La Parashah (anche parshah o parsha – in ebraico: פרשה, plurale פרשות - parashot o parashiyot; in pron.it.: parascià e parasciòt) è una suddivisione ordinata in pericopi della Torah destinata a definire la lettura settimanale della Torah stessa. Formalmente indica una sezione del libro biblico secondo il testo masoretico del Tanakh (Bibbia ebraica)[2] Nel testo masoretico, le sezioni di parashah sono designate da vari tipi di spaziature tra di loro, come si trovano nei rotoli della Torah, nei rotoli dei Libri Nevi'im o Ketuvim (specialmente le megillot), i codici masoretici del Medioevo e le edizioni stampate dei testi masoretici.
Le suddivisioni del testo in parashot è indipendente dai numeri dei capitoli e dei versetti della Bibbia, che non fanno parte della tradizione masoretica. I Parashot non sono numerati, ma hanno nomi/titoli speciali.
Ciascuna porzione settimanale della Torah adotta il nome dalle prime parole del testo ebraico. Risalente al tempo della cattività babilonese (VI secolo a.e.v.), la lettura pubblica della Torah per lo più seguiva un ciclo annuale che iniziava e terminava alla festività ebraica di Simchat Torah, con la Torah suddivisa in 54 porzioni settimanali per corrispondere al lunisolareebraico, che contiene fino a 55 settimane, con il numero esatto che varia fra anni bisestili e anni regolari.[3]
Esisteva anche un antico "ciclo triennale" di letture osservato in alcune parti del mondo. Nei secoli XIX e XX, molte congregazioni dell'Ebraismo riformato e di quello conservatore hanno applicato un ciclo triennale alternativo in cui viene letto solo un terzo di ciascuna parashah settimanale in un dato anno; le parashot lette sono ancora in linea con il ciclo annuale, ma l'intera Torah viene completata nell'arco di tre anni.
A causa della differente durata delle festività tra Israele e la Diaspora, la porzione che viene letta in una particolare settimana talvolta non è uguale dentro e fuori di Israele.
La lettura pubblica della Torah risale probabilmente all'epoca della fine dell'esilio babilonese, ai tempi di Ezra e Nehemia. Da allora, in epoche successive, la lettura è stata codificata fino ad assumere un ciclo annuale. Ai nostri tempi la lettura inizia con la festa di Simchat Torah (Parashah di Bereshit) e prosegue per 52 settimane.
La lettura della parashah avviene il sabato (Shabbat) nel corso della preghiera di Shachrith, ma viene effettuata una anteprima di 1 brano (dei 7 totali) durante lo Shachrit del lunedì e del giovedì della settimana che precede.
La lettura segue uno schema preciso. Prima della lettura del primo brano, i rotoli del Sefer Torah vengono alzati in modo che tutti possano vedere cosa verrà letto, e quindi un partecipante alla funzione viene chiamato a leggere una parte della parashah; egli chiede il permesso ai maestri (ravotai nevarech - siano benedetti i miei maestri), cui gli astanti rispondono con una benedizione (iehi shem A-donai mevorach leolam vaed - sia il nome del Signore benedetto per sempre ed in eterno) e quindi recita la berakhah specifica della lettura (Baruch atta A-donai eloheinu, melech haolam, asher bahar banu micol ha-amim ve natan lanu et Torato. Baruch atta A-donai, noten haTorah - Benedetto sia Tu Signore, re del mondo, che ci hai scelto tra tutti i popoli e ci hai dato la Tua legge. Benedetto Tu, Signore, che hai donato la Torah).
Il primo ad essere chiamato è un Cohen, ossia un discendente diretto di Aronne, fratello di Mosè (i due fratelli erano della tribù di Levi). In seguito un Levi generico (quindi non necessariamente discendente di Aronne); in seguito persone comuni (Israel, ossia discendenti di altre tribù).
Spesso la lettura della parashah viene fatta dall'officiante e non dal chiamato, sia per la difficoltà di lettura dell'ebraico biblico in sé, sia per la difficoltà nel riprodurre la tonalità del canto senza essere particolarmente allenati. È comunque meritorio leggere il proprio brano, ma la mitzvà è compiuta anche se la lettura è fatta da altri.
Nell'uso italiano, dopo la lettura della parashah, ogni chiamato chiede la benedizione divina ai propri familiari, amici ed ai presenti, e solitamente offre una somma a favore di opere di beneficenza (la zedakah).
Alla fine della lettura della Torah l'ultimo dei chiamati, detto Maftir, legge la haftarah, ossia un brano del Tanakh successivo alla Torah, che ha una relazione logica con la parasha della settimana.
Tabella delle letture settimanali
Questo è l'elenco delle parashot lette nel corso dell'anno. Con (*) sono indicate le parashot che, negli anni non embolismici, vengono riunite alle successive.
Ulteriori informazioni Libro, Nome della parsha ...
Nell'uso comune quindi la parola si riferisce alla porzione settimanale (una forma abbreviata di Parashat HaShavua). Questa pagina di voce tratta principalmente di quest'ultimo significato.
Una settimana è sempre Pesach e un'altra è sempre Sukkot, e la parashah finale, V'Zot HaBerachah, è sempre letta durante Simchat Torah. Pertanto, vi sono in pratica fino a 53 settimane a disposizione per 53 porzioni. Negli anni con meno di 53 settimane disponibili, alcune letture sono congiunte per raggiungere il numero necessario di letture settimanali.
Ofer, Yosef. "The Aleppo Codex and the Bible of R. Shalom Shachna Yellin" in Rabbi Mordechai Breuer Festschrift: Collected Papers in Jewish Studies, cur. M. Bar-Asher, 1:295-353. Gerusalemme, 1992 (HE) Testo online (PDF)
Penkower, Jordan S. "Maimonides and the Aleppo Codex." Textus 9 (1981):39-128.
Penkower, Jordan S. New Evidence for the Pentateuch Text in the Aleppo Codex. Università Bar-Ilan Press: Ramat Gan, 1992 (HE)
Yeivin, Israel. "The Division into Sections in the Book of Psalms." Textus 7 (1969):76-102.
Yeivin, Israel. Introduction to the Tiberian Masorah. Trad. & curata da E. G. Revell. "Masoretic Studies 5". Missoula, Montana: Scholars Press, 1980.
Edizioni bibliche consultate (e basate sul Codex Aleppo):