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pittore e incisore francese (1699-1771) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Laurent Cars (Lione, 28 maggio 1699 – Parigi, 14 aprile 1771) è stato un pittore e incisore francese.
Laurent Cars era pronipote di Jean Cars, pittore di “poca notorietà”, e di Marie Firens, figlia di un noto incisore fiammingo; era nipote di François Cars, noto come François I Cars, incisore, stampatore, editore e mercante di stampe (Parigi 20 febbraio 1631-Lione 1701) e primo incisore della dinastia Cars, stabilitasi a Lione all'inizio degli anni 1660.
Anche suo padre, Jean-François Cars (1661-1738), era incisore a Lione, ma all'inizio del XVIII secolo, pur continuando a lavorare a Lione, si stabilì anche a Parigi, in rue de la Savonnerie, vicino alla Manifattura dei Gobelins. È a questo indirizzo che vende una delle sue prime opere, un ritratto inciso di Luigi XIV. Solo negli anni 1720 sembra essersi stabilito definitivamente a Parigi. Tra i suoi allievi figurano François Boucher e Jean-Baptiste Perronneau[1].
Lavorando nell'atelier del padre, che produceva stampe di tesi per la collezione Odieuvre, Laurent Cars fu affidato al pittore Joseph Christophe, membro dell'Académie de Saint-Luc, per esercitare la sua arte[2].
Cars tornò presto tuttavia all'incisione: Émile Dacier lo cita insieme a Jacques-Philippe Le Bas come allievo di Nicolas-Henri Tardieu[3]. Nel 1724 dipinse e incise contemporaneamente il ritratto di Michel-Celse-Roger de Bussy-Rabutin, vescovo di Luçon. Cars iniziò la sua carriera interpretando un'opera di un amico di famiglia, François Lemoyne, che nel 1724 aveva appena consegnato uno dei suoi capolavori: Ercole ed Onfale, dipinto esposto al Salon del 1725. Il giovane interprete incise anche diverse altre tele del maestro di Boucher: Il bagno di Iride, Andromeda liberata da Perseo e Cefalo rapito da Aurora.
Cars realizzò in quel periodo una notevole stampa delle Feste veneziane di Watteau prima di dedicarsi, in 32 celebri tavole, all'interpretazione delle figure delle Commedie di Molière su disegni di Boucher (1734).
Approvato il 26 febbraio 1729, Laurent Cars fu ammesso all'Académie Royale il 31 dicembre 1733, dietro presentazione delle tavole incise dei ritratti dello scultore Michel Anguier da un dipinto di Gabriel Revel e del pittore Sébastien Bourdon da Hyacinthe Rigaud. Nel 1757 fu nominato consigliere dell'accademia.
L'affinità del trentaduenne incisore con Rigaud, pittore settantaquattrenne di origine catalana, non era una novità. Pure il padre di Laurent Cars, Jean-François, aveva scelto un'opera di Rigaud per una delle sue lastre: il ritratto del cardinale de Polignac e del vescovo di Angers, Michel Poncet de La Rivière (1722).
Laurent Cars fu anche testimone degli artisti del suo tempo, incidendo ritratti di Boucher, Chardin (di cui fu un “meraviglioso interprete”, scrive Paul Lacroix[4]) e di sua moglie, Marguerite Pouget. Autore di una grande lastra raffigurante la regina di Francia, Maria Leszczyńska, Cars realizzò anche il ritratto di una famosa ballerina, “La Camargo”, da Nicolas Lancret, e quello di Mademoiselle Clairon da van Loo, un'attrice non meno famosa che il re volle lusingare offrendogli il suo ritratto. Nonostante il suo talento, Cars non riuscì a completare la testa dell'attrice e l'incisore Wille fu inizialmente incaricato del lavoro nel 1763, anche se poi fu Beauvarlet a completare la lastra.
L'incisore collaborò poi con Charles-Nicolas Cochin per una serie di illustrazioni delle Favole di La Fontaine su disegni di Oudry (1755).
Ha inoltre tradotto in bulino alcune opere importanti ed emblematiche di Jean-François de Troy: Susanna e i vecchioni, Il bagno di Betsabea e Lo svenimento di Ester.
Con sede in rue Saint-Jacques a Parigi, proprio di fronte al Collegio du Plessis[5], Laurent Cars si dedicò sempre più, intorno al 1750, al commercio delle stampe, in particolare a quelle del suo allievo Jean-Jacques Flipart e alle collezioni ereditate dal padre. Questa collezione fu acquistata dopo la sua morte da François Babuty, che ne pubblicò il catalogo[6].
Laurent Cars morì il 14 aprile 1771, “rimpianto tanto per le sue qualità morali e la piacevolezza del suo spirito quanto per i suoi talenti”[7]. Fu sepolto il giorno seguente, 15 aprile, “proprio ai piedi del suo banco” nella chiesa di Saint-Benoît-le-Bétourné[5]. Quando la chiesa fu demolita nel 1831, le ossa furono portate nelle catacombe.
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