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attrice italiana (1925-2007) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Eleonora Rossi Drago, pseudonimo di Palmina Omiccioli[1] (Genova, 23 settembre 1925 – Palermo, 2 dicembre 2007), è stata un'attrice italiana. Raggiunse grande notorietà nel cinema degli anni cinquanta e sessanta per le doti recitative e l'intenso fascino e fu diretta da celebri registi italiani; lavorò anche per il teatro e la televisione, interpretando alcuni sceneggiati televisivi, tra cui Padri e figli del 1958.
Nacque a Quinto al mare, allora paese nell'hinterland e oggi quartiere di Genova, dal padre marchigiano Serafino Omiccioli, comandante nella marina mercantile, e madre spagnola. Nell'ottobre 1942, appena diciassettenne, si ritrovò incinta e dovette sposarsi precipitosamente. Le nozze furono rimandate di 3 giorni a causa di un furioso bombardamento anglo-americano in corso su Genova. Alcuni mesi dopo, sfollata a Cuneo, partorì la sua unica figlia Fiorella mentre il marito, Cesare Rossi, si unì ai partigiani. A guerra finita lui decise di emigrare in Argentina ma Eleonora si rifiutò di seguirlo e rimase a Genova con la bambina. La coppia si lasciò nel gennaio 1947 ma lei ottenne la separazione soltanto nel 1956.[2][3]
Inizialmente lavorò come indossatrice e disegnatrice di moda, poi esordì come attrice nella compagnia del Piccolo Teatro nel capoluogo ligure. Nell'estate del 1947 partecipò al concorso di Miss Italia ed era considerata fra le favorite ma, per regolamento, venne esclusa dalla corsa al titolo quando si scoprì che era sposata e madre.
In seguito si trasferì a Roma dove debuttò nel cinema con I pirati di Capri (1949) di Edgar G. Ulmer e Giuseppe Maria Scotese.
Nei primi anni della carriera, con il semplice nome d'arte Eleonora Rossi, prese parte soprattutto a film "di genere" interpretando ruoli convenzionali. Un'occasione per un salto di qualità artistico le si presentò partecipando ai provini di selezione del regista Giuseppe De Santis per il film Non c'è pace tra gli ulivi, ma il ruolo venne affidato a Lucia Bosè. In seguito poté comunque mettere in luce le proprie qualità espressive in pellicole quali Persiane chiuse, Sensualità, Le amiche, Donne sole e La strada lunga un anno in cui spesso fu doppiata.
Nel dicembre 1955, per alcune settimane, tornò al teatro di prosa con Zio Vanja di Čechov con la regia di Luchino Visconti e l'interpretazione di Rina Morelli, Paolo Stoppa e Marcello Mastroianni. Dopo Un maledetto imbroglio (1959) di Pietro Germi, interpretò altri due ruoli significativi in Estate violenta (1959) di Valerio Zurlini e in Tiro al piccione (1961) di Giuliano Montaldo, passando per la caratterizzazione della capoufficio occhialuta di Nino Manfredi in L'impiegato (1960) di Gianni Puccini.
Nel 1960, grazie all'intensa interpretazione dell'irrequieta Roberta Parmesan in Estate violenta, vinse un Nastro d'argento e un premio al festival di Mar del Plata come migliore attrice protagonista.
Negli anni seguenti recitò in molti film a episodi come Il disco volante (1964) di Tinto Brass, L'idea fissa (1964) di Gianni Puccini, Se permettete parliamo di donne (1964) di Ettore Scola e in pellicole commerciali di co-produzione francese, spagnola, tedesca, jugoslava. Inoltre incise su dischi una serie di poesie e brevi testi teatrali. Nel 1963 apparve anche nel film di produzione italo-americana Wounds of Hunger di George Sherman, rimasto inedito in Italia. Ottenne un ultimo ruolo in un film ad alto budget nel 1966, quello della moglie di Lot (interpretato da Gabriele Ferzetti) nel kolossal La Bibbia di John Huston, ma va ricordata anche la sua attività televisiva come interprete di celebri sceneggiati, in particolare La cittadella del 1964, diretto da Anton Giulio Majano. In quegli anni, e con la consueta eleganza, apparve sul piccolo schermo come ospite in varietà televisivi e in caroselli pubblicitari per un noto spumante e una industria tessile torinese, ma anche qui fu sottoposta al doppiaggio.
Nel 1966 accettò l'ingaggio di un settimanale popolare per un fotoromanzo storico a puntate nei panni dell'altera regina Maria Stuarda.
Nel 1968 tornò al teatro con la scabrosa parte di un'affascinante lesbica quarantenne, al fianco di Olga Villi, ma la commedia di Brunello Rondi, intitolata Shocking, rimase in scena solo pochi giorni. Nello stesso anno comparve con Gabriele Ferzetti nel film L'età del malessere di Giuliano Biagetti, che ebbe scarso successo.
Da allora la Rossi Drago ricoprì ancora pochi ruoli secondari al cinema e in storie a tinte molto forti. Nel 1970, a soli 45 anni di età, la sua carriera cinematografica si concluse con Nelle pieghe della carne di Sergio Bergonzelli, che fu anche uno degli ultimi film di Anna Maria Pierangeli.
Man mano che la commedia italiana passava dalla narrazione di personaggi garbati allo sketch sensuale con toni spesso grossolani, l'espressione sofisticata e i tratti nobili di Eleonora Rossi Drago non suscitavano più l'interesse di registi e produttori, nonostante l'affetto del pubblico. L'attrice affrontò un crescente isolamento professionale e cadde in un profondo stato depressivo. Nel 1969 si fidanzò con l'ingegnere siciliano Domenico La Cavera e nel novembre 1971, poche settimane dopo essere diventata nonna, tentò il suicidio con il gas ma fu salvata dal compagno che sposò nel 1973 a Palermo.[4] Con il secondo matrimonio, la Rossi Drago trovò finalmente la serenità e abbandonò senza rimpianti il mondo dello spettacolo, con un'unica piccola eccezione: nel 1989 collaborò, assieme a Claudia Cardinale e Claudio Gora, al documentario The Brute and the Beautiful. di John Jeremy - su testi di Ennio De Concini e Alfredo Giannetti - dedicato alla figura del jazzista Ben Webster.
L'attrice è deceduta nel 2007, all'età di 82 anni, nella sua casa di Palermo[5].
Eleonora Rossi Drago inoltre partecipò ad alcune serie della rubrica pubblicitaria televisiva Carosello:[6]
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