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arcidiocesi della Chiesa cattolica in Italia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
L'arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova (in latino Archidioecesis Rheginensis-Bovensis) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica Calabria. Nel 2022 contava 275.000 battezzati su 279.000 abitanti. È retta dall'arcivescovo Fortunato Morrone.
Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova Archidioecesis Rheginensis-Bovensis Chiesa latina | |||
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Regione ecclesiastica | Calabria | ||
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Diocesi suffraganee | |||
Locri-Gerace, Oppido Mamertina-Palmi, Mileto-Nicotera-Tropea | |||
Arcivescovo metropolita | Fortunato Morrone | ||
Vicario generale | Pasqualino Catanese | ||
Arcivescovi emeriti | Vittorio Luigi Mondello, Giuseppe Fiorini Morosini, O.M. | ||
Presbiteri | 149, di cui 113 secolari e 36 regolari 1.845 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 44 uomini, 322 donne | ||
Diaconi | 49 permanenti | ||
Abitanti | 279.000 | ||
Battezzati | 275.000 (98,6% del totale) | ||
Stato | Italia | ||
Superficie | 1.004 km² | ||
Parrocchie | 119 (11 vicariati) | ||
Erezione | I secolo | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | Maria Santissima Assunta in cielo | ||
Concattedrale | Madonna della Presentazione | ||
Santi patroni | Paolo apostolo Stefano di Nicea Leo | ||
Indirizzo | Via Tommaso Campanella, 63 89127 Reggio Calabria | ||
Sito web | www.reggiobova.it | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Italia | |||
«ΠΕΡΙΕΛΘΟΝΤΕΣ ΚΑΤΗΝΤΗΣΑΜΕΝ ΕΙΣ ΡΕΓΙΟΝ»
«Costeggiando, raggiungemmo Reggio»
I santi patroni dell'arcidiocesi sono:
L'arcidiocesi comprende 25 comuni della città metropolitana di Reggio Calabria: Bagaladi, Bagnara Calabra, Bova, Bova Marina, Brancaleone, Calanna, Campo Calabro, Cardeto, Condofuri, Fiumara, Laganadi, Melito di Porto Salvo, Montebello Ionico, Motta San Giovanni, Palizzi, Reggio Calabria, Roccaforte del Greco, Roghudi, San Lorenzo, San Roberto, Sant'Alessio in Aspromonte, Santo Stefano in Aspromonte, Scilla, Staiti, Villa San Giovanni.
Sede arcivescovile è la città di Reggio, dove si trova la cattedrale di Maria Santissima Assunta in cielo, il più grande edificio religioso della Calabria. A Bova si trova la concattedrale della Madonna della Presentazione. A Reggio sorge anche la basilica minore di Santa Maria Madre della Consolazione all'Eremo.
Il territorio si estende su 1.004 km² ed è suddiviso in 120 parrocchie, raggruppate in 11 vicariati: Reggio centro, Reggio sud, Reggio nord, Bagnara-Scilla, Bova, Gallico-Catona, Melito Porto Salvo, Pellaro, Sant'Agata, Valanidi, Villa San Giovanni.
La provincia ecclesiastica di Reggio Calabria-Bova comprende tre suffraganee:
L'arcidiocesi di Reggio affonda le sue radici nella predicazione dell'apostolo Paolo nell'anno 61. Secondo il racconto degli Atti degli Apostoli (28,13[1]), nel suo viaggio verso Roma, Paolo, dopo essere salpato da Siracusa, approdò a Reggio ove passò la notte per ripartire il giorno dopo. Secondo la tradizione, Paolo ebbe il tempo di predicare il vangelo e convertire molti alla nuova fede: alla nascente comunità lasciò come primo vescovo uno dei suoi compagni di viaggio, Stefano di Nicea, insieme a Suera. La liturgia celebra questi avvenimenti il 21 maggio ed il 5 luglio.
Reggio divenne così il centro di diffusione del vangelo in tutta la Calabria, così come sottolineò papa Giovanni Paolo II nel discorso pronunciato il 7 ottobre 1984: «Nel toccare il suolo di questa città, provo una viva emozione al considerare che qui approdò, quasi duemila anni fa, Paolo di Tarso, e che qui l'apostolo delle genti accese la prima fiaccola della fede cristiana: da qui il cristianesimo ha iniziato il suo cammino in terra calabra, espandendosi in ogni direzione, sia verso la costa ionica sia verso la costa tirrenica».[2]
Primo vescovo documentato storicamente è Lucio, a cui seguì Bonifacio, destinatario di diverse lettere di Gregorio Magno. Da queste veniamo a sapere: che la diocesi di Carini in Sicilia, in stato di abbandono, fu data in amministrazione a Bonifacio (settembre 595);[3] che il patrimonio ecclesiastico della Chiesa di Roma in Calabria era gestito dal notaio Pietro (591-594) e dall'arcidiacono Sabino (599); che la sede di Reggio aveva una certa preminenza sulle altre chiese calabresi, senza tuttavia che fosse ancora menzionata come sede metropolitana.
A partire dal 536 la città fu occupata dai Bizantini e la comunità cristiana passò progressivamente dal rito latino al rito greco. Dalla prima metà dell'VIII secolo le diocesi bizantine dell'Italia meridionale furono sottratte al patriarcato di Roma ed inserite nel patriarcato di Costantinopoli.[4] È in questo contesto che Reggio fu elevata al rango dapprima di arcidiocesi e poi di sede metropolitana, come documentato dalle Notitiae Episcopatuum del patriarcato a partire dal IX secolo.
Secondo la Notitia redatta all'epoca dell'imperatore Leone VI (886-912) e databile all'inizio del X secolo (verso 901-902), da Reggio dipendevano le seguenti suffraganee: Vibona, Tauriana, Locri, Rossano, Squillace, Tropea, Amantea, Crotone, Cosenza, Nicotera, Bisignano e Nicastro.[5] Tuttavia, già sul finire del X secolo, con la fondazione della sede metropolitana di Salerno (di rito latino) le Provinciali romane e una bolla di papa Giovanni XV del 994 assegnano alla sede campana le diocesi di Bisignano e di Cosenza. Questo è un indizio del conflitto giurisdizionale fra i due patriarcati di Roma e di Costantinopoli, che vide lo scontro soprattutto nel nord della Calabria.
Con la conquista normanna della regione (XI secolo), tutte le chiese ritornarono sotto la dipendenza della Chiesa di Roma. In questo contesto, nell'XI secolo Reggio cedette alcuni territori a vantaggio dell'erezione delle nuove diocesi normanne di Bova e di Oppido, divenute suffraganee di Reggio assieme a Cassano e a Martirano. Il passaggio dalla dominazione bizantina a quella normanna e dall'obbedienza costantinopolitana a quella romana non fu pacifica per Reggio; l'ultimo metropolita greco, Basilio, non riuscì a prendere possesso della sua sede ed iniziò una campagna di denigrazione del papa e dei nuovi conquistatori, amplificata dalla gravità delle relazioni tra i due patriarcati dopo lo scisma del 1054.[6]
Gregorio VII nel 1081 e Alessandro III nel 1165 riconobbero a Reggio i diritti di sede metropolitana della Calabria, con gli stessi antichi vescovadi suffraganei. I diritti metropolitici venivano anche riconosciuti all'arcidiocesi di Santa Severina fino all'anno 1952, quando la Santa Sede ne soppresse la giurisdizione trasferendo a Reggio, come unica sede metropolitana della Calabria, la diocesi suffraganea di Cariati. Negli stessi anni 1080 fu introdotto a Reggio il rito romano.
Al concilio di Trento prese parte, tra gli altri, l'arcivescovo Gaspare Ricciulli Del Fosso (1560-1592), che tenne il discorso di apertura alla terza sessione conciliare. Ritornato in sede si applicò per l'attuazione dei decreti di riforma approvati a Trento, attraverso la fondazione del seminario nel 1565, una serie di sinodi diocesani e provinciali, l'istituzione dei monti di pietà. Il successore Annibale D'Afflitto (1593-1638) continuò l'opera di Del Fosso: compì ben otto visite pastorali della diocesi e celebrò diciassette sinodi diocesani e uno provinciale: «La sua opera pastorale fu paragonata a quella di san Carlo Borromeo per l'arcidiocesi di Milano. Le sue virtù umane e cristiane furono esemplari, tanto da indurre i contemporanei ad avviare un processo per la sua canonizzazione, mai giunta in porto».[7]
Nel 1730 e nel 1751 l'arcivescovo Domingo Polou celebrò il primo e il secondo sinodo diocesano per la Chiesa reggina.[8][9]
La riforma delle circoscrizioni ecclesiastiche del Regno delle Due Sicilie attuata il 27 giugno 1818 con la bolla De utiliori di papa Pio VII non apportò sostanziali modifiche alla provincia ecclesiastica di Reggio. Furono confermate le suffraganee di Bova, Catanzaro, Crotone, Gerace, Nicastro, Oppido, Squillace, Cassano, Nicotera e Tropea (unite aeque principaliter).
Nel Novecento l'arcivescovo Enrico Montalbetti fondò nel 1933 il "Pontificio Seminario Regionale Pio XI"; unico tra i vescovi italiani, morì sotto i bombardamenti degli Alleati sulla città il 31 gennaio 1943.
Il 10 giugno 1979 l'arcidiocesi acquisì la parrocchia di Ceramida (comune di Bagnara Calabra) dalla diocesi di Mileto.[10] L'anno successivo, il 20 gennaio, anche la parrocchia di Covala (comune di Sant'Eufemia d'Aspromonte) passò dalla diocesi di Oppido Mamertina-Palmi a quella di Reggio.[11]
Il 6 marzo 1980, con il breve Cum Rheginensis Ecclesia di papa Giovanni Paolo II, san Paolo Apostolo è stato confermato patrono principale dell'arcidiocesi, mentre patrono secondario è stato confermato santo Stefano da Nicea.[12]
La chiesa cattedrale è dedicata a Maria Santissima Assunta in Cielo; la festa della dedicazione si celebra il 2 settembre. Con decreto della Sacra Congregazione dei Riti del 26 agosto 1752 fu dichiarata patrona della città Maria Santissima Madre della Consolazione, che viene festeggiata il martedì dopo il secondo sabato di settembre; compatrono della città è san Giorgio Martire, celebrato il 23 aprile.
La diocesi di Bova appare per la prima volta nell'XI secolo[13] e fu sempre suffraganea dell'arcidiocesi di Reggio Calabria come risulta dalla bolla Sicut in humanis di papa Alessandro III del 19 novembre 1165 e dalla De utiliori di papa Pio VII del 27 giugno 1818.
Incerta è l'origine della diocesi, da far risalire probabilmente all'epoca bizantina. Infatti il primo vescovo di cui si ha notizia è Luca, che appare in un diploma del 1094. Di questo vescovo rimangono il testamento e alcune lettere, documenti pubblicati per la prima volta nel 1960, dai quali si evince che Luca fu, in un certo periodo, "amministratore della grande sede metropolitana di Reggio"[7] nel contesto della contesa che contrappose Basilio, ultimo metropolita greco di Reggio, e i Normanni. Questo porterebbe a pensare che già dagli anni settanta dell'XI secolo Luca occupasse la sede di Bova e che fosse un vescovo greco, al quale era stato dato l'incarico di occuparsi dei fedeli greci di tutto l'Aspromonte e di Reggio.[14]
Non sono noti altri vescovi di Bova fino alla prima metà del XIII secolo, quando appaiono i vescovi Stefano nel 1222 e Arsenio nel 1227. Ma è solo dalla metà del XIV secolo che la cronotassi episcopale si fa più continua e completa.
Malgrado l'arrivo dei Normanni e l'imporsi, un po' ovunque nella Calabria, del rito latino, il rito greco-bizantino rimase fino al XVI secolo e solo nel 1573 fu soppresso dal vescovo Giulio Stauriano. Tuttavia nelle zone interne e montagnose della diocesi, il rito greco rimase ancora per lungo tempo.
Nel territorio di Bova vi furono molti monasteri greci quali San Leone, San Pantaleone, Santa Maria di Tridetti, San Nicola di Africo e altri.
Nell'Ottocento la diocesi comprendeva i seguenti abitati: Bova, Amendolea[15], Condofuri, Gallicianò[16], Roghudi e Roccaforte nella parte occidentale; Africo[17], Palizzi, Pietrapennata[18], Staiti e Brancaleone nella parte orientale.[19]
Il 12 marzo 1941 Enrico Montalbetti, già arcivescovo di Reggio Calabria, fu nominato anche vescovo di Bova, unendo così in persona episcopi le due sedi.[20] Questa prima unione durò fino al 1960, ma fu poi ristabilita nel 1973 con il vescovo Giovanni Ferro.
Nel 1959 il territorio della parrocchia di Casalnuovo, contestualmente soppressa, fu scorporato dalla diocesi di Gerace-Locri ed annesso al territorio della parrocchia di Africo Vecchio, nella diocesi di Bova.[21] Però successivamente il comune di Africo fu tolto alla diocesi di Bova ed incorporato nella diocesi di Gerace-Locri.
Il patrono di Bova è san Leo monaco greco, nativo di Bova secondo alcuni o di Africo secondo altri. Le reliquie di san Leo si venerano a Bova nel santuario a lui dedicato. La chiesa concattedrale è dedicata a Santa Maria dell'Isodia.[22]
Al momento dell'unione con Reggio Calabria nel 1986, la diocesi di Bova comprendeva 17 parrocchie nei comuni di Bova (2), Bova Marina, Brancaleone (3), Condofuri (4), Palizzi (3), Roccaforte del Greco, Roghudi (2) e Staiti.[23]
Il 30 settembre 1986, con il decreto Instantibus votis della Congregazione per i Vescovi, le due sedi di Reggio Calabria e di Bova, già unite in persona episcopi dal 1973, sono state unite con la formula plena unione e la nuova circoscrizione ecclesiastica ha assunto il nome attuale. Per effetto dello stesso decreto la cattedrale di Bova ha assunto il titolo di concattedrale e san Leo è divenuto compatrono della nuova circoscrizione diocesana.
Dal 5 al 12 giugno 1988 Reggio Calabria ospitò il XXI Congresso eucaristico nazionale italiano, a cui intervenne come legato pontificio il cardinale Salvatore Pappalardo.
Il 30 gennaio 2001 la Santa Sede ha provveduto al riordino delle province ecclesiastiche con la bolla Maiori Christifidelium di papa Giovanni Paolo II, con la quale all'arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova sono state assegnate le odierne suffraganee.
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
L'arcidiocesi nel 2022 su una popolazione di 279.000 persone contava 275.000 battezzati, corrispondenti al 98,6% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
arcidiocesi di Reggio Calabria | |||||||||||
1949 | 211.900 | 212.476 | 99,7 | 201 | 167 | 34 | 1.054 | 52 | 365 | 100 | |
1969 | 230.471 | 231.218 | 99,7 | 210 | 151 | 59 | 1.097 | 69 | 550 | 103 | |
1980 | 245.000 | 247.000 | 99,2 | 201 | 146 | 55 | 1.218 | 59 | 547 | 116 | |
diocesi di Bova | |||||||||||
1949 | 26.856 | 26.948 | 99,7 | 22 | 20 | 2 | 1.220 | 3 | 34 | 17 | |
1959 | 30.100 | 30.450 | 99,9 | 25 | 19 | 6 | 1.204 | 8 | 33 | 18 | |
1970 | 25.100 | 25.174 | 99,7 | 17 | 14 | 3 | 1.476 | 3 | 46 | 19 | |
1980 | 21.500 | 21.702 | 99,1 | 16 | 8 | 8 | 1.343 | 9 | 27 | 19 | |
arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova | |||||||||||
1990 | 263.000 | 269.050 | 97,8 | 180 | 126 | 54 | 1.461 | 1 | 57 | 625 | 135 |
1999 | 270.420 | 278.820 | 97,0 | 175 | 118 | 57 | 1.545 | 18 | 66 | 601 | 136 |
2000 | 270.420 | 288.501 | 93,7 | 164 | 107 | 57 | 1.648 | 17 | 66 | 601 | 136 |
2001 | 270.420 | 288.501 | 93,7 | 164 | 107 | 57 | 1.648 | 27 | 66 | 601 | 136 |
2002 | 270.420 | 288.501 | 93,7 | 175 | 118 | 57 | 1.545 | 27 | 73 | 601 | 136 |
2003 | 270.420 | 288.500 | 93,7 | 174 | 117 | 57 | 1.554 | 28 | 75 | 598 | 136 |
2004 | 277.219 | 279.418 | 99,2 | 169 | 106 | 63 | 1.640 | 27 | 78 | 601 | 121 |
2010 | 278.500 | 282.240 | 98,7 | 182 | 118 | 64 | 1.530 | 37 | 70 | 324 | 119 |
2014 | 279.260 | 283.720 | 98,4 | 172 | 119 | 53 | 1.623 | 40 | 61 | 324 | 119 |
2017 | 281.200 | 285.600 | 98,5 | 157 | 106 | 51 | 1.791 | 44 | 55 | 322 | 119 |
2020 | 278.315 | 282.760 | 98,4 | 149 | 112 | 37 | 1.867 | 49 | 45 | 322 | 120 |
2022 | 275.000 | 279.000 | 98,6 | 149 | 113 | 36 | 1.845 | 49 | 44 | 322 | 120 |
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