Latisana
comune italiano del Friuli-Venezia Giulia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Latisana (Tisane in friulano standard, Tisana nella variante locale[6], Łatixana in veneto) è un comune italiano di 13 211 abitanti dell'ex provincia di Udine, in Friuli-Venezia Giulia.
Latisana comune | |
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(IT) Latisana (FUR) Tisane[1] | |
Piazza Indipendenza, presso il centro di Latisana | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Friuli-Venezia Giulia |
Provincia | Udine |
Amministrazione | |
Sindaco | Lanfranco Sette (FdI, LN, FI, lista civica Progetto Latisana) dal 4-10-2021 |
Territorio | |
Coordinate | 45°47′N 13°00′E |
Altitudine | 7 m s.l.m. |
Superficie | 37,8 km² |
Abitanti | 13 211[2] (30-9-2021) |
Densità | 349,5 ab./km² |
Frazioni | Aprilia Marittima, Gorgo, Pertegada, Bevazzana, Latisanotta, Crosere, Sabbionera, Paludo, Picchi, Duranti.[3] |
Comuni confinanti | Lignano Sabbiadoro, Marano Lagunare, Palazzolo dello Stella, Precenicco, Ronchis, San Michele al Tagliamento (VE) |
Altre informazioni | |
Lingue | italiano, friulano, veneto |
Cod. postale | 33053 |
Prefisso | 0431 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 030046 |
Cod. catastale | E473 |
Targa | UD |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[4] |
Cl. climatica | zona E, 2 402 GG[5] |
Nome abitanti | latisanesi |
Patrono | san Giovanni Battista |
Giorno festivo | 24 giugno |
Cartografia | |
Posizione del comune di Latisana nella ex provincia di Udine | |
Sito istituzionale | |
Il comune si trova nella bassa pianura veneto-friulana, sulla sponda sinistra del basso corso del fiume Tagliamento e fa parte della regione storico-geografica della Bassa Friulana. A ovest, il fiume Tagliamento costituisce la maggior parte del confine con il Veneto (San Michele al Tagliamento). A sud, il comune è lambito dal canale navigabile Litoranea Veneta, che lo separa da Lignano Sabbiadoro. A sud-est, in località Aprilia Marittima e Bevazzana il comune si affaccia per un tratto sulla Laguna di Marano, che comprende l'area umida della Valle Pantani. La località di Isola Picchi, appartenente al comune di Latisana, è situata sulla sponda destra del Tagliamento e pertanto è accessibile solo dal Veneto, costituendo quindi una quasi-enclave. Il territorio comunale è costituito da una striscia di terra estesa in direzione nord-sud per circa 15 km e larga mediamente 2-3 km.
Il territorio, interamente pianeggiante, nelle sue aree non edificate è oggi prevalentemente adibito a usi agricoli. Nelle aree golenali del fiume Tagliamento (ossia nella striscia di terreno compresa tra il fiume e gli argini e soggetta a periodici allagamenti) sopravvivono aree boschive di modesta entità. Fino ai primi decenni del '900, una parte consistente del territorio era occupata da paludi e foreste, essendo parte dell'area denominata Silva Lupanica sin dall'epoca romana.
L'altitudine della casa comunale è di 7 m s.l.m.. Quella del territorio comunale varia da 0 (Laguna di Marano) a 12 (zona a nord al confine con Ronchis) m s.l.m. Latisana è situata nella zona climatica E e il suo grado di sismicità è considerato basso.
La regione della Bassa Friulana, di cui Latisana fa parte, è abitata sin dall'epoca preistorica, come testimonia il ritrovamento di resti umani neolitici (VI-V millennio a.C.) avvenuto nel 1992 in località Piancada, nel vicino comune di Palazzolo dello Stella.[7]
Non ci sono dati certi sull'origine romana di Latisana, ma solo ipotesi basate su un diario del 333, l'Itinerarium Burdigalense, redatto da un pellegrino d'Aquitania. Costui, nel suo viaggio fino a Gerusalemme, tenne scrupolosamente nota di tutte le località incontrate e delle relative distanze in miglia romane. Lungo l'antica Via Annia, nel tratto che collegava Concordia (Iulia Concordia) ad Aquileia, scrisse che a 9 miglia (13,28 km) dalla prima si trovava la mutatio (stazione di cambio cavalli e ricovero viaggiatori) denominata Apicilia.
Studiando l'attuale carta geografica, si presume che tale luogo si trovi alla fine di via Trieste, nelle vicinanze della località detta "Crosere" dove ora sorge l'imponente torre dell'acquedotto. A prova di ciò, durante gli scavi per tale opera, sono stati rinvenuti nella zona dei reperti tra i quali una brocchetta contenente ceneri, tessere di mosaici, frammenti di anfore ecc. Attualmente, una targa situata di fronte al palazzetto dello sport in Via Giovanni Bottari testimonia il passaggio dell'antica Via Annia.
Non sono mai state trovate tracce di ponti di epoca romana sul Tagliamento nei pressi di Latisana. Pertanto, è probabile che l'attraversamento del fiume (o dei rami del fiume, visto che anticamente aveva una foce a delta formata da due rami che si separavano a decine di km dal mare) avvenisse tramite un guado o un servizio di barche.
L'origine romana di Latisana è inoltre attestata dal suo nome prediale, ossia derivato da quello del colono romano che si chiamava Atisius o Tisius, probabilmente un ex legionario di rango, al quale fu assegnato un fondo durante il periodo della centuriazione dell’agro aquileiese.[8]
Il 27 agosto 2021, durante alcuni lavori di mitigazione del rischio idraulico lungo il Canale Latisanotta (in località Paludo, a sud del ponte della SR 102UD), sono stati rinvenuti alcuni resti di un edificio di epoca romana, risalente al I o II secolo d.C., nonché alcuni frammenti di anfore e una fibula in bronzo.[9]
La prima citazione ufficiale è del 17 luglio 1072, giorno di consacrazione della chiesa dell'abbazia benedettina di Michaelbeuern (a 30 km da Salisburgo): nel documento ufficiale ivi conservato si cita tale "miles Marcqwart de Lantesana", ovvero cavaliere Marquardo di Latisana, come facente parte degli illustri personaggi al seguito del patriarca di Aquileia Sigeardo e del vescovo di Concordia Dietwino, presenti alla cerimonia.
Attorno al 1100, nel periodo in cui il Friuli si stava riprendendo economicamente dopo le disastrose invasioni degli Ungari, forse a causa di donazioni dei patriarchi di Aquileia e trasmissioni ereditarie, Latisana passa sotto dominazione feudale dei Conti di Gorizia, che si protrarrà fino all'inizio della dominazione veneziana nel 1430. Nel 1180 Latisana passa dal Patriarcato di Aquileia a quello di Grado.
Grazie al fiume Tagliamento, che la lambisce e che attualmente la divide dalla regione Veneto, divenne importante porto fluviale nei secoli XII e XIII. Fu soprattutto nota per il commercio del sale (da Cervia e dal ravennate verso l'entroterra e l'Istria), ma anche di legname (dalla Carnia per Venezia), granaglie, vino, minerali e bestiame nonché transito di passeggeri verso il Nord Europa e via di approdo per il mare Adriatico. La denominazione di Porto di Latisana venne fatta per la prima volta in un documento ufficiale del 27 ottobre del 1226. In tale atto si afferma che il conte di Gorizia Mainardo il Vecchio cede al Patriarca di Aquileia Bertoldo i diritti e le rendite sul porto.
La fiorente attività economica così avviata fece sì che i Conti di Gorizia permettessero pure la battitura di una moneta argentea, il denaro scodellato di Latisana, tuttora esistente in sette esemplari conosciuti, con varianti di conio e recanti i simboli comitali goriziani e la dicitura “Porto Tisana”. Nei documenti del XIII secolo Latisana è spesso menzionata con l’appellativo di "civitas", a testimonianza dell’importanza che il centro andava assumendo. Significativa è anche la citazione dello “staio a misura di Latisana”, risalente alla fine del XIII secolo. Nel 1245, lo Statuto della Terra e del Porto di Latisana, convenuto tra la comunità latisanese (universitas) e il conte di Gorizia, contiene disposizioni di natura civile, criminale e finanziaria. Il trattato fu ratificato a Verona il 13 luglio 1245 dall’imperatore Federico II. Per proteggere la località portuale, i Conti la trasformarono in un castrum, circondato da una cinta muraria lambita da una canalizzazione ad arco derivata dal fiume.
In documenti risalenti 1360 compare il sigillo medievale del Comune, rappresentante una torre con merlatura guelfa affiancata da due scudi con leone rampante, sormontati da una croce e contornato dall’iscrizione SIGILUM COMUNIS PORTUS LATISANAE, elementi analoghi a quelli presenti nel denaro. Latisana, pur non facendo mai parte del Parlamento della Patria del Friuli, venne assumendo un’importanza sempre maggiore all’interno della contea goriziana: infatti, a partire dal XIV secolo, vi fu la presenza stabile di un capitano in rappresentanza dei conti in luogo del gastaldo. Specchio di relazioni talvolta assai conflittuali è il giuramento di fedeltà preteso dal conte Mainardo IV e prestato solennemente dai rappresentanti del popolo di Latisana nella chiesa di Santa Croce, che sorgeva al centro del castrum, il 16 ottobre 1368.
Nel Medioevo era un villaggio circondato da mura con un fossato che prendeva l'acqua dal Tagliamento a monte della Rocca (attuale via Rocca) e con percorso ad arco verso sud riconfluiva nel fiume. Le uniche due porte d'ingresso erano quella di San Zuanne (presso l'attuale Piazza Garibaldi, tramite ponte levatoio, a sud) e quella di San Antonio (presso l'attuale Piazzale Osoppo, tramite ponte in legno, ad est), porta d'entrata per i viandanti provenienti dal Nord Europa.
Il Quattrocento è caratterizzato dal progressivo declino della signoria goriziana e dalle concomitanti mire espansionistiche della Serenissima su Latisana e sul Friuli in generale.
Episodio saliente fu il transito di Papa Gregorio XII il 6 settembre 1409, in fuga da Cividale. Il Papa si trovava a Cividale per il Concilio di Cividale, nel contesto dello Scisma d'Occidente, ma entrò in contrasto con la comunità locale e pertanto decise di fuggire segretamente, vestito da segretario e accompagnato dal suo segretario vestito con gli abiti papali. Raggiunta Latisana via terra, il segretario fu picchiato dalla folla che lo scambiò per il Papa; Gregorio XII si imbarcò prima per la Dalmazia, successivamente raggiunse la Puglia e infine si stabilì a Gaeta dove abdicò.[10]
Latisana divenne Pieve autonoma già nel XII secolo ed il Papa Alessandro VII nel 1655 la elevò al rango di Abbaziale grazie alle numerose chiese ed ai tre conventi presenti sul suo territorio. Il 28 agosto del 1430 passò ufficialmente, dopo diverse vicissitudini, sotto il controllo della Repubblica di Venezia.
Da allora si susseguirono vari passaggi di proprietà del feudo di Latisana tra nobiluomini veneti (Morosini, Malombra e Vendramin). A partire dalla prima metà del XVI secolo, il feudo subì una serie di suddivisioni fino ad arrivare al Consorzio di famiglie nobili veneziane; fra esse quella dei Mocenigo deteneva la quota maggiore dei 24 “carati” o parti del feudo stesso. All’epoca della dominazione veneziana, la cosiddetta Terra della Tisana si estendeva su entrambe le rive del basso corso del Tagliamento, in un’area corrispondente a quella degli attuali Comuni di Latisana, Lignano Sabbiadoro, San Michele al Tagliamento e Ronchis (ad eccezione della "villa" di Fraforeano).
Nel 1451 Latisana passò dal Patriarcato di Grado a quello di Venezia.
Nel 1457 da Bartolomeo Vendramin, un esponente del potente casato veneziano e il cui padre Andrea fu eletto doge, acquisì la proprietà di Latisana, la quale non fu incorporata nella Patria del Friuli, retta dal luogotenente di stanza a Udine, ma dipese direttamente dal Senato della Serenissima.
A Latisana vi erano il Castello (o borgo murato), i cui abitanti costituivano l’Università, e il quartiere di Sottopovolo, con propria “amministrazione”. Latisana comprendeva le "ville" di Ronchis, Latisanotta, Gorgo e Pineda (corrispondente all'attuale Lignano) sulla sponda sinistra del Tagliamento e quelle di Villanova, San Mauro, San Giorgio, San Michele, Cesarolo e Pineda Destra (corrispondente all'attuale Bibione) sulla sponda destra del Tagliamento, i cui abitanti erano organizzati in vicinie. Nel periodo di dominazione veneziana del Friuli, Latisana costituì, come pochi altri centri, una “terra separata”, non soggetta al Luogotenente di stanza a Udine.
All’interno del borgo murato, a partire dal ‘500, le famiglie veneziane cominciarono a costruire i loro palazzi, alcuni dei quali ancora oggi adornano la piazza principale del centro (oggi Piazza Indipendenza), nonostante le distruzioni causate dalle ripetute alluvioni del Tagliamento e dai due conflitti mondiali.
Nel XVI secolo il centro politico-amministrativo passò nel Palazzo Vendramin appena costruito (distrutto nella seconda guerra mondiale, ora Palazzo Trevisan) e la sicurezza politica resa dalla Serenissima portò al progressivo decadimento della Rocca e del complesso murario difensivo ora non più necessario. Esiste un acquerello settecentesco di Antonio Banchieri che simula una veduta aerea della città e mette in luce alcuni monumenti ora scomparsi come la Chiesa di Santa Croce (in mezzo all'attuale Piazza Indipendenza, la più antica), che in una teca argentea conservava una reliquia della Croce.
Il Tagliamento non aveva argini e si trovava un po' più ad ovest dell'attuale corso; si poteva così vedere una via (ipotizzata in Via del Battello) che dalla Chiesa di Santa Croce conduceva alla Piazzetta, una seconda che dall'attuale Piazza Garibaldi arrivava alle rive del fiume ed una terza che partendo dall'attuale Piazza Duomo, formando una specie di semicerchio, si ricongiungeva all'attuale Via Sottopovolo (che significa 'sotto il pioppo', in quanto nel Medioevo i capi famiglia usavano riunirsi sotto un pioppo), perimetrando il Borgo del Passo, punto di attraversamento tramite zattera del fiume.
Intorno alla fine del Cinquecento, a Latisana fu istituito il primo ospedale. A partire dal Seicento, il porto di Latisana iniziò a perdere la sua importanza economica, strategica e soprattutto funzionale, fino a cessare quasi del tutto nel Settecento, a causa della decadenza della Serenissima, del progressivo insabbiamento della foce del Tagliamento e della creazione del porto franco di Trieste. Contemporaneamente, si andò sempre più consolidando la vocazione agricola dell’area.
Dopo l'invasione delle truppe napoleoniche e la caduta della Serenissima, con il trattato di Campoformio del 1797, Latisana passò sotto il dominio dell'Impero austriaco. Con l’occupazione dell’esercito francese ha fine la Giurisdizione feudale e nel 1805, insieme al resto del Friuli, Latisana viene annessa al Regno d’Italia creato da Napoleone. Nel 1806 viene inclusa nel XVIII Dipartimento di Passariano del Regno d'Italia e divenne capoluogo del Cantone di Latisana, a sua volta parte del Distretto I di Udine. Nel 1814, dopo l'occupazione francese che portò nuove idee di libertà, finì sotto il dominio degli austriaci e subì il dominio poliziesco dell'Impero austriaco. Nel 1815 venne inclusa, con il Friuli Occidentale, nel Regno Lombardo Veneto come Provincia del Friuli. Latisana divenne capoluogo di un distretto comprendente anche i comuni di Pocenia, Precenicco, Rivignano, Teor e Ronchis. Sul piano ecclesiastico, nel 1818 passò dal Patriarcato di Venezia all'Arcidiocesi di Udine.
Il Tagliamento, che nel corso dei secoli aveva già provocato disastrose inondazioni, esondò nel 1800 distruggendo la borgata del Passo. Per porre rimedio a questa situazione di pericolo, nel 1820 l'amministrazione austriaca realizzò un complesso di argini lungo il basso corso del Tagliamento da Canussio a Bevazzana, che però non si rivelò efficace in occasione di piene successive.
Il Risorgimento la vide protagonista con 87 concittadini che dal 1848 parteciparono alle varie guerre d'indipendenza; ora un cippo con i loro nomi li commemora in Piazza Indipendenza. Coriolano Gnesutta e Paolo Scarpa facevano parte dei Mille garibaldini che partirono da Quarto. Un altro latisanese, Giovanni Battista Monis, combatté nella Seconda guerra d'indipendenza fra i volontari dei “Cacciatori delle Alpi”. Gnesutta si guadagnò un encomio per il lodevole comportamento militare nella battaglia di Calatafimi e nella conquista di Palermo. In seguito, si arruolò anche nelle forze volontarie garibaldine nella Terza guerra d'indipendenza. Scarpa rimase ferito nella Battaglia del Volturno e svolse mansioni tecniche per le necessità logistiche della spedizione. Successivamente partecipò anche lui alla Terza guerra d'indipendenza: arruolatosi col grado di sottotenente nel 6º reggimento volontari, fu al seguito di Garibaldi in Trentino. In seguito esercitò la professione di ingegnere a Latisana, per qualche tempo resse anche l’incarico di direttore della neo-istituita Banca Mutua Popolare Cooperativa e infine si trasferì a Bologna.
Latisana fu annessa al Regno d'Italia in seguito al Plebiscito del Veneto del 1866, insieme alla maggior parte del resto del Friuli, al Veneto e al Mantovano, ed entrò a far parte della Provincia del Friuli. Tutti i 1095 votanti latisanesi espressero la loro preferenza nei confronti dell'annessione all'Italia.
L'11 novembre 1873 fu inaugurato il primo ponte sul Tagliamento che univa stabilmente Latisana al resto d'Italia: era costituito da 13 campate in legno, era lungo 170 metri e alto 10 metri sul livello del fiume e sostituiva il transito pericoloso di uomini e carri fra le due sponde tramite un passo a barca ancorata ad un verricello. Con il Regio Decreto del 10 maggio 1883 (pubblicato nella G.U. del 4 luglio 1883) venne approvata e sottoscritta la convenzione tra il Ministero dei Lavori Pubblici e del Tesoro e la Provincia di Udine per la concessione della costruzione e dell’esercizio di una ferrovia da Udine per Palmanova, Latisana e Portogruaro. Con il medesimo atto, lo Stato erogò un consistente finanziamento per la costruzione della ferrovia stessa. Tra le stazioni previste vi era anche quella di Latisana. Il 31 dicembre 1888 entrò in funzione la ferrovia tra Portogruaro e Udine, con un ponte sul fiume Tagliamento in ferro a tre arcate parallelo al precedente. Tale linea venne in seguito collegata anche con Monfalcone e Trieste. A Latisana il problema principale fu rappresentato dalla costruzione del “grandioso ponte in ferro” sul fiume Tagliamento e, dal punto di vista urbanistico, dall’apertura di una nuova strada d’accesso alla stazione in contrada Masutto (oggi Viale della Stazione). Il servizio ferroviario era esercitato dalla Società Veneta.
Negli ultimi anni dell'800 fu introdotta l'illuminazione elettrica nel centro cittadino. Nel 1903 iniziò lo sviluppo turistico della località balneare di Lignano (appartenente al Comune di Latisana fino al 1959), con l'apertura del primo albergo, il Marin. Nel 1908 avvenne il primo allacciamento telefonico pubblico sulla linea Venezia-Udine. Nello stesso anno, fu inaugurato il primo cinema "Stella", in un ambiente sito nell'attuale Piazza Indipendenza. Il 5 dicembre 1909 venne inaugurato un nuovo ponte stradale in ferro, in sostituzione di quello precedente in legno. Il nuovo ponte sorgeva 40 metri a valle di quello vecchio ed era costituito da una travata metallica continua divisa in sette luci, delle quali le due estreme di m 20,16 e le cinque intermedie di m 25,20, per una lunghezza complessiva di m 166,32. La travata era sostenuta da spalle in muratura e da 6 stilate metalliche intermedie. Il 23 marzo 1912 fu inaugurato il nuovo ospedale, su progetto dell'ing. Emilio Speroni (milanese) e la direzione medica fu affidata al dottor Mario Ferretti (bolognese). Le Scuole Elementari, con la loro elegante architettura e gli ampi finestroni ad arco, furono inaugurate nell'ottobre del 1912. Sempre al 1912 risale il primo teatro (Sala Gobbato), decorato dallo scultore latisanese Francesco Ellero.
Le due Grandi Guerre del novecento videro Latisana protagonista data la sua posizione geografica e strategica. Nel 1917, a seguito della rotta di Caporetto, Latisana, come tutto il Friuli, venne occupata dall'esercito austro-ungarico. Nel corso della ritirata la cittadina fu pesantemente bombardata: oltre 100 case, le sue chiese e i due ponti, stradale e ferroviario, furono distrutti. Oltre 160 latisanesi morirono complessivamente nel corso della Grande Guerra. Dopo il conflitto vennero costruiti dei ponti provvisori, successivamente sostituiti da nuovi ponti uguali a quelli prebellici (1923).
Nel 1921 aprì il Politeama LEGA (oggi Teatro Odeon). Nel 1926 venne inaugurata la strada (oggi SR 354) di collegamento con la nuova località balneare di Lignano, originariamente raggiungibile solo in barca. Sempre negli anni '20, il Consorzio di Trasformazione Fondiaria Bassa Friulana avviò la bonifica del territorio perilagunare, nella parte sud del territorio comunale. Nel 1929 venne inaugurata la Cantina Sociale Cooperativa e nel 1935 la prima latteria ternaria comunale (nella frazione di Latisanotta). Nel 1937 Latisana venne servita dall'acquedotto.
La Seconda guerra mondiale coinvolse la cittadina friulana in modo ancora più disastroso rispetto alla Prima. A partire dal 10 settembre 1943, in seguito all'armistizio di Cassibile, fu inclusa insieme al resto del Friuli e alla Venezia Giulia nella Zona di Operazioni del Litorale Adriatico, posta sotto il diretto controllo del Terzo Reich. Il 19 maggio 1944, il bombardamento degli Alleati (che ebbe come obiettivo i due ponti stradale e ferroviario sul fiume Tagliamento) provocò 88 morti e la distruzione completa del centro di Latisana, insieme a quello vicino di San Michele al Tagliamento. Latisana fu liberata dalle truppe alleate il 1º maggio 1945. I nuovi ponti, ferroviario e stradale, in sostituzione di quelli provvisori realizzati in seguito ai bombardamenti, furono inaugurati rispettivamente nel 1947 e nel 1952.[collegamento interrotto]
Il 10 dicembre 1948 lo scrittore e futuro premio Nobel per la letteratura Ernest Hemingway, di passaggio con alcuni amici mentre si stava recando da Codroipo a una battuta di caccia presso una tenuta in località San Gaetano (Caorle), nei pressi dell'incrocio delle "Quattro Strade" (ora Piazzale Osoppo), incontrò per la prima volta la sua futura amante Adriana Ivancich. Questo evento è stato narrato nel romanzo Di là del fiume e tra gli alberi, pubblicato nel 1950. Il luogo dell'incontro è oggi segnalato da una targa commemorativa, installata in occasione del 70º anniversario dell'avvenimento. Hemingway fece ritorno a Latisana il 15 aprile 1954 in occasione di un suo viaggio in Italia; è ricordato il suo pranzo al ristorante "Bella Venezia", che allora non si trovava nella sua sede attuale, ma di fronte alla canonica in Via Vendramin.
Nel 1950 il comune venne interessato marginalmente dalle proteste dei braccianti note come Lotte del Cormor, che coinvolsero maggiormente altre aree della Bassa Friulana.
Nel 1959 la frazione di Lignano Sabbiadoro, nel frattempo affermatasi come località balneare di fama internazionale e cresciuta demograficamente, in seguito ad una protesta dei suoi residenti, diventò comune autonomo.
Il 15 aprile 1962 il comune fu insignito del titolo di "Città mutilata di guerra", a causa delle ingenti distruzioni e perdite di vite umane subite dalla cittadina nel corso dei due conflitti mondiali. Nel 1963 Latisana entrò a far parte della nuova Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Negli anni '60 due nuove tragedie colpirono il paese: il fiume Tagliamento esondò il 2 settembre 1965 ed il 4 novembre 1966 causando notevoli danni e soprattutto alcune vittime (11 nel 1965 e 4 nel 1966).
Nel 1970 venne completata l'Autostrada A4 Venezia - Trieste, che serve anche Latisana con il suo omonimo svincolo (completamente ricostruito 2 km più a est nel 2009), situato nel vicino comune di Ronchis. Nei primi anni settanta iniziò lo sviluppo del porto turistico di Aprilia Marittima, situato sulla Laguna di Marano a cavallo fra i comuni di Latisana e Marano Lagunare e a pochi kilometri da Lignano Sabbiadoro. Nel 1981 l'appuntato Enea Codotto, originario della frazione di Gorgo, fu ucciso nei pressi di Padova da un gruppo di terroristi di estrema destra. A lui sono state intitolate la piazza di Gorgo (dove nel 40º anniversario dell'assassinio è stato installato un cippo commemorativo) e la caserma dei Carabinieri.
Con decreto del Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia dell'11 maggio 2004 il comune ha ottenuto il titolo di città. Nel 2005 lo stadio del capoluogo ed il palazzetto dello sport hanno ospitato alcune gare della VII edizione del Festival olimpico della gioventù europea di Lignano Sabbiadoro. Nel 2006 è stato aperto al pubblico, lungo il fiume Tagliamento fra il capoluogo e la frazione di Gorgo, il Parco dei Pappagalli, parco unico in Europa nel suo genere in cui erano ospitati moltissimi esemplari di pappagalli provenienti da varie parti del mondo. Tuttavia il parco ha chiuso definitivamente nel 2013 a causa di difficoltà economiche e ora si trova in stato di abbandono. Una nuova alluvione, di minore entità rispetto a quelle degli anni '60 e che non provocò vittime, ha colpito il paese il 27 maggio 2007; questa non è stata un'esondazione del Tagliamento ma è stata bensì dovuta dall'inefficienza della rete di scolo in seguito a un periodo di piogge abbondanti. Il 16 gennaio 2008, in seguito a un altro evento di maltempo, è crollato un famoso albero secolare nel Giardino Rossetti (ex Peloso-Gaspari), nei pressi dell'oratorio parrocchiale in Via Vendramin. Si trattava di un esemplare di Zelkova Crenata (o Olmo del Caucaso), piantato nel 1792 dall'agronomo Gaspare Luigi Gasperi, di ritorno da un viaggio in Asia. Al momento del crollo, con un'altezza di 42,35 metri e una circonferenza di oltre 9 era l'albero più alto e più grosso di tutto il Friuli Venezia Giulia.
Il 1º luglio 2016 Latisana è entrata a far parte, dell'UTI Riviera - Bassa Friulana, divenendone il capoluogo. La Provincia di Udine, di cui Latisana faceva parte, è stata definitivamente soppressa il 22 aprile 2018. Dal 28 dicembre 2020, l'UTI Riviera - Bassa Friulana è stata sostituita dalla Comunità Riviera Friulana, che comprende il territorio dell'ex UTI più il comune di Rivignano Teor.
A Latisana e in altri 11 comuni limitrofi si producono i vini DOC Friuli Latisana.
Lo stemma e il gonfalone sono stati riconosciuti con D.P.C.M. del 21 dicembre 1946.[11]
«D'azzurro, alla torre quadrata, gradata di due gradini, merlata di cinque merli guelfi, murata al naturale, aperta e finestrata di nero, fondata sulla pianura di verde, sormontata da corona patrizia veneta e fiancheggiata da due leoni controrampanti d'oro, poggianti alla torre le branche anteriori e una posteriore. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo di azzurro.
Abitanti censiti[17]
Nel 2011 il comune sfiorò i 14 000 abitanti, dato leggermente in diminuzione negli ultimi anni. Ciononostante, la popolazione del comune è andata generalmente aumentando nel corso dei decenni. I dati censuari fino al 1951 includono anche i residenti del comune di Lignano Sabbiadoro, staccatosi da Latisana nel 1959.
A Latisana, accanto alla lingua italiana, la popolazione utilizza parzialmente la lingua friulana e la Lingua Veneta.
La lingua friulana che si parla a Latisana è differente dal resto della provincia di Udine in quanto presenta tutte le caratteristiche del Friulano Concordiese, diffuso nel Veneto orientale e nel Pordenonese.
Particolarmente diffusa e predominante rispetto al Friulano, è la Lingua veneta che risulta orientata al modello veneziano, come nel resto delle zone della regione, anche se vista la posizione geografica di Latisana subisce notevoli influenze dai dialetti veneti orientali.
Secondo quanto emerge dallo statuto comunale, di Latisana sono riconosciute ufficialmente le seguenti frazioni (capoluogo escluso):
Il capoluogo, comprendente anche le località ormai conurbate di Crosere, Paludo, Sabbionera e Latisanotta, aveva una popolazione di 8 896 abitanti al censimento del 2011. L'ISTAT, oltre al capoluogo e alle già citate Bevazzana, Gorgo e Pertegada, riconosce come località abitate anche le località (non indicate nella segnaletica) di California (23 abitanti nel 2011), Duranti (27 abitanti) e Paschetto (31 abitanti). Inoltre, sempre al 2011, 639 abitanti di Latisana risultavano residenti in "case sparse", cioè al di fuori da centri abitati.[18]
Latisana è dotata di un Ospedale all'avanguardia fornito di Area Emergenza, di un Dipartimento Materno-Infantile il quale annovera sia il Punto Nascita che ambulatori e degenze pediatriche h24, piastra ambulatoriale, Centro Dialisi, RSA, Hospice, Distretto Sanitario, Radiologia, Risonanza Magnetica, Chirurgia e soddisfa le esigenze di migliaia di abitanti della zona e non ogni settimana, anche dal confinante Veneto. In particolare, il punto nascite di Latisana, data la sua collocazione geografica di confine tra Friuli Venezia-Giulia e Veneto, è stato spesso scelto dalle partorienti del vicino Veneto Orientale.
Il comune è servito dallo svincolo di Latisana sull'autostrada A4. È attraversato anche dalla SS14 Venezia-Trieste e vi ha origine la SS354 Per Lignano. La SR ex SP7 collega il capoluogo a Pozzuolo del Friuli, la SR ex SP102 collega il capoluogo a Precenicco, mentre la SR ex SP56 collega la frazione di Pertegada a Precenicco. Attraverso una circonvallazione dei centri urbani di Latisana e Ronchis è collegata alla SR95 "Ferrata", che unisce Portogruaro a Udine. Nelle immediate vicinanze, a San Michele al Tagliamento originano la SP42 "Jesolana" per Jesolo e la SR74 per Bibione.
Il comune è attraversato dalla ferrovia Venezia-Trieste ed è servito dalla stazione di Latisana-Lignano-Bibione, nella quale effettuano servizio tutti i treni regionali, regionali veloci circolanti nella linea.
È inoltre servita da tutti collegamenti a lunga percorrenza nazionali Intercity, Frecciarossa, Eurostar Italia e Italo, che collegano Trieste con le principali città italiane.
Latisana è servita da diverse linee urbane ed extraurbane di autobus delle società Arriva Udine (da e per Udine, Lignano Sabbiadoro, Cervignano del Friuli, Codroipo, Manzano e Grado), ATVO (da e per San Michele al Tagliamento, Portogruaro, San Donà di Piave, Venezia-Mestre e Bibione), ATAP (da e per San Vito al Tagliamento e Pordenone) e APT Gorizia (da e per Cervignano del Friuli e Monfalcone cantieri, Lignano-Gorizia e Lignano-Trieste). Tutte queste linee fanno capo all'autostazione situata sull'altro lato della ferrovia rispetto alla stazione ferroviaria. Nel territorio comunale gli autobus effettuano fermate presso le località di Latisanotta, Paludo, Sabbionera, Gorgo centro, Gorgo bivio, Pertegada centro, Pertegada bivio, Aprilia Marittima e Bevazzana, oltre al trasporto urbano per le scuole e l’ospedale.
La fermata dei taxi si trova di fronte alla stazione ferroviaria.
Per le imbarcazioni da diporto sono disponibili tre darsene sulla Laguna di Marano in località Aprilia Marittima. Altri approdi sono disponibili nei vicini centri di Lignano Sabbiadoro, Bibione, Marano Lagunare, Precenicco e Palazzolo dello Stella. Il fiume Tagliamento (dal centro di Latisana alla foce) e l'Idrovia Litoranea Veneta sono navigabili con piccole imbarcazioni.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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6 giugno 1993 | 27 aprile 1997 | Danilo Moretti | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
27 aprile 1997 | 10 giugno 2001 | Danilo Moretti | Polo per le Libertà | Sindaco | |
10 giugno 2001 | 10 aprile 2006 | Micaela Sette | Lista civica | Sindaco | |
10 aprile 2006 | 16 maggio 2011 | Micaela Sette | Lista civica | Sindaco | |
16 maggio 2011 | 5 giugno 2016 | Salvatore Piero Maria Benigno | Centrodestra | Sindaco | |
5 giugno 2016 | 4 ottobre 2021 | Daniele Galizio | Lista civica | Sindaco | |
4 ottobre 2021 | in carica | Lanfranco Sette | (FI, FdI, Lega FVG) | Sindaco |
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