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La diocesi di Urgell (in latino Dioecesis Urgellensis) è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell'arcidiocesi di Tarragona. Nel 2022 contava 212.100 battezzati su 213.604 abitanti. È retta dall'arcivescovo (titolo personale) Joan Enric Vives i Sicília.
Diocesi di Urgell Dioecesis Urgellensis Chiesa latina | |||
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Suffraganea dell' | arcidiocesi di Tarragona | ||
| |||
Arcivescovo (titolo personale) | Joan Enric Vives i Sicília | ||
Coadiutore | Josep-Lluís Serrano Pentinat | ||
Presbiteri | 74, di cui 73 secolari e 1 regolare 2.866 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 20 uomini, 84 donne | ||
Diaconi | 3 permanenti | ||
Abitanti | 213.604 | ||
Battezzati | 212.100 (99,3% del totale) | ||
Superficie | 7.630 km² | ||
Parrocchie | 363 (9 vicariati) | ||
Erezione | IV secolo | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | Santa Maria | ||
Santi patroni | Beata Maria Vergine di Nuria, Sant'Ermengaudio | ||
Indirizzo | Pati de Palau 1-5, 25700 La Seu d'Urgell [Lleida], España | ||
Sito web | bisbaturgell.org | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc) | |||
Il vescovo di Urgell è coprincipe ex officio di Andorra.
La diocesi comprende parte della provincia di Lleida e il principato di Andorra.
Sede vescovile è la città di La Seu d'Urgell, dove si trova la cattedrale di Santa Maria. Oltre alla cattedrale, la diocesi comprende altre 4 basiliche minori: la Madre di Dio di Núria, il Santo Cristo di Balaguer, la Madre di Dio di Valdeflores a Tremp, e il santuario di Nostra Signora di Meritxell.
Il territorio è suddiviso in 9 arcipresbiterati e in 363 parrocchie.
La diocesi fu eretta nel IV secolo. Il primo vescovo conosciuto, san Giusto, partecipò ai concili di Toledo (531) e di Lleida e Valencia (546).
La successione episcopale non fu interrotta durante l'invasione araba (714).
Il vescovo Felice (781-799) fu accusato di adozionismo dai teologi carolingi e fu quindi deposto ed esiliato a Lione.
Nel 1010 nella località di Ivorra avvenne un famoso miracolo eucaristico: mentre il parroco Bernat Oliver, che nutriva dubbi sulla transustanziazione stava celebrando l'eucaristia, il vino si tramutò in sangue vivo. Del miracolo il vescovo sant'Ermengol informò subito papa Sergio IV. Reliquie del miracolo furono poi raccolte in un prezioso reliquiario nel 1426 e nel 1663 fu costruito un santuario.
A partire dal X secolo fino al XIII i vescovi di Urgell accumuleranno un rilevante patrimonio di signorie, entrando a pieno titolo nel sistema feudale del tempo. Dall'8 settembre 1278 i vescovi di Urgell sono anche Coprincipi di Andorra.
Intorno all'anno Mille le parrocchie sono raggruppate in arcidiaconati, trasformati in decanati nella seconda metà del XIII secolo e successivamente saranno ancora trasformati in officialati. In epoca moderna, verrà adottata l'attuale suddivisione in arcipresbiterati.
Nell'XI secolo fu introdotta nella diocesi la riforma gregoriana, cioè il passaggio dal rito visigotico al rito romano.
Grande importanza nel Medioevo ebbero le collegiate dei canonici: quelle di Mur e di Àger, furono forse le più importanti di tutta la Catalogna. Saranno abolite in seguito al concordato del 1851, insieme con il capitolo cattedrale, di cui si hanno documenti già nel IX secolo.
I secoli XII e XIII furono caratterizzati dalla crisi albigese, che interessò soprattutto la parte settentrionale della diocesi. Molte chiese furono distrutte e nel 1195 la città e la cattedrale furono saccheggiate. Nella seconda metà del XIII secolo, grazie all'opera dei frati predicatori la crisi giunse al termine, non senza richiedere ancora il martirio di Pere de la Cadireta, Bernat de Travesseres e Ponç de Planès.
A partire dal XIV secolo la Santa Sede esercitò il diritto di elezione del vescovo, prima riservato al capitolo, e fino al Concilio di Trento molti dei vescovi non risiedettero nella diocesi.
Nel 1592 fu istituito il seminario diocesano.
Il 19 luglio 1593 cedette una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Solsona.
A partire dal XVII secolo si faranno più frequenti le designazioni dei vescovi da parte della Corona.
Nel 1803 alcune parrocchie il cui territorio era passato alla Francia con il Trattato dei Pirenei del 1659 furono cedute alle diocesi francesi.
Con l'abolizione del feudalesimo (1811 - 1837) la diocesi perse tutti i diritti di giurisdizione politica, conservando solo quelli sul principato di Andorra.
La legge di desamortización di Mendizábal del 1835 e successive leggi analoghe provocarono la chiusura di molti conventi e monasteri.
Durante la guerra civile spagnola, nel 1936 la persecuzione antireligiosa costò la vita a 107 sacerdoti diocesani, cui si devono aggiungere molti altri religiosi e laici, nonché la distruzione di una parte consistente del patrimonio religioso e culturale della diocesi. Alcune delle vittime della guerra civile sono già state canonizzate (primo fra tutti Jaume Hilari nel 1999), di altre è in corso il processo di beatificazione.
Il 2 settembre 1955, in forza del decreto Initis inter della Congregazione concistoriale, furono rivisti i confini della diocesi per farli coincidere con quelli della provincia civile, in applicazione del concordato tra la Santa Sede e il governo spagnolo del 1953. La diocesi di Urgell perse oltre una ventina di parrocchie, passate alle diocesi di Lérida (oggi diocesi di Lleida) e di Barbastro (oggi diocesi di Barbastro-Monzón), ma al contempo acquisì l'arcipresbiterato di Artesa de Segre, già appartenuto alla diocesi di Lérida.[1]
Il 16 marzo 1956, con la lettera apostolica Quasi arx, papa Pio XII ha proclamato la Beata Maria Vergine di Nuria e Sant'Ermengaudio patroni della diocesi.[2]
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
Nel 2013 contavano case in diocesi i seguenti istituti religiosi:[7]
La diocesi nel 2022 su una popolazione di 213.604 persone contava 212.100 battezzati, corrispondenti al 99,3% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1950 | 139.926 | 139.932 | 100,0 | 286 | 259 | 27 | 489 | 112 | 296 | 497 | |
1970 | 143.007 | 143.233 | 99,8 | 258 | 227 | 31 | 554 | 100 | 367 | 407 | |
1980 | 139.860 | 140.240 | 99,7 | 181 | 160 | 21 | 772 | 66 | 254 | 404 | |
1990 | 158.696 | 165.401 | 95,9 | 145 | 130 | 15 | 1.094 | 1 | 51 | 205 | 415 |
1999 | 172.830 | 178.080 | 97,1 | 133 | 122 | 11 | 1.299 | 3 | 47 | 182 | 408 |
2000 | 172.830 | 178.080 | 97,1 | 124 | 114 | 10 | 1.393 | 3 | 45 | 145 | 408 |
2001 | 178.290 | 187.395 | 95,1 | 127 | 116 | 11 | 1.403 | 3 | 47 | 159 | 363 |
2002 | 178.295 | 184.395 | 96,7 | 126 | 118 | 8 | 1.415 | 3 | 47 | 140 | 363 |
2003 | 178.295 | 184.395 | 96,7 | 125 | 118 | 7 | 1.426 | 2 | 39 | 138 | 363 |
2004 | 178.295 | 184.395 | 96,7 | 123 | 117 | 6 | 1.449 | 2 | 39 | 129 | 363 |
2010 | 195.270 | 202.803 | 96,3 | 107 | 98 | 9 | 1.824 | 1 | 37 | 115 | 363 |
2014 | 208.486 | 216.337 | 96,4 | 100 | 94 | 6 | 2.084 | 1 | 31 | 103 | 363 |
2017 | 209.100 | 213.497 | 97,9 | 80 | 77 | 3 | 2.613 | 3 | 31 | 100 | 363 |
2020 | 209.100 | 214.158 | 97,6 | 81 | 80 | 1 | 2.581 | 3 | 27 | 98 | 363 |
2022 | 212.100 | 213.604 | 99,3 | 74 | 73 | 1 | 2.866 | 3 | 20 | 84 | 363 |
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