cantautrice e polistrumentista italiana Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Carmen Carla Consoli (1974 – vivente), cantautrice e polistrumentista italiana.
Citazioni in ordine temporale.
Quando vivevo a Roma andavo sempre a San Pietro, affascinata da quel puntino bianco che diceva Messa e non si sentiva nulla per l'audio modesto. Ma la bellezza delle cose ama nascondersi. Io darei una carezzina al Papa, mi fa tenerezza. Mi ricorda mio nonno Ferruccio.[1]
[Su Elisa] La stimo molto e la ascolto con piacere. Ha una voce fantastica ed è un personaggio pervaso di arte, una che quando fa le cose quasi non se ne accorge...[2]
Il ponte[3] rappresenta una spesa incredibile e inutile, crea molti dubbi. Con quei soldi si potrebbero sistemare le strade della Sicilia, che sono in uno stato desolante, o addirittura non ci sono; si potrebbe modificare radicalmente il sistema dei traghetti, che sono pochi e obsoleti...[4]
La Sicilia è un dono di Dio, ci sono posti che non ti immagini, alla fine di una strada ti imbatti in un anfiteatro fatto di pietra lavica, e se sali sull'Etna e vedi il mare, beh, allora capisci perché chi conosce la Sicilia ne sia innamorato.[4]
Il buon Pirandello ha introdotto il concetto dell'umorismo che è il sentimento del contrario: davanti il carretto e dietro la tragedia. Sta un po' nello stile siciliano descrivere anche le tragedie in maniera sarcastica, umoristica. Basterebbe vedere Emma Dante che è proprio la rappresentazione dello spirito siciliano. Penso che in questo sono proprio figlia della mia terra.[5]
Sono palermitana perché Palermo è il mio capoluogo. Tutti i siciliani sono palermitani. Ogni siciliano di buon senso riconosce che il suo capoluogo è Palermo. Se parlo di Palermo, mi riferisco a tutta la Sicilia.[6]
Anche il silenzio è musica, e la musica, diceva Schopenhauer, unisce l'uomo a Dio. Non credo che Dio abbia dotato gli esseri umani di certi sensi per rinunciarvi.[6]
Noi siciliani abbiamo pensato per troppo tempo alla Sicilia solo come un punto di partenza. E invece dobbiamo riappropriarci della nostra terra. Come dice Sgalambro alla fine del film[7] di Battiato, la Sicilia reca in sé una magia particolare difficile da esprimere. Bisogna viverci per capire: l'odore di mandorle amare che evoca la Macondo[8] di Garcia Marquez, l'Etna, l'acqua del mare, l'odore di arance.
Nei miei arrangiamenti e nelle armonie c'è molta Sicilia. Adoro anche il lavoro che fa Camilleri sulla lingua, riutilizzanndo vocaboli siciliani (talia al posto di guardare ad esempio). È il recupero di uno dei tanti colori d'Italia e noi di colori ne abbiamo tanti. Noi siciliani siamo gente piuttosto impegnativa: pensa alla caponata, un piatto unico che è una mescolanza di mille sapori. Non è significativo?
Mi piace Verga, ma non sono fatalista come lui, non mi riconosco nel suo predire un destino negativo. Ma credo molto nell'ideale dell'ostrica che vivono i suoi personaggi. Allontanarsi per gli abitanti significava perdere la forza. È la verità.
Molti travisano e pensano che le mie siano canzoni d'amore. Non c'è cosa più sbagliata. Quando parlo ad esempio di Giuda[9], quest'uomo che si frequenta per convenienze, parlo di una mentalità, quella dell'apparire, di conformarsi alla norma. Quando canto L'eccezione parlo di capitalismo, del fatto che ormai siamo disposti a vendere anche l'anima, a dare via la propria coscienza e le proprie aspirazioni.
Quando sento De Gregori mi tolgo il cappello ovviamente, ma io non sono capace di fare come lui. Ieri sentivo dire da Michael Stipe dei Rem una cosa che condivido: ogni canzone rappresenta la visione della politica di ciascuno. Non c'è il bisogno di parlare di politica apertamente.
In guerra non c'è un paese che vince e uno che perde, alla fine siamo tutti perdenti in un gioco di potere sulla nostra pelle.
Oggi è Bush e domani potrebbe essere un altro. È il potere ad essere corrotto. Ciò contro cui mi accanisco sempre apertamente è la stupidità, l'idiozia degli uomini. Mentre la tecnologia va avanti, il progresso umano si è fermato al periodo della clava.
Intervista di Gianni Bonina, palermo.repubblica.it, 9 marzo 2015.
Catania è una città ricca di energia, Palermo ha un fascino che lascia senza fiato. È il capoluogo, ci sarà un motivo. Ma io direi al turista di non perdersi la Sicilia, senza concentrarsi su una sola città.
Credo che pesi una sorta di pregiudizio su di noi, per cui veniamo additati come omertosi a prescindere. Invece no: bisogna distinguere tra esercito silente omertoso ed esercito silente impotente, che è quello che guarda sempre la ghirlanda dello Stato con su scritto "assente". Non voglio fare la siciliana vittimista, ma plaudire chi sente una profonda indignazione, chi continua a restare in Sicilia, perché nutre la speranza in un cambiamento, vede la bellezza che lo circonda. Tuttavia non posso dimenticare che siamo vittime di un negazionismo per cui sentiamo ancora dire che la mafia non esiste. Negando le bruttezze finiamo per coltivarle. Ma è anche vero che nessuno come il siciliano ama la sua terra, perché è capace di vederne la bellezza. Io per prima. Sono figlia di un siciliano che ha lavorato sodo e che è stato un grandissimo esempio di cittadino italiano. Ecco, vorrei che venissero sottolineati gli aspetti eroici delle persone comuni che abitano la Sicilia e che fanno parte del nostro esercito silente.
[Cantantessa] Fu un errore di un ingegnere del suono sudafricano che voleva dire di stare zitti perché la cantante doveva cantare, ma sembrandogli di rivolgersi a un uomo disse "la cantantessa". Mi piace perché non è un termine serio e non vale come dire "la cantante", quella che sa cantare. Io invece voglio passare come una che canta, una cantantessa appunto, che sta un gradino più sotto.
Io penso che ogni siciliano debba sentirsi palermitano e non debba fare distinzioni. Da catanese ho il diritto di dirmi palermitana, perché Palermo è anche mia.
Non mi sono mai staccata dalla mia terra. [...] Devo molto alla mia terra. Anche questo lavoro le devo. Se non fosse stato per la Sicilia non sarei mai diventata una cantante, perché ero andata via cercando invano contratti a Roma e Milano, avendo solo porte sbattute in faccia. Provai persino a cambiare la mia musica per adeguarmi al mercato, finché un produttore siciliano non mi accettò così com'ero. Posso davvero dire di essere un prodotto al 100% siciliano.
Solo dall'oscurità può emergere la luce piena, per cui solo ciò che amo profondamente mi appare colmo di lati oscuri.
Citazioni non datate
Non sono certo l'unica, ma stimo moltissimo Mina e Ornella Vanoni. Pensa che Parole di burro l'ho scritta pensando a Mina, l'avrebbe cantata in modo meraviglioso. Amo la loro eleganza, quel sapore anni Sessanta, e certamente entrambe le vocalità.[10]
Due parole
Etichetta: Polydor, 1996.
Ricorda | tu sei quello che non c'è | quando io piango | tu sei quello che non sa | quando è il mio compleanno | quando vago nel buio. (da Amore di plastica,n. 1)
Volevo essere più forte di ogni tua perplessità | ma io non posso accontentarmi | se tutto quello che sai darmi è un amore di plastica. (da Amore di plastica,n. 1)
Ora che il tempo si è fermato io sto aspettando... (da Questa notte una lucciola illumina la mia finestra, n. 2)
Ho bisogno di stare con te | regalarti le ali di ogni mio pensiero | Oltre le vie chiuse in me | voglio aprire il mio cuore | a ciò che è vero. (da Quello che sento, n. 11)
Confusa e felice
Etichetta: Cyclope/Polydor, 1997, prodotto da Francesco Virlinzi.
Non riesco ad avere pazienza. | Le mie mani sudano al vento! | Quando perdo tempo... (da Bonsai #1, n. 1)
Quale logica o legge di vita potrà mai spiegare | la diabolica impresa | di quegl'uomini eletti? (da Un sorso in più, n. 6)
Adesso | che ho | sangue infetto | nessuno vorrà più leccare | le mie ferite. (da Per niente stanca, n. 8)
E non ho fatto altro che sentirmi sbagliata | ed ho cambiato tutto di me perché non ero abbastanza | ed ho capito soltanto adesso | che avevi paura. (da Blunotte, n. 10)
Oderc ni em | len oim eroma | Rep etra, rep etra... is eroum... (da Bonsai #2, n. 12)
Mediamente isterica
Etichetta: Cyclope/Polydor, 1998.
"D" come dannata ingenua | per quanto tempo ho subito i tuoi raggiri? | "D" come dannata ingenua | per quanto tempo hai tramato alle mie spalle? | "D" come dannata ingenua | per quanto tempo hai strisciato tra le mie lenzuola? (da Besame Giuda, n. 1)
Sia beninteso ogni riferimento | sia beninteso ogni riferimento non è | puramente casuale! | Non è | puramente generico... credimi.... (da Puramente casuale, n. 3)
Sentivo l'odore.... | Mentre sprofondavi tra le sue labbra | pregavi perché non finisse. | Mentre ti annientavi tra le sue labbra | pregavi che non fosse breve. (da Sentivo l'odore, n. 4)
Distrarsi sembrava piuttosto facile | credevo di sopportare | la tua indifferenza | cercando pretesti e rimedi inutili... (da Autunno dolciastro, n. 5)
Saremo pronti a celebrare la vittoria | e brinderemo lietamente sulle nostre rovine. (da Eco di sirene, n. 9)
Spiegami | cosa ho tralasciato è quell'anello mancante | la fonte di ogni incertezza? | Spiegami | cosa mi è sfuggito. (da Anello mancante, n. 11)
Vittima dell'inganno di questo... | secolo | che rincorre il mito di forme avvenenti | e di chirurgia estetica. (da Contessa miseria, n. 12)
Hai tempo per l'ultima maledizione o per l'ultima preghiera | tra migliaia di scongiuri. (da L'ultima preghiera, n. 13)
Stato di necessità
Etichetta: Cyclope/Polydor, 2000.
Mi piace giocare | sembrarti indecente | parlarti all' orecchio dicendoti niente | in fondo hai intuito che sono bigotta | una suora mancata a una piccola donna. (da Bambina impertinente, n. 1)
Narciso | parole di burro | nascondono proverbiale egoismo nelle intenzioni | Narciso | sublime apparenza | ricoprimi di eleganti premure e sontuosità | ispirami. (da Parole di burro, n. 3)
Forse prima o poi perderò l' amore | per le piccole cose | l' odore | di un novembre che muore. (da Novembre '99 (L' isola del tesoro) n. 4)
Magica quiete velata indulgenza | dopo l'ingrata tempesta | riprendi fiato e con intenso trasporto | celebri un mite e insolito risveglio. (da l' Ultimo bacio, n. 5)
Mi sto allontanando da te | e scherzi a parte è l'ultima romantica rassegnazione | mi sto allontanando da te | dai piccoli e incantevoli frammenti di dolcezza. (da L' epilogo, n. 9)
È il momento di svegliarmi | è tempo di rinascere | sento addosso le tue mani | ed è un caldo richiamo perché | è il momento di svegliarmi | di prendermi cura di te | ritorno alla vita. (da Orfeo, n. 10)
Certe volte l' importante è vedersi più belli | quanto basta per sentire che il mondo è vicino | e non è perfetto. (da Non volermi male, n.° 12)
L'eccezione
Etichetta: Polydor, 2002.
Credi sia una scelta ammirevole | fuggire allo sguardo severo e vigile | della propria coscienza? (da L'eccezione, n. 1)
Perdonami | se non traggo beneficio dal dubbio e dai vili silenzi | il passare del tempo concederà | saggezza e buon senso. (da Mulini a vento, n. 3)
Nessuna marcia nuziale soltanto il mio tacito requiem e immenso cordoglio. (da Fiori d'arancio, n. 4)
Matilde odiava il tanfo d'urina | tipico dei gatti in calore | un giorno prese la pistola da cassetto e sparò | ne colpì uno grigio e lo vide cadere a terra esanime | ma pose fine al proprio dramma soltanto nel momento in cui | premette il grilletto contro se stessa. (da Matilde odiava i gatti, n. 5)
Ma è vero che | un forte sentire stordisce | e che l'istinto soccombe alla ragione. (da Uva acerba, n. 6)
Freddi venti del nord mi raccontano | di un novembre inoltrato e nostalgico | posso udirli dal mio nascondiglio | attraverso un sottile spiraglio* (da Venti del nord, n. 10)
Eppur si muove | malgrado l'inerzia imposta | il dilagante oscurantismo | la dispotica repressione. (da Eppur si muove, n. 11)
Eva contro Eva
Etichetta: Universal, 2006.
Eppure avrai il coraggio | di chiamare l'evidenza casualità | bramosia e doppiezza complottano con la efferata crudeltà | e sai di cosa sto parlando | e che mentire non è un rimedio ad un torto. (da Tutto su Eva, n. 1)
Cristo in croce sembrava più infastidito dalle infamie che dai chiodi. (da Maria Catena, n. 2)
Fuggi Romeo | il tempo è tiranno, | non è d'usignolo, | è di allodola il canto.[11] (da Sulle rive di Morfeo, n. 4)
Sembrava fosse giunto un angelo a farle visita | aveva occhi grandi e un corteo di nuvole | contornava enormi ali bianche | celestiale sembianze | intensi occhi grandi | custodi di un addio. (da Preghiera in gola, n. 6)
Sua maestà cerca quiete | tra i guanciali di seta | cerca il sonno dei giusti tra marmi preziosi e soffitti affrescati | cerca un'oasi di pace per l'anima | così distante da dimenticare | la maniera brutale con cui ha preteso devota obbedienza. (da Piccolo Cesare, n. 7)
Le calde notti di agosto | talvolta indossano un sorriso esotico | di un' Africa gioiosa ed intensa | violata | abusata | offesa | materna e fiera. (da Madre Terra, n. 8)
L'ignoranza è un non trascurabile complesso | d'una voragine | la si può occultare nel silenzio | scansando il pericolo | di un mite confronto diretto. (da Signor Tentenna, n. 9)
In fondo agli abissi | tra antichi splendori di un mondo | sommerso da migliaia di anni | stupidamente ho temuto | l'immensa e spietata bellezza | la profondità dei tuoi occhi. (da Sorriso di Atlantide, n. 10)
Elettra
Etichetta: Universal, 2009.
Viva l'Italia | il calcio | il testosterone | gli inciucci e le buttane in preda all'ormone | a noi ci piace assai la televisione | proprio l' oggetto dico esposto in salone. (da Mandaci una cartolina, n. 1)
In questa attesta interminabile | di ore ingrovigliate e incerte| un'improvvisa ondata di rondini | disegna voli strabilianti | se chiudo gli occhi avverto il fremito dell'alta quota | un forte debito d'ossigeno | e già spezzato il fiato e ricomincio a respirare senza sforzo e senza affanno. (da Perturbazione Atlantica, n. 2)
Madre non piangere | ingoia e dimentica | le sue mani ingorde tra le mie gambe adesso | sta in grazia di Dio. (da Mio zio, n. 4)
Qualcuno dice che gli elicotteri spaventano gli uccelli | che stiamo diventando indifferenti e senza più sensibilità. (da Marie ti amiamo, n. 6)
Quella domenica mattina accettavo | senza accorgermi un invito al dolore | un tripudio di onde anomale agitava l'orizzonte. | Non avevo che me stessa e una ridente imbarcazione. | Sopravviverò al tumulto delle tue parole, sopravviverò. (da Sud-est, n. 5)
Elettra quale audace acrobazia | toccare il cielo con un dito | e poi ridiscendere. (da Elettra, n. 9)
Vorrei parlarvi di un sogno ricorrente | una donna dal corpo normale | e la testa di un cane | le mani di mia madre | stava seduta sulla panchina | di una stazione mai vista | sul tabellone una data di nascita | ventunodieciduemilatrenta. (da ventunodieciduemilatrenta, n. 10)
Per niente stanca
Etichetta: Universal, 2010.
Ho indossato una faccia nuova, su un vestito da cerimonia ed ho sepolto il desiderio intrepido di averti a fianco. (da Guarda l'alba)
L'amore tutto si trasforma, l'umore di un sogno col tempo si dimentica. (da Guarda l'alba)
Persino il dolore più atroce si addomestica. (da Guarda l'alba)
È una magnifica combinazione tra una rocker e un'intellettuale. Una voce piena di compassione, dolore e forza. (Jon Pareles)
Lei per me rappresenta la cantautrice dissidente, il cane sciolto. È come se lei riuscisse sempre a portare la sua cifra stilistica, non è attenta alle mode, non strizza l'occhio a nessuno. Ha una serenità nel modo di vedere le cose davvero bella. (Francesca Michielin)
↑ Cfr. William Shakespeare, Romeo e Giulietta, Giulietta: «Vuoi già partire? L'alba è ancor lontana. | Era dell'usignolo, | non dell'allodola, il cinguettio | che ha ferito poc'anzi il trepidante | cavo del tuo orecchio. Un usignolo, | credimi, amore; è lui che canta, a notte, | laggiù sull'albero di melograno.».