regista, sceneggiatore, attore e produttore cinematografico italiano (1953-) Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Giovanni Moretti (1953 – vivente) attore, regista e produttore cinematografico italiano.
Citazioni in ordine temporale.
Fa impressione che uno come il piduistaCostanzo sia diventato un punto di riferimento della Sinistra, il simbolo della lotta contro la mafia. E' evidente che lui sta recitando, è così evidente... Come fanno a non accorgersene? Costanzo è diventato un intoccabile. Lui assegna i ruoli, decide il gioco, può fare domande di qualsiasi tipo, e tutti stanno lì e rispondono. Non possono fare domande, gli altri, sul suo passato, niente. L'importante è che lui non venga giudicato.
In Italia non c'è più opinione pubblica. Non parlo dell'opposizione, ma di qualcosa o qualcuno trasversale ai partiti, che comunque si riconosca in comuni valori democratici. E che, come succede in altri paesi, dovrebbe "punire" – mettiamoci le virgolette, per carità – un capo del governo che non ha senso dello Stato, che non va alle celebrazioni del 25 aprile, che aggredisce la magistratura, che ha come braccio destro un condannato per corruzione e come braccio sinistro un condannato per concorso in associazione mafiosa. E invece passano concetti come "agli italiani non interessa il conflitto di interessi, visto che hanno fatto vincere Berlusconi". Sì, ma interessa alla democrazia... La maggioranza delle persone, e non solo a destra, ormai considera normale che un uomo abbia il monopolio della tv, faccia politica e sia anche capo del governo. La sua vittoria è questa: ormai la bassa qualità della democrazia italiana è considerata un fatto normale, marginale.[1]
Fin da quando ho cominciato a girare filmati in superotto, mi sono venute naturali tre cose: stare davanti alla camera da presa come corpo (in linguaggio critico si chiama così), parlare del mio mondo politico, e farlo con ironia. Ma non c'è un programma estetico dietro questa scelta.[2]
[Parlando di Palombella rossa] Il film è del 1989. Scoprii che in quell'anno ben quattro film erano ambientati in una sala cinematografica. Tra questi Nuovo Cinema Paradiso, un film di Troisi, uno di Scola[Si riferisce al film Splendor]. Perciò ho deciso di ambientare il film all'interno di una piscina... Del resto ho fatto il pallanuotista per molti anni, giocando anche nella Nazionale giovanile.[2]
Quando uscì Ecce bombo molti dicevano che era troppo un film su Roma, anzi troppo un film su Roma nord, anzi troppo sul quartiere Prati, anzi troppo su piazza Mazzini. Ed è successo perché quello era il luogo dove io vivevo e frequentavo amici.[3]
Fin dall’inizio, 45 anni fa, mi sono venute naturali tre cose: stare dietro ma anche davanti alla cinepresa, raccontare il mio ambiente, politico e generazionale, e farlo con autoironia. Ci ho preso gusto e mi sono divertito a costruire un personaggio: la passione per i dolci, una certa rissosità, le inquadrature delle scarpe, lo sport più praticato che visto. A un certo punto sono precipitato nella prima persona, con Caro diario. Una delle tre parti racconta il tumore che ebbi, fu naturale interpretare me stesso.[4]
Ricordo [...] che quando uscì Palombella rossa un giovane critico del Pci (non un vecchio trombone) scrisse che il mio era un film vecchio e che non era sul Pci di allora, il Pci di Occhetto, che non aveva certo una crisi d’identità. Già dopo due mesi crollò il Muro di Berlino e il Pci non esisteva più.[5]
Sono grato a Cannes, non so perché la Francia ha deciso da tempo di essere generosa con il mio lavoro. [...] Diciamo che finché dura la generosità dei francesi verso il mio lavoro me la prendo felice.[6]
Da Nanni Moretti “Più passa il tempo più sul set mi sento insicuro”
Intervista di Arianna Finos, la Repubblica, 14 ottobre 2020, p. 34.
La frase che dico nel film [Caro diario] è: “Io credo nelle persone, però non credo nella maggioranza delle persone. Mi sa che mi troverò sempre a mio agio e d’accordo con una minoranza”. Questa frase viene sempre percepita ideologicamente così: starò sempre dalla parte delle minoranze. In realtà la frase che dico ha un altro significato.
La memoria purtroppo non è una peculiarità del nostro Paese. Non a caso il protagonista di Palombella rossa aveva un’amnesia, dimenticandosi del proprio passato.
[A proposito dell'emergenza da COVID-19] A marzo e aprile sono stato naturalmente sempre a casa, uscendo solo la mattina per prendere il giornale e qualcosa da mangiare. Ho letto Thomas Bernhard e un librone piuttosto completo su Fellini. Ho visto tutte e sette le stagioni di Mad Men: 92 episodi. Cosa ho imparato? Niente. Ad agosto sono rimasto a Roma, mi sembrava di aver fatto fin troppe vacanze.
A me La stanza del figlio è piaciuto, non mi piace come attore, ha rovinato Caos calmo. È troppo politicizzato e etichettato. È il megafono della sinistra e dei suoi luoghi comuni. (Gabriella Carlucci)
A Roma hanno tutti un aneddoto su Nanni Moretti. Tizio racconta di quella volta che gli ha tolto il saluto perché amico di uno che aveva riportato una sua frase senza autorizzazione; Caio di quando passò dalla sua scuola mentre faceva la maturità; Sempronio del bar di Prati in cui l'ha visto pochi giorni fa e voleva avvicinarsi per scusarsi d'un articolo che scrisse nel Novecento e che non gli piacque [...] ma poi si è vergognato, perché insomma, è Nanni Moretti, mica lo avvicini in un bar come fosse Magalli. Ho abitato a Roma per diciassette anni, naturalmente ho il mio aneddoto su Nanni Moretti, e naturalmente è un aneddoto miserabile. [...] Era un convegno d'intellettuali che dovevano dire alla sinistra dove sbagliava, o qualcosa del genere. Non mi pare lui parlasse, era solo venuto a vedere, se ricordo bene. Ero lì a scrivere una cronaca, lo avvicinai chiedendogli se per caso volesse rilasciarmi una dichiarazione, mi rispose con la migliore imitazione del tono della ragazza che dice a Woody Allen «Sparisci, sgorbio». Fine del mio aneddoto su Nanni Moretti (che, come tutti quelli che non lo conoscono, chiamo «Nanni» come fosse un caro amico). Naturalmente fu una fortuna [...]. Se i santini della mia giovinezza non mi avessero pescinfacciata, magari sarei diventata una di quelle che si sentono amiche d'un poster solo perché il poster una volta ha rivolto loro la parola col sussiego che si riserva ai devoti. (Guia Soncini)
Ai tempi di Victor Victoria preparavo delle sigle reinterpretando videoclip musicali famosi. Avevo in mente di farne uno dei Bee Gees: ero riuscita a convincere Favino, io facevo l'altro Bee Gees, per il terzo, quello depresso, volevo coinvolgere Nanni Moretti, che adoro. L'ho chiamato alle 9 del mattino, ma stava guardando un film russo e mi ha richiamato quando è finito, quindi sette ore dopo... Mi disse che la richiesta era talmente folle che non poteva non rispondermi personalmente, abbiamo chiacchierato molto al telefono e abbiamo scoperto di avere una passione comune: lui adora cercare case in vendita, io mi addormento tutte le sere su immobiliare.it, guardando case che non potrò mai permettermi. (Victoria Cabello)
Benigni sì, Moretti meno. Quando vedo i suoi film ho una strana impressione, mi sembra che si occupi troppo di se stesso. Quando lo vedo nell'inquadratura, mi viene da dirgli: spostati un po' e fammi vedere il film. (Dino Risi)
Credo che Nanni Moretti sia un bravo ragazzo. È simpatico, è spiritoso, forse è addirittura intelligente, e senza dubbio ha un sicuro talento mimetico, da entertainer televisivo, o da divo di cabaret. (Ruggero Guarini)
Critico implacabile degli aspetti cannibaleschi e fessacchiotti del '68, Moretti ne è uno dei pochi eredi nella voglia nevrotica, candida e assoluta di cambiare il mondo. Un moralista neoromantico. (Tullio Kezich)
Ho sempre condannato il morettismo. Lui è uomo di grande intelligenza. Di Visconti si ricordano le immagini, di Nanni le battute. (Pasquale Squitieri)
Ho sempre pensato a Nanni Moretti come a uno di estrema destra. (Pasquale Squitieri)
I suoi film sembrano dei temi di liceo. [...] Per attorcigliarsi intorno al proprio ombelico e pretendere di farne, come pretende Moretti, un'opera, bisogna avere l'ombelico, e anche piuttosto grosso come Proust o come Bergman, sennò si fa solo dell'onanismo. (Massimo Fini)
Il cinema di Moretti è per me una sorta di paradigma di ciò che il cinema non deve essere. Non amo il suo minimalismo, il suo frammentismo, il suo autobiografismo; detesto la sua studiata (ma non per questo meno deprimente) sciatteria formale, il suo rimanere (non m'importa quanto voluto) al di qua, al di sotto di qualsiasi sintassi e di qualsiasi metafora. (Giovanni Raboni)
Il Moretti politico del Caimano, ha delle turbe psichiche. (Maurizio Gasparri)
La sera in cui al Sacher ha presentato il film [La stanza del figlio], testimone una mia amica seduta accanto a me, si è avvicinato e mi ha detto: “Adesso presento il film, hai nulla in contrario se non ti chiamo?”. “Fai come ti pare”, gli ho risposto e la mia amica è rimasta a bocca aperta. Nanni dal palco ha chiamato Jasmine Trinca, Giuseppe Sanfelice e poi ha detto “Laura non viene perché è troppo timida”. Roba da non credere! (Laura Morante)
Lavorare con persone come Calopresti e Moretti è davvero una grande occasione, umana anzitutto. So che Nanni ha fama di essere un uomo difficile, ma a me è apparso soprattutto geniale, capace di una coscienza storica, politica e artistica particolarmente acuta. (Valeria Bruni Tedeschi)
Lo conosco da una vita, gli voglio bene. È un grande regista, è stato dolce, presente. È un uomo generoso. Lavorare con lui è stato semplice. (Francesca Archibugi)
Lui è estremamente talentuoso e sicuramente c'è molta invidia nei suoi confronti. (Michel Piccoli)
[Nel 1998] Moretti è primo creativo e seccatissimo cantore di quella classe media acculturata che ora ha potere. Politici, economisti, registi e pure giornalisti, sognatori come Veltroni, scorbutici come D'Alema; che fanno cose, vedono gente, e quando il gioco si fa duro vanno a bere un latte macchiato. (Maria Laura Rodotà)
Si annida nelle cerniere della storia come una ruggine corrosiva. (Alberto Moravia)