L'origine del mondo (Gustave Courbet, 1866)

Citazioni sulla vagina.

Citazioni

  • Cara mona, che in mezzo a do colone | Ti xe là messa, come un capitelo, | Per cupola ti ga do culattone, | E 'l bus del Cul sora xe 'l to Cielo. || Perché t'adorin tutte le persone | Ti stà coverta sotto un bianco velo, | Che, se qualcun te l'alza, e che t'espone, | Vittima sul to altar casca ogni Oselo. (Giorgio Baffo)
  • Chella ca guarda 'nterra.[1] (modo di dire napoletano)
  • Cercava la verità nella fica: e tutto quello che otteneva, era di addormentarcisi sopra – dopo. (Ennio Flaiano)
  • E le gambe, non importa che siano colonne greche o gambe di pianoforte: è quel che c'è in mezzo il passaporto per il Paradiso [...]. Sì, signor Simms, ci sono solo due sillabe sulla faccia di questa Terra degne di ascolto: fica. (Scent of a Woman - Profumo di donna)
  • E una cosa dell'antra è tanta amica | cuanto la fica tira li cudrini [i soldi], | e li cudrini tireno la fica. (Giuseppe Gioacchino Belli)
  • Ho la costante tendenza a considerare l'organo femminile come una cosa sconcia o una ferita, e non per ciò meno attraente, ma pericolosa, come tutto quello che è sanguinante, mucoso, contaminato. (Michel Leiris)
  • Il suo sesso era come un gigantesco fiore di serra, il più grande che il Barone avesse mai visto, e i peli intorno erano folti e ricciuti, neri come il carbone. E queste labbra le imbellettava come fossero una bocca, in modo elaborato, fino a farle assomigliare a camelie rosso sangue, che, aperte a forza, mostravano il bocciolo interno ancor chiuso, una gemma del fiore più pallida, con la pelle più chiara. (Anaïs Nin)
  • [«A che età hai compreso il potere della figa?»] In realtà è successo solo quando ho iniziato a fare porno. In un certo senso sapevo già che le ragazze avevano la vita più facile in alcuni casi, ma non l'ho capito fino in fondo finché non sono entrata nel mondo del porno. (Alexa Grace)
  • Io amo la figa. Peccato che ce l'abbiano le donne. (Maurizio Sangalli)
  • La figa, sollevata dall'essere l'imbocco di un utero da fecondare, conoscerà il suo vero trionfo sessuale, tanto che si può affermare sin da ora, con scarsa percentuale di errore, che, mentre fino a pochi decenni fa il culo era la figa del futuro, adesso la figa è il culo del presente. (Aldo Busi)
  • La vagina è come un'opera d'arte in un museo. Si può guardare, ma non toccare. (Dear White People)
  • Mi pareva impossibile che potesse entrare una cosa del genere in un buco che per me era inesistente. [...] Non me la sentivo, non ne ero cosciente. Continuavo a chiedere al ginecologo se ce l'avessi io questa vagina, se c'avessi quest'apertura. [...] Non riuscivo a capire il mistero delle mestruazioni, da dove uscissero, non lo so... (D'amore si vive)
  • Non è ammissibile una topa brizzolata. (Sex and the City)
  • O vello triangolo isoscele tu sei la divinità stessa a tre lati folta innumerevole come lei | Oh giardino dell'adorabile amore | Oh giardino sottomarino d'alghe di coralli e ricci di mare e desideri arborescenti | Sì foresta di desideri che in continuazione si accresce di abissi e più dell'empireo (Guillaume Apollinaire)
  • Padre mio, padre mio. | sono presa dal desio. | Ho gia' un dito che fa male | per l'abuso del ditale; | ho la fica che mi tira | come corda di una lira | sto soffrendo atroci pene | del prurito dell'imene, | nella fica ho persin messo | la manopola del cesso | mi ficcai nella vagina | la più grossa colubrina; | mi son messa dentro il buso | sino il cero di Caruso; | mi piantai nel deretano | cinque dita, e la mano. (Ifigonia in Culide)
  • Perché la figa è come la moka | se l'usi spesso, non devi lavarla. (Pinguini Tattici Nucleari)
  • Quando ero piccolo frequentava sempre quelli che avevano un paio d'anni più di me e... Mi ricordo una volta d'estate, avrò avuto dieci o undici anni, facevamo le... le classiche cose che tutti i ragazzi dell'Alabama fanno: andavamo a pesca, giocavamo a baseball, nuotavamo, ci masturbavamo... Ma c'è da dire che, in aggiunta a queste attività da ragazzino innocente, io mi dilungavo in lunghe conversazioni su questo meraviglioso oggetto così inafferrabile, chiamato "fica". Non sapevo bene cosa fosse ma intuivo che fosse qualcosa di magico e di molto speciale visto il modo in cui se ne parlava... sempre a bassa voce. Scorrazzavo tra i campi ripetendo a me stesso: fica, fica, fica... Un giorno stavamo tutti giocando a baseball in un campo di sabbia e ad un certo punto arrivò Leroy Tuberville. Ora, Leroy era un gran pezzo di delinquente... dodici anni e le sue spalle già belle larghe e aveva le dita macchiate di tabacco. Allora Leroy si piazzò in terza base con aria indifferente, mise una mano in tasca e poi vidi che tirò fuori qualcosa cominciò a tirarla in aria così. Io la guardavo che giocava tranquillo con quel misterioso gioiello che andava su e giù, su e giù. A un certo punto non ce la feci più e gli domandai: "Con che cosa stai giocando Leroy?" Si fece un gran silenzio, Leroy mi guardò di traverso col suo sorriso maligno, dicendo: "È un pezzo di fica, Long, ma è roba mia!" Be' diventai tutto rosso, il respiro si accelerò: Leroy se ne stava lì con quel perfetto pezzo di donna che saltava su e giù in aria... e io lo guardavo sapendo che avevo visto Dio per la prima volta in vita mia e desideravo quel pezzo tutto per me. E invece, il vecchio Leroy si cacciò il suo tesoro in mezzo ai denti, saltò sulla bicicletta, mi fece un ghigno e andò via lasciandoci tutti in una nuvola di polvere e desiderio. E fu in quello stato di confusione mentale, all'età di dieci anni, che decisi di dedicare il resto della mia vita alla ricerca del solo ed esclusivo piccolo pezzo d'amore e di meraviglia che mi avrebbe fatto compagnia per l'eternità. (Una canzone per Bobby Long)
  • Quando ser Pepo vede alcuna potta | egli anitrisce sì come distriere | e no sta queto: inanzi salta e trotta | e canzisce che par pur un somiere. (Rustico Filippi)
  • Soffro di questa strana cosa: se dormo con qualcuno penso che lui sottrarrà la mia creatività tramite la mia vagina. (Lady Gaga)

Eve Ensler

  • Amare le donne, amare le vagine, conoscerle e toccarle ed avere familiarità con noi stesse, cioè sapere chi siamo e di cosa abbiamo bisogno. Soddisfarci da sole, insegnare ai nostri amanti a soddisfarci, essere presenti nelle nostre vagine, parlarne ad alta voce, parlare della loro fame e solitudine e del loro dolore e senso dell'umorismo, per renderle visibili, in modo che non possano venire impunemente depredate nel buio, in modo che il nostro centro, il nostro punto, il nostro motore, il nostro sogno non sia più staccato, mutilato, paralizzato, rotto, reso invisibile o coperto di vergogna.
  • Fa paura pronunciare questa parola. "Vagina". All'inizio hai l'impressione di sfondare un muro invisibile. "Vagina". Ti senti in colpa, a disagio, come se qualcuno stesse per colpirti. Poi, dopo che l'hai detta per la centesima o la millesima volta, ti viene in mente che è la tua parola, il tuo corpo, la tua parte più essenziale. All'improvviso ti rendi conto che la vergogna e l'imbarazzo che provavi pronunciandola miravano a mettere a tacere il tuo desiderio, a erodere la tua ambizione.
  • La mia vagina è una conchiglia, un tulipano e un destino. Arrivo mentre incomincio già a partire. La mia vagina, la mia vagina, io.
  • La mia vagina è una conchiglia, una tenera conchiglia rosa rotonda, che si apre e si chiude. La mia vagina è un fiore, un tulipano eccentrico, dal centro acuto e profondo, il profumo tenue, i petali delicati ma robusti.

Note

  1. Quella che guarda a terra.

Voci correlate

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