Mi piaceva come una foto riuscisse a catturare l'istante prima che se ne andasse. (Susie)
Nonna Lynn mi predisse che avrei avuto una vita lunga e felice perché avevo salvato mio fratello. Come al solito, nonna Lynn si sbagliava. (Susie)
Mi chiamavo Salmon, come il pesce. Di nome: Susie. Avevo quattordici anni quando fui uccisa, il 6 dicembre 1973. Ero prima che i bambini scomparsi iniziassero ad apparire sui cartoni del latte o fossero considerati come fatti di cronaca. Erano i tempi in cui la gente non pensava che certe cose non accadessero. (Susie)
Il mio assassino era un nostro vicino di casa. Una volta gli ho scattato una foto mentre parlava con i miei genitori dei suoi fiori. Stavo inquadrando i cespugli ma è spuntato fuori lui. È comparso dal nulla e ha rovinato la foto. Ha rovinato molte cose. (Susie)
È un reato la creatività in questa famiglia! (Susie)
E la regola è una: vietato l'ingresso agli adulti. (George)
Educata... è la seconda regola. (George)
Scivolavo via, questa era la sensazione. La vita mi abbandonava, ma non avevo paura. Poi mi ricordai di qualcosa che dovevo fare, di un posto dove dovevo andare. (Susie)
Holly disse che c'era un grande, grande cielo, al di là delle cose conosciute, dove non c'erano campi di granturco, né ricordi, né tombe. Ma io non guardavo al di là, ero rivolta indietro. (Susie)
Il mio assassino cominciava a sentirsi al sicuro, sapeva che la gente deve pur vivere, deve dimenticare. Il pensiero lo confortava, nessuno si accorgeva di lui. Ma c'era una cosa che il mio assassino non poteva comprendere: dove può arrivare l'amore di un padre per la propria figlia. (Susie)
Ero ancora con lui. Non ero persa o irrigidita o andata via. Ero viva. Ero viva nel mio personale mondo perfetto. (Susie)
Ero nell'azzurro orizzonte, tra il cielo e la terra. I giorni tutti uguali e ogni notte sempre lo stesso sogno. L'odore della terra umida, l'urlo che nessuno udiva, il suono del battito del mio cuore, come un martello su un pezzo di stoffa. E le sentivo chiamare, le voci dei morti, volevo seguirle, trovare un'uscita, ma mi ritrovavo sempre davanti alla stessa porta, e avevo paura, sapevo che se fossi entrata, non ne sarei più uscita. (Susie)
A volte Ray pensava a me, ma cominciava a chiedersi se non fosse ora di mettere da parte quel ricordo, se non fosse ora di lasciarmi andare. (Susie)
L'omicidio cambia tutto. Quand'ero viva non avevo mai odiato nessuno. Ma ora l'odio era tutto ciò che avevo. Lo voglio morto, lo voglio morto e freddo, senza più sangue nelle vene. (Susie)
Questi erano gli amabili resti, cresciuti intorno alla mia assenza. I legami, a volte esili, a volte stretti a caro prezzo, ma spesso meravigliosi. Nati dopo che me n'ero andata, e cominciai a vedere le cose in un modo che mi lasciava concepire il mondo senza di me. (Susie)
Guarda che non ci sto provando, era per essere educato... tutto qui. Una signorina di notte, da sola… non è prudente. (George) [ultime parole]
Quando mia madre entrò in camera mia, mi resi conto che, per tutto quel tempo, non aspettavo che lei. La aspettavo da così tanto, che temevo non sarebbe venuta. (Susie)
Citazioni in ordine temporale.
Jack: È sano avere un hobby. Ti insegna tanto. Susie: Ad esempio? Jack: Ad esempio, a finire quello che hai iniziato. A non fermarti finché non ce la fai. E se non ce la fai, ricominci daccapo e continui a provare per il tempo necessario. Funziona così. Niente di più. È perfettamente normale.
Susie: Credo che la mia mano abbia toccato le sue. Holly: Sì, e già basta questo! Ora ti porterà con sé per tutta la vita. Non dovevi voltarti indietro, ma continuare a correre.
Susie: Che posto è questo? Holly: È un posto che non è più quel posto e non è ancora l'altro posto.
Lynn: Allora, tu che ti prendi, Jack? Jack: Lascia, per ora ho smesso di bere. Lynn: Be', ecco il tuo problema dove sta.
Buckley: Siamo ancora una famiglia? Lynn: Certo che siamo una famiglia. Tua madre è in crisi e tuo padre un rottame. Lindsey: E quindi cosa sei tu? Lynn: Il capo assoluto.
Nessuno si accorge quando ce ne andiamo. Come dire, al momento in cui decidiamo davvero di andarcene al massimo si può avvertire un sussurro o l'onda di un sussurro, che si placa piano. Mi chiamo Salmon, come il pesce. Di nome: Susie. Avevo 14 anni quando fui uccisa, il 6 dicembre 1973. Sono stata qui un istante, e poi me ne sono andata. Auguro a tutti voi una vita lunga e felice. (Susie)