Remove ads
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Oriolo Romano (AFI: /oˈrjɔlo roˈmano/[4]; L'Oriolo[5] o Uriolo [l oˈrjɔːlo, uˈrjɔːlo] in dialetto oriolese) è un comune italiano di 3 671 abitanti[1] della provincia di Viterbo nel Lazio.
Oriolo Romano comune | |
---|---|
Palazzo Altieri, Piazza Umberto I | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Viterbo |
Amministrazione | |
Sindaco | Emanuele Rallo (lista civica) dal 4-10-2021 |
Territorio | |
Coordinate | 42°09′28.08″N 12°08′16.08″E |
Altitudine | 420 m s.l.m. |
Superficie | 19,32 km² |
Abitanti | 3 671[1] (31-8-2022) |
Densità | 190,01 ab./km² |
Comuni confinanti | Bassano Romano, Bracciano (RM), Canale Monterano (RM), Manziana (RM), Vejano |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 01010 |
Prefisso | 06 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 056041 |
Cod. catastale | G111 |
Targa | VT |
Cl. sismica | zona 3B (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 166 GG[3] |
Nome abitanti | oriolesi |
Patrono | san Giorgio |
Giorno festivo | 23 aprile |
Motto | In hoc consistit verus amor |
Cartografia | |
Posizione del comune di Oriolo Romano nella provincia di Viterbo | |
Sito istituzionale | |
Il territorio comunale si estende sui Monti Sabatini, una zona collinare ricca di boschi cedui e d'alto fusto in particolare castagno, cerro e faggio, e fa parte del parco naturale regionale di Bracciano-Martignano. Nonostante Oriolo Romano abbia una superficie di poco superiore ai 19 km2 e si trovi a circa 22 km dal mare, il territorio presenta ambienti naturali ed ecosistemi assai eterogenei e di elevato pregio: si va dalla macchia mediterranea all'ambiente maremmano per arrivare a quello montano delle faggete, presenti negli Appennini a quote superiori ai 900 m. Il territorio, situato al confine con la città metropolitana di Roma, è attraversato dal fiume Mignone e dall'affluente Biscione.
Il territorio ha un'altitudine media sul livello del mare di 418 metri. Il rilievo maggiore è Monte Raschio (552 m. s.l.m.). Considerando i rilievi collinari e le depressioni presenti in un raggio di 500 metri dal centro urbano (piazza Umberto I) il dislivello massimo è di −30 m (Acquarella) e nel raggio di 1 chilometro si raggiungono i −50 m (Serrale), mentre considerando un raggio di 3 chilometri vi sono rilevanti variazioni di altitudine pari a 247 metri (Monte Raschio-Mola del Biscione). Se si considerano di rilievi montuosi compresi in un raggio di 6 chilometri, il dislivello raggiunge i 307 m (Monte Rocca Romana-Mola del Biscione); il dislivello massimo di 659 metri si raggiunge considerando i rilievi presenti nel raggio di 17 chilometri (Monte Fogliano-Mola del Biscione).[6] Lungo il corso del Mignone, tra le località Torre d'Ischia, Campetto e Castellina, al territorio collinare si sostituiscono alcune forre originatesi dall'azione erosiva dell'acqua a regime torrentizio e dai conseguenti crolli delle rupi tufacee.
Numerosi studi[7] realizzati nei Colli Albani, Monti Sabatini, Monti Cimini e Monti Vulsini hanno dimostrato come sia presente una forte emissione di gas naturali di origine vulcanica, in particolare del radon, un gas naturale radioattivo considerato la seconda causa di morte per tumore al polmone dopo il fumo ed emesso dal sottosuolo e da alcuni materiali da costruzione provenienti da aree vulcaniche.[8] Lo studio effettuato nel 2013 da ISPRA e ARPA Lazio[9] ha riscontrato nelle abitazioni del paese una concentrazione media di Radon pari a 360 Bq/m3 con un massimo di 2 194 Bq/mm3[10], dati al di sopra di 300 Bq/mm3, valore di riferimento massimo raccomandato dall'OMS.[11] Per ridurre il rischio derivante dal radon di contrarre il tumore al polmone, il 3 dicembre 2010 l'amministrazione comunale ha adottato un nuovo regolamento edilizio che prevede specifiche norme per l'edificazione dei nuovi edifici.[12]
Classificazione climatica: zona E, 2166 GR/G
Nella maggior parte del territorio il clima è di tipo temperato, mediterraneo. L'eterogenea orografia unità alla presenza dei bacini lacuali di Bracciano e Vico fa sì che esistano alcune aree, forre del Mignone e di monte Raschio, con un particolare microclima dove è presente il fenomeno dell'inversione termica e le temperature sono durante l'anno inferiori alla classificazione climatica ufficiale; a testimoniare in maniera visibile questa differenza è la vegetazione che vi cresce, più adatta alle condizioni climatiche di una zona temperata fredda.
Nelle forre lungo il corso del Mignone, comprese tra le località Torre d'Ischia, Campetto e Castellina[13], la temperatura dell'aria diminuisce scendendo verso il basso e il fenomeno dell'inversione termica è particolarmente marcato; il fenomeno è determinato dalla scarsa diffusione della radiazione solare determinando un progressivo aumento dell’ombreggiamento accompagnato da una diminuzione della temperatura, creando all’interno della forra un microclima considerevolmente più fresco e umido rispetto ai pianori esterni. Di conseguenza man mano che si scende verso il fondo della forra la vegetazione mediterranea presente sul pianoro (clima più caldo) è sostituita da altre piante più adatte alle particolari condizioni climatiche più fredde.
Incerta è l'origine del nome e numerose sono state le ipotesi, ma quelle plausibili sono sostanzialmente tre[14]. Come Oriolo ( Cosenza), potrebbe derivare da hordeolus, ‘chicco d'orzo’, secondo un'ipotesi che risale a Gerhard Rohlfs[15][16]. Più probabile appare la derivazione da aureus ‘d'oro’, in analogia con omonimi lombardi[17], per la fecondità del terreno o anche da Aureoulus, nome personale romano[14]. Anche Pellegrini sostiene la derivazione da aureu(m) per il toponimo laziale[18].
Testimonianze di presenza e frequentazione del luogo da parte dell'uomo non ancora organizzati in insediamenti stanziali si rintracciano già in epoca protostorica risalente al periodo villanoviano-etrusco e romano: in località "La Mola" sono stati rinvenuti da F. Enei frammenti ceramici con decorazioni di tipo appenninico databili al Bronzo medio[19]; al periodo villanoviano-etrusco appartegono tre tombe a camera in località Campetto, delle pestarole e una tomba in località Pascolaro,[20] mentre sono databili al periodo romano una strada che collega la località Campetto alla Mola del Biscione,[21] resti di una cisterna in località Muraccio e una seconda a Monte Rosano, un colombario in via Aldo Moro.[22]
Secondo una ricerca della locale sezione dell’Archeoclub d’Italia nel IV secolo, sotto il pontificato di Melchiade I, la vicina Forum Clodii era sede vescovile e il primo vescovo era stato Domiziano; dopo quella data del centro non si hanno più notizie per oltre un millennio. La località, comunque, seppure non più abitata rimane ben individuata nelle carte: nel 1234 un atto amministrativo relativo ai confini tra il Castrum Brachiani e Santa Pupa riporta la scritta “Fossatum Orioli usque ad pontem lapideum S.M. de Flore”.[23]
Sulla facciata del palazzo Santacroce-Altieri, era presente un'epigrafe che riportava: Giorgio Santacroce quinto signore di Viano, figlio di Onofrio, disboscò la selva di Manziana, e condottovi i coloni nell'anno 1562, rese frequentata la strada Claudia, dotò di mura il castello di Oriolo, edificò la chiesa di San Giorgio (1570), edificò questo palazzo. A prescindere da questa epigrafe, oggi non più presente sulla facciata, la data di fondazione del paese è da considerarsi quella del 15 aprile 1560. Infatti, in tale data fu stipulato, a rogito notaro Ser Pietro di Viano, il Contratto fatto con li primi habitori dell'Oriolo con il quale Giorgio III Santacroce invitò nelle sue terre contadini e boscaioli, detti capannari, provenienti soprattutto dalla Toscana e dall'Umbria, da Pistoia e Siena in particolare.[24] Giorgio III concesse enfiteusi e mise a disposizione case per gli abitanti con l'obbligo di disboscare macchie e di coltivare terre, corrispondendo il quinto di quanto raccolto. A seguito del primo contratto Giorgio III promulgò un secondo atto, a rogito stesso notaro, col quale, il 19 maggio 1562 stabilì Capitoli e convenzioni fra l'Illustrissimo Signore Giorgio Santacroce e i rappresentanti dei primi abitanti di Oriolo.[25] Da un successivo scritto Per maggior confermazione e corroborazione delli soprascritti contratti è citato un istrumento di Messere Hercole Rafanelli del mese di dicembre 1576 che raccoglieva le volontà di Giorgio II, nel quale faceva donazioni e atti di liberalità alla popolazione, si deduce che i primi abitanti di Oriolo Romano erano chiamati oriolani anziché oriolesi come poi furono in seguito e fino a oggi inspiegabilmente appellati.[26]
Nel Primo libro dei Consigli redatto nel 1575 viene riportato l'elenco dei residenti[27] da dove risulta la presenza di 106 persone; oltre la metà dei residenti, 64 persone, giunsero dall'Umbria, in particolare da Parrano 37, da Orvieto 10, da Gubbio 6, da Fabro 4, da Piegaro e Castel Viscardo 2, altre 27 persone dalla Toscana di cui 21 da Ficulle e 3 da Arezzo, 4 dall'Emilia-Romagna. L'origine umbra dei primi abitanti di Oriolo Romano, risulta ancora oggi, a distanza di secoli, in talune inflessioni dialettali, usi culinari e folcloristici che si possono osservare nell'attuale popolazione.[28]
A seguito della decapitazione di Onofrio III Santacroce avvenuta il 31 gennaio 1604[29] a castel Sant'Angelo, nel 1606 i feudi di Viano e Oriolo ritornarono alla famiglia Orsini che rivendette nel 1671 alla famiglia Altieri.
Il feudo restò agli Altieri fino al 1927, anno in cui fu definitivamente smembrato in base alla legge che facilitava l'affrancamento degli "usi civici".[30]
Per effetto di quella legge, l'Università agraria[31], associazione di contadini residenti riconosciuta come personalità giuridica dal 1894,[32] poté distribuire le terre affrancate ai residenti, mantenendo l'unitarietà dei terreni. Oggi l'ente Università agraria, i cui organi amministrativi sono eletti dagli utenti dell'Ente, controlla e gestisce il comprensorio agricolo di Oriolo Romano. Nei primi decenni del XX secolo, inoltre, ha partecipato con i suoi fondi alla costruzione dell'edificio scolastico, alla ristrutturazione dell'ambulatorio medico di proprietà comunale, e ha sostenuto finanziariamente famiglie disagiate.
Il 27 maggio 1903 dai tecnici del 3º reggimento Genio Telegrafisti del Regio Esercito[33] venne sperimentata la trasmissione senza fili di un messaggio radiotelegrafico (marconigramma) tramite una postazione mobile dalla collina del Campaccio verso Roma Monte Mario inviando il seguente messaggio: “R. Prefetto Roma - Gradisca vossignoria riverente saluto popolazione Oriolo Romano che mi onoro di inviarle col telegrafo Marconi qui funzionante per esperimenti genio militare - Il Sindaco Persi”.
L'amministrazione comunale, dato l'esito positivo dell'importante esperimento, intitolò a Guglielmo Marconi una via del Poggio e fece realizzare una teca dove vennero riposti i nastri originali del marconigramma, il saluto del Sindaco, la risposta del Prefetto di Roma e la fotografia dell’evento, apponendo la seguente didascalia “Ricordo del primo marconigramma che il 27 maggio 1903 dai colli oriolesi sulle onde hertziane raggiunse l’alma Roma, messaggero al capo della provincia del fervido rispettoso saluto di questa popolazione”.[34] La trasmissione telegrafica fu rievocata l'11 ottobre 2009, in occasione del centenario dell'assegnazione a Marconi del Premio Nobel.[35]
Nei secoli il tessuto urbano ha subito numerose trasformazioni per rendere il paese più vivibile, in particolare sono stati demoliti alcune fonti e una porta della mura per dare al paese l'attuale assetto urbanistico.
Nel dicembre 2016 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha promosso a Zona Speciale di Conservazione (ZSC) due siti SIC presenti nel territorio individuati nel giugno 1996[60].
Abitanti censiti[73]
Dal censimento del 2001 il significativo aumento della popolazione residente di Oriolo Romano è stato determinato dal saldo migratorio fortemente positivo, solo in parte ascrivibile all'arrivo pur consistente di cittadini stranieri, che ha ampiamente compensato il trend negativo del saldo naturale.
Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2019 gli stranieri residenti a Oriolo Romano erano 298, pari all'11,37% della popolazione complessiva. Le comunità nazionali più numerose erano:[74]
L'assetto urbanistico originario di Oriolo Romano presenta una spartitura geometrica ben definita con un centro ideale rappresentato dal Palazzo Santacroce-Altieri; il suo sviluppo fino all’attuale assetto del centro storico avviene nell’arco di due secoli: la prima fase, dalla fondazione al 1604, è dovuta ai Santacroce e riguarda la progettazione urbanistica e l’edificazione del poggio; in una seconda fase (1671-1782), con gli Altieri, avvengono ulteriori ampliamenti e sono realizzati i viali delle Olmate, la chiesa e convento di S. Antonio, Piazza Principe Amedeo, la fontana delle Picche, i palazzi del Governo e dell’attuale municipio, l’attuale assetto della Villa. Queste distinte pianificazioni urbanistiche si rifanno ad altrettanti schemi urbanistici:
Giorgio II Santacroce nel fondare Oriolo Romano prevede una dettagliata pianificazione urbanistica[82] e organizzazione sociale[83] che si basa sullo schema della rosa dei venti; infatti, dal centro ideale del borgo si irradiano tre larghe vie con case a schiera parallele all'asse dei punti cardinali Nord-Sud occupando una superficie di circa 30 ettari. Lo schema della rosa dei venti viene ripreso nelle facce dei mascheroni della fontana delle Picche: ciascuna rappresenta uno dei quattro venti principali (Borea, Euro, Noto e Zefiro).[84] Come scrive l'architetto Rosa Gemma Cipollone: «La peculiriarità di Oriolo, tuttavia, è la sua fondazione civica "ex-novo" che ne fa uno dei primi esempi di pianificazione urbana moderna».[85]
Nel 2012 l’architetto Patrizia di Filippo dopo uno studio condotto sui simboli del cristianesimo, in particolare il pellicano, la donna, il buon pastore, l’aquila e la fenice, a cui si rifanno i Santacroce, del significato del numero 3 in numerologia, della scelta del nome e della pianificazione urbanistica voluta da Giorgio II e dalla famiglia Altieri nell’edificare il paese in base alla posizione delle stelle della costellazione di Orione[86], pubblicò un breve saggio in cui si avanza l’ipotesi che Oriolo Romano sia non solo città di fondazione ma anche città ideale con la peculiarità di discostarsi nettamente dagli schemi planimetrici realizzati in quell’epoca[87] La pianificazione urbanistica del paese avvenne, quindi, secondo un progetto che seguiva ideali e concetti precisi dell’urbanistica del Cinquecento della città ideale, del manierismo e settecento.
Il centro storico del paese è diviso in due rioni da un rilevante dislivello del piano urbano: il Poggio, la parte alta del paese cinta dai bastioni rinascimentali, e il Borgo, il primo insediamento edificato dai capannari e la parte bassa del paese[88]. Dal Borgo si arriva alla "faggeta". A ovest del paese oltre la via Braccianese, si arriva alla "Mola del Biscione".
Nel secondo dopoguerra sono state edificate due nuove aree residenziali contigue al centro storico: "Convento", l'area compresa tra piazza Porta Romana e il convento di Sant'Antonio da Padova, e "Stazione", da piazza Clemente X alla stazione ferroviaria. A seguito dell'approvazione del PRG del 1977 e delle successive varianti al PRG,[89] a partire dagli anni '80 sono sorte nelle vicinanze del paese, nelle località "Colle degli Olmi", "Croce Nuova", "San Ianni", "Castellina", "Poggio Palombino", "Mola" , "Terrafredda", "Fornetto", "Chiusa", nuove zone residenziali in grado di ospitare oggi più di duemila persone contro le circa novecento dimoranti nel centro storico. Dall'analisi dei dati a disposizione e delle interviste è emerso che ad abitare la periferia di Oriolo Romano sono da una parte famiglie di origine oriolese che abbandonano il centro storico per occupare case acquistate o costruite nelle campagne vicine e dall'altra i nuovi arrivati. Le nuove edificazioni e il conseguente aumento di popolazione hanno comportato un cambiamento dell'assetto urbanistico con il trasferimento delle attività commerciali e artigianali dal centro storico al rione "Stazione".
Alle tradizionali attività economiche artigianali, come l'arte dell'intaglio,[90] si accompagna oggi un certo sviluppo turistico di Oriolo Romano, basato sulle risorse naturali del territorio, in particolare la faggeta e la mola. Il Parco Regionale di Bracciano-Martignano ha realizzato una rete di percorsi escursionistici e MTB che collegano Oriolo Romano con la faggeta vetusta depressa di Monte Raschio, il lago di Bracciano e i comuni di Trevignano Romano e Bracciano.
Il comune fa parte dell'associazione nazionale Borghi autentici d'Italia[91] e dell'Associazione dei Comuni virtuosi.[92]
In età romana il territorio era attraversato dalla via Clodia, antica strada che congiungeva il nord dell'Agro romano con la Tuscia, oggi in parte parallela alla Strada statale 493 Via Claudia Braccianese e alla via Cassia.
Il comune è servito dalla stazione di Oriolo ubicata lungo la ferrovia Roma-Capranica-Viterbo e servita dalla linea regionale FL3
I trasporti interurbani di Oriolo Romano vengono svolti con autoservizi di linea gestiti da Cotral.
A partire dalla sua fondazione avvenuta nell'aprile 1562, Oriolo Romano amministrativamente apparteneva al Patrimonio di San Pietro, una provincia dello Stato Pontificio. Nel corso dei secoli il feudo passò di proprietà di varie famiglie principesche romane, Orsini, Santacroce e Altieri. Tra il 1798 e il 1799 Oriolo Romano entrerà a far parte della Repubblica Romana. Successivamente, tornerà nuovamente al Patrimonio di San Pietro e vi resterà fino al Plebiscito di Roma del 1870, a seguito della Presa di Roma.
Dal 15 febbraio 1798 al 19 settembre 1799, durante la prima Repubblica Romana sorta nella scia della Rivoluzione francese, in base all’art. CCCLXVIII della Costituzione della Repubblica Romana[93] il generale Louis Alexandre Berthier dell’Armée d'Italie con il proclama n.139 attribuì Oriolo Romano al Cantone di Bracciano, appartenente al Dipartimento del Cimino.[94] A rappresentare il nuovo governo repubblicano erano: Costantino Gori con la carica di Edile mentre Vincenzo Leoni era il cosiddetto Aggiunto. Prefetto consolare del Cantore era Giorgio Fortini dell’Oriolo. Il generale Diego Naselli[95] al comando dell'esercito borbonico represse i moti giacobini romani e il 30 settembre del 1799 assunse le funzioni di comandante militare e politico dello Stato romano. Il 22 giugno 1800 la città venne riconsegnata al nuovo Papa Pio VII ed entro i successivi quattro giorni cessò l'amministrazione provvisoria nelle Marche e nelle Legazioni.[96]
In seguito alla presa di Roma avvenuta il 20 settembre 1870 e la conseguente fine dello Stato Pontificio, il 31 dicembre dello stesso anno Oriolo viene annesso al Regno d'Italia ed inserito nella provincia di Roma.[97]
Dal 6 ottobre 1872 Oriolo cambia denominazione in Oriolo Romano.[98]
Il 2 dicembre 1928, a seguito del riordino delle circoscrizioni provinciali stabilito dal regio decreto n. 1 del 2 gennaio 1927[99], per volontà del governo Mussolini che istituiva la provincia di Viterbo, Oriolo Romano passò dalla provincia di Roma a quella di Viterbo.[100]
Il 2 giugno 1946 a seguito del Referendum istituzionale, il 55,44% degli oriolesi scelse la Repubblica,[101] mentre nella elezione dell'Assemblea costituente il partito più votato fu la DC con 492 voti pari al 51,36% dei 1.019 votanti; il PRI ottenne 232 voti (24,22%) e il PSIUP 106 voti (11,06%) poco consenso ottennero il Pd'A 38 voti (3,97%), il PCI 18 voti (1,88%) e i monarchici 14 voti (1,46%).[102]
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
1870 | 1873 | Davide Menghini | Sindaco | ||
1873 | 1875 | Giuseppe Persi | Sindaco | ||
1875 | 1885 | Modesto Wlderk | Sindaco | ||
1885 | 1902 | Giuseppe Persi | Sindaco | ||
1902 | 1914 | Antonio Persi | Sindaco | ||
1915 | 1924 | Ludovico Altieri | Regio Commissario | ||
1924 | 1944 | Ludovico Altieri | Podestà | ||
1945 | 1946 | Francesco Persi | Sindaco | ||
1946 | 1950 | Antonio Persi | Sindaco | ||
1950 | 1970 | Pietro Filesi | DC | Sindaco | |
1971 | 1975 | Fernando Bucci | PSI | Sindaco | |
1975 | 1980 | Vincenzo De Santis | PSI | Sindaco | |
1980 | 1982 | Gemma Pepe | PCI | Sindaco | |
1982 | 1991 | Aldo Imperatori | DC | Sindaco | |
1991 | 1993 | Galliano De Angelis | PSI | Sindaco | |
1993 | 2001 | Saverio Russo | Centro-sinistra+Lista civica | Sindaco | [103][104] |
2001 | 2011 | Italo Carones | Centro-sinistra+Lista civica | Sindaco | [105][106] |
2011 | 2016 | Graziella Lombi | Centro-sinistra+Lista civica | Sindaco | [107] |
2016 | 2021 | Emanuele Rallo | Lista civica | Sindaco | [108] |
2021 | in carica | Emanuele Rallo | Lista civica | Sindaco |
Le società sportive dilettantistiche esistenti sono:
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.