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diocesi della Chiesa cattolica in Spagna Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La diocesi di Orihuela-Alicante (in latino: Dioecesis Oriolensis-Lucentina) è una sede della Chiesa cattolica in Spagna suffraganea dell'arcidiocesi di Valencia. Nel 2021 contava 1.198.680 battezzati su 1.626.832 abitanti. È retta dal vescovo José Ignacio Munilla Aguirre.
Diocesi di Orihuela-Alicante Dioecesis Oriolensis-Lucentina Chiesa latina | |||
---|---|---|---|
Suffraganea dell' | arcidiocesi di Valencia | ||
Vescovo | José Ignacio Munilla Aguirre | ||
Vescovi emeriti | Victorio Oliver Domingo, Jesús Murgui Soriano | ||
Presbiteri | 337, di cui 273 secolari e 64 regolari 3.556 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 95 uomini, 428 donne | ||
Diaconi | 11 permanenti | ||
Abitanti | 1.626.832 | ||
Battezzati | 1.198.680 (73,7% del totale) | ||
Stato | Spagna | ||
Superficie | 4.384 km² | ||
Parrocchie | 214 | ||
Erezione | 14 luglio 1564 | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | Santissimo Salvatore e Santa Maria | ||
Concattedrale | San Nicola di Bari | ||
Indirizzo | Calle Marco Oliver 5, 03009 Alicante, España | ||
Sito web | www.diocesisoa.org | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Spagna | |||
La diocesi comprende la provincia di Alicante, eccetto la parte settentrionale, costituita da 63 municipi, che appartengono all'arcidiocesi di Valencia.
Sede vescovile è la città di Alicante, dove si trova la concattedrale di san Nicola di Bari. A Orihuela si trova la cattedrale del Santissimo Salvatore e Santa Maria.
Nel territorio diocesano sorgono tre basiliche minori: la basilica di Nostra Signora del Soccorso ad Aspe, la basilica di Santa Maria a Alicante, e la basilica di Santa Maria a Elche.
Il territorio si estende su una superficie di 4.384 km² ed è suddiviso in 214 parrocchie, raggruppate in 22 arcipresbiterati, a loro volta raggruppati in 5 vicariati.
L'erezione della diocesi di Orihuela fu preceduta da due tentativi, che non furono coronati da successo. Il primo, maturato nella prima metà del XV secolo, sembrò aver raggiunto l'obiettivo nel 1442, quando sia papa Eugenio IV sia il Concilio di Basilea enunciarono la loro volontà di erigere una nuova diocesi. Le successive proteste del vescovo e del capitolo di Cartagena provocarono però il ricorso del re di Castiglia, che portò all'annullamento dell'erezione con la bolla dell'11 ottobre 1443. All'inizio del XVI secolo i monarchi richiesero l'erezione della diocesi di Orihuela per porre fine ai contrasti fra le città di Orihuela e di Cartagena e ottennero da papa Giulio II una bolla d'erezione il 13 maggio 1510.[1] In seguito però non venne mai nominato un vescovo proprio per la sede di Orihuela, che rimase unita in persona episcopi a quella di Cartagena, che reagì all'erezione della nuova diocesi prima ottenendo il trasferimento del vescovo che l'aveva consentita ad altra sede, poi protestando energicamente davanti a papa Leone X, che il 1º aprile 1518 annullò nuovamente l'erezione.
Finalmente la diocesi di Orihuela fu eretta il 14 luglio 1564 con bolla Pro excellenti Sedis Apostolicae di papa Pio IV,[2] ricavandone il territorio dalla diocesi di Cartagena. Per l'opposizione del clero di Cartagena, la bolla poté essere letta nella nuova cattedrale di Orihuela solo il 1º maggio 1565.
Nel 1569 si celebrò il primo sinodo diocesano, in cui venne discusso soprattutto il problema della conversione dei moriscos convertiti e dei loro figli. Nello stesso anno il Collegio di San Domenico assunse il carattere di università pontificia con la bolla di papa Pio V del 4 agosto; i corsi universitari cominciarono nel 1610: teologia, diritto canonico, giurisprudenza, arti e medicina. Sarà soppressa nel 1824.
Nel 1600 un secondo sinodo diocesano riprese il tema della conversione dei musulmani, mentre il terzo e ultimo sinodo del 1663 affronterà la riforma dei costumi degli ecclesiastici.
Il seminario diocesano, già previsto dal sinodo del 1569, fu fondato a Orihuela nel 1742, che nella seconda metà del XVIII secolo fu munito di un'importante biblioteca, soprattutto per merito del vescovo José Tormo Juliá.
Nel 1820 il vescovo Simón López fu esiliato dal regno per la sua opposizione al governo liberale. Félix Herrero Valverde viene eletto amministratore capitolare, nonostante l'opposizione dell'ala liberale del capitolo. Nel 1835 Herrero Valverde, nel frattempo eletto vescovo, fu esiliato dal regno per lo stesso motivo del suo predecessore. Farà ritorno in patria dall'esilio italiano solo nel 1847 e dopo aver giurato obbedienza alla regina Isabella e alla costituzione.
Nel 1882 fu fondato il Bollettino ufficiale della diocesi, mentre a cavallo tra i secoli XIX e XX verranno fondate importanti opere sociali, come la Cassa di Mutuo Soccorso (1897) e la Cassa di Risparmio e Monte di Pietà (1906).
A partire dal 1935, il vescovo Irastorza con permesso della Santa Sede, risiedette fuori dalla diocesi e fu nominato amministratore apostolico sede plena Juan de Dios Ponce y Pozo, assassinato il 2 dicembre 1936, durante la guerra civile, in cui furono assassinati 54 sacerdoti della diocesi. Monsignor Irastorza fece ritorno alla diocesi nel 1939.
Negli anni cinquanta fu necessario riorganizzare la diocesi, ripartendo dal seminario, per la formazione di nuovi sacerdoti, che potessero supplire alla carenza di ecclesiastici cagionata dalla guerra civile.
Il 13 marzo 1954[3] e il 6 giugno 1957[4], con due distinti decreti della Congregazione Concistoriale, furono rivisti i confini della diocesi per farli coincidere con quelli della provincia civile, in applicazione del concordato tra la Santa Sede e il governo spagnolo del 1953. La diocesi di Orihuela cedette una sola parrocchia all'arcidiocesi di Valencia, ma si ampliò notevolmente con 3 arcipresbiterati (Callosa de Ensarriá, Jijona e Villajoyosa) appartenuti alla stessa arcidiocesi di Valencia e altre 3 parrocchie cedute dalla diocesi di Cartagena.
Il 9 marzo 1959, in forza della bolla Illae catholicae Ecclesiae di papa Giovanni XXIII, la chiesa di san Nicola di Alicante è stata elevata al rango di concattedrale e la diocesi ha assunto il nome attuale. Nel gennaio del 1968 il vescovo e la curia si sono trasferiti ad Alicante e l'anno successivo è stato trasferito anche parte del seminario.
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
La diocesi nel 2021 su una popolazione di 1.626.832 persone contava 1.198.680 battezzati, corrispondenti al 73,7% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1950 | 444.000 | 445.000 | 99,8 | 225 | 170 | 55 | 1.973 | 140 | 580 | 81 | |
1969 | 580.000 | 590.000 | 98,3 | 406 | 289 | 117 | 1.428 | 159 | 1.126 | 149 | |
1980 | 894.200 | 902.845 | 99,0 | 375 | 279 | 96 | 2.384 | 129 | 1.028 | 196 | |
1990 | 1.008.000 | 1.074.223 | 93,8 | 366 | 268 | 98 | 2.754 | 139 | 850 | 201 | |
1999 | 1.160.000 | 1.173.842 | 98,8 | 396 | 310 | 86 | 2.929 | 1 | 130 | 593 | 206 |
2000 | 1.140.000 | 1.177.315 | 96,8 | 413 | 326 | 87 | 2.760 | 129 | 685 | 216 | |
2001 | 1.140.000 | 1.180.000 | 96,6 | 404 | 320 | 84 | 2.821 | 112 | 708 | 207 | |
2002 | 1.152.000 | 1.195.000 | 96,4 | 412 | 318 | 94 | 2.796 | 132 | 720 | 207 | |
2003 | 1.152.000 | 1.256.697 | 91,7 | 410 | 313 | 97 | 2.809 | 135 | 726 | 207 | |
2004 | 1.155.000 | 1.260.000 | 91,7 | 401 | 318 | 83 | 2.880 | 140 | 721 | 207 | |
2013 | 1.486.651 | 1.671.111 | 89,0 | 376 | 300 | 76 | 3.953 | 8 | 123 | 643 | 214 |
2016 | 1.229.675 | 1.597.539 | 77,0 | 356 | 287 | 69 | 3.454 | 9 | 107 | 635 | 214 |
2019 | 1.169.864 | 1.585.734 | 73,8 | 345 | 279 | 66 | 3.390 | 9 | 100 | 503 | 214 |
2021 | 1.198.680 | 1.626.832 | 73,7 | 337 | 273 | 64 | 3.556 | 11 | 95 | 428 | 214 |
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