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attore e doppiatore italiano (1909-1989) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Roldano Lupi, pseudonimo di Roldano Squassoni (Milano, 8 febbraio 1909 – Roma, 14 agosto 1989), è stato un attore e doppiatore italiano.
Figlio di Domenico Squassoni e di Maria Tardiani, conseguì a Milano il diploma di ragioniere, e successivamente si dedicò alla recitazione per puro diletto, entrando a far parte di alcune compagnie filodrammatiche locali.
Il passaggio al professionismo avviene relativamente tardi, nel 1938, quando ebbe l'occasione di entrare nella celebre compagnia di Kiki Palmer. Dopo questa importante esperienza, la sua carriera subì una forte accelerazione e passò prima nella compagnia di Guglielmo Giannini, e successivamente in quella del grande Ruggero Ruggeri e Dina Galli nel 1942. Nella stagione 1943-44 fece parte del Circo equestre Za-bum.
Nel frattempo per Lupi si aprirono le porte del cinema esordendo nel 1941 in un film di Ferdinando Maria Poggioli - di cui diverrà l'attore prediletto - Sissignora dove interpretò uno dei ruoli che lo resero celebre: l'amante egoista e cinico. Ma il successo nel cinema per Lupi avviene l'anno successivo, quando fu il protagonista di Gelosia, sempre con la regia di Poggioli.
Da quel momento e sino all'immediato dopoguerra, Lupi diventò un protagonista del grande schermo, caratterizzando le sue interpretazioni con una serietà e professionalità che gli valsero forti consensi dalla critica, la quale però, talvolta, gli rimproverò una certa fissità d'espressione.
Dotato di un volto dall'espressione spesso torva e accigliata, nonostante fosse divenuto protagonista di molti film di successo, Lupi non fu mai considerato un vero divo dal pubblico che non l'amò al pari di altri attori (Massimo Girotti, Amedeo Nazzari, Fosco Giachetti, Andrea Checchi) che pure ebbero ruoli talvolta simili ai suoi.
Proprio i ruoli in cui veniva confinato (amante geloso e folle, nobiluomo perfido e spregiudicato pronto a tutto per il denaro, inquietante assassino) divennero per certi versi un punto di forza professionale per Lupi; l'espressione ai limiti della follia che riusciva ad infondere ai suoi personaggi e l'aria torbida che aleggiava attorno a lui lo connotarono profondamente, ma per altri versi queste caratteristiche risultarono anche un limite per la sua carriera e la sua popolarità.
A cavallo della guerra interpretò Nessuno torna indietro di Alessandro Blasetti, Il cappello da prete di Poggioli (1944) e La porta del cielo di Vittorio De Sica. Nel dopoguerra spiccò ne Il testimone, L'adultera di Duilio Coletti e ne Il delitto di Giovanni Episcopo di Alberto Lattuada, Altura di Mario Sequi accanto a Girotti ed Eleonora Rossi Drago.
Progressivamente, nella seconda metà degli anni cinquanta in particolare, Lupi fu sempre più impiegato in ruoli di carattere; intanto, nel 1944, era tornato anche al teatro prima con la Magnani Ninchi poi, nel 1947, con il solo Carlo Ninchi. Successivamente fu protagonista, nel 1949, del grande allestimento estivo di Medea. Nel 1951 con la compagnia di Guido Salvini proseguì la sua attività sul palcoscenico, iniziando anche quella di attore radiofonico e di doppiatore (sue, fra le altre, le voci di alcune pellicole interpretate da Walter Pidgeon - nel cult movie Il pianeta proibito -, George Raft, Raymond Massey, Leo Genn, George Montgomery e il celebre attore di film western Roy Rogers).
Continuò a lavorare nel cinema anche negli anni sessanta in molti film di genere (fu un protagonista dei peplum italiani) venendo diretto da Riccardo Freda, Domenico Paolella, Primo Zeglio, Umberto Scarpelli ed altri specialisti, ma si prese la soddisfazione di girare anche film con registi d'oltralpe come i francesi Claude Autant-Lara, Christian-Jaque, Bernard Borderie e Henri Decoin. Fu anche il capitano De Treville ne I cavalieri della regina co-diretto da Mauro Bolognini e Joseph Lerner e tratto da I tre moschettieri.
Nel 1952 ebbe inoltre l'opportunità di essere partner del divo di Hollywood - nonché coetaneo - Errol Flynn ne Il maestro di Don Giovanni.
Con la nascita della televisione gli impegni di Lupi si spostarono progressivamente dal grande al piccolo schermo, nel quale fu protagonista di spettacoli di prosa e sceneggiati televisivi come Canne al vento, del 1958, regia di Mario Landi, Mont Oriol, di Claudio Fino, sempre del 1958, L'isola del tesoro, del 1959, di Anton Giulio Majano, Tom Jones, di Eros Macchi, del 1960 e Una tragedia americana, del 1962, La donna di fiori, miniserie televisiva con il tenente Sheridan, e la fiera della vanità, del 1967, ancora per la regia di Majano.
Seguiranno poi La sciarpa di Guglielmo Morandi del 1963, I miserabili di Sandro Bolchi del 1964, David Copperfield del 1965 ancora di Majano.
Nello stesso anno prese parte a Questa sera parla Mark Twain di Daniele D'Anza. Fu poi in altri teleromanzi fra cui La mie prigioni di nuovo di Bolchi del 1968 ed Eleonora, di Silverio Blasi, del 1973.
La sua intensa attività teatrale e televisiva si protrasse fino al 1979 quando apparve per l'ultima volta in Racconti di fantascienza di Blasetti.
Lupi è stato sposato con l'attrice del teatro veneto Pina Bertoncello.
È sepolto nel Cimitero Flaminio di Roma.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 39587419 · ISNI (EN) 0000 0000 5887 5089 · SBN LO1V271693 · LCCN (EN) no2009060546 · GND (DE) 1061562816 · BNE (ES) XX5134245 (data) · BNF (FR) cb142010934 (data) |
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