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regista statunitense Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
George Sherman (New York, 14 luglio 1908 – Los Angeles, 15 marzo 1991) è stato un regista statunitense specializzato nel western e nel cinema d'azione ed attivo sin dagli anni trenta.
Grande e prolifico artigiano del genere western, con oltre cento film all'attivo in 35 anni di carriera[1], esordì come assistente alla regia di Joseph Kane alla Republic Pictures e nella seconda metà degli anni trenta ne divenne uno dei registi più attivi[1]. Durante questo periodo diresse John Wayne in numerosi western a basso costo, fra cui Santa Fe Stampede (1938) e Nuove frontiere (1939)[1]. Passato alla Columbia Pictures, dal 1945 al 1948 diresse alcuni western ricchi d'azione come I rinnegati (1946), dopodiché si spostò alla Universal Pictures dove continuò con il genere a lui congeniale, dirigendo storie di maggior spessore come Kociss, l'eroe indiano (1952)[1].
Portò la sua versatilità anche in altri generi, come l'horror in La donna e il mostro (1944), in cui si avvalse della presenza nel cast di Erich Von Stroheim, nel noir con Ladri in guanti gialli (1948) e Mentre la città dorme (1950)[2], nel dramma con Spada nel deserto (1949), uno dei primi film sul tema della Guerra civile del 1947-1948 nella Palestina mandataria, e nell'avventura d'azione con Bolide rosso (1954), ambientato nel mondo delle corse automobilistiche.
Fra i suoi più celebri western degli anni cinquanta si possono ricordare Tomahawk - Scure di guerra (1951), Contro tutte le bandiere (1952), Furia indiana (1955). Interessanti anche Il tesoro di Pancho Villa (1955), in cui un mercenario (Rory Calhoun) si mette al servizio dei rivoluzionari messicani con la sua mitragliatrice[3], e il violento e robusto Rappresaglia (1956), in cui un uomo di sangue misto (Guy Madison), che nasconde le sue origini native, si scontra con il razzismo dei bianchi e si schiera apertamente dalla parte degli indiani oppressi[3].
Nel 1962 Sherman vinse il Western Heritage Awards in qualità di produttore del film I comanceros e nel 1988 il Golden Boot Award per il suo contributo al genere western[4]. Durante gli anni sessanta si dedicò prevalentemente alle serie televisive, dirigendo episodi di telefilm come Gli uomini della prateria (1959), La città in controluce (1959-1963) e Daniel Boone (1965-1966)[1]. Concluse la sua lunga carriera sul grande schermo nel 1971, quando John Wayne lo chiamò per un'ultima regia nel suo genere prediletto, Il grande Jake[1]. Sherman diresse ancora alcuni episodi di serie televisive e si ritirò definitivamente dalle scene nel 1978.
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