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diocesi della Chiesa cattolica in Italia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La diocesi di Belluno-Feltre (in latino Dioecesis Bellunensis-Feltrensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea del patriarcato di Venezia appartenente alla regione ecclesiastica Triveneto. Nel 2022 contava 175.562 battezzati su 182.873 abitanti. È retta dal vescovo Renato Marangoni.
Diocesi di Belluno-Feltre Dioecesis Bellunensis-Feltrensis Chiesa latina | |||
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Suffraganea del | patriarcato di Venezia | ||
Regione ecclesiastica | Triveneto | ||
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Vescovo | Renato Marangoni | ||
Vicario generale | Diego Bardin | ||
Vescovi emeriti | Giuseppe Andrich | ||
Presbiteri | 148, di cui 130 secolari e 18 regolari 1.186 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 20 uomini, 66 donne | ||
Diaconi | 7 permanenti | ||
Abitanti | 182.873 | ||
Battezzati | 175.562 (96,0% del totale) | ||
Stato | Italia | ||
Superficie | 3.263 km² | ||
Parrocchie | 158 (6 vicariati) | ||
Erezione | VI secolo (Belluno) VI secolo (Feltre) in plena unione dal 30 settembre 1986 | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | San Martino | ||
Concattedrale | San Pietro Apostolo | ||
Santi patroni | San Martino Santi Vittore e Corona | ||
Indirizzo | Piazza Duomo 3, 32100 Belluno, Italia | ||
Sito web | www.chiesabellunofeltre.it | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Italia | |||
La diocesi si estende quasi totalmente entro i confini della provincia di Belluno, con l'eccezione dei comuni di Borgo Valbelluna (diocesi di Vittorio Veneto), Alano di Piave, Arsiè, Fonzaso e di buona parte del comune di Setteville[1] (diocesi di Padova). Rientra nella diocesi anche il paese di Casso, nell'ex provincia di Pordenone, che appartiene alla parrocchia di Longarone.
Sede vescovile è la città di Belluno, dove si trova la basilica cattedrale di San Martino. A Feltre sorgono la concattedrale di San Pietro Apostolo e la basilica santuario dei Santi Vittore e Corona.
Il territorio si estende su 3.263 km² ed è suddiviso in 158 parrocchie, raggruppate sperimentalmente in 6 "convergenze foraniali".
L'attuale diocesi è il frutto della piena unione delle diocesi di Belluno e di Feltre, già unite aeque principaliter dal 1818, stabilita dalla Congregazione per i vescovi il 30 settembre 1986.
Incerte sono le origini della diocesi di Belluno, benché i cataloghi episcopali diocesani, risalenti al Quattrocento e Cinquecento, attestino un'origine antica, fino al II secolo.
Primo vescovo documentato è Felice, il cui nome, inciso su un sarcofago attribuito al VI secolo, fu scoperto nel 1762 nella chiesetta di Valdenere, tra i villaggi di Bolago e Barp, in comune di Sedico. Qui se ne sarebbe trovato il sarcofago - poi nuovamente perduto - recante la scritta "Felix ep(iscopu)s". A lui si deve la prima costruzione della cattedrale della diocesi, dedicata all'antiariano San Martino di Tours; secondo la tradizione il vescovo, perseguitato dai Longobardi, sarebbe morto in esilio.
Non è attestato invece il vescovo Giovanni, che sarebbe stato perseguito dai bizantini per essersi opposto alla condanna dei Tre Capitoli. Sul finire del VI secolo, la storia testimonia la presenza del vescovo Lorenzo tra i partecipanti ai concili del patriarcato aquileiese del 589/590 e del 591[2], nei quali fu respinta la condanna dei Tre Capitoli decretata al secondo concilio di Costantinopoli (553).
Con la fine del dominio longobardo (776) Belluno divenne sede di una contea carolingia, che in seguito venne collegata alla Marca del Friuli. A partire dall'VIII e IX secolo prende forma e si consolida il potere temporale dei vescovi bellunesi, con l'acquisizione di terreni e la sottomissione di feudi e territori fino alla pianura veneta; questo potere temporale fu riconosciuto al vescovo Ezemano, con un diploma imperiale rilasciato nel 1031 dall'imperatore Corrado II[3], cui seguì con Ottone I la concessione dell'immunitas.
La prima testimonianza documentaria dell'esistenza di un capitolo di canonici risale alla fine del IX secolo.
A partire dalla seconda metà del XII secolo le sedi di Belluno e di Feltre furono oggetto di continue scorrerie militari da parte del comune di Treviso. Per meglio difendersi, il papa stabilì che a capo delle due città vescovili vi fosse un unico vescovo pur restando le due diocesi indipendenti tra loro. L'unione aeque principaliter avvenne negli ultimi anni del XII secolo. Tale unione perdurò fino al XV secolo, quando i bellunesi, gelosi della propria autonomia, con l'appoggio del cardinale Nicola Cusano, ottennero da papa Pio II la fine dell'unione, decisa nel 1460, ma attuata solo nel 1462, alla morte del vescovo Francesco de Lignamine.
Nel primo Cinquecento la diocesi dovette fare i conti con una situazione incresciosa, venutasi a creare per la nomina di due vescovi contemporaneamente, Antonio Barozzi da parte del governo della Serenissima e Giambattista Casali da parte della Santa Sede. Il primo fu colpito da interdetto e da scomuniche, che ebbero conseguenze pratiche anche nella vita dei fedeli (per esempio l'impossibilità di accostarsi ai sacramenti o di ricevere l'estrema sepoltura); mentre al secondo, vescovo legittimo, fu impedito di prendere possesso della sede. La situazione si risolse con la nomina nel 1536 del vescovo e cardinale Gasparo Contarini.
Tra i vescovi di questo periodo si distinsero in particolare: Pietro Barozzi (1471-1487), annoverato dagli storiografi tra i grandi riformatori dell'epoca pretridentina, Gasparo Contarini (1536-1542) e Giulio Contarini (1542-1575), che si opposero all'avanzata delle idee evangeliche nella diocesi, Alvise Lollino (1596-1625), studioso, uomo di cultura e fine umanista.
Nel corso del Seicento e del Settecento, in ottemperanza alle disposizioni del concilio di Trento, i vescovi bellunesi compirono ripetutamente visite pastorali alla diocesi, convocarono periodicamente i sinodi diocesani, istituirono e qualificarono progressivamente il seminario.
Il vescovo Sebastiano Alcaini dovette assistere alla bufera napoleonica che comportò la chiusura di conventi, la spoliazione di chiese, la dispersione del patrimonio liturgico. Alla sua morte nel 1803 seguirono sedici anni di sede vacante.
Nel 1810 la curazia di Caprile venne staccata dalla diocesi di Bressanone ed aggregata alla diocesi di Belluno.
Nel 1816 fu paventata la soppressione della sede di Belluno e la sua unione a quella di Feltre: il capitolo bellunese si oppose con fermezza. Tuttavia, il 1º maggio 1818, nel quadro del riordinamento ecclesiastico del Veneto previsto dalla bolla De salute Dominici gregis, le diocesi di Feltre e Belluno venivano nuovamente unite aeque principaliter: entrambe conservavano le strutture di governo e avevano pari dignità; il vescovo era tenuto a risiedere sei mesi in una diocesi e altri sei nell'altra. Contestualmente Belluno perse le parrocchie di Mussolente e di Casoni cedute alla diocesi di Treviso.
Il 30 aprile 1846 le parrocchie cadorine dei distretti di Pieve e di Auronzo, facenti parte dell'arcidiaconato del Cadore, furono staccate dalla diocesi di Udine ed aggregate alla diocesi di Belluno con la bolla Universalis Ecclesiae regimen di papa Gregorio XVI, bellunese[4].
Nel 1909 venne fondato il settimanale diocesano L'Amico del Popolo; il vescovo Giuseppe Foschiani chiamò padre Felice Maria Cappello alla direzione del giornale, che sei mesi dopo dovette abbandonare perché sospettato di modernismo.
Il 6 luglio 1964, nel contesto del riordino delle circoscrizioni diocesane di Bressanone e di Trento stabilito dalla bolla Quo aptius di papa Paolo VI, venivano aggregati alla diocesi di Belluno i decanati di Cortina d'Ampezzo e di Pieve di Livinallongo, prima appartenenti alla diocesi di Bressanone.
Il 26 agosto 1978 fu giorno di particolare esultanza per la diocesi di Belluno, perché uno dei suoi figli, Albino Luciani, nativo di Canale d'Agordo, veniva elevato al soglio pontificio con il nome di papa Giovanni Paolo I.
«Giova riconoscere che l'unione religiosa con Feltre [...] fu vantaggiosa a Primiero ed in genere a tutta la Valsugana»
Benché la tradizione riconosca nel protovescovo Prosdocimo l'evangelizzatore di Feltre, Fonteio è il primo vescovo di Feltre di cui si abbia riscontro storico: partecipò al sinodo di Grado del 579 e, secondo Paolo Diacono, al sinodo di Marano del 590 quale "vescovo della Santa Chiesa Feltrina".
Nel X secolo l'imperatore Ottone I concesse al vescovo pro tempore di Feltre, già feudatario dell'impero carolingio, ampi poteri ed il titolo comitale; nell'XI secolo Corrado II lo investì del titolo principesco.
Caduto in battaglia contro i trevigiani il vescovo di Belluno Gerardo de' Taccoli nel 1197, papa Celestino III provvide ad unire, aeque principaliter, la diocesi di Belluno alla diocesi di Feltre, affinché entrambe le sedi potessero meglio fronteggiare il nemico comune: primo vescovo delle diocesi unite fu così Drudo da Camino, già vescovo di Feltre.
Nel 1462, alla morte del vescovo Francesco de Lignamine, la diocesi di Belluno tornò ad avere un proprio vescovo, avendo papa Pio II decretato nel 1460, su richiesta dei bellunesi, la disgiunzione dalla diocesi di Feltre.
Nel 1593 il vescovo Giacomo Rovellio, applicando con convinzione i canoni tridentini, fondò a Feltre il primo seminario vescovile.
Tra il XVI e il XVIII secolo la diocesi si caratterizzò per una fisionomia territoriale molto particolare in quanto si estendeva su tre entità statali differenti. Entro i confini della Repubblica di Venezia, dove si trovava anche la sede vescovile, aveva giurisdizione sulle parrocchie del Feltrino con l'esclusione delle pievi di Arsiè e Fonzaso, sottoposte alla diocesi di Padova, e di Sospirolo e San Gregorio, dipendenti da Belluno. La Valsugana, con le giurisdizioni di Caldonazzo (infeudato ai Trapp), Pergine e Levico, faceva parte dal principato vescovile di Trento. Infine, le giurisdizioni di Telvana, Castellalto, Ivano e Primiero (quest'ultimo feudo dei Welsperg) costituivano un'exclave della contea del Tirolo[5].
Nel 1786, su pressione dell'imperatore Giuseppe II, le parrocchie feltrine situate in Valsugana (Levico, Borgo Valsugana, Strigno, Grigno, Masi di Novaledo, Telve, Pieve Tesino, Roncegno, Torcegno, Castelnuovo, Pergine, Calceranica, Vigolo Vattaro, Lavarone) e nel Primiero (Primiero con Canal San Bovo) furono smembrate dalla diocesi di Feltre e aggregate alla diocesi di Trento: il provvedimento ridusse la "Santa Chiesa Feltrina" ad esigue dimensioni[6].
Il 1º maggio 1818 papa Pio VII, con la bolla De salute Dominici gregis, provvide nuovamente ad unirla aeque principaliter con la diocesi di Belluno, perché entrambe di ridotte dimensioni. Al contempo la parrocchia di Primolano fu aggregata alla diocesi di Padova[5].
Il 7 novembre 1847 il vescovo Antonio Gava inaugurò la nuova sede del seminario vescovile.
Il 30 settembre 1986, con il decreto Instantibus votis della Congregazione per i vescovi, le due sedi sono state pienamente unite e la nuova diocesi ha assunto il nome attuale.
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
La diocesi nel 2022 su una popolazione di 182.873 persone contava 175.562 battezzati, corrispondenti al 96,0% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1950 | 196.785 | 196.785 | 100,0 | 263 | 208 | 55 | 748 | 89 | 474 | 125 | |
1970 | 204.643 | 204.723 | 100,0 | 343 | 257 | 86 | 596 | 129 | 596 | 167 | |
1980 [20] | 150.000 | 150.800 | 99,5 | 221 | 184 | 37 | 678 | 45 | 358 | 126 | |
1990 | 187.680 | 188.186 | 99,7 | 283 | 231 | 52 | 663 | 1 | 65 | 363 | 158 |
1999 | 184.100 | 184.602 | 99,7 | 250 | 204 | 46 | 736 | 5 | 52 | 260 | 158 |
2000 | 184.100 | 184.602 | 99,7 | 245 | 199 | 46 | 751 | 5 | 52 | 255 | 158 |
2001 | 184.100 | 184.602 | 99,7 | 242 | 196 | 46 | 760 | 5 | 52 | 251 | 158 |
2002 | 183.782 | 184.207 | 99,8 | 232 | 189 | 43 | 792 | 5 | 49 | 248 | 158 |
2003 | 181.402 | 181.822 | 99,8 | 221 | 185 | 36 | 820 | 4 | 40 | 247 | 158 |
2004 | 181.402 | 181.882 | 99,7 | 221 | 187 | 34 | 820 | 4 | 38 | 217 | 158 |
2006 | 184.000 | 185.400 | 99,2 | 214 | 184 | 30 | 859 | 5 | 36 | 209 | 158 |
2012 | 187.300 | 187.385 | 100,0 | 200 | 168 | 32 | 936 | 6 | 38 | 158 | 158 |
2014 | 188.300 | 188.500 | 99,9 | 206 | 170 | 36 | 914 | 6 | 37 | 144 | 158 |
2015 | 177.000 | 186.070 | 95,1 | 188 | 163 | 25 | 941 | 6 | 26 | 133 | 158 |
2018 | 179.000 | 184.715 | 96,9 | 190 | 155 | 35 | 942 | 6 | 37 | 115 | 158 |
2019 | 177.965 | 183.615 | 96,9 | 177 | 149 | 28 | 1.005 | 7 | 30 | 81 | 158 |
2020 | 176.723 | 182.569 | 96,8 | 170 | 142 | 28 | 1.039 | 7 | 30 | 81 | 158 |
2022 | 175.562 | 182.873 | 96,0 | 148 | 130 | 18 | 1.186 | 7 | 20 | 66 | 158 |
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