista civica | Sindaco | [29] |
La squadra di calcio locale è stata la Pro Italia Galatina, che ha giocato nel locale stadio Giuseppe Specchia, e che ha raggiunto la serie C2 all'inizio degli anni ottanta.
La storica squadra di pallavolo locale è la Showy Boys Galatina, fondata nel 1967. La Showy Boys nacque come una rappresentativa che riuniva gli atleti di squadre partecipanti ai campionati del Centro Sportivo Italiano (CSI). Nel 1970 divenne un'entità agonistica autonoma e con un proprio organico fisso. La pallavolo a Galatina prese il via proprio con la Showy Boys, per poi esprimersi a buoni livelli nazionali, anche in Serie A2, il massimo campionato disputato, nella stagione sportiva 1982-1983. Oggi il club prosegue la propria attività nei campionati regionali e con la Scuola Volley rivolta al settore giovanile maschile e femminile. La Showy Boys è Scuola Regionale di pallavolo, riconosciuto Centro Coni e premiata dalla Fipav con il Marchio d'Argento quale Certificazione di Qualità per l'attività giovanile. Dal 2020 è affiliata al Vero Volley Network. www.showyboys.com
Altra realtà pallavolistica della città di Galatina è la Salento Best Volley S.B.V. Galatina A.S.D..
Quanto al tennis, tra il 1979 ed il 1983 si è svolto il Galatina Challenger, un torneo professionistico a cadenza annuale.
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