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frazione del comune italiano di Scarperia e San Piero Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
San Piero a Sieve è un centro abitato e frazione dell'attuale comune di Scarperia e San Piero. Si trova nella città metropolitana di Firenze. È stato un comune italiano, che nel 2010 contava 4 065 abitanti in tutto il suo comune[3], fino al 1º gennaio 2014, quando è stato fuso con Scarperia formando il nuovo comune di Scarperia e San Piero. Nel territorio di San Piero a Sieve è localizzata la Villa medicea del Trebbio, dal 2013 nell'elenco del patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.[4]
San Piero a Sieve ex comune | |
---|---|
Piazza Colonna | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Città metropolitana | Firenze |
Amministrazione | |
Data di soppressione | 1º gennaio 2014 |
Territorio | |
Coordinate | 43°57′36″N 11°19′18″E |
Altitudine | 212 m s.l.m. |
Superficie | 36,57 km² |
Abitanti | 2 857[1] (15-5-2019) |
Densità | 78,12 ab./km² |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 50037 |
Prefisso | 055 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 048040 |
Cod. catastale | I085 |
Targa | FI |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Nome abitanti | sanpierini |
Patrono | san Pietro |
Giorno festivo | 29 giugno |
Cartografia | |
Posizione dell'ex comune di San Piero a Sieve all'interno della città metropolitana di Firenze. | |
Sito istituzionale | |
«Dove la più bassa gola della Carza stretta tra le pendici del Poggio del Trebbio e di Monte Cacioli si apre in un anfiteatro meraviglioso di poggi e su un più lontano aperto orizzonte si delinea l'unità cresta de l'Appennino e la alle della Sieve si slarga ad oriente; alla confluenza della Carza e della Sieve si sviluppa il borgo di San Piero a Sieve.»
Le più antiche tracce di presenza umana nel territorio di San Piero risalgono al Paleolitico Medio. Nelle località di Lucigliano, Toro, Le Mozzete, San Giusto a Fortuna sono stati rinvenuti numerosi strumenti di pietra selce, come punte di lancia, raschiatoi, ecc.
I ritrovamenti archeologici più importanti, però, sono quelli legati alla presenza degli Etruschi, che ci testimoniano la presenza di una società già organizzata in insediamenti stabili a carattere urbano. Uno dei segni più importanti della presenza etrusca a San Piero è la tomba arcaica delle Mozzete (databile tra il VII ed il VI secolo a.C.), della quale ormai restano visibili solo degli enormi pietroni e lo straordinario ritrovamento in località Monti di una serie di tombe scavate a pozzetto organizzate come una vera necropoli (VII secolo a.C.).
La successiva colonizzazione romana ha lasciato sul territorio una diffusa presenza, testimoniata nei nomi delle località e dai ritrovamenti archeologici.
Il borgo di San Piero a Sieve nasce come nodo stradale presso l'antico ponte che, oltrepassando la Sieve, conduceva attraverso l'antica strada (derivata dal tracciato romano della Flaminia Militare) che valicava l'Appennino al passo dell'Osteria Bruciata. È questo, l'essere sempre stato un nodo viario di grande rilevanza, l'elemento che caratterizza la storia del paese mugellano. La sua importanza deriva infatti dalla strada postale che sino al XVIII secolo l'attraversava e fu l'unica che da Firenze permetteva di giungere a Bologna. Dunque, per tornare alle origini, il primo agglomerato urbano si sviluppa nell'XI secolo (anche se la presenza di una torre di guardia dove oggi sorge Villa Schifanoia e di un villaggio/castello attorno ad essa è probabile che fosse già presente da un paio di secoli), in prossimità del ponte sulla Sieve, dopo la costruzione della chiesa plebana di San Pietro e prende il nome di "Villa". Nel secolo successivo, il 17 ottobre 1105, come si evince da un "atto giudiciale" redatto in presenza della Contessa Matilde, assume il nome di Villa Sevae. Il nome definitivo di San Piero a Sieve risulta sia stato attribuito nel 1117, unendo la denominazione del borgo a quello della Pieve. Originariamente San Piero a Sieve apparteneva alla potente famiglia feudale degli Ubaldini da Coldaia. L'economia della comunità era esclusivamente rurale. La presenza di un mercato di bestiame favoriva il passaggio e la permanenza di genti in questi luoghi e sviluppava negli abitanti quell'attitudine allo scambio, al confronto e al dialogo che rimarrà e si rafforzerà nel tempo fino ai giorni nostri.
Successivamente i Medici entrano in possesso di tutta la zona. Questo avviene nell'ambito di un preciso progetto politico-amministrativo di natura espansiva che vede, prima la Repubblica Fiorentina poi i Medici, avviare un processo teso ad estendere il controllo su tutto il contado per poter esercitare la gestione delle principali vie di comunicazione, che erano in possesso delle grandi famiglie feudali (come gli Ubaldini e i Guidi per ciò che riguarda il Mugello) che fino ad allora spadroneggiavano sull'Appennino.
L'impulso che i Medici diedero allo sviluppo di questa terra è notevole. Certo è, che, quando decisero di tornare nelle verdi valli del Mugello rispondevano anche ad un sentimento naturale. È infatti opinione comune affermare, obbedendo a un'antica consuetudine, che i Medici abbiano ricevuto i natali nel Mugello, anche se non esiste alcun documento che lo conferma. Inoltre, il fatto di essere tornati a vivere nel Mugello, quasi a voler respirare l'aria degli antenati, di avervi edificato ville e fortezze, una volta consolidato il proprio potere economico e politico, può indurre a ritenere verosimile che i Medici siano stati realmente carbonai di Campiano, un piccolo borgo in collina, a ridosso della pianura di Cafaggiolo, dove in seguito Cosimo il Vecchio fece costruire all'architetto Michelozzo Michelozzi la famosa villa. Non si ha però alcuna notizia su chi sia stato il primo a spostarsi dalla campagna per approdare a Firenze. Il borgo di San Piero a Sieve ricevette una spinta notevole in relazione all'operosità dei Medici: s'ingrandì ed acquisì una certa importanza nel quadro politico mugellano, segnando anche un aumento della popolazione. Il transito di un numero sempre maggiore di persone rese necessario la realizzazione di strutture destinate all'accoglienza ed all'ospitalità. Proprio per questo, nel 1275 fu creato un "hospitale" prospiciente alla piazza della Pieve, nel borgo, ad opera del "presbiter Gianbonus" come si evince dalla lapide scritta lasciata durante la costruzione. Altri spedali furono realizzati lungo la strada a Novoli, nel 1335, e a Tagliaferro, quest'ultimo affiancato da un albergo.
Un'opera che riveste un valore strategico per la storia successiva della comunità, è la costruzione del ponte sulla Sieve. Il ponte, uno dei più antichi su questo fiume, fu realizzato dai famosi maestri muratori fiorentini: Niccolò di Ciardo, Francesco Carletti e Giovanni Mercati. Finalmente San Piero a Sieve poteva contare su un sicuro ponte in muratura che andava a sostituire quello in legname e pietra che aveva fino ad allora garantito il passaggio del fiume. Con questo evento San Piero a Sieve consolidava la propria funzione di mercato e luogo di sosta per i viaggiatori, commercianti e pellegrini. L'essere poi situato su una strada postale consolida questo ruolo. È un dato ormai acquisito dalla storiografia l'importanza di questo tipo di strade per le comunità che ne sono toccate. La Firenze-Bologna, passando per il Passo del Giogo, considerata una postale e tale rimase fino all'apertura della nuova arteria per la Futa (1759). Questo collegamento era di primaria importanza per lo scambio tra le due regioni interappenniniche. Il viaggio tra le due città richiedeva almeno due giorni di cavallo e prevedeva una sosta con cambio di cavalli appunto a San Piero a Sieve, favorendo così scambi, commerci e affari.
Tra il XIV e il XV secolo San Piero a Sieve vive il momento di maggior prestigio, in relazione naturalmente ai successi della politica medicea. Fu in questo periodo che questi eressero ville e castelli. A testimonianza dell'interesse della famiglia di banchieri fiorentini si può citare l'impulso che questi diedero a una fabbrica di stoviglie, con fornace e casa colonica per i gestori, che all'epoca divenne molto famosa, per la qualità e la quantità del prodotto. C'è da dire che gli abitanti di San Piero a Sieve contraccambiarono sempre con lealtà l'impegno che i Medici profondevano verso la loro terra. Nel 1351 collaborarono con Giovanni de' Medici all'assedio di Scarperia. Più tardi accolsero con gioia il ritorno dei Medici alla Signoria fiorentina: "O Mugellani udite; scampanano a festa: tornati sono i Medici astuti, nostro incremento e onore!", cantavano gli abitanti del paese. Alla fine del XIV San Piero a Sieve fu posta anche a capo della lega di Tagliaferro, che univa tutti i popoli dell'area circostante, compreso quello di Vaglia con la Pieve di San Cresci a Macioli.
A San Piero ebbe alcune abitazioni sotto Schifanoia anche Bernadetto de' Medici, cugino di Lorenzo, oggi ancora riconoscibili ma più volte rimaneggiate e ridotte all'anonimato. Più tardi nel borgo vi nacque e visse Michele del Tavolaccino, detto Scoronconcolo, che come sicario di Lorenzino de' Medici assassinò a colpi di coltello il primo duca di Firenze, Alessandro de' Medici, cugino di quest'ultimo.
Attualmente è anche una delle località di fine tappa della via degli dei
Verso la fine del XV secolo, in relazione ad un momentaneo disinteresse dei Medici nei con fronti dei propri possedimenti in Mugello iniziò un periodo di declino e nel 1551 anche la lega di Tagliaferro fu posta sotto il Vicariato di Scarperia. Unico momento di rinascita per il borgo fu quando Cosimo I de' Medici decise di costruire la più grande fortezza medicea proprio sul colle che domina l'abitato. Dal 1569 e per i 30 anni successivi la grande opera diede lavoro a molti paesani e si formarono diverse fornaci in tutto il contado per la fabbricazione di mattoni.
In concomitanza della caduta dei Medici nel XVII secolo, anche il borgo sulla Sieve vive un lungo periodo di stagnazione socio-economica, dovuto anche al passaggio del Granducato prima agli Asburgo-Lorena e poi ai Francesi con la conquista da parte di Napoleone. Con i Francesi il Granducato vide crollare la sua economia florida, dovuta al periodo dei Lorena, e anche tutta la vallata del Mugello conosce un lungo periodo di stallo.
Con il ritorno dei Lorena e la restaurazione del Granducato anche l'economia inizia a rifiorire e con il Granduca Leopoldo II di Toscana tutto il territorio ebbe un periodo di crescita grazie alla costruzione e completamento delle strade del Muraglione e della Futa. Inoltre il granduca iniziò il progetto della Ferrovia Faentina che sarà poi costruita circa mezzo secolo più tardi.
Anche il borgo di San Piero in questo periodo vede delle grandi modificazioni. La più importante è la costruzione della Via Provinciale che andava a sostituire la vecchia via della posta, angusta e molto in salita in alcuni suoi punti. Con la costruzione della nuova via, molto larga per permettere il passaggio di ogni tipo di mezzo e completamente in piano, fu anche abbattuto l'antico ponte medioevale e ricostruito uno molto più grande e solido, anche per resistere alle frequenti piene della sieve. Per questo motivo in seguito la via provinciale e l'asse che si congiungeva ad essa che portava a Barberino, furono innalzate a formare argini per difendere la parte bassa del paese dalle alluvioni.
Economicamente San Piero vide una grande rinascita fine del XIX secolo, quando, con la costruzione della stazione ferroviaria arrivarono i primi treni favorendo la circolazione di persone e di merci. A questo proposito si può affermare, che, lungo tutta la tratta Firenze-Faenza, San Piero a Sieve era una delle stazioni più significative, alla quale facevano capo i cittadini di Barberino, Scarperia e Firenzuola. Adiacente alla stazione infatti fu costruito un grande magazzino per le merci e sorse anche il più grande caseificio della zona.
Nell'arco dell'800 vissero a San Piero due personaggi che poi divennero famosi nell'Italia del XIX secolo. Il primo fu il Conte Luigi Guglielmo Cambray-Digny, proprietario della Villa di Schifanoia e della Fattoria adiacente. Con lui, grande studioso delle pratiche agricole, l'azienda divenne centro nevralgico agricolo, non solo di San Piero ma di tutto il Mugello: migliorò molto le condizioni dei mezzadri e nei pressi del paese fece costruire persino una fabbrica di attrezzi agricoli. In seguito fu Ministro dell'agricoltura, dell'industria e del commercio al primo mandato, Ministro delle finanze al secondo e poi infine Senatore. A San Piero mantenne la carica di Gonfaloniere(durante il granducato) e Sindaco fino a quasi la sua morte.
L'altro fu Pietro Cipriani che vide i natali proprio nel paese. Fu un grande medico e docente universitario già a giovane età all'epoca del Granducato. Studioso del Colera che in quegli anni affliggeva molte città, diresse molti ospedali della Toscana e anche dell'Italia in generale durante queste epidemie. La carriera politica fu molto attiva specialmente durante il risorgimento e in seguito fu fatto senatore durante il regno. La casa natale è segnalata oggi da una targa, si trova in Piazza Colonna dove sorge la Casa del popolo nel "Palazzo Cipriani".
Nel corso dell'ultimo secolo San Piero a Sieve subisce gli effetti e le conseguenze dei due conflitti mondiali come gli altri comuni del Mugello. San Piero a Sieve fu il paese natio di Francesco Giunta, noto gerarca fascista, inventore dello squadrismo di confine, Segretario del Partito Nazionale Fascista, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri fra il 1927 e il 1932 e Governatore della Dalmazia nel 1943. La partecipazione dei suoi cittadini alla Resistenza è attiva, così come dimostrano le memorie che i protagonisti ci hanno lasciato.
Lo stemma del comune di San Piero a Sieve era stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 27 luglio 1987.[5]
«D'azzurro, alle due chiavi di San Pietro, poste in decusse, la chiave d'argento in banda, la chiave d'oro, attraversante, in sbarra, con gli ingegni all'ingiù, legate dal cordone di rosso, posto in triangolo, con i capi riuniti dal fiocco all'ingiù, dello stesso, esse chiavi sormontate dalla tiara pontificia d'argento, con le tre corone e la crocetta d'oro, con le infule pendenti in banda e in sbarra, d'oro, bordate d'argento. Ornamenti esteriori da Comune.[6]»
Il gonfalone municipale era un drappo di bianco.
Bene protetto dall'UNESCO | |
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Ville e Giardini medicei in Toscana | |
Patrimonio dell'umanità | |
Tipo | culturale |
Criterio | C (ii) (iv) (vi) |
Pericolo | No |
Riconosciuto dal | 2013 |
Scheda UNESCO | (EN) Medici Villas and Gardens in Tuscany (FR) Scheda |
Qui sono riportati gli abitanti dell'ex comune di San Piero a Sieve dal 1861 al 2011
Abitanti censiti[7]
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 454 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
La carne ricopre un ruolo importante nella tavola mugellana. Numerosi sono gli allevamenti bovini, ovini e suini presenti nel territorio. Al Mugello si allevano bovini per la produzione della "fiorentina".
Il paese ha una propria stazione ferroviaria vicina al centro del paese, al di là del torrente Carza. La stazione, inaugurata nel 1890 e facente parte della linea ferroviaria Faentina, è un importante nodo di scambio del trasporto pubblico locale per il Mugello Occidentale, in particolare per Scarperia, Galliano, Barberino di Mugello, Sant'Agata e Firenzuola. Oltre alla stazione del capoluogo comunale è presente anche una stazione ferroviaria nella frazione di Campomigliaio, dove fermano soltanto una parte delle corse giornaliere. Infine fino al 1940 era operativa anche una terza stazione, in località Tagliaferro.
Per quanto riguarda il servizio pubblico su gomma il servizio è stato effettuato dalla società consortile Autolinee Mugello Valdisieve fino al 2021, anno in cui l'intero servizio per il trasporto pubblico regionale della Toscana è passato a Autolinee Toscane.
Il paese consta di 2 fermate autobus: una nei pressi della Stazione FS, l'altra nei pressi del Parco di Cardetole. Altre fermate sono collocate nelle seguenti frazioni: Campomigliaio (2), Novoli, Casenuove Taiuti (2), Carlone, Tagliaferro, Ischieti, Mozzete (2), Camping Mugello Verde, Bivio Massorondinaio e Borgonuovo. Prima del 2018 erano disponibili altre 3 fermate su via Provinciale, che sono state poi dismesse a seguito della volontà dell'amministrazione di spostare i bus e il relativo inquinamento fuori dalla principale via del paese, creando una nuova mobilità che converge le linee autobus in via Salvo d'Acquisto (al di là della linea ferroviaria Faentina): attraverso via Giudici Falcone e Borsellino e la Strada Provinciale di Cardetole da nord e tramite la Strada Provinciale di Cardetole e via di Montecacioli da sud.
Infine San Piero a Sieve, è luogo di passaggio della linea AV Firenze-Bologna, dove termina la Galleria di Vaglia, la quindicesima galleria ferroviaria più lunga al mondo e la più lunga d'Italia, lunga circa 18 chilometri. Infatti nei pressi di Casaccia, inizia il breve tratto in superficie della linea AV, che si incrocia con la linea ferroviaria Faentina nei pressi di Petrona, poco dopo aver attraversato il fiume Sieve.
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune dal 1859 al 1º gennaio 2014, data della soppressione del Comune di San Piero a Sieve, con la fusione col vicino Comune di Scarperia.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1859 | 1865 | Conte Luigi Guglielmo Cambray Digny | Gonfaloniere | ||
1865 | 1875 | Don Tommaso Corsini | Sindaco | ||
1876 | 1886 | Tommaso Cambray Digny | Sindaco | ||
1886 | 1906 | Conte Luigi Guglielmo Cambray Digny | Sindaco | ||
1906 | 1906 | Commissario Prefettizio | Sindaco | ||
1907 | 1909 | Marchese Filippo Corsini | Sindaco | ||
1909 | 1920 | Marchese Antonio Gerini | Sindaco | ||
1920 | 1922 | Ubaldo Rossi | Sindaco | ||
1922 | 1923 | Commissario Prefettizio | Sindaco | ||
1923 | 1924 | Riccardo Tonnerini | Sindaco | ||
1924 | 1926 | Cavaliere Vittorio Cerbai | Sindaco | ||
1926 | 1927 | Cavaliere Vittorio Cerbai | Podestà | ||
1927 | 1931 | Antonio Rossi | Podestà | ||
1931 | 1933 | Commissario Prefettizio | Sindaco | ||
1933 | 1938 | Cavaliere Pierino Baicchi | Podestà | ||
1938 | 1942 | Manetto Fabbroni | Podestà | ||
1942 | 1944 | Vieri Bencini | Podestà | ||
1944 | 1945 | Ferdinando Frandi | Sindaco | ||
1945 | 1946 | Gino Parigi | Sindaco | ||
1946 | 1955 | Gino Dreoni | Sindaco | ||
1955 | 1970 | Franco Ottanelli | Sindaco | ||
1970 | 1975 | Luigi Baggiani | Sindaco | ||
1975 | 13 luglio 1988 | Enrico Ricci | Sindaco | ||
13 luglio 1988 | 7 giugno 1990 | Mauro Dugheri | Partito Comunista Italiano | Sindaco | [8] |
29 giugno 1990 | 24 aprile 1995 | Mauro Dugheri | Partito Comunista Italiano, Partito Democratico della Sinistra | Sindaco | [8] |
24 aprile 1995 | 14 giugno 1999 | Mauro Dugheri | sinistra | Sindaco | [8] |
14 giugno 1999 | 14 giugno 2004 | Alessia Ballini | centro-sinistra | Sindaco | [8] |
14 giugno 2004 | 8 giugno 2009 | Alessia Ballini | centro-sinistra | Sindaco | [8] |
8 giugno 2009 | 1º gennaio 2014 | Marco Semplici | centro-sinistra | Sindaco | [8] |
San Piero a Sieve è gemellato con:
Ha sede nel Comune la società di calcio S.S. San Piero rinominata Polisportiva nel settembre 1973, che ha disputato campionati dilettantistici regionali.
San Piero è stato teatro di molte gare automobilistiche e motociclistiche anche storiche come la Mille Miglia ed il Circuito stradale del Mugello. La partenza e i box di quest'ultimo erano proprio nei pressi del paese. Per quanto riguarda altre gare meno famose, San Piero ha ospitato nel 1967 una gara della Formula 3 sul circuito stradale della Fortezza, ed infine il "Giro delle Vespe" (disputatosi dal '49 al '54 in un circuito improvvisato all'interno dell'abitato, dove i concorrenti correvano con gli scooter chiamati Vespe, dal marchio della Piaggio).
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