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La parashah di Bereshit (בראשית in ebraico) è la prima parte del libro di Bereshit (Genesi per i cristiani), il primo dei cinque libri che compongono la Torah.
« Tutto hai fatto con Sapienza, piena è la Terra delle Tue creature » ( Sal 103.24, su laparola.net.) |
Viene letta in occasione della festa di Simchat Torah.
Come per quasi tutte le parashot, il nome deriva dalla parola che da inizio alla lettura, Bereshit, per l'appunto. La parola ebraica significa in principio. Nella parashah, infatti si narra della creazione del mondo da parte di Dio.
«לא עליך כל המלאכה לגמור, ולא אתה בן חורין ליבטל»
«Non sta a te completare l'opera, ma non sei libero di sottrartene»
La parashah, come detto, narra di come Dio abbia creato il mondo. Nessuna spiegazione sul perché Dio abbia voluto creare il mondo viene fornita quale introduzione al racconto. Nello stesso modo nessun accenno a cosa potesse esistere precedentemente.
«Il Signore del Mondo, che regnava prima che qualsiasi essere fosse creato. Quando tutto fu fatto secondo il Suo desiderio, allora fu proclamato Re, Quando tutto sarà scomparso, Egli solo regnerà, temibile...»
I Maestri della tradizione ebraica insegnano che il Signore creò il mondo "per la Sua gloria", "per avere un luogo in Basso in cui abitare" e "per dilettarvisi". È scritto che Be-Reshith, che tradotto significa in principio, può anche essere tradotto con il principio: la tradizione vuole che il principio sia la Sua sapienza: "con la Torah il Signore creò il mondo", "la consultò prima di/per creare", "io (la Torah) ero là", "come il piano per l'architetto, (così la Torah)".
Sul Sefer haZohar è scritto che Rabbi Hiyya disse a Rabbi Yosi che Bereshit può significare "creò 6", Barà-Shit(/sh), con ciò intendendovi i sei giorni del Creato (cfr comunque Shabbat, infatti nella medesima parola sono presenti anche le lettere Shin, Bet, Tav, che alludono al "fondamento" del Mondo chiamato "Shabbat"). Ancora (Zohar I.31b): possiamo spiegare "In principio Dio creò" come "per mezzo del principio, re'shit, Dio creò..." ...il Mondo Inferiore[1].
Altri interpretano ancora come se fosse scritto Barà shit, deducendo quindi: "(Dio) creò il fondamento" (cfr Yessod) intendendovi anche la "pietra fondamentale", la pietra shethiyah, che giace nel luogo del Tempio di Gerusalemme, Sion. Un ulteriore commento spiega anche che Dio iniziò a creare il Mondo intero proprio iniziando dal luogo di Sion.
Alcuni grandi Maestri mistici parlano di un Mondo totalmente spirituale prima di quello attuale (cfr. Creazione); comunque la Sapienza divina è perfetta e quindi non soggetta a variazioni: "la Torah è perfetta", "(la Torah) non cambierà mai".
«Shimon haZaddiq era uno dei superstiti della Grande Assemblea. Egli soleva dire: <<Il Mondo si regge su tre cose: sulla Torah, sul Servizio divino e sulle opere di misericordia (cfr Ghemilut Chassadim)>>»
...ed ancora:
«Rabban Shimon, figlio di Gamlièl, diceva: <<Il Mondo è basato su tre cose: sulla verità, sulla giustizia e sulla pace, secondo quanto è detto: "verità e diritto di pace, giudicate nelle vostre città" (Zaccaria 8.16)>>»
Nahmanide insegnò, come anche nella Cabala ebraica, che per la Creazione vi fu il pensiero, nonché l'"opera", di Dio e che, inoltre, in questi "non fu presente fatica"; egli ne discute anche con riferimento alla luce celeste.
Nachman di Breslov affermò: ricolma il cuore di "struggimento" e "desiderio ardente" di Dio. Brama di servire l'Eterno adeguatamente... ...se si considera la Grandezza di Dio, nessun servizio dell'"uomo" è mai adeguato: fa' semplicemente "del tuo meglio".
« Egli li stabilì per l'eternità e fissò una "legge" inviolabile » ( Sal 148, su laparola.net.) |
«Che cosa fece Qadosh BarukhHu? Distese la Sua "destra" e spiegò i cieli, stese la Sua "sinistra" e fondò la Terra...»
Genesi 1,1-5
Le prime parole della parashah sono In principio creò Dio il cielo e la terra. Nel giorno Dio crea il cielo e la terra; secondo alcune opinioni dell'esegesi ebraica la luce fu la prima "cosa" creata e poi è scritto della "luce "separata" dalle "tenebre della sera/notte"; ...e fu sera e [fu] mattina: un giorno. Di per sé bereshit significa "in inizio di", "in principio di", quindi presumendo successivamente un complemento, nel testo invece vi compare un verbo a fianco, portando quindi la parola ad essere considerata errore grammaticale secondo l'Ebraico moderno, risultando in diverse traduzioni e discussioni tra gli studiosi, con cambio di senso del testo.[non chiaro]
Bereshit 1,6-8
Durante il secondo giorno Dio crea il "cielo/firmamento". Dio dice Sia una "distesa" in mezzo alle acque che separi le une dalle altre: "acque superiori ed acque inferiori". Secondo un Midrash le acque inferiori "piansero/piangono".
Bereshit 1,9-13
«...e la Terra era desolata e "sbigottita"...»
Creato il cielo e la terra, la luce e la tenebra, il cielo, Dio, nel terzo giorno "dona forma alla/crea" la terra: "Si riuniscano le acque che sono al di sotto del cielo in un so luogo sì che appaia l'asciutto"; da qui il significato di Tohu e Bohu. Pare che in un primo momento infatti vi siano state/sia stata soprattutto/solo le acque/l'acqua.[2] Dopo aver creato la terra Dio ordina che questa sia feconda di flora o, similmente, l'origine di essa infatti non v'era ancora la pioggia perché l'uomo la "lavorasse" e/o coltivasse.
Bereshit 1,14-19
Il quarto giorno porta la creazione del sole e della luna: Siano luminari nella distesa del cielo per far distinzione tra il giorno e la notte. Immediatamente dopo specifica che sulla base di questi si debbano basare le stagioni, i giorni e gli anni. Crea anche il "firmamento", in questo caso anche l'origine di stelle e pianeti. È da notare come al termine di ogni giorno si dica E fu sera e fu mattina, ancor prima che Sole e luna venissero creati, dando l'impressione, quindi, che il concetto dell'alternanza di giorno e notte sia indipendente dal sole: nel quarto giorno la luce venne "nascosta".
Bereshit 1,20-23
Nel quinto giorno Dio popola le acque ed i cieli. Sorprendente appare "l'ordine" che Dio dà a tutti questi animali di riprodursi sulla terra: Prolificate, moltiplicatevi, riempite le acque dei mari; il volatile si moltiplichi sulla terra.
Bereshit 1,24-31
Nel sesto giorno avviene la creazione degli esseri viventi terrestri e rettili. Completata la creazione degli esseri viventi che popoleranno la terra, Dio decide di creare l'uomo: Dio disse poi: Facciamo un uomo a immagine nostra, a nostra somiglianza. In questo stesso brano Dio assegna all'uomo (ed alla donna, che crea contestualmente) il dominio su tutto ciò che sino ad ora è stato creato. Gli assegna come sostentamento tutte le specie vegetali che generano seme e frutto. Anche agli animali Dio attribuisce la flora come alimentazione.
Secondo altre opinioni, come in Nahmanide, Dio forgiò tutti gli esseri viventi di quel giorno dalla terra, come Adam, ma è presente divergenza d'opinione.
Bereshit 2,1-3
Con i sesto giorno Dio ha completato la creazione e, nel settimo, si riposa. È in questo momento che nasce il concetto di settimana e dello Shabbat.
Nelle prime 7 parole in ebraico è racchiuso il significato dei 7 giorni della Creazione anche se, invero, vi se ne possono contare [quasi] 10.
Una narrazione della Torah orale istruisce sulla creazione, da Dio eseguita "a coppie": infatti allo Shabbat corrisponde il popolo ebraico.
Bereshit 2,4-25
La terra non è ancora coperta interamente di vegetazione perché Dio non ha ancora fatto piovere: non esisteva l'uomo per poter coltivare la terra. Si narra, in merito ad Adamo, di come Dio abbia creato dalla polvere/terra soffiandovi dentro del proprio spirito vitale (l'anima).
Dio crea un giardino in una località che si chiama Eden e si trova ad oriente. Qui Dio fa fiorire la vegetazione. Qui colloca anche l'albero della vita e l'albero della conoscenza del bene e del male.
Nell'Eden scorre un fiume, che una volta uscito dal giardino si divide in quattro rami.
Il primo, di nome Piscion, va a bagnare una località chiamata Chavilàh in cui dice esserci l'oro, l'onice e il bdelio.
Un secondo ramo, di nome Ghichon, circonda il paese di Cush di cui, però, non si riporta alcuna caratteristica saliente.
Il terzo braccio, Chiddekel, scorre ad est dell'Assiria; il quarto fiume è l'Eufrate.
Dio assegna all'uomo il compito di coltivare e custodire la terra del giardino. Gli dice però Mangia pure di qualsiasi albero del giardino; ma non mangiare dell'albero della conoscenza del bene e del male/"di quell'albero", perché nel giorno in cui tu ne mangiassi moriresti.
Dio decide che l'uomo deve avere un aiuto, la donna. Eva viene creata come "legata/stretta/vicina" ad Adamo immediatamente poi formata, quindi a lui "presentata"; pone l'uomo al cospetto del creato: Adamo assegna i nomi precipui agli animali.
Dio "addormentò" Adam: "presagli" [da] una "costola" "formò" Eva, le donò "esistenza".
L'uomo e la donna [qui] sono creati da Dio; la parashah recita: Perciò l'uomo abbandona padre e madre, si unisce con la moglie e diviene con lei come un essere solo; ...e vede che gli è più vicina di loro (Nahmanide).
Bereshit 3,1-15
Il serpente, riguardo al desiderio di Eva di mangiare il frutto dell'albero della conoscenza, "fa' intendere" che Dio non voglia che loro conoscano il bene ed il male. Eva si lascia convincere, mangia il frutto ed a sua volta lo fa mangiare all'uomo. Entrambi, avuto il dono della conoscenza descritta, si vergognano della propria nudità e si adoperano per coprirsi. Sentono Dio avvicinarsi e si nascondono alla sua vista. Dio li chiama e loro gli dicono di essersi nascosti perché nudi. Dio capisce che hanno mangiato il frutto proibito, dunque maledice il serpente e lo condanna a strisciare sul ventre a mangiare la polvere e gli toglie l'uso della parola.
Bereshit 3,16-24
Dopo aver punito il serpente, Dio si rivolge ad Adamo ed Eva. A questa destina il dolore della gravidanza, il desiderio per l'uomo e "l'accettazione/timore di" lui.
All'uomo riserva invece una vita di sofferenze e fatica per ricavare dalla terra il proprio sostentamento. La terra non sarà più feconda (in un primo momento vi sarà su essa grave condanna) sino al periodo di Noè.
Il "lavoro" causerà il "sudore" dell'uomo.
Gli predice anche la morte: Mangerai pane col sudore del tuo volto finché tornerai alla terra dalla quale sei stato tratto; polvere sei e polvere tornerai.
Adamo, e qui appare per la prima volta il suo nome, dà alla sua compagna il nome di Chavvà (in italiano Eva).
La cacciata dal giardino avviene per evitare che l'uomo e la donna, dopo aver violato il divieto riguardo all'albero della conoscenza del bene e del male, violino anche quello per l'albero della vita che donerebbe loro la vita eterna. Dio pone sulla strada che conduce all'albero della vita una schiera di cherubini armati di spade fiammeggianti.
Invero, dopo il peccato originale, Dio chiese ad Adamo "dove fosse in quel momento" alludendo e volendo la sua sincera Teshuvah.
Bereshit 4,1-16
Adamo ed Eva danno inizio all'umanità mettendo al mondo Caino ed Abele (Cain e Hèvel).
I fratelli portano i frutti del proprio lavoro come offerta al Signore ma Dio non gradisce il dono di Caino che se ne dispiace. Dio se ne accorge e lo incoraggia a comportarsi rettamente e lo ammonisce sul peccato.
Precedentemente Caino uccide il fratello Abele per gelosia credendo/comprendendo che i doni di Abele fossero più graditi a Dio perché considerati "migliori". Dio "ammonisce/chiede a" Caino dove sia il fratello: Caino afferma di non saperne e di non esserne il guardiano.
Dio "comprende/giudica" ciò che è successo e "punisce" Caino da cui egli, con "terrore",i ne trae una vita di vagabondaggio. Caino teme di essere ucciso ma Dio "prospetta" una punizione ulteriore contro chi dovesse ucciderlo.
Caino abbandona l'Eden[senza fonte] e si dirige ad oriente verso Nod.
Bereshit 4,17-24
Caino si sposa e genera Chanoch. Questi Irad; Irad genera Mechajael che a sua volta è padre di Methusciael. Methusciael genera Lèmech. Quest'ultimo prende due mogli, dalla prima, Adà, avrà Iaval e Iu; dalla seconda, Tsilvallà, nacquero Tuval-Càin e la figlia Na'amà.
Bereshit 4,25-27
Ad Adamo ed Eva nasce un nuovo figlio, che loro considerano un risarcimento riconosciutigli da Dio per la morte del secondo figlio. Gli pongono il nome di Sceth (la radice del nome in ebraico significa per l'appunto dare, porre, concedere). Figlio di Sceth è Enosh.
Questo passo termina con la frase Allora s'incominciò a invocare il nome del Signore. Pare doversi intendere che da allora si iniziarono a rivolgere preghiere al Signore.
Bereshit 5,1-32
In quest'ultimo brano si elencano le età che hanno raggiunto i vari uomini nella storia:
Bereshit 6,1-4
Il signore disse: Il mio spirito non rimanga sempre perplesso nei riguardo dell'uomo considerando che è di carne; gli darò tempo centoventi anni
Il breve brano sopra non è chiaro se sia ascrivibile alla sezione appena finita relativa alle età degli avi o se si riferisca al brano seguente che prelude alla storia di Noè.
Dio ha anche stabilito un termine entro cui alcuni individui possano ravvedersi della propria malvagità e/o per peccati: ciò attraverso la Teshuvah, talvolta anche prima di tale scadenza.
Bereshit 6,5-8
Constatando la malvagità di molte creature, Dio afferma di punire "parte dell'umanità" ed alcuni tra gli animali; Noè trovò grazia agli occhi del Signore.
I commentatori dell'Esegesi ebraica ritengono che Dio creò tutto nel primo giorno e che solo nei giorni seguenti ogni opera venne elaborata ed ebbe compimento; ad esempio di ciò è Adam del cui corpo è scritto e commentato che venne forgiato dalla terra fin dal primo giorno e che solo nel sesto, il 1º di Tishrì (cfr comunque Mitzvah e Rosh Chodesh), Dio lo completò; a segno di ciò la concezione che Dio abbia soffiato l'anima e lo spirito nelle sue narici: terra, in ebraico Adamà, presenta infatti la medesima radice di Adam. Secondo un'altra opinione rabbinica (Rabbi Yehoshuah, Talmud, Rosh haShanah 11a) il Mondo venne ad esistere nel mese di Nissan; secondo un'altra ancora il sesto giorno fu in considerazione del 6 Sivan (Rashi).
Vi sono differenti ipotesi Halakhiche anche per quanto riguarda l'origine della Creazione, se questa sia avvenuta con un'iniziale creazione del cielo o della terra. Secondo la Scuola di Shammai venne prima creato il cielo mentre per Hillel fu la Terra; Rabbi Jochanan Ben Zakkai affermò che cielo e Terra vennero creati contemporaneamente. Secondo l'Halakhah venne prima creato il C/cielo[3], la Terra in seguito ed in un secondo tempo [con] la Terra completò il cielo[4].
Nel suo commento a Bereshit, anche Rashi spiega per esempio che l'ordine ivi descritto delle create non corrisponde in modo cronologico-temporale a quello che fu: ciò non nega la verità della Torah; egli poi afferma che anche secondo il livello esegetico ebraico letterale si potrebbe intendere principio del creare di Dio, concludendo che quasi "il creare" si sia manifestato, come "da un procedere continuo" non negando ancora l'inizio del Mondo di Dio Creatore: si deve ricordare che non vi è "prima" e "dopo" nella Torah[5].
Nella tradizione ebraica del Ma'asseh Bereshit, secondo la Qabbalah, viene ripetutamente utilizzata l'espressione scritta che afferma come Dio Onnipotente ..."appese" i luminari nel firmamento.
Si ritiene che Dio abbia prima creato un Mondo primordiale spirituale, poi l'insieme delle creature e della create soprattutto nelle loro potenzialità esistenziali ed infine abbia dato l'esistenza definitiva come vediamo oggi pur non tralasciando, né prima né dopo, la loro "elaborazione" (non "commettendo" "turpi mescolanze") non "eludendo" quindi e leggi divine della Natura e le caratteristiche in essa delineate: con questo si intende anche il divieto di ibridare le specie, vegetali o "animali" (cfr Etica ebraica, anche Sha'atnez), come scritto: "ognuno secondo la propria specie".
Dio ha creato sia animali puri sia animali non puri (cfr Casherut).
L'Ebraismo rabbinico non accetta la teoria di Darwin né le datazioni del creato scientifiche attuali, vi sono comunque calcoli che considerano più dei 6000 o 7000 anni dalla Creazione previsti dai profeti ebrei e dai Maestri ebrei da essi spiegati secondo rivelazione divina. Vero inoltre che precedentemente al diluvio universale v'era trasmissione orale ed era conosciuto il fatto che il Mondo è stato creato, poi vi fu l'episodio della Torre di Babele e, con linguaggi differenti, iniziò ad esservi anche difficoltà d'intendimento l'un con l'altro.
In Shachrit poi viene recitato:
In questa parashah non sono presenti Mitzvot.
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