Dottor Cane: Tra dieci giorni Corinna lascia Gli occhi del cuore e vola in Bulgaria, a girare Madre Teresa di Calcutta. Lopez: Scusi? Dottor Cane: Corinna è perfetta per Madre Teresa. Dico bene, eminenza? Cardinale: Sì... noi abbiamo chiesto... una ragazza giovine... fresca.
[Lo sceneggiatore immagina la scena per giustificare l'uscita di Corinna dalla serie, così inizia a pronunciare una battuta che dovrà essere recitata poi da Stanis nel ruolo di Giorgio] Sceneggiatore 2: Africa, Africa, sento i profumi. Sì, sento la magia, la verità di questa grande terra, l'Africa... L'Africa, questa terra di conflitti, questa terra di asprezze ma anche di poesia. Questa terra dove le emozioni hanno un nome. [intanto la scena è cambiata sul set di Gli occhi del cuore 2 e Stanis sta recitando queste parole benché la voce rimanga quella dello sceneggiatore] Questa terra dove non si ha paura di pronunciare la parola "amore". Io sento la verità di questi luoghi... Stanis: ... la verità di questi volti, la verità di questo sole che mi illumina l'anima! [battendosi il petto]
Biascica: A Duccio, io che devo fa qua? Che famo? Duccio: Aprila, aprila, Biascica, aprila tutta. Biascica: Apro tutto tutto, eh? Duccio: La vogliono aperta, la vogliono aperta. Questo è un lavoro pieno di compromessi, che cosa ti devo dire?! Apri, apri, apri. Biascica: Apro 'e bestie, eh? Duccio: Vai, tutto aperto. Africa aperta.
René[riferendosi al set dell'Africa messo su dalla produzione]: Sergio senti, io continuo qui a vedere africani coi blue jeans, non ci sono i blue jeans in Africa. Sergio: Ma chi t'ha detto che n' ce stanno i blue jeans in Africa! René: La rete è stata molto chiara, noi dobbiamo fare l'Africa come piace alla gente: bambini povere co' e panze gonfie, polvere, povertà e povertà... Sergio: Povertà, povertà... Ma quanto ce costa 'sta povertà, René!
René: Sì, anche tu mi mancherai moltissimo, Corinna. Mi mancherà tutto di te. A parte la professionalità, il talento, ma mi mancherà... quello che mi mancherà di più secondo me... è l'amicizia. [parte un flashback di tutte le scene in cui i due hanno litigato] [...] Senti, ma ho sentito che fai Madre Teresa di Calcutta. Corinna: Ti rendi conto? Madre Teresa da giovane e dicono che fosse una gran bella donna da giovane, eh? E poi era una che... che credeva da morire in Dio. È una bella cosa, no? René: Bellissima... Corinna: E poi ho scoperto un sacco di cose su di lei. Per esempio, lei si chiamava Teresa ma non era italiana. E poi ho fatto delle altre ricerche e ho scoperto che purtroppo è... deceduta. René[perplesso]: Ah vedi... Corinna: 'Na tragedia assurda. Però ho scoperto anche un'altra cosa: nonostante il suo simpatico appellativo, lei non era madre, nun c'aveva i figli, cioè era una tipa piena di misteri, questa! René: Be' guarda, solo tu puoi fare questo ruolo... Corinna: Già me lo sento dentro...
L'importante è avere il collo sempre caldo. (Sergio) [ad Alessandro, che è rimasto fulminato durante le riprese]
Sergio: S'è fatto male lo stagista. Mamma mia, guarda, questa è una cosa molto grave, René. Questo è molto grave. René: E certo! Sergio: E certo sì, ce vado de mezzo io, eh! Oh, sia chiaro: io ar gabbio nun ce torno!
Amadou: Forse vuoi che la dica così: «Zi padrone!» Arianna: Ma no, no, ma che dici! Amadou: Magari con la sveglia al collo, con l'anello al naso... Arianna: Ma quale anello al naso? Sei un attore? Dì la battuta come è nella sceneggiatura! Amadou: Forse vuoi che ti chiami "Ariana", razza pura. Arianna: Per favore... qui stiamo tutti lavorando... Amadou: Verrà un giorno che la mia agente si ribellerà di tutto questo, il vostro modo di fare, la vostra mentalità... Arianna: Scu... scusa, eh, adesso sembra un po' retorico... "verrà il giorno... la mia gente, il mio popolo scenderà in strada", dai! Amadou: La mia Agente, la mia agenzia. Eh?! Perché non posso avere un'agenzia io? Eh? Così il razzista sei tu... "Il bovero negro non può avere mango un'agenzia, guarda guà!"
Senti ragazzo mio, allora 'sto lavoro si fa soltanto in due modi. Il primo è co' 'a fissa dei sindacati, co' 'a paura de farse male, co' 'a voglia sempre de stacca', de annarsene a casa... Il secondo invece è con la passione! Capito? La passione per questo lavoro! Anche morto, ma con passione! (Sergio) [ad Alessandro]
Oh, cagna fino alla fine questa! Proprio cagna fino all'ultimo! (René) [commentando la recitazione di Corinna]
Ma chi cazzo è?! Che cazzo fai?! Sei entrato in campo, testa di cazzo! Mandate via quel pezzo di merda! Sei uno stronzo, m'hai rovinato tutto! Sei entrato in campo, porca puttana! Vai via, non ti voglio vedere mai più, capito?! Testa di cazzo, di merda, vaffanculo! Me ne vado, ciao. (René) [riferito ad Alessandro]
Ma tu 'o sai questa da che famija viene, eh? Questi a tavola il padre je fa: «Amore, 'a voi 'a Pirelli?» E lei je fa: «No papà, nun me va, che palle.» Gli fa che palle, ha' capito? (Sergio) [ad Alessandro, riferito a Cristina]
Devi stare muto, basso profilo, chiappe strette e sperare in Dio. (Lorenzo) [ad Alessandro]
Vedi, io ho fatto tanti errori nella mia vita ma li ho espiati tutti lavorando con Corinna. (René) [ad Arianna]
Sul contratto di Madre Teresa c'ho fatto scrivere "nessuna scena di nudo" e sai come hanno reagito loro? Zitti, non hanno battuto ciglio, genuflessi proprio. (Corinna) [a Gloria]
A bello, io tra sei mesi so' la Ferilli! Capito? (Corinna) [ad Alessandro]
"Tanti auguri Roberto"... banale. "Tanti auguri maestro"... maestro... no, no, anzi, "buon compleanno dall'allievo al maestro." "Tanti auguri poeta"... anzi "buon compleanno dall'allievo al poeta", no anzi "buon compleanno dall'allievo puntini puntini al poeta" no... "buon compleanno..." no, anzi non me ne frega 'n cazzo. (René) [pensando il messaggio di auguri per Roberto Benigni]
Mettiamo in chiaro una cosa, mettiamo in chiaro una cosa! Si voi me dite che nun glie va di palleggià, noi 'o accettamo ma nun me venite a raccontà che non sa giocare a pallone perché veramente me incazzo. (Biascica) [alle comparse africane, riferito al bambino di colore]
Ma cosa fanno? Cosa fate? Giocate a pallone? Si può avere un po' di rispetto che stiamo cercando di raccontare qualcosa qui. (Stanis) [commentando la rissa scoppiata tra comparse africane e tecnici]
Senti, ma non parte un Padre Pio da giovane, così ci liberiamo anche di lui? (René) [riferito a Stanis]
Alessandro: No, non dire niente, lo so. Lo so, ho sbagliato. Se me ne devo andare, me ne vado. Anzi me ne vado, non ti preoccupare, volevo solo dirti che per me è stato un privilegio lavorare con te, Arianna. Arianna: No, no, no, forse non stai capendo... A me non me ne frega niente di Sergio, io c'ho messo sei mesi a formarti come un bravo soldatino e adesso pensi che ricomincio da capo con un altro rincoglionito per altri sei mesi?! Tu sei roba mia! Io ti ho voluto, io ti ho scelto. Tu non vai da nessuna parte... non vai da nessuna parte.
Lopez: A me la seconda serie di Occhi del cuore piace addirittura più della prima. Ci sono scene che io guardo due-tre volte di fila. René: Diego, che c'è? Lopez: No, c'è che alla rete non la pensano come me. Loro dicono che Occhi del cuore 2 ha qualcosa che non va. René: Ma, se facciamo sette milioni di spettatori?! Lopez: Lo so! Lo so! Ma da un po' di tempo fanno strani discorsi... di qualità... Sì, da quando Umberto Eco ha parlato bene della fiction italiana – 'tacci sua, guarda! – siamo rovinati! Dappertutto "qualità, qualità, qualità!" Nei corridoi, negli ascensori, è un continuo... "qualità, qualità, qualità..."
Se il presidente non è contento della squadra o chiede all'allenatore di cambiare qualcosa o cambia l'allenatore. (Lopez) [a René]
Mariano: E sai quando sono cambiato? René: Ah no! Quando? Mariano: Ieri. René: Ah, proprio... Mariano: Ero sulla Roma-L'Aquila guidavo, ero solo in macchina. A un certo punto mi volto e sai chi c'era accanto a me? René: No. Chi c'era? Mariano: Gesù. René: Chi?? Mariano: Gesù Cristo. [René lo guarda attonito] Allora chiaramente ho accostato, che fai non accosti? Ho accostato, abbiamo scelto una piazzola, una piazzola umile. No, quelle sfarzose... no, no, a lui piace... vabbè, la piazzola di un falegname. E ci siamo messi a parlare. Abbiamo parlato tanto. Lui poi è un che non... non parla sai perché poi subito la stampa ce ricama sopra, i giornali, 'e cose... Però invece abbiamo parlato molto. E lui, e lui non è contento, René. René: E ti credo, co' tutto quello che... le guerre, la... la pace... Mariano[con un'espressione serissima]: Non è contento che io faccia il conte e non voglio più fare il conte.
Arianna: Vuoi che ti mostri il set? Cristina: No, no, voglio andare nel mio camerino. Ho sonno.
Sergio: Ma perché nun te prendi 'na bella vacanza? 'Na bella vacanza, stacchi da tutto, no? Biascica: E poi come i nutro i pupi? Mo ariva pure il terzo... Sergio[con disappunto]: Come 'o chiamate? Biascica: Francesco Totti... Sergio: Francescototti? Tutto attaccato? Biascica: No, staccato: Francesco Totti Biascica. Come Orso Maria Guerini...
I valori sono tutti sballati, Conte, ma se devo essere sincero è la bilirubina che mi preoccupa. (Stanis) [nel ruolo di Giorgio]
[Lopez sta per lasciare il set ma Mariano gli va incontro sorridendo e lo ferma] Mariano: Diego! Ma dove vai? Come stai? Che fine hai fatto? T'ho lasciato un sacco di messaggi in segreteria. Ma che c'hai? [esaminando Lopez, tastandolo pure sul girovita] Ma sei ingrassato, sei obeso! Sei sciupato, ma mangi? Lopez: Ma chi ti conosce? Lasciami stare... Stai fermo... Stai fermo... Mariano: Sei magro, magro. Come stai Diego? Lopez: Tutto bene. Mariano: Mannaggia Diego! Ho trovato un posto meraviglioso dove dobbiamo andare io e te... Un posto... un posto vicino Prato, un agriturismo gestito dai cinesi... Lopez: Ma che dobbiamo fare? Lascia stare... Mariano: Io e te in questo posto gestito dai cinesi... raccolgono i pomodori ma invece di darli poi da mangiare, ci fanno le scarpe. È un posto fantastico.
[Con tono solenne ed assumendo una posa da prete benedicente] Bau bau fece il cane, miao miao disse il gatto e insieme salirono sull'Arca. [si raccoglie quasi come se volesse pregare, per poi esplodere in un raptus violento, mettendosi a sfasciare un mobile con la mazza da baseball] Adesso mi calmo! Adesso mi calmo!! (Mariano)
Mariano[riferito a Gesù]: E allora capisci, questa persona mi sta seduta accanto. Questa persona... Io poi... La mia macchina tutta lercia, tutta sporca di cicche, perché io sono un peccatore, capito... Peccati di varie cicche... dentro. E però lui mi parla, io e lui parliamo, parliamo. [spacca delle noci con il gomito] È una persona straordinaria! È squisita, non... non dice niente e parliamo, parliamo... mangia! [offre una noce] Alessandro: No... Mariano[con tono severo]: Mangia! Mangia! È frutto di Dio, mangia. E mi parla, mi parla... e a un certo punto mi dice "Frediani..." Alessandro: Senti... no scus... ma lui ti parlava proprio in italiano? Mariano: Sì, certo, un perfetto italiano. Che poi lui è muto, non parla veramente, è più... più... tu chiamala trasmissione del pensiero, chiamala empatia, chiamala telepatia, [arrabbiandosi improvvisamente] ma che cazzo vuoi!!
Che poi a me non piace picchiarti, a me non mi piace. La benzina, dare fuoco, le botte, le schegge d'osso che vagano... non mi piacc... [di colpo sorride sadicamente] all'inizio sì, all'inizio sì... il fuoco, l'esperienza del fuoco, vabbè, io te la consiglio. (Mariano) [ad Alessandro]
Guarda se io mi fossi messo a dare un senso alle battute de Gli occhi del cuore sarei diventato pazzo, capisci? Cioè tu mi trovavi proprio a Campo de Fiori scalzo con la chitarra. (Stanis) [a Cristina]
Tutto sommato qua ti si chiedono tre-quattro facce: basita, preoccupata, spensierata e intensa, che è la più difficile. Ma queste me le devi fare però, eh... Guarda che Stanis La Rochelle ti copre due serie da ventiquattro puntate l'una con queste faccette. (René) [a Cristina]
Mariano: Preghiamo, preghiamo. Però con gioia! Preghiamo con gioia. Perché molti la Chiesa immaginano... [mimando con aria greve] la Chiesa... catenate, botte, cazzotti, tacchi a spillo, su 'e cose... No... Sì, questo c'è, perché c'è, c'è. Però c'è anche la gioia, c'è anche la gioia. Quindi ti prego dai preghiamo con gioia. Incomincia tu, sei pronto? Alessandro: Sì. Meglio che ti lascio solo perché io proprio le preghiere non... non me le ricordo! Mariano: Ma no, ma anch'io... anch'io l'ho incontrata ieri questa persona. Io neanche ho fatto la prima comunione, però lui è venuto da me, eh, capito? Poteva andare per pastorelli, perché? Andava per pastorello, è pieno di pastorelli... il basso Lazio è tutto un pastorello a perdita d'occhio. È venuto da me, perché? Perché, è uno preciso! Questo sì. Lui non ti ti dice: «Le faremo sapere», eh. Adesso l'arroganza dell'uomo, fa la rete, l'uomo. Nel Testamento Vecchio e Nuovo non troverai mai queste parole: «Ti faremo sapere.» Perché non le trovi? Perché non sono le sue parole. Non le dice.
Mariano[urlando infuriato]: Me sembra che l'unico fra noi due che sta facendo uno sforzo per evitare che io ti meni sono sempre io, la stessa persona che poi, prima o poi, ti menerà, ma lo capisci!? Alessandro: È vero, è vero. Scusa. Davvero, scusa. Mariano[squadrandolo un attimo in silenzio, per poi rallegrarsi]: Mi sa che tu sei uno mezzo matto, eh? Di' la verità! Tu sei uno mezzo matto. Sei un po'... sei un po' matto? Sei mezzo matto? Sì o no? [diventando improvvisamente serio] Sì o no? Sì o no? No? No?! Sì!! Alessandro: Sì... Mariano: È 'na qualità!
Sentite, io ho fatto tante cose brutte nella vita ma ogni tanto mi prende una fitta forte qui, nello stomaco, e capisco che oltre non posso andare. (René)
'Sto set è blindato, me sembra Alcatraz, me sembra! So' tutti protetti da... da... da consiglieri d'amministrazione, da senatori, da membri della Corte Costituzionale, perfino da 'n cavaliere de Malta. (Sergio) [a René, sfogandosi sul fatto di non riuscire a trovare nessuno da licenziare come impartitogli dalla rete]
Mariano: Diego, Diego! Aspetta! [lo raggiunge e gli porge una cassetta] Questa è roba forte! Questo è un provino mio per la parte del beato Frediani. Lopez: No, no. Ma che cos'è? Mariano: Prendi. Prendi. Lopez: Basta. Tu sei il conte. Ti devi fare il conte. Mariano: No. Lopez: Non pensare... La gente ti ama, ti segue, ti apprezza... Lascia stare il beato Frediani. Mariano: Quel ruolo è per me. Quello è un ruolo importante. È un ruolo con cui possiamo cambiare le cose in questo Paese, perché la televisione italiana è 'na merda! Lopez: Basta!! Non ne posso più! Adesso te lo dico chiaro e tondo: il beato Frediani è un ruolo per un attore di prima fascia. Tu sei un attore di seconda fascia! Mariano[rabbuiandosi tutto]: E chi lo fa? Lopez: Un attore di prima fascia! Mariano: Chi? Lopez: Frizzi. Mariano[afflitto]: Chi? Lopez: Fabrizio Frizzi. Mariano[abbattuto]: Certo... Lopez: Oh... L'ha capito! [Lopez se ne va, Mariano dopo un po' guarda verso il cielo stellato e si rivolge a Dio] Mariano: È una sfida, mi stai sfidando. E non si riesce a starti dietro! Stai diec'anni avanti! Sì, accetto la sfida!
Dottor Cane: Non bisogna avere paura, Lopez! Lopez: Assolutamente, dottore. Dottor Cane: Bisogna avere più coraggio. [Lopez comincia da annuire]Occhi del cuore è molto seguito, ma potrebbe esserlo ancora di più. Ci vuole una spinta in avanti, Lopez, una marcia in più! Non fare sì con la testa se non hai capito. [Lopez smette di annuire] Ci vuole più coraggio! Ci vogliono più cosce, Lopez! Ci vogliono più cosce!
Tutti a dirmi lavori con il vecchio Ferretti, il vecchio Ferretti di qua, il vecchio Ferretti di là e invece vecchio manco per niente. Tu sei uno che ancora j'ammolla. (Karin) [a René]
Comunque senti, io trovo molto coraggioso da parte della rete, aver scelto te per il ruolo del commissario, anziché prendere il solito calabrese con i baffi. (René) [a Karin]
Lui è Tino Tini. Tino è come Galileo Galilei, cioè un uomo dal nome singolare e dal cognome plurale. (Stanis)
Mi ha fatto leggere un suo testo ed io ho pensato – ti giuro! – o questo è un genio o è 'no stronzo. (Stanis) [riferito a Tino Tini]
Io non c'ho nessun problema a dire che per il cinema la do tranquillamente. Nun batto ciglio. Ma pe' 'a televisione non esiste proprio. È sbagliato. A limite ti posso venire a cena ma stop. Magari du' bacetti, 'na cosettina al volo, ma stop. (Karin)
Biascica: Io c'ho paura, Duccio. Duccio: Ci sono passato pure io. Tutti a dirmi "fatti vedere, fatti vedere, parla con qualcuno", ma io ho trovato un modo per difendermi. Biascica: Cioè? Duccio: Semplice. Ho smesso di leggere. Non leggo più niente, ma niente eh! Libri, giornali, riviste, un cartello di pubblicità nella strada... Biascica: Tu nun 'o leggi... Duccio: Non lo leggo. Non leggo una mazza e sto benissimo. Dice "fatti vedere, parla con qualcuno", io non parlo proprio con nessuno, io mi faccio i cazzi miei. Biascica, dai retta a me, chiuditi a riccio, non leggere più niente e ti passa tutto! Biascica: Manco il Corriere dello Sport posso legge? Duccio: Niente! Tabula rasa. Chiuditi a riccio!
René: Vai a fà 'sta scena d'a poliziotta e falla bene: da poliziotta e no come un trans in calore! Oh! Karin: Stai attento perché io a te te faccio corcà! Hai capito? Io a te te faccio sparà a le gambe! [René rimane impaurito]
René: Ma tu piuttosto? Com'è andata a Vienna? So che avevi un problema co' l'eredità... Cristina: Mah bene, rischiavo di perdere ottanta milioni di euro poi alla fine ne ho persi solo dieci, quindi...
Stanis: Io ora ti darò una dimostrazione di forza, guardami! Io adesso ti faccio un numero che tu lo racconti ai tuoi nipoti. Lo sai cos'è lo charme? Alessandro: Sì, cioè no, lo sai sicuramente meglio tu. Stanis: Entro le diciotto Stanis La Rochelle farà l'amore con quella ragazza. Ok? Stringimi la mano. Noi stiamo scommettendo. Alessandro: No, no. Stanis: Stiamo scommettendo, ascoltami bene che se ce la faccio tu mi dai cento euro... Alessandro: No. Stanis: Ma se non ce la faccio io ti do ventimila euro, Seppia! Ventimila euro, eh, stai sbiancando? Cos'è quella faccetta? Da quand'è che non provavi un'emozione così forte? Me lo puoi dire, eh. Forse pensi che non faccio sul serio, eh? Alessandro: Dai Stanis... Stanis: Allora ti spiego una cosa: ho tre milioni di euro in banca, d'accordo? E senti più adrenalina tu per cento euro che io per ventimila, te ne rendi conto? Alessandro: Sì. Stanis: Tra l'altro mi ha chiamato pure la banca stamattina per ricordarmi che ho duecentocinquantamila euro che non sapevo neanche di avere, investiti in squallidi bot, ti rendi conto? Stanis è per te, paga! Regola numero uno: fare finta di niente, passività, indifferenza.
Regola numero due: bisogna creare un contatto con la ragazza, parlarle, ma mai arrivare da dietro o da davanti, bensì di lato, Seppia. Sopra la spalla, così. Sempre pronti ad andar via. D'accordo? Mi stai seguendo? [...] Una volta avuta la sua attenzione le buttiamo lì un commento acido, sprezzante, un C.A.P. [...] Commento Acido Programmato. (Stanis)
Ogni secondo qui corrisponde a tre secondi fuori. Il tempo non passa mai qui, facci caso. Lo sai che quando sorridi ti trema la punta del naso? (Stanis) [a Cristina]
Cristina: Poi è difficile, è scritto strano perché... cioè, prima ci sta dove stanno i personaggi, poi dopo i personaggi si mettono a parlare e quindi io faccio fatica a seguire. Non si può cambiare? Arianna: No, no, proprio le sceneggiature si scrivono così. Cioè prima la didascalia con le azioni e poi i dialoghi. Già da un po' è così, eh...
Martellone: Adesso sto preparando il mio nuovo spettacolo che però viri decisamente più a destra. Eh... l'hai visto te Bucio de culo, lo spettacolo dell'anno scorso? Arianna: No, me lo so perso! Martellone: Vabbè Bucio de culo era uno spettacolo chiaramente di sinistra, no? Io invece stavolta vorrei fa 'na robba un po' più tradizionale, più conservatrice, vorrei chiamarlo E 'sti cazzi?. Come ti sembra? Arianna: Eh dipende un po' da cosa dici, da... Martellone: Eh infatti, dipende. Io pensavo de fa 'na cosa del tipo, io davanti al pubblico che dico: «E il dramma della Palestina?» E tutto il pubblico: «E 'sti cazzi?!» È 'na robba!! Arianna[con molta freddezza]: Forte. Martellone: Te, tua nonna materna è ancora viva? Arianna: No, è morta... Martellone: E 'sti cazzi!!! [ride] Ha' capito? 'Na robba! 'Na robba! Pubblico in delirio! Arianna[con molta freddezza]: Forte.
'Tacci vostra! Quattromila a settimana pe' scrive' sta merda! (René) [sottovoce allo sceneggiatore]
Stanis: È per queste ventate, per queste folate di energie buone che mi mandi che io sto per baciarti. E tu non sai da quando tempo sto aspettando questo momento. Non lo sai. Cristina: Stanis, io ricevo più o meno duecento approcci l'anno e devo dire che il tuo è in assoluto il peggiore. Stanis: Io non ti capisco... Cristina: Forse però a pari merito con uno che per attirare l'attenzione mi ha starnutito su un braccio. Stanis: No guarda... ma sulla tecnica di seduzione io ti devo contraddire perché l'ho letta su un libro, era così, per cui non... cioè ti ho stesa, o no? Lo puoi ammettere. Cioè... rimane tra noi... Cristina: Stanis... Stanis: Sì. Cristina: Io me ne accorgo quando una persona ci vuole veramente provare con me e tu non hai nessuna voglia di stare con me. Lo fai perché ti annoi?
Martellone[educatamente, allo sceneggiatore che ha previsto la morte del suo personaggio]: Scusami, ti volevo dire una cosa a proposito delle sceneggiature degli ultimi mesi... ecco, se mi fai la cortesia di riferirlo anche ai tuoi colleghi sceneggiatori... [urlando] Vaffanculo! Il notaio comico de li mortacci vostra! Sceneggiatore 1[allibito]: Ma te sei pazzo! Martellone: E poi devo aggiungere una piccola cosa, vi siete scordati una cosa piccolissima... La piccola Natalia! La piccola Natalia – e questo lo dicono almeno dieci personaggi sulla sceneggiatura – parla solo con me! Lei parla solo col notaio, quella piccola mentecatta demmerda in coma! Perché la fa ridere, la fa divertire: è la parte comica, no? Lei fa: "Hm", io: "Hm hm", e se capimo! Gli altri non capiscono 'n cazzo, e il notaio sì. Non parla né con i familiari, né con i medici, nemmeno col dottor Giorgio. È un dono speciale del notaio: c'è scritto così! Sceneggiatore 1[sconvolto, mormora]: La piccola Natalia... Martellone: [trionfante] E quindi non me poi ammazza', capito? Il notaio non può morire, brutta merda de uno sceneggiatore avido bastardo! Sei un pagliaccio, sceneggiatore cane che ruba il lavoro a quelli bravi! Quanti lavori stai a fa'? Quante case te sei comprato, brutta merda sceneggiatore de Capalbio de 'sta fava?! Attaccate ar cazzo, ar cazzo te devi attacca', hai capito? Tie'! Io resto inchiodato qui, e vaffanculo! [si allontana]
Sceneggiatore 1[al telefono]: No dico che se muore Martellone deve morire pure la... la piccola... Lopez: Ma tu sei una testa di cazzo senza pari. Ma tu vuoi uccidere la speranza di milioni di italiani, ma piuttosto muori tu e tua sorella, pezzo di merda! Trova una soluzione e lascia stare la bambina, eh! Stronzo! Testa di cazzo! [chiude la telefonata] La bambina...
Quello che rende grande questo Paese sono le contaminazioni, le contaminazioni culturali. (Glauco Benetti)
Glauco Benetti[riferito a Elena, la ragazza di Alessandro]: È carina! Alessandro: Siamo un po' in crisi... Glauco Benetti: È tutto il Paese che è in crisi, mannaggia la miseria!
René: No veramente oggi non c'è la scena adatta, Glauco. [riferito alla pubblicità occulta da girarsi in giornata] La facciamo la settimana prossima! Glauco Benetti: Ma tu sei scemo! La settimana prossima inauguro un delfinario a Vancouver. [...] René: A parte gli scherzi oggi c'ho tutta la sala operatoria, ci sta l'intervento chirurgico a nonno Alberto... dove cazzo la mettiamo la merendina? Glauco Benetti: Ma stai tranquillo, ce penso io. Io un mese fa su, in Libeccio ho fatto lavare i denti col dentifricio Dentifil in bella vista a uno che stava in coma. Ma che problema c'è? Un capolavoro che ho fatto poco tempo fa in Francia... Sai, dopo un'esplosione, a uno che salta in aria della maglietta che gli rimane? Che gli rimane? René: Non lo so, che gle rimane? Glauco Benetti: La marca, René. René: Zitto! Glauco Benetti[allontanandosi, sottovoce]: La marca!
Cristina[dopo aver letto una sua battuta dal copione]: Scusa ma che senso ha che io ti dica delle cose che sappiamo già e per di più mentre tu stai operando? Stanis: È lo spiegone. Cioè, nelle serie televisive bisogna spiegare ciclicamente quello che è successo, la trama. Si fa soprattutto per i vecchi, Cristina. E siccome la maggioranza del nostro pubblico e vecchio, tu la devi dire forte e chiaro. E quante cose ti sto spiegando, eh? Sento che stai diventando un po' una mia creatura e sono molto contento per te, Cristina.
C'è Glauco, c'è, oh! Grande Glauco! Ecco perché sentivo profumo di qualità oggi! Ma Glauco, oggi siccome ci sei te recito all'americana, per te! (Stanis)
[Stanis e Cristina stanno girando la scena dell'intervento a Nonno Alberto] Stanis[recitando una battuta di Giorgio]: Oddio sta scendendo il potassio! Occhio al potassio! Glauco Benetti[commentando la scena con René]: Potassio?! Ma cazzo c'entra il potassio?!
Elena: Ma è una scena terrificante! Alessandro: Ecco, questo non devi mai dirlo, lo può dire soltanto il regista. Elena: Ale, ma tu sei diventato una specie di soldato, te ne rendi conto?
Stanis: René sono un professionista, d'accordo, eh? Io so mangiare senza fare vedere quello che mangio e so bere senza fare vedere quello che bevo, d'accordo? La scuola di Marcel Marceau sul curriculum non sta lì per caso. Itala: [sottovoce, a René]: Non è che ce scappano due caffè pure per me? Magari 1500 caffè? René: Prego? Itala: Oppure vuoi che dico a Stanis 'na cosetta che de botto manda a fanculo tutta la giornata? [A Stanis] Stanis, te volevo di' 'na cosa... Te volevo di' che secondo me c'hai ragione te: te dai il meglio quando fai qualcosa de quotidiano! Te che fai tutti i giorni, magni? E magnate 'sta merendina, no? Stanis: Grande Itala! Itala[A Renè]: Quant'è brocco, poverello!
Quello che sta succedendo oggi qui, all'estero, dove io lavoro, non sarebbe mai successo. Perché lì c'è una serietà, una precisione, un senso – porca puttana! – etico del lavoro che qui s'è perso totalmente ma che oggi con me ritroverete. (Glauco Benetti)
Io devo guarì! Io devo guarì! Tu me devi dì quanto tempo te ce vole pe' guarimme 'a capoccia! (Biascica) [alla psicanalista]
È arrivato il papa nero! Oggi non si gira! L'umanità ha finito di girare! (Mariano) [dopo aver sentito Biascica bestemmiare]
Ao', a Sergio, nun me guarda co' quella faccia! Tra de noi ce deve essere un rapporto equo, un do tu des. Cioè io do, tu des, un rapporto equo e solitario! Tu non me paghi? Armeno famme bestemmia'! (Biascica) [andandosene bestemmiando]
Alessandro: Infatti te volevo chiedere, Lorenzo, ti volevo chiedere, guarda per pochi giorni, non è che mi posso appoggiare da te? Giusto il tempo di organizzarmi... Lorenzo: Guarda volentieri, il problema è che sono a mia volta ospite da uno a cui avevo detto che sarei rimasto una settimana e sono lì da tre anni, per cui... Me dispiace.
Mariano: Ma tu ti sei accorto di quanto sono cambiato io rispetto all'anno scorso? Perché pe.. penso che si vede. René[guardando intorno a sé il camerino sfasciato]: Scusa Mariano, non mi sembra che sei cambiato molto... Mariano: Ma stai scherzando? È tutto completamente diverso! L'anno scorso quando io distruggevo, spaccavo, lo facevo male. Infatti avevo perso il piacere del distruggere, il piacere del fuoco, della benzina. Avevo perso tutto. Adesso lo faccio per un ideale, non sono più solo, lo faccio per qualcuno.
Aoh René, io ieri sera me la son letta e riletta 'sta scena e in fondo il senso è sempre lo stesso... cioè, questa è una scena chiaramente erotica. (Karin)
A René te sto a parlà de sensualità, no de sarsicce! (Karin)
Senti te volevo di' che me dispiace per lo scazzo dell'artra volta. [...] Però io guarda me lo sento, che noi potemo diventa' le mejo amiche. Succede sempre così: arrivo sul set, litigo co' 'a peggio stronza e alla fine diventa la meglio amica mia. (Karin) [ad Arianna]
Ah m'hai fatto male, m'hai fatto! Bastarda! Ma nun te viene che uno c'ha 'n cilicio qua?! Ma quant'è che lavori, hai cominciato oggi?! (Mariano) [ad uno dei tecnici che gli stava montando la flebo per una scena da girare]
René: Mariano, ah guarda, viene un amore. [riferito alla scena] Mariano: Sì però René, questo personaggio della puttana... [riferito a Karin] René: Ma non è una puttana. Mariano: È una puttana... René: No... Mariano: È una puttana. René: È una poliziotta, capito? Mariano: Una poliziotta puttana. René: Sembra, ma non è. Mariano: Poliziotta fino alle otto poi stacca e fa la puttana.
Lo schiavo è importantissimo, signò. Lo schiavo te permette de tirar fuori d'a roba, no? Si sei de buono umore, glie poi dà 'e ginocchiate su'e palle, 'e coppolette, forti però ch'e nocche così, je sputi, je tiri 'e peli der petto, no? Lui non pò fa niente perché è 'no schiavo. 'O schiavo è importantissimo. 'O schiavo è fondamentale. E mo' nun ce sta più 'o schiavo. (Biascica) [alla psicanalista]
Ricorda che è con le sostituzioni gratuite fatte al momento giusto che l'Italia è diventata un grande Paese. (Sergio) [a Lorenzo]
René: Ma questo è il progetto di Lopez. Mariano: Che stai dicendo? Che l'ho rubato? René: No. Mariano: È un'accusa molto brutta la tua! Quanti anni è che ci conosciamo? Tu mi dici che l'ho rubato? Sì, l'ho rubato ma Gesù Cristo mi ha già perdonato per questo e tu non mi perdoni? Che fai? Ti metti a competere? Fai una figuraccia te!
Ti stai imborghesendo René, non ti riconosco più. (Duccio)
Itala: Chi è che sta a venì? Arianna: Wim Wenders. Itala: Ma chi l'attore! Quello de Matrix?! Ammazza, oh!
René: No, senti Stanis, ti prego. Noi siamo molto contenti che venga il maestro, veramente, però intanto andiamo avanti, facciamo questa scenetta facile facile, che dici? Stanis: Tu mi stai offendendo René. Mi stai offendendo come uomo e come artista. Perché questa non è una scena facile facile, eh? Questa è una scena tremenda! E la cosa che mi offende di più è che tu non ti rendi conto di quanto io stia cambiando profondamente! René: No, sei tu che mi stai offendendo pensando che io non me ne sia accorto! Certo che me ne sono accorto che stai cambiando, Stanis. Stanis: Non vedo l'ora di farti vedere quello che sto combinando al teatro, René. René: E io non vedo l'ora di vederlo, Stanis. [si scambiano un occhiolino] Dai, dai, dai! [poi ad Arianna ed Itala] Ammazza che caga-cazzi questo!
Tu ti rendi conto di quanti verbi hai usato? Che c'hai? (Stanis) [ad Arianna]
[Stanis sta scrivendo un SMS a Wim Wenders] Stanis: Dammi una chiusa efficace. Arianna: No. Basta... Soon... See you soon, thank you. Stanis: No aspetta, ascolta: Thank you for being so not italian. Arianna: Suona un po' strano, cioè gli stai dicendo "grazie per essere così non italiano." Stanis: Infatti è perfetto. Arianna: Wim Wenders è tedesco. Stanis: Allora, io ti ho chiesto un aiutino per l'inglese non sul contenuto di questo messaggio, d'accordo? E se permetti le mie amicizie me le gestisco io.
Ti voglio dire solo una cosa, Stanis. Tu sei un attore straordinario, tu sei Stanis La Rochelle e io sono molto onorato di lavorare con te. E ti trovo non cambiato, ti trovo trasformato. Non è da te... non è da te... aspettare una giornata qualcuno che ti venga a vedere sul set anche se questo qualcuno si chiama Wim Wenders. Primo: perché è molto italiano aspettare Wim Wenders. Secondo: perché tu sei Stanis La Rochelle e se lui capiterà qua mentre tu stai girando, be', avrà la fortuna di vivere un'emozione, la stessa che tu dai a tutti noi tutti i giorni, Stanis. (René)
Hello Wim, it's Stanis. I'm not... really not happy that you don't come because... because you've been a little bit italian today. I'm sorry to tell you this, but... but it's true. So, what do you want me to tell? Ok... say goodbye to your wife... your children... bye bye.[1] (Stanis) [lasciando un messaggio sulla segreteria telefonica di Wim Wenders]
Dottor Cane: Penso sia giunto il momento per lei, Ferretti, di fare un salto di qualità e le vorrei affidare un grande progetto, un thriller rinascimentale, che può essere una miniserie, un film per il cinema, qualsiasi altra cosa... Haha, lei ha già capito, vero? René: No, veramente no, dottore. Dottor Cane[ridacchia]: Il progetto è Machiavelli. [René rimane atterrito; una volta uscito dallo studio del dottor Cane, telefona immediatamente ad Arianna con un'aria sconvolta] René: No, no, mi hanno fatto fuori Arianna, m'hanno fatto fuori, m'hanno fregato!!
Alfredo[comincia a parlare male di Cristina, non accorgendosi che questa è appena arrivata e sta dietro di lui]: Eh lo so, lo so, c'ha rotto il cazzo a tutti questa, e pure a me. È una stronzetta che fa come le pare, che arriva quando le pare, sempre se non sta a New York. Se penso che abbiamo un attore come Stanis, un attore che non è mai arrivato in ritardo un minuto. Be' ragazzi che ve' posso fa, questa è la fija de Mazinga e questo è un Paese dove i nomi contano. [Arianna prova a fargli segno per far capire che Cristina è arrivata ed è dietro di lui] No, è inutile che la difendi perché questa Cristina ha veramente tritato i coglioni a tutti. È vero o no? Arianna: Alla sinistra... Alfredo[si gira e si incrocia con Cristina]: Olè! Ben arrivata, Cristina. Allora è arrivata Cristina! Cristina: Chi è Mazinga? Alfredo: Mazinga è un eroe positivo, un eroe.
Tu devi stare tranquillo amico mio, eh, sei troppo nervoso. Mangia meglio, goditi la vita, vai a rubare, fai qualche cosa. Tu non ti droghi, vero? [Lorenzo scuote la testa] Sbagli. (Duccio) [a Lorenzo]
Biascica: T'a posso dì 'na cosa? Cristina: Certo! Biascica: Te volevo dì che io... A me nun me ne frega 'n cazzo che sei 'a fija de Mazinga perché io me svejo a matina ae cinque e c'ho i pupi e devo venì qua e già nun me va. Poi arrivamo qua sul set e dovemo aspettà a te. E per me questo è 'n'atteggiamento demmerda... Cristina: Capisco Biascica. No, mi dispiace molto. Scusami, veramente, non succederà più. Biascica[perplesso]: Ah cioè dici... cioè... come, te dispiace? Ah, 'a metti così? M'hai spiazzato! Li mortacci tua! Perché io proprio ero a venuto a cerca' 'o... 'o scontro... Per caso pure tu stai a tirà fuori tutto quello che c'hai dentro? Il guscio... Cristina: No. Biascica: Tutto quello che hai introiettato, lo stai a estroiettà?
René: M'hanno dato Machiavelli! Arianna: Perché cos'è Machiavelli? René: È una bufala, è un progetto che non si farà mai, lo danno ai registi, quelli che vogliono fare fuori. È una specie di avvertimento mafioso della rete, come a dire «Tu hai chiuso!» L'ultimo a cui lo hanno dato, Sandroni, si è ammazzato!
Io non ce l'ho con te Stanis, io ce l'ho con gli sceneggiatori, questa è una scena di merda! Se li incontro, li metto sotto co' 'a machina! (René)
Sceneggiatore 2: Non se ne esce, non se ne esce, porca miseria... Perché? No, no... [sembra che gli sceneggiatori si stiano scervellando mentre lavorano ai dialoghi della serie al computer] Sceneggiatore 3: Metti... Sceneggiatore 2: Ma che metti? Sceneggiatore 3: Metti il cinque di picche sotto al sei. Sceneggiatore 1: È l'unica.
Ma lo sai che non riesco proprio ad immaginarti fuori da questo posto? (Cristina) [a Arianna]
Duccio: Ascolta. Quando qualcuno ti chiede se hai bisogno di tempo, tu gli devi dire sempre sì. Sai qual è la cosa più importante in questo mestiere? Lorenzo: No, qual è? Duccio: Far passare il tempo.
Karin: Ma scusa, te pagano come una polacca, non impari niente, te chiamano pure schiavo... Ma me spieghi che senso c'ha? Ma che vuoi fa te n'a vita? Alessandro: Sto cercando di fare delle esperienze... così... ma anche facendo lo schiavo. Comunque a me piacerebbe fare la regia... Karin: Oh! E allora fai la regia! Pijate 'na bella macchinetta e te ne vai pe' fratte. Te giri, che ne so, quelle cose... sociali, quelle cose comuniste come piacciono a te. Alessandro: Ma come "comuniste"? Karin: Mmm... te sei 'n bel mandrillo comunista! Ma nun te preoccupà, me piaci pure se sei 'na zecca! Me fai sangue! Alessà, io te sto a parlà de futuro no de sarsicce!
Sergio, la pesca è così: per settimane tu non prendi una minchia, una notte Dio ti premia co' 'ste chilate di saraghi. (Duccio)
Ecca là! Un'altra scena de merda de baci de merda![2] (René) [ad Arianna; commentando una scena di passione tra Stanis e Karin]
Sento puzza di capolavoro! Anche di pesce... ma soprattutto di capolavoro! (Stanis) [Duccio ha portato il pesce sul set]
[Dopo la scena di passione tra Karin e Stanis] Karin: Me pare de sta 'a bacià 'na cabina telefonica! [tutti ridono] René: Che ve ridete? Sì però non facciamo così dai, cerchiamo di essere seri, su. Siamo dei professionisti... Karin: Ao', pane ar pane e vino ar vino! Qua se volete io me sto zitta, ma... poi l'italiano te ciocca ar volo che stai a fa 'na pagliacciata! L'italiano nun te ce casca mica, eh...
Stanis: Poi dice perché fai teatro... Per forza faccio teatro... Il teatro è respiro, è anima il teatro, non... non ci stanno 'ste battone di quarta categoria che... che poi la sera a cena vedi che se abboffano de pagliata, de animelle, de lardo... Arianna: Stanis, su dai... Stanis: La mollo questa fiction, Arianna! E... e siccome so come funzionano queste cose qui, voi mi rimpiangerete – eh? – perché sarete costretti ad acchiapparvi il primo Castellitto che passa e saranno dolori per tutti, hai capito?
Fidati, è scientificamente provato che il pesce risolleva l'umore. (Duccio) [a Biascica]
Fa parte del professionismo farsi i cazzi propri, capito? E invece me dai l'idea tu, scusa eh, che nun te li fai i cazzi tuoi! (Sergio) [a Lorenzo]
Alessà, le cose ne la vita vanno prese ar volo! La devi morde 'sta vita! (Karin)
A te invece... in futuro io ti consiglio fortemente di usare dei toni diversi con me perché vedi io ho degli avvocati a cui corrispondo un fisso mensile – capisci? – ed è un attimo che io ti mando a raccogliere riso nel basso Lazio in mezzo alle zanzare. (Stanis) [a Karin]
[Cristina si rifiuta di piangere in una scena; René la prende da parte per parlarle] René: Senti Cristina, io sono molto stanco. Io ho quasi cinquant'anni, ho la casa sfondata, questo non sarebbe grave però, eh... La cosa grave è che qui mi stanno facendo fuori, hai capito? Io presto dovrò reinventarmi tutto e credimi che a cinquant'anni non è facile. Tu sei una ragazza giovane, tu prendi duecentomila euro per sei mesi di lavoro, quando c'è gente che per mille euro al mese sfonda le strade col martello pneumatico senza battere ciglio e lotta per vivere una vita di merda. Io penso che sarebbe bello per una volta veder le cose nella giusta ottica, no? E fare semplicemente il proprio dovere senza capricci, senza problemi e in questo caso piangendo, se è il caso di piangere. Cristina: Hai finito de attaccarmi la pippa, René? [René le dà uno schiaffo, Cristina gli dà uno schiaffo a sua volta e poi una testata sul naso; i due vengono poi separati]
A Lorè, te devi sta' attento! Te lavori troppo! Poi non sei simpatico. E 'sta faccia, mamma mia! (Sergio)
Cara Arianna, anche io ti trovo molto sensuale, a volte la vita non ci fa vedere la bellezza vera che magari ci sta davanti, tutti i giorni. Ma ringrazio oggi di aver scoperto un qualche cosa, un qualche cosa che oggi è diventato un sentimento nei tuoi confronti, bella Arianna. E al destino dico grazie, grazie destino, tu hai fatto il primo passo, adesso sta a me galopparti incontro in punta di piedi. (Stanis) [scrivendo una lettera ad Arianna]
Mariano: Mi sono rotto il cazzo! Quando tre anni fa mi hanno offerto questo ruolo, mi dicevano questo conte è un personaggio che cambia, che è cattivo ma poi diventa buono, 'sto conte si trasforma, 'sto conte è 'na sinfonia, 'sto conte questo... e invece 'sto conte 'sto cazzo! Lo posso dire, padre? 'Sto cazzo! Padre Gabrielli: Maronna Maria', ogni due per tre mi chiedi «Posso chiedere questo? Posso dicere quello?» Dici! Dici! Vai, dici, quello che ti pare! Mariano: Questo è un personaggio negativo, soltanto negativo, che ai giovani mi trasmette un messaggio negativo, perché questo... questo conte ammazza... questo conte stupra... stupra e fa stuprare! E poi c'ha questa fissazione per questo pacchetto azionario! [spacca una lampadina con la mazza da baseball] Ma che cos'è un pacchetto azionario?! È fisicamente un pacchetto o no?!
Stanis: Tu ti devi trovare una pari grado, una camerierina. Alessandro: Io penso che stai esagerando, Stanis. Stanis: Io credo che tu sia veramente un caro ragazzo però la tua provenienza operaia... Alessandro: Ma mio padre è ingegnere. Stanis: Smettila! Alessandro: Ti giuro, veramente mio padre è ingegnere. Stanis: È ingegnere operaio! Alessandro: Vabbè, è ingegnere operaio... Stanis: E comunque ricordati una cosa molto importante, eh: che io vi amo. Io amo il proletariato e te lo voglio dimostrare in questo momento trovandoti una pari grado. [chiamando la truccatrice] Patrizia, vieni un attimo qua! Alessandro: Che fai? Stanis: Una truccatrice, Patri... [presenta i due] Seppia, Patrizia. Patrizia, Seppia. Io sento che già... vi conoscete, lei è giusta per te... Patrizia: Cosa vuoi Stanis? Stanis: Che vi conosciate, che magari poi nel freddo di una casa operaia in periferia facciate figli. Perché noi abbiamo bisogno che voi vi accoppiate... insomma fate quello che fanno gli operai, insomma.
Marià, è 'na schifezza. Sembra che parli mentre te lavi e' dienti! È 'na cosa che fanno solo i ricchiuni! (Padre Gabrielli) [dopo che Mariano ha cacciato la schiuma dalla bocca mentre recitava]
Guaglio', tu 'o vuo' sape' qual è 'o segreto... 'o segreto pe' sta buono nella vita? Vuo' sape', qual è? 'O segreto, vuo' sape' qual è? 'A palestra. (Padre Gabrielli) [a Biascica]
Mariano: Padre Gabrielli, parliamoci chiaro. Io da adesso in poi non voglio fare più nulla che non sia in linea con la mia fede. Padre Gabrielli: Ma che c'entra 'a fede? Lascia stà 'a fede! La fede è n'altra cosa. La fede è a Scempions League, noi stiamo giocando 'o campionato. È n'ata cosa!
Sergio: Avrei avuto un'ideuzza così... Ho pensato: "Chissà se il padre che è così disponibile ce farebbe una consulenza sulla famiglia." Perché la rete da tempo ce chiede più famiglia, più famiglia... pe Occhi del cuore, no? Padre Gabrielli: 'Na consulenza? Sergio: Sì, sempre che lei possa fatturà però, se no nun se fa proprio gnente! Padre Gabrielli: Ma certo che posso fatturare! Voi mi offendete! Che vi pensate che sono uno sprovveduto? Voi siete un tipo strano... Sergio: Seimila euro... va bene? Padre Gabrielli: Seimila euro... e ce 'i facciamo bastare. La famiglia hai detto? Sergio: Esatto. Padre Gabrielli: Più famiglia, vi serve più famiglia, 'a consulenza 'e 'a famiglia... Pigliate 'o pizziello e scrivite. 'A consulenza ncopp' 'a famiglia... [Sergio prende un taccuino] Famiglia, ci vuole più famiglia... Ci vuole più famiglia... Ci vuole più... abbracc', più sguard', gente che se vuo' buono, tutti 'nzieme, tutta 'a famiglia davanti a 'na grande tavola... 'nu maccarone, 'no piatto 'e maccarune, tutte quante che... sfurchettano 'e maccarune... e ce sta 'a mamma, ce sta 'o padr', e ce sta 'o nonn'... chell' 'e piac' a 'mbocca' 'o pup'... 'o pup' su 'o seggiolon'... 'a nuora, fondamentale la nuora! Fondamentale! Sergio[perplesso continua a scrivere]: Nuora? [si ferma e vede che Padre Gabrielli non prosegue] Ma che, è finita? Padre Gabrielli: E chest'è 'a consulenza mia! E quest'è! Eh, 'a famiglia, chest'è! Sergio: E ho capito... co' tutto 'affetto, ma io je posso dà massimo dumila euro, eh. Padre Gabrielli: E dammi dumila euro. Sergio[andandosene]: Che consulenza demmerda!
[René ha una visione di Sandroni, suicidatosi tempo prima] René: Senti Sandroni, visto che ce stai, nun è che me daresti due numeri pe' fa 'na giocatina al lotto? Sandroni: Prego? René: No, se me davi 'e numeri pe' 'l lotto... Sandroni: Ma come stai? Ma per chi mi hai preso?
Intervistatrice: Mariano, allora tutti i fan di Occhi del cuore si chiedono come sia lavorare con questi attori così famosi come Corinna Negri, come Stanis La Rochelle, Orlando Serpentieri. Dicci, com'è? Mariano: L'amore infecondo è all'origine di queste carriere, la fornicazione pesante, la travisazione dei sensi. Sono tutte carriere che nascono in certi alberghetti a due stelle vicino alla stazione. Momenti di squallore che diventano lavoro. È tutta gente presa dalla strada, ma no la strada de giorno, la strada de notte, certi viali de Roma che tu certamente conosci. E lì comincia. Intervistatrice: Senti Mariano, il pubblico femminile c'ha mandato molte mail. Sono tutti così curiosi. Ma tu sei fidanzato? Mariano: Sì, ho capito di cosa stai parlando e ti ringrazio per avermi dato questa occasione perché i giornali non ne hanno parlato. Io da quella faccenda sono stato assolto con formula piena e anzi mi rivolgo proprio a Federica, che sicuramente adesso è uscita dall'ospedale e sta guardando da casa. Federica, mi hanno assolto con formula piena quindi è stato un incidente. È stato un incidente. Tu prendi la tua strada, io prendo la mia. È finita così!
[Al telefono] Ma che ti importa che faccio di domenica? Gaeta', io non aggio mai ditto messa in vita mia e non voglio cominciare! Ti è chiaro? [chiude la telefonato] È l'unico giorno che posso stare con mio figlio! (Padre Gabrielli)
Pronto signò, so' guarito! Il problema nun era mi' padre, nun era mi' madre, erano i straordinari d'aprile, signò! So guarito, signò! So guarito! (Biascica) [chiamando la psicoanalista]
È coffee-break, signori! (Duccio) [riferendosi alla cocaina]
Ma vaffanculo a te, i palazzi, i palazzinari, i maggiordomi, i cani, i giardini e l'anima de li mortacci tua. Sta psicopatica! (Sergio) [commentando la decisione di Cristina d'abbandonare di punto in bianco la serie]
René[al telefono]: A Duccio ma come, io ti do il comando e tu mi fai un'inquadratura in tutta la mattinata?! Duccio: Ma stai scherzando, René? Abbiamo fatto una sola scena, ma non sai che scena. Una pepita d'oro, un capolavoro di quaranta secondi che lo puoi mandare a un festival. René: No Duccio, vaffanculo! Capito? Gira, gira! Gira più che puoi! Duccio: René, stai tranquillo, mi sono allineato alla tua poetica. Stai tranquillo tesoro, stai tranquillo.
Cristina: Mi sono vista ieri sera. Mi sa che sto facendo una figura di merda davanti a mezza Italia, Duccio. Duccio: Ma di che ti guardi le puntate? Ma ti pare che io guardo la mia fotografia? Tu devi fare le cose e te le devi dimenticare. La sera esci, non rimanere davanti alla televisione. La fiction è così: va fatta e contestualmente dimenticata, una cosa sola.
Karin: Allora? Com'è fare i registi? Duccio: Guarda, è una merda proprio! Cioè... ti fai un mazzo pazzesco, tutti ti sbombardano il cervello... proprio brutto... è brutto. Mi piace molto di più fare il direttore della fotografia: interno, esterno, aperto, chiuso, poi smarmelli e porti a casa.
Una bella sambuca si trova sempre. (Ermanno Lenzi) [a René]
[Stanis e Arianna stanno facendo una cena romantica] Maître: Lo chef sarebbe onorato di fare la sua conoscenza, signor La Rochelle. Stanis: Ma diciamo che dipenderà un pochino dalla qualità del cibo. Ehm, non darei nulla per scontato, eh? E poi se può dire per favore allo chef di non essere troppo italiano. Maître: Lo chef è tedesco. Stanis: Vada pure, grazie.
Arianna: L'elicottero – ti stavo dicendo prima – mi ha proprio chiuso lo stomaco. Stanis: Eh se uno non è abituato all'elicottero, fa quest'effetto, sì.
Io sono matto di una persona, Arianna, e indovina di chi? Arianna, io mi sono innamorato di te. Io sono disposto a tutto per te. Se vuoi mi taglio un mignolo per te. Lo faccio adesso, vuoi? Cameriere! (Stanis)
Usa la forza, Ferretti![3] (Tarzanetto) [cambiando voce e pronunciando finalmente una frase di senso compiuto]
Amedeo Rocchi... Poraccio! Oh ma possibile che 'sto ragazzo je fanno fa le parti più demmerda che ce so in giro, c'e fatto caso? (René)
Io ho studiato da Marcel Marceau a Parigi una tecnica molto semplice: io riesco a correre stando fermo. (Stanis)
Lorenzo: Ma non è giusto. Io arrivo per primo, me ne vado per ultimo, mi faccio un mazzo così e guadagno un quinto del minimo sindacale. Perché Sergio? Sergio: Perché? Perché se' antipatico, Lorè.
[L'avvocato di Cristina, Kalemzuck, ha appena comunicato a Sergio e René che Cristina vuole lasciare la serie] Avvocato Kalemzuck: Io ho già convocato il dottor Lopez per le quindici di questo pomeriggio, con lui affronterò il problema economico e produttivo, con voi volevo discutere di quello artistico. Sergio: A dottò, a noi c'arivano dei foji che dovemo girà, non è che l'arte c'entri più de tanto...
E qui si capisce perché ti hanno affidato il Machiavelli. Non sei mai stato capace di leggere la temperatura politica. (Lopez) [a René]
Stanis: Seppia, io ho un problema. Questa notte, ascolto no... è che questa notte ho fatto l'amore con Arianna, eh... insomma a modo suo è stato anche bello, cioè non lo nego, però io non voglio illuderla – capisci? –, non voglio ferirla, per... perché non è proprio la donna che fa al caso mio, capisci? Cioè io ho bisogno più di una donnina come la tua ex, come si chiamava? Alessandro: Elena. Stanis: Elena. Esattamente. Cioè... che è sessualmente meno fantasiosa, sessualmente sicuramente più remissiva perché... Seppia, Arianna a letto è una tigre! Arianna quando fa l'amore è una che ti morde, strilla, urla, invoca Satana... è una cosa... ti giuro: invoca Satana!
Poi se sei in difficoltà, Seppia, Seppietta, mi guardi, eh? Io sono talmente vero in scena che porto con me questa specie di alone di credibilità che ti risucchia dentro. (Stanis)
Ecco quello che succede quando una donna sente che la stai per lasciare. Capisci? Lo fiuta e che fa? Si comporta in modo sgarbato per proteggersi. (Stanis)
Itala[distribuendo biglietti a Stanis, Duccio e Alessandro]: Domenica se nun sapete per chi votà, questo è 'na bravissima persona, è un eroe, j'hanno sparato per quanto è onesto! Du' volte! Stanis: Io non voto, Itala, perché la politica come la fiction, la vivo da protagonista. Lo sapete sì che mi hanno candidato in Calabria, no? Sì, sì, è una terra che ha bisogno di aiuto, gli serviva una faccia e gliel'ho data. Duccio: E in che partito ti presenti? Stanis: Non lo so, non l'ho capito perché non c'era campo!
Stanis: Sai una cosa, Seppietta? Penso che mi dovresti essere grato. Alessandro: Perché? Stanis: Perché se penso che t'eri mezzo invaghito d'Arianna... Te batteva il cuoricino pe' Arianna, vero piccolino? Quella a uno come te se lo mangiava, d'accordo? Quindi credo d'averti salvato la vita un'altra volta, incredibile.
Arianna: Questa notte con Stanis è stata la più grande cazzata della mia vita e ne ho fatte tante. Io ho investito una signora cinese anni fa, questo è stato per un sacco di tempo il mio senso di colpa numero uno. Ecco, questo di Stanis è il mio nuovo numero uno. Io c'ho pensato e tu mi hai messo in difficoltà, perché tu non... non mi sei indifferente. Alessandro: Arianna, questa è una cosa bellissima. Arianna: Ecco però io voglio che le cose restino così. Perché io e te possiamo anche lavorare bene insieme, magari ricapita anche su altri progetti, però niente di più, capito?
Voja de sceneggia' sartame addosso | e struttura tu che io mo non posso. (Sceneggiatore 1) [cantando]
René: E quindi? Lopez: Quindi cosa? René: No dico, chi ha sparato al conte? Lopez: Aspettiamo gli exit poll. Sì, questo ci chiede oggi il Paese, di sapere dove stiamo andando... Arianna: Diego, noi non abbiamo più nessuna scena da girare finché non sappiamo chi è il colpevole. Lopez: È stato fatto un errore madornale. Io l'ho sempre detto. Parlavano di una schiacciante vittoria politica di chi sappiamo noi... ed Eric era perfetto come colpevole, no? Gay, isterico, assassino, una chicca... ma ora i nostri sondaggi dicono che probabilmente vinceranno... gli altri e il gay non si tocca. No, no! Il colpevole può essere l'agente di borsa, il commercialista calabrese ma non il gay, il gay no. René: Sì Diego, ma noi non possiamo stare fermi. Lopez: Noi dobbiamo stare fermi! Tranquillo René, alle tre arrivano gli exit poll, io metto in moto gli sceneggiatori e ti arriva una scena memorabile col colpevole definitivo.
Cristina: Io mi sa che non ce la faccio. Ti rendi conto che devo rimanere in questo incubo per altri dieci mesi? A fare la faccia basita, a parlare con le foto, a dialogare con i peluche, a dire «Giorgio... Giorgio...», ma io mi sa che m'ammazzo. Karin: Ma perché tu non hai capito quale è il nocciolo del problema. Cristina: Cioè? Karin: Che 'a devi dà!! [...] In questo Paese per qualsiasi cosa 'a devi dà. Voi vincere un concorso? 'A devi dà! Voi aprì 'na tabaccheria? 'A devi dà! Voi fa 'na fiction? 'A devi dà! Cristina: Sì però io non voglio fare una fiction, voglio uscire da questa fiction. Karin[ci pensa un po']: 'A devi dà!
No perché noi con... con quell'attrice, no, con quella Samanta Franchini... sì... be' noi possiamo spostare anche due, tre senatori. Capisce, lo schieramento... e no, si aprono delle prospettive diverse. (Lopez)
Duccio: Senti René, mi dispiace molto di questa situazione, no? René: Quale situazione? Duccio: Questo fatto che è l'ultimo giorno che giri. René: Ah... Ma lasciali dire! Duccio: Vuoi che interesso lo zio Fofò? René: Ma quale zio Fofò? E poi quello sta in Sicilia, che cosa può fare? Duccio: Ehi, guarda che l'hanno scorso lo zio Fofò ha protetto un giocatore di cricket in Inghilterra! René: Ma guarda, lascia stare Duccio, non ti preoccupare, grazie comunque. L'unica cosa che puoi fare per me, sai cos'è? [Duccio fa cenno di no con la testa] Darmi una bella luce su questa scena. Eh? Solo questo. Duccio: Sei meschino René. Io ti parlo di sentimenti e tu mi parli di lavoro.
Io non lo faccio il testimonial del Bifidus. Sono anche contrario perché la stitichezza si risolve con la preghiera, non con questi artifizi! (Mariano) [a padre Gabrielli]
Lopez[mostra dei fogli a René, Sergio e Alfredo]: Gli exit poll! No, il quadro è chiaro: al di là di un sostanziale pareggio, per cui si andrà verso un governo istituzionale, un governo Montezemolo, pare... [apre la porta a Arianna e le fa cenno di entrare] Si registra un lieve apprezzamento per la Lega, di cui però sarebbe folle non tenere conto. Dico bene? Sergio: Assolutamente! Lopez: Ecco! Per cui bisogna eliminare proprio tutti i riferimenti a Roma, tutto via... mantenersi sul vago... e... ah, il tossico sodomizzato non può essere più di Bergamo. No, questo è chiaro. Io direi Reggio Calabria, sì... poi è anche sordomuto... René: Sì, ho capito ma chi è il colpevole? Lopez: Ma chi è il colpevole, René? Ma il bel magistrato, Anna Pardieri! Sulla magistratura là si può andare addosso proprio tranquillamente. L'argomento è straordinariamente bipartisan.
Esagerato! (Padre Gabrielli) [ultime parole dopo che Mariano gli ha sparato]
Lopez: Oh René, reggiti forte! Qui sta succedendo il finimondo, eh, in rete proprio un uragano! Guarda gli effetti si vedranno tra una settimana ma io me la sento già di fare una previsione... René: Ma quale uragano, Diego? C'è stato il pareggio. [elettorale] Lopez: Ma allora sei un grandissimo ritardato mentale! E credo sia per questo che in rete ti vogliono tutti bene. Ma il pareggio... il pareggio ribalta la situazione, no? Tu lì dentro sei considerato la bestia, il bisonte... il mammut del pareggio! René[mangiando]: Ti ringrazio molto Diego, ma di che stai a parlà, scusa? Lopez: Resti in sella! Sì, resti saldamente in sella a Gli occhi del cuore 2, a cui seguiranno felicemente Gli occhi del cuore 3, Occhi del cuore 4, fino alle prossime elezioni europee. René: E Machiavelli? Lopez: Machiavelli, raus Machiavelli! Via! Il pareggio annulla tutti parametri, il pareggio è la svolta... il pareggio è vita! Certo che hai un culo, gua... Però qui bisogna fare dei cambiamenti. Sì, ci voglio... Bisogna fare un ricambio di attrici... Ne va degli equilibri politici del Paese.
Ho cambiato agenzia, sono di nuovo con la vecchia agenzia. [...] Ho ucciso il vitello grasso.[4] Dillo anche agli altri, eh! (Mariano) [a René per telefono, riferendosi all'omicidio di padre Gabrielli]
Quella è de n'altro livello proprio! Quella è la mejo de tutti! Ha sempre dato una pista a tutti. La Franchini è una che, per dirte, Camera e Senato te li ha sempre snobbati, che je frega? Lei è andata dritta alla Corte costituzionale, dritta al cuore dello Stato. Se l'è saltati tutti in padella, vecchi, giovani, me pare pure du' usceri. È 'a mentalità che conta! Vedi, tutte noi impegnate a gioca' c'a marcatura a uomo, lei no. Lei sempre a zona. 'A chiamamo Zeman. (Karin) [a Stanis]
Una cosa ci tenevo a dire prima di salutarvi. Penso che le cose si possano fare diversamente. Se mai tornerò a fare questo lavoro, lo farò con una convinzione: che un'altra televisione è possibile. (René) [alla troupe]
↑ Traduzione: «Ciao Wim, sono Stanis. Non sono molto felice del fatto che tu non sia venuto perché sei stato un po' italiano oggi. Mi spiace dirtelo, ma è la verità. Quindi, cosa vuoi che ti dica? Ok, di' addio a tua moglie e ai tuoi figli, ciao ciao.»
↑ Riferimento a una battuta precedente dello stesso René nel sesto episodio della prima stagione.
↑ Cfr. Guerre stellari (1977), Obi-Wan Kenobi: «Usa la Forza, Luke.»
Questa è una voce in vetrina, il che significa che è stata identificata come una delle migliori voci prodotte dalla comunità. È stata riconosciuta come tale il giorno 15 marzo 2018. Naturalmente sono ben accetti suggerimenti e modifiche che migliorino ulteriormente il lavoro svolto.