La haftarah (o nella pronuncia aschenazita: haftoroh – altern. haphtara, ebraico: הפטרה; "separazione", "commiato/dipartita", plurale haftarot) rappresenta una serie di selezioni dai libri dei Nevi'im ("Profeti") della Bibbia ebraica (Tanakh) che viene letta pubblicamente nella sinagoga quale parte della pratica religiosa ebraica. Le lettura della haftarah segue la lettura della Torah ogni Shabbat e durante le Festività ebraiche e giorni del Digiuno. Tipicamente la haftarah è collegata tematicamente alla parasha ("porzione della Torah") che la precede.[1] La haftarah è cantata seguendo uno schema melodico noto come "trop" in yiddish o "cantillazione" in italiano. Le relative benedizioni precedono e seguono la lettura della haftarah.
L'origine della lettura haftarah è perso nella storia e diverse teorie sono state proposte per spiegare il suo ruolo nella pratica ebraica, suggerendo che sia sorto in risposta alla persecuzione degli ebrei sotto Antioco Epifane che precedette la rivolta dei Maccabei, periodo in cui la lettura della Torah era stata vietata,[2] o che la pratica fosse "istituita contro i Samaritani, che negavano l'inclusione dei Libri dei Profeti (eccetto quello di Giosuè) nel canone biblico, e in seguito contro i Sadducei."[2] Il Talmud menziona che una haftarah fu letta in presenza del rabbinoEliezer ben Hurcanus, che visse verso il 70 e.v.,[3] e nel Nuovo Testamentocristiano vari riferimenti attestano che questa pratica ebraica era in esistenza durante quell'epoca.[4]
Nessuno conosce esattamente le origini della lettura della haftarah, ma diverse teorie sono state proposte. La spiegazione più comune, accettata da certe autorità ebraiche tradizionali, asserisce che nel 168 a.e.v., quando gli ebrei erano sotto il dominio del re seleucidaAntioco IV Epifane, veniva loro proibito di leggere la Torah e dovevano accontentarsi di un sostituto. Quando furono di nuovo in grado di leggere la Torah, gli ebrei continuarono a leggere anche la haftarah.
Una spiegazione alternativa, offerta dai rabbiniReuven Margolies e Samson Raphael Hirsch, è che la lettura della haftarah fu istituita per combattere l'influenza di quelle sette dell'Ebraismo che reputavano la Bibbia ebraica composta solo dalla Torah.[5]
Tuttavia tutte le spiegazioni proposte per l'origine della lettura della haftarah hanno delle difficoltà irrisolte. È comunque certo che la haftarah era letta – forse non obbligatoriamente o in tutte le comunità – sin dal 70 e.v.: il Talmud afferma che una haftarah era letta in presenza di RabbiEliezer ben Hurcanus, che viveva in quel tempo.
La haftarah è tradizionalmente letta dal maftir,[6] o ultima persona invitata al rotolo della Torah.
Rabbi Yosef Karo scrive che per molti anni non c'erano haftarot prestabilite: il maftir sceglieva un passo appropriato dai Nevi'im.[7] Col tempo certe scelte divennero fisse per certe comunità; nell'osservanza ebraica contemporanea, spiega Rabbi Moshe Feinstein, non si può più scegliere personalmente una haftarah, dato che ciò sarebbe contrario alla consuetudine accettata.[8] la spiegazione di Rabbi Karo aiuta però a capire il perché le comunità ebraiche abbiano tradizioni varianti in merito a cosa leggere per la haftarah.
Nella maggior parte delle congregazioni, quando un bambino diventa Bar o Bat mitzvah, questi legge la haftarah.
Le benedizioni precedono e seguono la lettura della haftarah. Tali benedizioni vengono lette dalla persona che legge anche la porzione haftarah; la benedizione prima della haftarah è letta con l'intonazione della haftarah. La pratica sefardita è quella di recitare, subito dopo il testo della haftarah e prima delle benedizioni conclusive, il passo di Isaia 47.4[9] ("Il nostro Redentore che si chiama Signore degli eserciti, il Santo di Israele!"). Le benedizioni dopo la haftarah sono standard in tutte le occasioni quando la si legge, fatta eccezione per la benedizione finale, che varia in base alla data e viene omessa in alcuni giorni.
A differenza della porzione di Torah (Parashah), la haftarah è normalmente letta da un libro stampato. Questo può essere un Tanakh (tutta la Bibbia ebraica), un Chumasch (volume che contiene la Torah con le haftarot) o, nel caso dei festival, il libro di preghiere (Siddur); ci sono inoltre libri contenenti solo le haftarot a grandi caratteri. Il Tanakh Koren, pubblicato dalla casa editrice israeliana Koren Publishers di Gerusalemme, è il Tanakh ufficiale accettato dal Rabbinato Centrale di Israele per la lettura haftarah in sinagoga.
Tuttavia, secondo la maggior parte dei decisori halakhici (Poskim), è preferibile leggere la haftarah su un rotolo di pergamena e, secondo un'esigua minoranza di poskim (soprattutto i seguaci del Gaon di Vilna), tale rotolo di pergamena è un requisito assoluto. Secondo alcune tradizioni più antiche, le haftarot erano lette su un rotolo speciale contenente solo le selezioni dei Libri Profetici utilizzate solo nelle haftarot; questo era noto come Sifra De'aftarta (ebraico: ספרא דאפטרתא), e si può ancora trovare in alcune comunità di oggi, sia ashkenazite che sefardite; in alcune comunità il rotolo è fatto di carta. Tali rotoli a volte contengono "punti vocalici" (neqqudot) e te`amim (segni di cantillazione) e a volte no. Tuttavia, il Gaon di Vilna ha istituito che le haftarot siano lette solo da pergamene che contengano il testo integrale di un Libro Profetico (ad esempio, il testo completo di Giosuè, o il testo integrale dei Giudici, o il testo completo di Isaia), così come un rotolo della Torah contiene il testo integrale del Pentateuco. Questi rotoli sono scritte in conformità con le leggi della scrittura dei rotoli della Torah e quindi non contengono punti vocalici o segni di cantillazione.[10] Questi rotoli sono usati per la lettura delle haftarot in molti, forse la maggior parte, delle yeshivot di stile e tradizione lituana, ed in un certo numero di sinagoghe aschenazite, specialmente a Israele.
Nei tempi antichi la haftarah, come la Torah, era tradotta in aramaico poiché veniva letta, ed è letta tuttora, dagli ebrei yemeniti. Il Talmud insegna che, mentre la Torah deve essere tradotta versetto per versetto, è invece permesso tradurre altre letture in unità fino a tre versetti per volta.
La haftarah è letta con la cantillazioneAscolta audio a Note secondo una melodia particolare (che non è la stessa melodia cantillata della parashah). La tradizione di leggere i Nevi'im con la loro propria melodia speciale viene attestata da fonti del Tardo Medioevo, sia aschenazite che sefardite. Una fonte medievale sefardita nota che la melodia delle haftarot è una leggera variazione dell'intonazione usata per leggere i Libri dei Nevi'im in generale (presumibilmente per scopi di studio), e gli ebrei di origine irachena tuttora mantengono melodie separate per "Neviim" e "Haftarah".[11]
Da notare che, sebbene molte selezioni prese dai Nevi'im siano lette come haftarot nel corso dell'anno, i Libri dei Nevi'im non sono letti nella loro interezza (a differenza della Torah). Poiché il Libro dei Nevi'im nel suo complesso non viene contemplato dalla liturgia, le melodie per certe rare note di cantillazione che appaiono nei libri profetici ma non nelle haftarot, sono state dimenticate e quindi perse.[12]
Le haftarot per la mattina di Tisha b'Av e per lo Shabat che lo precede, sono spesso lette in molte sinagoghe secondo la melodia di cantillazione usata per le letture pubbliche del Libro delle Lamentazioni o Eicha (ebraico איכה, 'ekàh, esclamazione di lutto)
Alcuni Rishonim, incluso RabbenuYaakov Tam, annotano che esisteva una tradizione nell'era del Talmud dove si leggeva una haftarah al servizio di minchah ogni Shabbat pomeriggio, ma tale haftarah era dai Ketuvim invece che dai Nevi'im. La maggioranza delle autorità halachiche sostengono che non sia vero e che non era una consuetudine durante l'epoca talmudica e che quindi tale tradizione non debba essere seguita. Nell'era dei Geonim, alcune comunità, incluse quelle della Persia, leggevano un passo dai Nevi'im (che fosse o meno in forma di haftarah) i pomeriggi dello Shabbat.[13] Sebbene tale pratica sia praticamente scomparsa, la maggior parte delle autorità halakhiche affermano che non ci sia nulla di errato nell'osservarla.
Rabbi Reuven Margolies sostiene che la consuetudine corrente di recitare il Salmo 111[14] dopo la lettura della Torah nei Shabbat pomeridiani deriva dalla tradizione riportata da Rabbenu Tam. Louis Ginzberg fa un'affermazione parallela per l'usanza di recitare il Salmo 91[15] durante Motza'ei Shabbat.[13]
In molte comunità la haftarah è letta da un Bar mitzvah o una Bat mitzvah alle rispettive cerimonie, insieme a qualche, tutta, o a volte nessuna, porzione della Torah. Ci si riferisce a questa occasione – principalmente nelle scuole ebraiche e nei programmi preparatori bar – come ad una porzione haftarah.
Vayetze (28:10–32:3)(S.R. Hirsch nota che ci sono tradizioni conflittuali su Vayetze; quanto segue è accettato da Hirsch, Hertz, Jerusalem Crown, & le Bibbie Koren)[5]
A: Osea 12:13–14:10 (alcuni, tra cui i Perushim discepoli del Gaon di Vilna, aggiungono alla fine Gioele 2:26–27)
S (anche A, secondo Cassuto, Bibbie delle IDF): Osea 11:7–12:12
K, Amsterdam, Algeri, alcune comunità del Maghreb (e S, secondo ArtScroll): Osea 11:7–13:5
(tuttavia se Miketz cade nel primo Sabbath di Hanukkah, come succede occasionalmente, la haftarah è Zechariah 2:14-4:7. Se cade nel secondo Sabbath di Hanukkah, la haftarah è 1 Re 7:40-50)
Bechukotai (26:3–27:34, end) (La persona chiamata a leggere le "maledizioni" (vv. 26:14-43) non viene chiamata al rotolo per nome e dovrebbe leggere le maledizioni sottovoce e il più rapidamente possibile)
alcune comunità algerine (secondo Dotan): Isaia 54:11–55:5
Ki Tavo (26:1–29:8)(La persona chiamata a leggere le "maledizioni" (vv. 28:7-69) non viene chiamata al rotolo per nome e dovrebbe leggere le maledizioni sottovoce e il più rapidamente possibile)
Portoghesi (secondo Dotan): Giosuè 1:1–9, e Isaia 61:1, e Isaia 62:5.
Haftarot per i Shabbat speciali, le Festività e i Giorni di Digiuno
In generale, nelle date specificate più sotto, si leggono le seguenti haftarot, anche se ciò implica tralasciare la haftara della porzione di Torah dello Shabbat. Tuttavia, in certe comunità, le prime due hafatarot qui elencate (quella per Rosh Hodesh e quella per il giorno che precede Rosh Hodesh) sono rimpiazzate dalla haftarah settimanale regolare quando la lettura settimanale è Masei o dopo.
A, Y, AH, alcuni S e Maghreb: Isaia 55:6–56:8 (uguale al 9 di Av, pomeriggio)
I: Osea 14:2–10
(secondo Dotan, la maggioranza delle congregazioni sefardite non hanno haftarah per il Digiuno di Gedalia)
Shabbat prima di Yom Kippur (Shabbat Shuva) (usualmente uguale a Haftarot Vayelech)
Osea 14:2–10. Inoltre, certe comunità aggiungono il Gioele 2:15–17 o Michea 7:18–20. Tuttavia molte comunità attualmente aggiungono entrambi questi passi, una consuetudine generalmente considerata priva di fondamento.
Shabbat subito prima del secondo giorno di Adar (o Adar II) (Shabbat di Parashat Shekalim)
A, Y: 2 Re 12:1–17
S, AH: 2 Re 11:17–12:17
Shabbat subito prima di Purim (Shabbat di Parashat Zachor)
A, AH: 1 Samuele 15:2–34
S: 1 Samuele 15:1–34
Y: 1 Samuele 14:52–15:33
Sabbath Shushan Purim nelle città che lo celebrano (uguale a Zachor)
A, AH: 1 Samuel 15:2–34
S: 1 Samuel 15:1–34
Y: 1 Samuel 14:52–15:33
Shabbat Shushan Purim nelle città che celebrano Purim
No haftarah speciale: si legge la solita haftarah per il parsha della settimana
Shabbat subito dopo Shushan Purim (Shabbat di Parashat Parah)
A: Ezechiele 36:16–38
S, AH, Y: Ezechiele 36:16–36
Giorni di digiuno (oltre quelli descritti supra), haftarah pomeridiana
A, e Algeri (secondo Dotan): Isaia 55:6–56:8 (uguale al 9 di Av, pomeriggio)
S, Y: niente
alcune comunità del Maghreb (secondo Dotan): Osea 14:2–10, e Michea 7:18–20.
Haftarah per lo sposo
Era usanza in molte comunità leggere Isaia 61.10-63.9[20] se nella sinagoga era presente uno sposo (che si fosse sposato durante la settimana precedente). L'usanza variava:
In alcune comunità, veniva letta questa haftarah intera, sostituendo la regolare haftarah della settimana.
In altre comunità, venivano letti solo alcuni versetti (di norma Isaia 61.10-62.5[21], sebbene la letteratura sia poco chiara). Erano letti dopo la regolare haftarah, prima o dopo la benedizione di chiusura della haftarah – a seconda delle tradizioni locali.
Quando una haftarah specificata dal Talmud doveva essere letta durante certi Shabbat (cioè, lo Shabbat di Hanukkah), alcune comunità non leggevano la haftarah dello sposo, preferendo mantenere la haftarah standard. Anche in questo caso, le tradizioni variavano:
In alcune comunità, veniva letta la haftarah dello sposo.
In altre comunità, sebbene si leggesse normalmente l'intera haftarah dello sposo, in seguito venivano solo aggiunti pochi versetti alla haftarah settimanale.
Certe comunità omettevano completamente la haftarah dello sposo, leggendo invece la regolare haftarah settimanale.
Oggigiorno però tale usanza è quasi del tutto scomparsa. Nessuno legge più una haftarah speciale per lo sposo, eccetto i caraiti.[22]
Goswell sostiene che tale ordinamento "suggerisce che dovremmo capire che i libri di Giosuè - Re 1 & 2 illustrano e applicano la teologia ed etica del Pentateuco" - cfr. Gregory Goswell, "The Hermeneutics of the Haftarot," Tyndale Bulletin 58 (2007), 100.
Rabinowitz, Louis. "Haftarah." Encyclopaedia Judaica. Curatori: Michael Berenbaum & Fred Skolnik. Vol. 8. 2ª ed. Detroit: Macmillan Reference USA, 2007. pp. 198-200. 22 voll. Gale Virtual Reference Library. Gale.
Tosefta, Megillah, 4 (3): 1, fornisce le haftarot dei Quattro Shabbat Speciali. Una baraita in Megillah 31a, che contiene successive aggiunte degli amoraimbabilonesi, i quali inserirono le haftarot del secondo giorno dei festival (e che di conseguenza cambiano l'ordine delle haftarot) – fornisce le haftarot per ciascuno dei festival, inclusi gli Shabbat intermedi, e uno Shabbat che è anche Rosh Hodesh, lo Sabbath che subito lo precede, e Hanukkah.
Atti 13.15, su laparola.net. afferma che "dopo la lettura della Legge e dei Profeti" Paolo fu invitato a fare un discorso di esortazione. Luca 4.17, su laparola.net. dichiara che, durante il servizio dello Shabbat a Nazaret, il Libro di Isaia venne dato a Gesù, "e apertolo trovò il passo dove era scritto" – il passo era quello di Isaia 61.1–2, su laparola.net.. Sfortunatamente, la parola greca ivi usata per "trovò" non rende chiaro se il passo letto fosse stato stabilito in precedenza o preso a caso. Cfr. Rabinowitz, Louis. "Haftarah." Encyclopaedia Judaica. Curatori: Michael Berenbaum & Fred Skolnik. Vol. 8. 2ª ed. Detroit: Macmillan Reference USA, 2007. pp. 198-200. 22 voll. Gale Virtual Reference Library. Gale.
Maftir (ebraico: מפטיר, "terminatore") si riferisce propriamente all'ultima persona ("colui che conclude") chiamata alla Torah la mattina dello Shabat o delle feste: tale persona legge anche la porzione di haftarah dalla relativa sezione dei Nevi'im (libri profetici).
L'articolo sulla "Cantillation" (EN) nella Jewish Encyclopedia indica le intonazioni per "Prophets (other readings)" sia nella tradizione sefardita occidentale che in quella di Baghdad.
Eccezionalmente, nelle settimane combinate gli ebrei siriani usavano leggere la haftarah di Behar. Quelli negli USA ora seguono la tradizione sefardita generale.
Esodo 12.1-2, su laparola.net.: "Il Signore disse a Mosè e ad Aronne nel paese d'Egitto: Questo mese sarà per voi l'inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell'anno", cfr. Talmud, Megillah 22b.
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