Capaccio Paestum
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Capaccio Paestum (AFI: [kaˈpattʃo ˈpɛstum][4], Capaccio fino al 2016[5][6]) è un comune italiano sparso di 22 445 abitanti[1] della provincia di Salerno in Campania.
Sede del celebre sito archeologico di Paestum (Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO dal 1998), ha ottenuto il titolo di città nel 2013 con decreto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.[7]
Il suo territorio si estende da ovest a est dal mar Tirreno al Monte Soprano (1082 m s.l.m.) e da nord a sud dal fiume Sele al fiume Solofrone.
Il paesaggio è caratterizzato, da ovest verso est, da una lunga linea di costa, con spiagge sabbiose larghe anche 80 metri, seguita da una fascia pinetata quindi da una vasta pianura, intensamente coltivata, che giunge fino alle pendici del gruppo montuoso, rientrante nel parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, dove sorge il nucleo storico del paese.
Salendo lungo la strada provinciale n. 13 si incontra il santuario del Getsemani e, dopo pochi chilometri un bivio permette di raggiungere i ruderi di Capaccio Vecchio e la chiesa della Madonna del Granato posta sotto il Monte Calpazio. Continuando il percorso si giunge a Capaccio (il capoluogo), posto a 419 m s.l.m.
Capaccio è racchiuso in un piccolo altopiano sovrastato da est dal Monte Soprano e delimitato, da ovest in direzione di Agropoli, dal Monte Sottano. Da piazza Tempone a Capaccio Capoluogo si gode il panorama di tutta la pianura, di tutto il golfo di Salerno, della costiera amalfitana e dell'isola di Capri.
Da Capaccio capoluogo, scendendo la strada provinciale n. 168, la cosiddetta Capaccio-Paestum, si raggiunge direttamente la zona archeologica di Paestum.
Nel territorio è ubicata l'area archeologica di Paestum, la città romana sorta sulla colonia greca di Poseidonia.
La zona archeologica di Paestum è uno dei principali parchi archeologici del mondo, dotato di un museo, ed è riconosciuta dall'UNESCO come patrimonio dell'umanità. In essa si possono ammirare tre templi greci fra i meglio conservati del mondo. È anche caratterizzata dalla presenza di Via Magna Grecia, strada comunale che divide in due l'antica città di Paestum e spacca in due l'anfiteatro il quale risulta visibile solo per metà come tutta la città del resto che risulta evidentemente interrata e dalla presenza di numerose attività commerciali proprio all'interno della cinta muraria e numerose abitazioni che non rispettano i vincoli legali[8][9]. Già negli anni 1970 si denunciava la speculazione edilizia selvaggia come denuncia un documento dell'Istituto Luce datato 3 giugno 1971.[10] All'interno del territorio comunale, transita il 15º meridiano est, il meridiano di riferimento del fuso orario dell'Europa Centrale UTC+1.
In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +6,8 °C; quella del mese più caldo, agosto, è di +24,4 °C.[11]
Il nome del luogo, originariamente Calpatium o "caput aquis", su cui sorse in tempi moderni Capaccio Vecchio, nei pressi del santuario della Madonna del Granato, prende origine dal latino Caput Aquae (origine dell'acqua).
La Capaccio moderna viene menzionata per la prima volta in un documento del 1051. Poco distante, sul versante settentrionale del Monte Calpazio, sono ubicati i resti di Capaccio Vecchio, abitato raso al suolo dalle truppe di Federico II di Svevia in quanto feudo dei Sanseverino, famiglia che, su richiesta del papa, prese le armi contro il re. La stessa famiglia due secoli dopo congiurò ("Congiura dei baroni") contro il re di Napoli. In seguito gli abitanti trovarono rifugio nell'abitato di Casali San Pietro, l'attuale Monticello, importante centro industriale fin dalla metà del Duecento e sede vescovile nel 1300.
Fu feudo dei Berengario, dei Sanseverino, dei d'Avalos d'Aragona, dei Grimaldi e dei Doria.
Nel 1500 il matrimonio con Isabella Villamarina sancì l'unione con il principe di Salerno, Ferrante Sanseverino, unione durata fino all'accusa di tradimento che portò il principe all'esilio in Francia, ove poi morì.
Durante il XVIII secolo Capaccio ingrandì e vide l'edificazione di numerose costruzioni, la fontana dei tre delfini, palazzi nobiliari e numerosi punti d'incontro per i cittadini. Nel 1743 venne costruito il convento francescano. Nel XIX secolo Capaccio prese parte ai moti cilentani con il suo cittadino Costabile Carducci, che assunse la guida della rivolta del Cilento del 1848, durante la quale trovò la morte a causa del tradimento di un prete che lo fece prigioniero. Dal 1811 al 1860 fu capoluogo dell'omonimo circondario appartenente al Distretto di Campagna del Regno delle Due Sicilie. Dal 1860 al 1927, durante il Regno d'Italia, fu capoluogo dell'omonimo mandamento appartenente al Circondario di Campagna. I capaccesi, dall'inizio XX secolo, grazie alla bonifica che rese coltivabili le terre paludose che caratterizzavano l'attuale piana del Sele, lavorarono prevalentemente in pianura nei possedimenti dei pochi latifondisti. La riforma agraria avvenuta negli anni '60 del XX secolo e l'aumento della popolazione hanno fatto sì che sorgessero numerose frazioni, centri di commercio e produzione agraria.
«Di argento, al castello di rosso, torricellato di tre pezzi, murato e chiuso di nero, ciascuna torre finestrata di uno di nero, merlata di quattro alla ghibellina, quella centrale più elevata, posto a sinistra, addestrato da cinque canne lacustri di verde degradanti in scaglione; il tutto fondato sulla campagna di azzurro, caricata di due fasce ondate d'oro.»
Lo stemma era stato approvato con la delibera del Consiglio Comunale n. 70 del 30 luglio 2008. Le tre torri simboleggiavano i centri urbani della contea: Albanella, Capaccio Vecchio e Li' Casali S. Pietro; le fasce ondate rappresentavano i fiumi Sele e Calore.[12]
Con successiva delibera n. 60 del 20 giugno 2013, essendo stato rilevato che tale emblema non corrispondeva alla descrizione contenuta nell'art. 4 dello statuto comunale,[13] la sua descrizione è stata modificata in:
«Emblema del comune di Capaccio è lo stemma riconosciuto, in cui campeggiano tre torri che rappresentano, da sinistra verso destra, i centri urbani della contea, ovvero Albanella, Capaccio Vecchio e Li Casali S. Pietro, illuminati a destra da una stella sovrastata dalla luna calante. Esse torri sormontano tre alture che sovrastano i campi arati della piana, resi fertilissimi dalle acque, come testimoniano i covoni posti sulla destra.[14]»
Il gonfalone è un drappo di azzurro.
Abitanti censiti[18]
Al 31 dicembre 2023 a Capaccio Paestum risultavano residenti 2700 cittadini stranieri, pari all'11,87% della popolazione.[19]
La maggioranza della popolazione è di religione cristiana appartenenti principalmente alla Chiesa cattolica;[20] il comune appartiene alla diocesi di Vallo della Lucania.
L'altra confessione cristiana presente è quella evangelica con due comunità: la Chiesa pentecostale e le ADI - Licinella.[senza fonte]
Elenco ufficiale delle borgate riconosciute dallo statuto comunale[21] con dati altimetrici e popolazione in base al censimento del 2001.[22]
Dato l'importante sito archeologico di Paestum, e l'adiacente spiaggia marina, gran parte dell'economia del comune si basa sul turismo, soprattutto nella stagione estiva e sull'agricoltura, noto è il carciofo di Paestum. Molto importante è anche la produzione gastronomica, tra le cui specialità risalta la mozzarella di bufala, prodotta da numerosi caseifici e apprezzata ed esportata in tutto il mondo.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
23 aprile 1995 | 13 giugno 1999 | Pasquale Marino | Partito Democratico della Sinistra | Sindaco | |
13 giugno 1999 | 12 giugno 2004 | Pasquale Marino | Democratici di Sinistra | Sindaco | |
12 giugno 2004 | 27 maggio 2007 | Vincenzo Sica | Forza Italia | Sindaco | |
27 maggio 2007 | 6 maggio 2012 | Pasquale Marino | Partito Democratico | Sindaco | |
6 maggio 2012 | 11 giugno 2017 | Italo Voza | Partito Democratico | Sindaco | |
11 giugno 2017 | 24 dicembre 2018 | Francesco Palumbo | Lista civica | Sindaco | |
10 giugno 2019 | 10 giugno 2024 | Francesco Alfieri (politico) | Partito Democratico | Sindaco | |
10 giugno 2024 | 3 ottobre 2024 (sospeso da decreto prefettizio) | Francesco Alfieri (politico) | Lista civica | Sindaco |
Le competenze in materia di difesa del suolo sono delegate dalla Campania all'Autorità di bacino regionale Sinistra Sele e all'Autorità di bacino interregionale del fiume Sele.
Il comune ha fatto parte della Comunità montana Calore Salernitano fino al 2008.[24]
I cittadini di Capaccio sono stati chiamati alle urne il 15 giugno 2014 per decidere sul cambio di denominazione del comune da Capaccio a Capaccio Paestum.
ll referendum, che ha registrato un'affluenza del 31%, stante la vigente legge regionale è stato omologato in quanto validamente celebrato.[25]
Dei 5 557 votanti, 3 391 si sono espressi a favore del cambio di denominazione e 2 119 contro.[26]
Il 9 giugno 2016 è stata pubblicata la legge regionale approvata il 31 maggio 2016 dal Consiglio regionale della Campania, che ha sancito il cambio di denominazione.[27]
Nel comune hanno sede sei società di calcio:[28]
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