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corpo di polizia italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Corpo di polizia penitenziaria[1] è un corpo di polizia a ordinamento civile parte delle forze di polizia italiane, dipendente dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria del Ministero della giustizia.
Polizia penitenziaria | |
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Descrizione generale | |
Attivo | 15 dicembre 1990 ad oggi (fino al 1990 Corpo degli Agenti di Custodia) |
Nazione | Regno di Sardegna Regno d'Italia Repubblica Sociale Italiana Italia |
Servizio | Polizia |
Tipo | Corpo di polizia ad ordinamento civile |
Compiti | Servizio di sicurezza e ordine in istituti penitenziari Traduzioni e piantonamenti Polizia stradale Polizia giudiziaria Pubblica sicurezza Ordine pubblico |
Sede | Largo Luigi Daga, 2 Roma |
Dimensione | 38.744 unità |
Soprannome | Baschi Azzurri |
Patrono | San Basilide |
Motto | Despondere Spem Munus Nostrum Garantire la speranza è il nostro compito |
Colori | Blu e Azzurro |
Anniversari | 18 marzo 1817 (fondazione) |
Sito internet | poliziapenitenziaria.gov.it |
Parte di | |
Reparti dipendenti | |
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Comandanti | |
Capo Dipartimento | Giovanni Russo |
Vice Capo Dipartimento | Lina Di Domenico |
Direttore Generale del Personale | Massimo Parisi |
Simboli | |
Fregio | |
Fonte: sito ufficiale | |
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Svolge compiti di polizia giudiziaria, pubblica sicurezza, polizia stradale e di gestione delle persone sottoposte a provvedimenti di restrizione o limitazione della libertà personale. Al Corpo appartengono i gruppi sportivi Astrea e Fiamme Azzurre, nonché gli atleti Aldo Montano, Carolina Kostner e Clemente Russo.
La nascita della Polizia penitenziaria risale al 18 marzo 1817, data di promulgazione delle regie patenti del Regno di Sardegna che costituivano le Famiglie di giustizia, ovverosia il primo esempio di corpo carcerario del Regno d'Italia. Nel 1873 fu invece creato il Corpo delle guardie carcerarie, poi riformato nel Corpo degli agenti di custodia (1890). Nel 1923 l'amministrazione passa dall'allora Ministero dell'interno al Ministero di grazia e giustizia. Per effetto del Regio decreto 30 dicembre 1937, n. 2584 acquisì lo status militare, successivamente confermato dal decreto luogotenenziale 21 agosto 1945, n. 508.
Con l'emanazione della legge 15 dicembre 1990 n. 395[1] il Corpo assume l'odierna denominazione e viene smilitarizzato. Nel Corpo di polizia penitenziaria confluiscono gli appartenenti e le dotazioni dell'ex Corpo degli agenti di custodia e, in parte, le ex-vigilatrici penitenziarie.
Con decreto, pubblicato sul Bollettino ufficiale del Ministero della giustizia del 31 marzo 2004, il Ministro della Giustizia ha dato attuazione al decreto legislativo 21 maggio 2000, n. 146[2], concernente l'individuazione dei compiti e delle mansioni degli appartenenti ai Ruoli direttivi ordinario e speciale del Corpo di polizia penitenziaria.
L'amministrazione penitenziaria ha avviato, dal maggio 2000, un piano di cooperazione con la missione internazionale delle Nazioni Unite in Cossovo[3]. Un contingente di polizia penitenziaria è stato assegnato al Penal Management Division Kosovo Correctional - Missione ONU (UNMIK) e impiegato presso l'istituto penitenziario di Dubrava, il più grande dei Balcani, in attività particolarmente sensibili, come la sorveglianza dell'intercinta (outside security), servizi di traduzione di detenuti.
Nel marzo 2002 il contingente ha avuto l'incarico straordinario di effettuare la traduzione dalle prigioni della Serbia dei circa 165 detenuti di etnia albanese/cossovara. Alla fine del primo semestre di impiego, i componenti del contingente di polizia penitenziaria sono stati insigniti della "medaglia della pace", speciale onorificenza delle Nazioni Unite.
Il decreto ministeriale del 14 giugno del 2007 ha istituito il Nucleo investigativo centrale, un servizio centrale di polizia giudiziaria che svolge in via continuativa e prioritaria le funzioni di cui all'art. 55 del codice di procedura penale, alle dipendenze funzionali e sotto la direzione dell'autorità giudiziaria, per fatti di reato commessi in ambito penitenziario o, comunque, direttamente collegati all'ambito penitenziario.
Il decreto ministeriale del 14 maggio 2024 ha istituito il Gruppo di intervento operativo (GIO), un reparto specializzato alle dirette dipendenze del Capo del Dipartimento operante su scala nazionale in presenza di emergenze non fronteggiabili in sede territoriale che mettono a repentaglio l'ordine, la sicurezza e la disciplina in ambito penitenziario. Interviene inoltre, su richiesta del Direttore del GOM, a supporto dello stesso nelle sezioni 41bis. Nell'ambito dei Provveditorati Regionali sono istituiti i Gruppi di intervento regionale (GIR) che operano come articolazioni del G.I.O.[4][5]
I compiti istituzionali sono descritti nell'art. 5 della legge 15 dicembre 1990, n. 395,[1] che stabilisce che il Corpo di polizia penitenziaria sia amministrato dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria del Ministero della giustizia, ed espleta quanto stabilito sia dalla legge 26 luglio 1975, n. 354 sull'ordinamento penitenziario, che dal regolamento d'esecuzione, il D.P.R. 30 giugno 2000, n. 230, nonché da quanto previsto dalla stessa legge n. 395/1990 e dal regolamento di servizio, il D.P.R. 15 febbraio 1999, n. 82.
Svolge principalmente il compito di gestione delle persone sottoposte a provvedimenti di restrizione o limitazione della libertà personale, garantisce l'ordine pubblico e la tutela della sicurezza all'interno degli istituti, partecipa alle attività di osservazione e trattamento dei detenuti; inoltre, espleta servizi di ordine e sicurezza pubblica e di pubblico soccorso, nonché di traduzione dei ristretti, da istituto a istituto, presso le aule giudiziarie per lo svolgimento dei processi e presso i luoghi esterni di cura, e ai sensi del decreto del Ministero della Giustizia luglio 1991, si occupa inoltre tramite il servizio traduzioni e piantonamenti di attività e traduzione piantonamento. Espleta inoltre attività di polizia stradale ai sensi dell'art. 12 del Codice della strada, partecipa al mantenimento dell'ordine pubblico, svolge attività di polizia giudiziaria e pubblica sicurezza anche al di fuori dell'ambiente penitenziario, così come tutte le altre forze di polizia, svolge attività di scorta a tutela di personalità istituzionali (ministro della Giustizia, sottosegretari di Stato) e di magistrati.
Con il reparto specializzato del Nucleo investigativo centrale (N.I.C.) la Polizia penitenziaria si occupa di indagini in materia di criminalità organizzata e di terrorismo, oltre che di dirigere le attività investigative delle articolazioni regionali e territoriali della Polizia penitenziaria. Per le sue funzioni e competenze il N.I.C., oltre ad essere un punto di riferimento per le Direzioni Distrettuali Antimafia presso le Procure della Repubblica, siede stabilmente, in rappresentanza del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, alle riunioni del Comitato Analisi Strategica Antiterrorismo.
Tramite il gruppo operativo mobile si occupa del mantenimento dell'ordine e della disciplina negli istituti penitenziari, con priorità a interventi in occasione di gravi situazioni di turbamento. Il GOM è composto da 600 unità, e gli competono anche i servizi di tutela e scorta del personale in servizio presso l'Amministrazione penitenziaria e il Ministero della giustizia esposto a particolari situazioni di rischio personale, la traduzione di tutti i detenuti "collaboratori di giustizia", ad altissimo rischio. Tali servizi sono effettuati dal Nucleo tutela e scorte, costituito da circa 50 unità.
La legge 30 giugno 2009, n. 85, ha istituito la Banca Dati Nazionale del DNA e il Laboratorio Centrale per la Banca Dati Nazionale del DNA presso il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria. Con decreto del Ministro della Giustizia 2 marzo 2016 è stato istituito il Laboratorio Centrale Banca Dati DNA, cui sono affidati l'organizzazione e il funzionamento del Laboratorio, le relazioni con l'autorità giudiziaria e relativi importanti servizi di polizia giudiziaria. Il regolamento attuativo (D.P.R. 7 aprile 2016, n. 87) ha permesso che a partire dal 7 aprile 2016 sia iniziata la complessa attività di prelievo dei campione biologici da parte degli operatori della e la successiva tipizzazione del DNA, all'interno del Laboratorio Centrale Banca Dati D.N.A. da parte dei ruoli tecnici del corpo (istituiti con il decreto legislativo 9 settembre 2010, n. 162, emanato ai sensi dell'articolo 18 della legge 30 giugno 2009, n. 85) adeguatamente e specificamente formati per questa attività.
Il corpo è inoltre entrato a comporre gli organici della Direzione Investigativa Antimafia e dell'Interpol grazie al D.lgs 15 novembre 2012, n. 218 (Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, recante codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia, a norma degli articoli 1 e 2, della legge 13 agosto 2010, n. 136 GU n. 290 del 13-12-2012).
Il Corpo dispone di vari servizi e specialità, coordinate a livello Nazionale dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria a livello Regionale dai provveditorati dell'Amministrazione Penitenziaria del Ministero della giustizia:
Gli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria sono: ufficiali di pubblica sicurezza", appartenenti ai ruoli direttivi; Agenti di pubblica sicurezza, i restanti ruoli subordinati; ufficiali e agenti di polizia giudiziaria in base alle qualifiche (commissari, ispettori e sovrintendenti sono ufficiali di polizia giudiziaria in tutto il territorio Italiano, anche fuori servizio al pari di polizia e carabinieri).
Si diviene agente della Polizia penitenziaria tramite concorso pubblico per esami attraverso un bando di concorso del Ministero Della Giustizia, che, a seconda della qualifica, può avere delle aliquote riservate a personale già in servizio o ai figli delle "vittime del dovere".
Prima dell'emanazione della legge 23 agosto 2004 n. 226 l'accesso era previsto per tutti civili, e il servizio militare di leva in Italia poteva essere svolto direttamente in polizia partecipando ai concorsi per allievo agente ausiliario, riservato ai cittadini di sesso maschile chiamati al servizio militare.
Dal 1º gennaio 2005 al 31 dicembre 2015, i posti messi a concorso per allievo agente sono stati riservati ai volontari in ferma annuale (VFP1) o quadriennale (VFP4).[6] Dal 1º gennaio 2016 sono stati riaperti i concorsi anche ai civili e il 40% dei posti annualmente disponibili è a loro riservato. I requisiti di idoneità psicofisica sono stabiliti dal D.P.R. 23 dicembre 1983 n. 904.[7]
Dopo aver vinto il concorso, bisognerà sostenere obbligatoriamente un corso di formazione, di durata variabile a seconda della qualifica:
Sono otto le Scuole di formazione e aggiornamento della Polizia penitenziaria:[8]
Le scuole di Aversa e di Monastir non sono più utilizzate come scuole di formazione.
Diversi appartenenti al corpo sono caduti nell'asservimento del proprio dovere o vittime di agguati della criminalità organizzata. Tra gli altri Filippo Salsone, Giuseppe Montalto, Luigi Bodenza, Carmelo Magli, Nicandro Izzo e Raffaele Cinotti. Sono 37 gli appartenenti al corpo decorati alla memoria dal 1943 a oggi.[9]
La Polizia penitenziaria, dopo la riforma del 1990, ha abbandonato le vecchie divise grigio-verdi del disciolto Corpo degli agenti di custodia, per indossare uniformi blu e tute operative prima grigio-verde e attualmente blu. L'uniforme invernale consta di giacca con bottoni argentati e fregio del Corpo, bavero e spalline con bordo azzurro, pantaloni blu, camicia manica lunga di colore bianca e cravatta di colore blu. Il vestiario comprende anche una giacca a vento in goretex munita di ampie tasche e spalline bordate di celeste. La giacca è munita di termofedera in pile, comodamente staccabile e indossabile come corpetto. L'uniforme ordinaria estiva invece è composta da camicia celeste a maniche corte, con taschini sul petto e bottoncini argentati con fregio, pantaloni di cotone blu e cintura in tessuto blu con fibbia e fregio di colore argento. Con queste uniformi sono previsti il basco azzurro con fregio, oppure il berretto rigido blu con fregio. La tuta operativa invernale consta di una giubba di colore blu e pantalone dello stesso colore con bordature azzurre catarifrangente, entrambe con termofedera staccabile, la termofedera della giubba è comodamente staccabile e indossabile come corpetto-gilet essendo possibile rimuovere le maniche mediante cerniere lampo interne. La tuta operativa estiva è composta da pantaloni di colore blu (quelli invernali senza termofedera) e una polo con cerniera di colore celeste con bordature azzurre: queste si completano con stivaletti invernali (tipo polacchine) per l'ordinaria e anfibi per l'operativa[10].
Vi sono poi anche capi di vestiario come il maglione blu con collo a V e toppe di rinforzo su spalle/gomiti e scritta "Polizia Penitenziaria" da indossare in luogo della giacca e per i soli servizi interni, un maglione sottogiacca blu a scollo a V, il maglioncino a collo alto con cerniera lampo e toppe di rinforzo su spalle/gomiti e scritta "Polizia Penitenziaria", un cappotto a doppia abbottonatura e tutti gli accessori per le uniformi di servizio.
Il Corpo di polizia penitenziaria è rappresentato da:
In precedenza, dal 1955, l'ex Corpo degli Agenti di Custodia disponeva di una fanfara, che accompagnava le cerimonie di giuramento degli allievi.
La Banda musicale, che ha sede presso la scuola del corpo di Palazzo Valle a Portici, si esibisce in occasione delle celebrazioni più importanti nella vita delle istituzioni: essa rappresenta il Corpo di polizia penitenziaria in occasione di manifestazioni pubbliche nazionali e internazionali.
L'elevato livello artistico raggiunto dal complesso bandistico contribuisce a diffondere l'immagine del Corpo e a rappresentarlo degnamente in occasione di manifestazioni pubbliche nelle quali la presenza di essa è in sintonia con le finalità istituzionali del Corpo di polizia penitenziaria, riscuotendo unanime apprezzamento dalla critica e un grande successo di pubblico.
Tra le numerose partecipazioni a eventi prestigiosi della vita istituzionale, culturale e sportiva italiana, si segnala il concerto tenuto dalla Banda il 6 luglio 1992 nell'ambito del Festival dei Due Mondi di Spoleto, nella spettacolare cornice dell'Anfiteatro Romano. La Banda si è esibita anche in occasione dei Campionati Mondiali di Nuoto, a Roma, ai Campionati Mondiali Militari e ai Giochi Mondiali delle Polizie. Tra le uscite pubbliche della Banda, particolarmente apprezzato è stato il Concerto tenuto presso il Teatro dell'Opera di Roma, il 7 aprile 1999, alla presenza del Ministro della Giustizia. La Banda della Polizia penitenziaria è guidata dal Maestro direttore Fausto Remini.
La Bandiera del Corpo di polizia penitenziaria (e precedente Corpo degli agenti di custodia) è decorata delle seguenti onorificenze (aggiornamento al gennaio 2024):
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