Giuseppina Izzo (1968 – vivente), doppiatrice, attrice e direttrice del doppiaggio italiana.
- È un lavoro che richiede concentrazione, e non è raro, al termine, esserne provati. È, inoltre, una grande responsabilità perché stai interpretando le parole di un altro, stai riprendendo i fiati e le emozioni un altro che ha a sua volta cercato e studiato di interpretare il progetto di una persona diversa da lui. Ci vuole molto rispetto, è qualcosa di molto intimo.[1]
- Il mio è un lavoro particolare, bisogna immedesimarsi, immergersi, com-prendere. È un lavoro che chiede poco corpo, ma pretende tanta osservazione e mente. Ci deve essere cuore, nel senso che devi entrare in quella persona e respirare in modo diverso, in un modo che è di un altro. Cerco sempre di non tradire quello che vedo e sento.[1]
- [...] le immagini non scompariranno mai. Ne abbiamo bisogno. Quando esse mancano, arrivano le immagini della mente. Avremo sempre bisogno di emozionarci con qualcosa che si vede. Anche se con i podcast sei avvolto completamente e totalmente da una voce, l’occhio, con le sue declinazioni, vista/immagine/scena, rimane una componente organica e sensoriale importante.[1]