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poeta tedesco Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Christian Johann Heinrich Heine (/'kʀɪstjan 'jo:han 'haɪ̯nrɪç 'haɪ̯nə/) (Düsseldorf, 13 dicembre 1797 – Parigi, 17 febbraio 1856) è stato un poeta tedesco, il più importante nel periodo di transizione tra il romanticismo e la Giovane Germania.
«Là dove si bruciano i libri si finisce per bruciare anche gli uomini.»
Nato a Düsseldorf nel 1797 da una ricca famiglia di banchieri e commercianti ebrei cercò di dedicarsi, fallendo, a una normale carriera borghese che aveva intrapreso molto malvolentieri.
Nel 1817 scrisse le sue prime liriche d'amore che gli vennero pubblicate su una rivista tedesca e iniziò, nella città di Bonn, gli studi di diritto, filosofia e letteratura seguendo le lezioni di August Wilhelm von Schlegel. Nel 1821 si trasferì all'Università di Berlino e frequentò assiduamente Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Friedrich Schleiermacher e Adalbert von Chamisso, accogliendone il pensiero.
Nel 1822 pubblicò le sue prime importanti liriche che si rivelarono subito di grande originalità per il loro stile di ballata popolare e per il rifiuto ironico di ogni illusione. In queste liriche si sente l'influsso degli scrittori da lui più amati: George Gordon Noel Byron e Fouqué. L'anno seguente pubblicò Intermezzo lirico (in tedesco Lyrisches Intermezzo), versi di rara bellezza dove si distingue una spiccata vena di malinconia.
Nel 1825 Heine abiurò la religione ebraica e si convertì al cristianesimo riformato-protestante aderendo al luteranesimo, e assumendo il nome di battesimo "Heinrich", al posto dell'originario Harry. Nello stesso anno si laureò in giurisprudenza presso l'Università di Gottinga.
Dopo la pubblicazione dei suoi due volumi dei racconti lirici Impressioni di viaggio (Reisebilder, 1826-1831), che sulla trama di un fittizio diario di viaggio tratta una vasta gamma di temi fantastici e morali rifacendosi agli esempi di Laurence Sterne e di Jean Paul, egli iniziò a diventare famoso.
Un breve viaggio in Inghilterra, fatto nel 1826, risvegliò i suoi interessi per i problemi politici attuali e, in seguito, riunì le liriche precedenti in un unico libro intitolato Libro dei canti (Buch der Lieder) che pubblicò nel 1827.
Nel 1828 fece un viaggio in Italia. In "Reise von München nach Genua", Viaggio da Monaco a Genova, "Die Bäder von Lucca", I Bagni di Lucca, "Die Stadt Lucca", La città di Lucca, dove scriverà: "Die Pfaffen in Italien haben sich schon längst mit der öffentlichen Meinung abgefunden" ("I preti italiani ormai si sono rassegnati all'opinione pubblica") e nelle Notti fiorentine (Florentinische Nächte), che pubblicherà nel 1836, si ritroveranno i ricordi di questo viaggio.
Nel 1832 fu colpito da crisi depressive, che si sarebbero presentate ciclicamente. Intanto la situazione si stava facendo sempre più critica, sia per quanto riguardava le condizioni politiche della società tedesca sia per quanto riguardava l'antisemitismo di cui fu fatto oggetto, e Heine decise di trasferirsi come giornalista nella più libera Francia dove iniziò a frequentare, oltre gli emigrati tedeschi, come Ferdinand Lassalle, Richard Wagner, Alexander von Humboldt, anche molti intellettuali e artisti fra i quali Honoré de Balzac, Victor Hugo, Alfred de Musset, Fryderyk Chopin e George Sand. Nel 1834 iniziò una relazione sentimentale con Crescence Eugénie Mirat, da lui soprannominata "Mathilde", che sposò nel 1841.
Nel 1835 pubblicò Storia della religione e della filosofia in Germania (Geschichte der Religion und Philosophie in Deutschland) nella quale si avverte l'influsso del suo contatto con i sansimonisti, influsso che si avverte anche nella Scuola romantica (Romantische Schule) del 1836. In quegli anni di permanenza francese, Heine collaborò, per corrispondenza, a diverse riviste tedesche e nel frattempo scrisse resoconti in francese sulla situazione tedesca.
Sempre nel 1835, data della pubblicazione della sua Storia della religione e della filosofia, venne vietata dalla censura la circolazione dei suoi libri in Germania.
I quattro volumi del Salon (1834-1840) sono tutti pervasi di temi politici. In essi si trovano i frammenti di romanzo Dalle memorie del signor von Schnabelewopski (Aus den Memorien des Herrn von Schnabelewopski) e Il rabbi di Bacharach (Der Rabbi von Bacharach), sulla persecuzione degli ebrei nel Medioevo. Lo scrittore, nel suo libro H. Heine su L. Börne del 1840, diede numerose e aggressive spiegazioni delle proprie idee per rispondere ai connazionali che lo accusavano. Nel 1843 attaccò nel suo poema Atta Troll. Ein Sommernachtstraum, i suoi avversari politici e letterari con dura ironia.
Il 4 gennaio del 1844 fu iniziato alla massoneria nella loggia di Parigi Les Trinosophes,[2] nello stesso anno, dopo un breve soggiorno ad Amburgo, scrisse la satira in versi Germania fiaba d'inverno (Deutschland, ein Wintermärchen), che diventerà una delle più importanti opere della letteratura tedesca di carattere politico e nella quale si avvertirà chiaramente l'influsso dell'amicizia parigina con Karl Marx.
Negli ultimi anni si riavvicinò alla religione. Nel 1851 Heine pubblicò il libro di poesie Romancero dove descrisse, con profonda serietà etica e religiosa, le sofferenze causategli dalla malattia che lo aveva colpito (inizialmente forse con sintomi psichici come la depressione degli anni '30) nel 1848, che gli causò una lenta atrofia muscolare e una paralisi progressiva; lo stesso sentimento di Romancero pervade le raccolte successive (1853-1854). Nel 1854 videro la luce gli Scritti vari (Vermischte Schriften) con dissertazioni su giudaismo e cristianesimo, liberalismo e comunismo che costituiranno la fine della sua attività politica e letteraria.
È stato ritenuto a lungo probabile che Heine soffrisse di neurosifilide o di meningite tubercolare, o forse di sclerosi multipla[3] (il fatto che soffrisse di alcuni sintomi tipici di quest'ultima patologia - cecità intermittente/vista annebbiata, paralisi, crampi e incontinenza[4] - ha fatto ritenere che avesse la forma progressivo-recidivante di questa sindrome),[5] ma è stato ipotizzato anche che fosse affetto da una malattia del motoneurone - come la sclerosi laterale amiotrofica.[6] Uno studio del 1997 ha fatto propendere poi per l'avvelenamento da piombo (saturnismo), metallo ritrovato in tracce nei suoi capelli e della cui intossicazione cronica avrebbe mostrato i sintomi (oltre a disturbi neurologici e neuropsichiatrici, anche crampi addominali).[7][8][9][10] All'epoca questo metallo pesante veniva usato per pentole, stoviglie, vernici e medicinali.
La malattia lo tenne costretto a letto per otto lunghi anni fino alla morte (1856), avvenuta per complicanze respiratorie. Durante questo periodo fu assistito dalla moglie, che viveva con lui nonostante il loro rapporto fosse ormai solo di facciata, e dalla giovane amante Camille Selden, di 19 anni, che lo visitava spesso. Heine morì il 17 febbraio 1856 a Parigi e venne sepolto nel cimitero di Montmartre. Le sue ultime parole, in francese, furono: «Dio mi perdonerà. È il suo mestiere».[11]
«Chi non conosce Heinrich Heine, non conosce la letteratura tedesca.»
Heine usò la lingua tedesca per cantare versi melodiosi come pochi altri hanno saputo fare conquistandosi, per l'arte, la fama di più grande artista tedesco della generazione successiva a quella di Wolfgang Goethe.
Lavorando dapprima su una realtà psicologica lieve e delicata, basata sul ricordo nostalgico di due amori infelici (per le cugine Amalie e Therese) e in seguito più forte, quando si aggiunsero ai motivi amorosi altri temi ispiratori (la natura, la politica, la vita, la società contemporanea), riuscì a raggiungere effetti notevolissimi nella sua poesia.
Egli seppe giocare con abilità stilistica dando ai suoi versi un tono obiettivo anche quando esprime sensazioni e sentimenti personali.
Il suo Libro dei canti (Buch der Lieder), che è tra le opere della letteratura tedesca quella più tradotta e famosa, possiede una rara lievità di forme.
L'originalità dei versi di Heine consiste nella tensione verso la poesia e nello stesso tempo nel modo opposto, cioè quello di voler negare ogni sentimentalismo, che gli permise di utilizzare il "materiale" romantico con ironia e realismo.
Le seguenti composizioni musicali si basano su liriche di Heine:
Secondo l'anno di pubblicazione
L'attività di traduzione dei testi di Heine in italiano è documentabile fino dalla seconda metà dell'Ottocento[13]; in essa si sono cimentati, fra gli altri, oltre ai traduttori citati sopra, i seguenti: Andrea Maffei, Fernando Palazzi, Giacomo Perticone, Enrico Rocca, Enrico Somaré, Alberto Spaini, Bernardino Zendrini.
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