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diocesi della Chiesa cattolica in Italia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La diocesi di Avellino (in latino Dioecesis Abellinensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Benevento appartenente alla regione ecclesiastica Campania. Nel 2022 contava 156.000 battezzati su 160.000 abitanti. È retta dal vescovo Arturo Aiello.
Diocesi di Avellino Dioecesis Abellinensis Chiesa latina | |||
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Suffraganea dell' | arcidiocesi di Benevento | ||
Regione ecclesiastica | Campania | ||
Vescovo | Arturo Aiello | ||
Vicario generale | Pasquale Iannuzzo | ||
Presbiteri | 127, di cui 80 secolari e 47 regolari 1.228 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 50 uomini, 74 donne | ||
Diaconi | 17 permanenti | ||
Abitanti | 160.000 | ||
Battezzati | 156.000 (97,5% del totale) | ||
Stato | Italia | ||
Superficie | 441 km² | ||
Parrocchie | 66 (6 vicariati) | ||
Erezione | V secolo | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | Santa Maria Assunta | ||
Santi patroni | Modestino, Fiorentino e Flaviano | ||
Indirizzo | Palazzo Vescovile, Piazza Libertà 19, 83100 Avellino, Italia | ||
Sito web | www.diocesiavellino.it | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Italia | |||
La diocesi comprende la città di Avellino e i comuni di Mercogliano (eccetto il territorio di pertinenza dell'abbazia di Montevergine), Pratola Serra, Summonte, San Potito Ultra, Serino, Grottolella, Aiello del Sabato, Forino, Prata di Principato Ultra, Sant'Angelo a Scala, Contrada, Atripalda, Montefredane, Taurasi, Manocalzati, San Mango sul Calore, Candida, Chiusano di San Domenico, Mirabella Eclano, Luogosano, San Michele di Serino, Sant'Angelo all'Esca, Capriglia Irpina, Paternopoli, Fontanarosa, Cesinali, Santo Stefano del Sole, Parolise, Santa Lucia di Serino, Ospedaletto d'Alpinolo, Sorbo Serpico, Monteforte Irpino e Salza Irpina in provincia di Avellino.
Sede vescovile è la città di Avellino, dove si trova la cattedrale di Santa Maria Assunta.
Il territorio si estende su 441 km² ed è suddiviso in 66 parrocchie, raggruppate in 6 foranie: Mirabella Eclano, Atripalda, Grottolella, Avellino, Monteforte Irpino e Serino.
La diffusione del cristianesimo nel territorio del municipium di Abellinum, che corrispondeva all'odierno quartiere "Capo la Torre" di Atripalda[1], fu favorita dalla presenza di diverse strade consolari, la vera "rete" della diffusione del vangelo. La scoperta di diverse epigrafi cristiane e la presenza di necropoli e catacombe cristiane attestano «che vi fosse in Abellinum una Ecclesia ben organizzata fin dal tempo di Diocleziano, allorché fu duramente provata dalle persecuzioni».[2]
Incerta è l'origine della diocesi[3], attestata storicamente per la prima volta sul finire del V secolo con il vescovo Timoteo, che prese parte al concilio romano indetto da papa Simmaco nel 499; è probabile che questo vescovo sia lo stesso Timoteo, menzionato senza indicazione della sede di appartenenza, a cui papa Gelasio I (492-496) affidò l'incarico, assieme ad altri vescovi, di istruire un processo contro due laici di Benevento che avevano violato il diritto di asilo arrestando un chierico in una chiesa; è ancora probabile che Timoteo sia da identificare con l'omonimo vescovo, menzionato senza indicazione della sede di appartenenza, che prese parte al concilio indetto da papa Gelasio nel 495.[4]
Un monumentale epitaffio, databile al VI secolo, riporta il nome di Sabino, qualificato come sacerdos e presul nel suo testo, e come sanctus episcopus nell'epitaffio del discepolo Romolo.[1] Incerta è l'identificazione di questo Sabino con il vescovo Sabinus Campanus che accompagnò papa Giovanni I a Costantinopoli nel 525, per far recedere l'imperatore Giustino I dai provvedimenti persecutori contro gli ariani; questa identificazione, sostenuta da alcuni autori, è smentita da altri che ritengono si tratti invece di Sabino di Canosa.[5]
Dopo questi riferimenti storici, della Chiesa avellinese non si conosce più nulla a causa della guerra tra Goti e Bizantini che devastò la regione. Più tardi il territorio avellinese, conquistato dai Longobardi, veniva annesso al ducato di Benevento. Dal VII-VIII secolo fu costruita una nuova città sulla collina de "la Terra", luogo più sicuro e difendibile. La città longobarda era racchiusa fra le mura, quasi un castello, con uno sviluppo urbanistico concentrico intorno alla prima chiesa di Santa Maria. Nell'alto medioevo il circondario di Avellino venne a ricadere sotto la giurisdizione dei vescovi di Benevento.
La diocesi avellinese venne ricostituita nel X secolo. È menzionata per la prima volta nella bolla che papa Giovanni XIII scrisse al metropolita beneventano Landolfo I nel 969, con la quale concesse al prelato la facoltà di consacrare i suoi vescovi suffraganei, fra cui anche quello di Avellino.[6] Tuttavia non si conoscono nomi di vescovi se non a partire dalla metà dell'XI secolo con il vescovo Truppualdo, menzionato in un atto notarile del 1053 conservato nell'archivio dell'abbazia di Montevergine. Altri vescovi noti dell'XI secolo sono: Goffredo, che prese parte al concilio lateranense del 1059, ma la cui attribuzione ad Avellino è controversa; Pietro, conosciuto grazie ad un atto del 1068, nel quale risulta già morto da tempo; e un anonimo vescovo, che nel 1071 partecipò alla consacrazione della chiesa abbaziale di Montecassino.
Nel 1126 il vescovo Giovanni I concesse all'abbazia di Montevergine l'immunità dalla giurisdizione dei vescovi avellinesi[7], che fu confermata dal successore, il vescovo Roberto, e sancita in seguito dai pontefici.
Nel corso del XII secolo fu costruita, con materiale di spoglio dei numerosi edifici romani presenti nel territorio di Avellino, la cattedrale in stile romanico, inaugurata nel 1167 dal vescovo Guglielmo.[8] Nel contesto della costruzione dell'edificio, vennero trovate le reliquie dei santi Modestino, Fiorentino e Flaviano, che furono proclamati patroni della città e della diocesi avellinese. La tradizione, inaugurata dalla Vita scritta dal vescovo Ruggero nel XIII secolo, ha fatto di san Modestino il protovescovo di Avellino.
Il 9 maggio 1466, in forza della bolla Ex supernae maiestatis di papa Paolo II, il vescovo di Frigento Giovanni Battista di Ventura fu nominato anche vescovo di Avellino e le due sedi furono unite aeque principaliter. Tuttavia, nei primi decenni del XVI secolo due vescovi rinunciarono alla sede di Avellino per mantenere la sola sede di Frigento. L'unione si consolidò sotto il vescovo Silvio Messaglia e perdurò fino agli inizi dell'Ottocento.
Nel 1567 il vescovo Ascanio Albertini costruì il seminario diocesano, in ottemperanza ai decreti di riforma decisi dal concilio di Trento; distrutto da un terremoto nel 1732, venne ricostruito da Giovanni Paolo Torti Rogadei nel 1739.[9]
Secondo la relazione della visita ad limina del 1795, la diocesi comprendeva 4 chiese collegiate, 23 parrocchie con cura d'anime ma senza rendite, 3 parrocchie nella città di Avellino e 130 alunni del seminario.[9]
A seguito del concordato tra la Santa Sede e il Regno delle Due Sicilie, con la bolla De utiliori del 27 giugno 1818, papa Pio VII soppresse definitivamente la diocesi di Frigento: il suo territorio fu incorporato in quello di Avellino, pur restando le due porzioni non contigue tra loro.[2] Al momento dell'unione, la diocesi di Avellino comprendeva[10] gli abitati di Aiello, Atripalda, Bellizzi[11], Candida, Capriglia, Cesinali, Manocalzati, Monteforte, Montefredane, Parolise, Prata, Pratola[12], Salza, San Barbato[13], San Potito, Santo Stefano, Serra[14], Sorbo, Summonte e Tavernola[15].
Nell'Ottocento l'antica cattedrale romanica fu restaurata, conformandola al gusto neoclassico. Fu inaugurata dal vescovo Francesco Gallo (1855-1896), a cui si deve anche la pubblicazione di un catechismo per l'istruzione religiosa dei fedeli; lo stesso vescovo cercò di indire un sinodo diocesano e di promuovere l'Azione Cattolica in diocesi, ma con scarsi risultati.
Vero riformatore della diocesi è stato il vescovo Serafino Angelini (1896-1908): per tre volte organizzò la visita pastorale della diocesi, in preparazione del sinodo celebrato nel 1906; fondò l'«Unione sacerdotale del Sacro Cuore» a favore del clero diocesano, e il «Comitato cattolico diocesano» per la riforma del laicato; nel 1907 ampliò il seminario diocesano per accogliere i seminaristi delle diocesi vicine; riformò il metodo di insegnamento catechistico favorendo la nascita in ogni parrocchia della congregazione catechistica e delle scuole di religione.[9]
Nel decennio precedente la seconda guerra mondiale la diocesi fu governata dal vescovo Francesco Petronelli (1929-1939), che istituì l'Azione Cattolica, la congregazione missionaria diocesana Maria Santissima della Purità e l'Opera delle vocazioni; celebrò il congresso eucaristico diocesano preparata da due congressi locali a Atripalda e a Fontanarosa.
Durante la guerra, a causa dei bombardamenti alleati, andarono distrutti l'episcopio e il seminario.
Dopo il concilio Vaticano II, la diocesi ha subito diverse modifiche territoriali:
Nel 1985 è stato istituito il museo diocesano dove furono raccolte le opere d'arte provenienti da tutta la diocesi e che si erano salvate dal terremoto dell'Irpinia del 1980.
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
La diocesi nel 2022 su una popolazione di 160.000 persone contava 156.000 battezzati, corrispondenti al 97,5% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1950 | 120.000 | 120.000 | 100,0 | 139 | 103 | 36 | 863 | 20 | 191 | 50 | |
1959 | 130.000 | 130.000 | 100,0 | 125 | 89 | 36 | 1.040 | 37 | 205 | 52 | |
1968 | 133.000 | 133.155 | 99,9 | 116 | 85 | 31 | 1.146 | 26 | 233 | 55 | |
1980 | 121.500 | 130.500 | 93,1 | 100 | 68 | 32 | 1.215 | 37 | 158 | 55 | |
1990 | 139.200 | 139.800 | 99,6 | 105 | 69 | 36 | 1.325 | 3 | 38 | 178 | 51 |
1999 | 143.418 | 145.418 | 98,6 | 106 | 76 | 30 | 1.353 | 8 | 31 | 184 | 55 |
2000 | 143.418 | 145.418 | 98,6 | 98 | 72 | 26 | 1.463 | 8 | 27 | 180 | 55 |
2001 | 143.500 | 145.500 | 98,6 | 96 | 69 | 27 | 1.494 | 8 | 28 | 178 | 55 |
2002 | 143.500 | 145.000 | 99,0 | 100 | 72 | 28 | 1.435 | 8 | 28 | 174 | 55 |
2003 | 143.500 | 145.000 | 99,0 | 99 | 71 | 28 | 1.449 | 10 | 28 | 172 | 55 |
2004 | 143.500 | 146.000 | 98,3 | 98 | 70 | 28 | 1.464 | 10 | 28 | 170 | 55 |
2006 | 159.500 | 162.500 | 98,2 | 97 | 72 | 25 | 1.644 | 11 | 31 | 207 | 64 |
2012 | 158.800 | 163.300 | 97,2 | 103 | 72 | 31 | 1.541 | 13 | 31 | 192 | 64 |
2015 | 159.400 | 166.000 | 96,0 | 91 | 70 | 21 | 1.751 | 12 | 21 | 118 | 64 |
2018 | 156.000 | 162.000 | 96,3 | 91 | 70 | 21 | 1.714 | 17 | 21 | 199 | 66 |
2020 | 156.000 | 162.000 | 96,3 | 82 | 68 | 14 | 1.902 | 17 | 16 | 140 | 66 |
2022 | 156.000 | 160.000 | 97,5 | 127 | 80 | 47 | 1.228 | 17 | 50 | 74 | 66 |
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