Remove ads
poeta, scrittore e drammaturgo italiano Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Pietro Aretino (1492 – 1556), scrittore, poeta e drammaturgo italiano.
Io vorrei dir la donna ch'ebbe il vanto
di leggiadra et angelica bellezza,
la qual l'amato ben sospirò tanto
che depose la gioia e l'alterezza,
et imparato a pianger con quel pianto
che ad altri insegnò già la sua durezza:
Medor pur chiama in suon languido e fioco,
che non l'ascolta e 'l suo mal prende a gioco.
Seguitava la donna e dir volea
il nome suo e come disperata
partì, morto il suo dio, con pena rea
mentre istoria sì dura ha racontata,
ma le parole in bocca le rompea,
facendo a punto ne la selva entrata,
un rumor che direste, o cade il mondo,
o il centro ha fin sotto il terrestre pondo.
Il martello ch'i' ho di voi dua, poi ch'io cangiai un fiume al mare e Roma con Venezia, vuol ch'io v'indrizzi la vita d'Astolfo e de gli altri paladini, detta da me l'Astolfeida. Io la mando a voi perché nascesti innanzi a' paladini, i quali son terra da ceci già 700 anni in circa. Voi soli avete visto e cognosciuto chi è visso e morto, chi vive ora e chi viverà poi.
Nanna. Che collera, che stizza, che rabbia, che smania, che batticuore e che sfinimento e che senepe è cotesta tua, fastidiosetta che tu sei?
Pippa. Egli mi monta la mosca, perché non mi volete far cortigiana come vi ha consigliata monna Antonia mia santola.
Nanna. Altro che terza bisogna per desinare.
Pippa. Voi sète una matrigna, uh, uh...
Nanna. Piagni su, bambolina mia.
Pippa. Io piagnerò per certo.
Così disse la Comare; e parendole l'ora di ridursi a casa, basciata che ebbe la Pippa, con una «buona sera» e «buona sera e buono anno», si redusse con la Balia dove avevano a ridursi.
Dubbio I
Porzia fedel s'avea fatto chiavare
molt'anni col consenso del marito,
ma perché non poté mai figli fare,
ell'era da ciascun mostrata a dito:
un astuto villan fece chiamare
e fe' di figli un numero infinito;
or il marito l'ha per vituperio,
utrum possa accusarla d'adulterio?
Risoluzione I
La legge adulter singulare, testo,
dice ad legem Juliam de adulterio:
quando il marito non accusi presto
la moglie, che gli fa tal vituperio
e sa ch'ella molt'anni in disonesto
modo si dà con altri refrigerio,
più non la può de crimine accusare
e a tutta briglia si può far chiavare.
Istrione del prologo: Io avevo imparato un certo proemio, diceria, sermone, filostoccola, intemerata o prologo che se sia, e ve'l volevo recitare per amor de un mio amico, ma ognun mi vuole in pasticci. Ma se voi siate savi: Plaudite et valete!
Istrione dell'argomento: Come Plaudite et valete? Donque io ho durato tanta fatica a comporre questo argumento, serviziale, cristioro o quel che diavol si chiami, et ora vuoi ch'io lo getti via? Per mia fe', che tu hai magior torto che 'l campanile de Pisa e che la superchiaria.
Talanta: Tuttavia che la festa di Testaccio si fa, in Roma non riman persona; ma poi che non ci si vede alcuno, spasseggiamo un poco ragionando.
Aldella: Di gratia.
Talanta: Che ti parve del pianto, nel quale hiersera entrò quel corrivo, perch'io gli giurai di ficcarmi ne
le convertite?
Aldella: Egli se la bevve.
Talanta: Se non si facesse tal'hora di simili fintioni, onde il martello non lavorasse, potremmo andare a riporci.
Aldella: Voi la intendete.
Talanta: Sappi, sorella, che la industria de le mie pari nacque da la taccagneria di que primi che ci fecero meretrici.
Aldella: Puo essere.
Talanta: Onde non siamo buone, perche essi furon pessimi, e pero il fargli il peggio che si puo, è una limosina.
Aldella: Così credo io.
Nel quale si introducono le Carte parlare co 'l Padouano In Fiorenza
Padovano, CarteDeh, guarda un poco con che tresca di scompiglio queste carte so in disordine; certo che il diavolo che le trovò, l'haro scolate di modo insieme, ch'è un rinnegare il tempo o ci perderò in raccozzarle.
Carte: Se la ingratitudine fosse cosa nuova, da che tu isvillaneggi noi che ti habbiamo dato l'essere, ti chiameremmo veramente ingrato.
Padovano: Oh Dio buono, le carte favellano.
Le eroiche pazzie, li eroichi umori,
le traditore imprese, il ladro vanto,
le menzogne de l'armi e de gli amori,
di che il mondo coglion si innebria tanto,
i plebei gesti e i bestiali onori
de' tempi antichi ad alta voce canto,
canto di Carlo e d'ogni paladino
le gran coglionarie di cremesino.
Antonia. Che hai tu Nanna? Pàrti che cotesto tuo viso imbriacato ne' pensieri si convenga a una che governa il mondo?
Nanna. Il mondo, ah?
Antonia. Il mondo, sì. Lascia star pensierosa a me che, dal mal francioso in fuora, non trovo cane che mi abbai, e son povera e superba, e quando io dicessi ghiotta non peccherei in spirito santo.
Nanna. Antonia mia, ci sono dei guai per tutti, e ce ne son tanti dove tu ti credi che ci sieno delle allegrezze, ce ne sono tanti che ti parria strano; e credilo a me, credilo a me, che questo è un mondaccio.
«Tu parli bene, Antonia» disse la Nanna, «e tanto farò quanto mi consigli». E ciò detto fiocamente, fatta svegliare la fantesca che dormì sempre mentre ragionaro, ripostole in capo il canestro, e il fiasco vòto in mano, data alla Antonia le tovagliette che la mattina avea portate sotto il braccio, se ne ritornaro a casa. E mandatosi per alcuni peneti per la Nanna, guardata la sua tossa dallo aceto, con un pan bollito si cenò, dando però altro alla Antonia, che stata seco la notte, la mattina per tempo si ritornò ai suoi negozietti co' quali trampellava la vita; che venutale a noia per la sua povertà, si confortava co' ragionamenti della Nanna, rimanendo stupita nel pensare al male che fanno tutte le puttane del mondo: che sono più che le formiche, le mosche, le zanzale di venti stati, quando ella sola era creditrice di tanto, e anco non avea detto la metà.
Fottiamci, anima mia, fottiamci presto
perché tutti per fotter nati siamo;
e se tu il cazzo adori, io la potta amo,
e saria il mondo un cazzo senza questo.
E se post mortem fotter fosse onesto,
direi: Tanto fottiam, che ci moiamo;
e di là fotterem Eva e Adamo,
che trovarno il morir sì disonesto.
- Veramente egli è ver, che se i furfanti
non mangiavan quel frutto traditore,
io so che si sfoiavano gli amanti.
Ma lasciam'ir le ciance, e sino al core
ficcami il cazzo, e fà che mi si schianti
l'anima, ch'in sul cazzo or nasce or muore;
e se possibil fore,
non mi tener della potta anche i coglioni,
d'ogni piacer fortuni testimoni.
Questi nostri sonetti fatti a cazzi,
soggetti sol di cazzi, culi e potte,
e che son fatti a culi, a cazzi, a potte,
s'assomigliano a voi, visi di cazzi.
Almen l'armi portaste al mondo, o cazzi,
e v'ascondete in culi e nelle potte,
poeti fatti a cazzi, a culi, a potte,
prodotti da gran potte e da gran cazzi.
E s'il furor vi manca ancora, o cazzi,
sarete e tornerete becca-potte,
come il più delle volte sono i cazzi.
Qui finisco il soggetto delle potte.
Per entrar nel numero de' cazzi,
e lascerò voi, cazzi, in culi e in potte.
Chi ha le voglie corrotte
legga cotesta gran coglioneria
che il mal'anno e il mal tempo Dio gli dia!
Prima che fosse il cielo e innanzi che fosse il mondo, il Fattore del mondo e del cielo stava raccolto in se stesso (..); e le idee, da le quali la natura toglie l'esempio de le cose, erano guardate dal secreto di lui.[11]
Salve Mona![12]
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.