attore, regista e sceneggiatore italiano (1953-) Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Sergio Castellitto (1953 – vivente), attore e regista italiano.
Citazioni in ordine temporale.
[In occasione della fiction in cui ha interpretato Enzo Ferrari] Se penso a Enzo Ferrari penso ai suoi occhiali scuri, a quello sguardo bruno con cui decise di guardare e farsi guardare dal mondo. Un vetro scuro che modifica tutto ciò che lo circonda: il rosso delle sue macchine, i piloti, le donne, i suoi figli. Ma anche l'abbigliamento della gloria e la polvere dell'insuccesso. Ecco, se penso ad Enzo, penso a quel vetro che lo protesse, ma che gli impose una solitudine che solo gli uomini di grande carattere sono in grado di sopportare. Quando si muore ci si toglie gli occhiali e in quel margine di luce che resta si dice finalmente la verità. Credo che Enzo, la verità se la sia sempre detta, con o senza gli occhiali, con o senza le sue macchine, con o senza i suoi figli.[1]
[Su Checco Zalone] Premesso che mi fa molto ridere, e che di fronte al successo bisogna inchinarsi e domandarsi perché, mi fa altrettanto ridere la sinistra che dopo anni di snobismo sale sul carro del vincitore, eleggendo Zalone a sociologo d'Italia, quando è solo un grande comico che è riuscito a prendere il pubblico dei cinepanettoni e quelli che non li andavano a vedere, che era la sinistra.[2]
Le relazioni umane per me sono l'aspetto più significativo della Chiesa, oltre all'essere sul territorio e al conoscere e riconoscere le molte facce del gregge di Dio.
Padre Pio è stato ed è come un fegato: si fa attraversare e così filtra il dolore degli altri.
Penso comunque che l'arte sia sempre un gesto di speranza.
La mollo questa fiction, Arianna! E... e siccome so come funzionano queste cose qui, voi mi rimpiangerete – eh? – perché sarete costretti ad acchiapparvi il primo Castellitto che passa e saranno dolori per tutti, hai capito? (Boris)
Per il film [Non ti muovere] Sergio mi prese dopo cinque provini [...] e, all'ultimo, mentre mi stavo mettendo la giacca per andare via, mi chiamò e mi presentò ad alcune persone dicendo che sarei stata Angela, sua figlia. Ebbi un mancamento, mi aveva presa, e lo sentii come un padre per tutto il film. (Elena Perino)