Myriam Catania (1979 – vivente), attrice e doppiatrice italiana.
Citazioni in ordine temporale.
- [Dopo la fine del matrimonio con Luca Argentero] Non siamo rimasti amici, perché dopo una storia così lunga, dove l'amore è stato grande, è difficile rimanere amici: se un rapporto nasce così non può morire in un altro modo. Rimane quel ricordo cristallizzato, gli voglio bene, voglio che stia bene, ma non gli racconto le cose di tutti i giorni o come va con il mio compagno.[1]
- [Sull'«incidente stradale del 2006 a causa del quale [...] trascorse 4 giorni in coma e un anno tra casa e ospedali»] Io ho praticamente un vuoto di un anno. Ho avuto un'edema cerebrale, mi tenevano il cervello "fermo". Io guardavo un film insieme a Luca e non ricordavo di averlo visto. La memoria era praticamente andata. Io ero sul motorino, avevo appena comprato casa, non conoscevo bene le strade, la scritta "Stop" si era cancellata nel tempo, la Municipale mi diede anche ragione, e una macchina mi prese praticamente in faccia... Io mi alzai, ero lucida, telefonai a mio papà... Ma ho dei flash di quello che è successo. [...] Non ne parlo mai di questa cosa... Mia madre non mi ha mai lasciata, nemmeno un secondo. Ora che sono mamma, capisco... Anche Luca è stato fantastico, è stato seduto su uno zaino per terra, tutto il tempo. Io chiesi a Luca se mi avrebbe aspettato e lui mi rispose: "Ti aspetterò sempre". Io non ricordo nulla, mia madre oscurava gli specchi per non farmi vedere la faccia. Io mi sono vista ma ero talmente felice di essere viva. Anche se non fossi tornata come prima, non me ne sarebbe fregato niente. Io sono grata della vita e la vita è troppo bella per rovinarsela per queste cose.[2]
Dall'intervista di Lavinia Farnese a Vanity Fair Italia nº 39, 30 settembre 2015; citato in vanityfair.it.
- A volte, a dire il vero, ho perdite di memoria e gli stessi dottori lo dicono: l’unico organo che non conosciamo è il cervello, non sappiamo come reagisce.
- Il gossip manipola, altera la verità.
- La sensualità è la mia arma preferita e i geni qualcosa devono pur entrarci, perché io fin da piccola gioco con il corpo e lo sguardo. Crescendo mi sono ispirata a mia madre Rossella [Izzo, regista e doppiatrice] e alle mie zie, specie alla sua gemella Simona Izzo. A lei somiglio tanto, solo in versione più maschiaccio.
Intervista di Mario Manca, vanityfair.it, 30 ottobre 2022.
- [«Ha vissuto male i 40 anni?»] No, ma i 30 erano meglio. Avevo ancora più energia. Penso che ogni età abbia le sue consapevolezze e che ogni fase abbia il suo bagaglio. Mi consolo con questo.
- Sono bionda con gli occhi azzurri, ma mi sono sempre vista come una dark lady perché mi piace andare a fondo nelle cose. Una dark lady, per me, non è una persona cattiva, ma un essere umano che vuole scavare dentro sé stesso, sperimentare i dolori e i traumi che ha avuto. Mi riconosco molto in questo tipo di personaggi, e ne ho interpretati diversi anche al cinema.
- Ogni giorno c'è qualcosa di nuovo che conosco. Mi piace sapere che, nonostante non abbia peli sulla lingua, c'è una parte di me che accoglie le mie insicurezze: il contrasto è quello che più mi piace di me. È una ricerca continua, un lavoro quotidiano.
- Ho iniziato a recitare a 4 anni: non potevo fare nient'altro. Essendo un'egocentrica terribile, avevo bisogno di attenzioni perché non ero una persona forte. Da piccolissima ero subito pronta a condividere emozioni, anche se non sapevo ancora leggere: penso che sia qualcosa di innato. È un lavoro che più facevo e più mi piaceva, tant'è che, quando dovevo studiare, soffrivo per non potermici dedicare.