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attore cinematografico e attore teatrale italiano (1896-1974) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Carlo Ninchi (Bologna, 31 maggio 1896 – Milano, 27 aprile 1974) è stato un attore italiano.
Era l'ultimo dei cinque figli di Arnaldo, colonnello del Genio, e Lidia Bedetti.
Fratello di Annibale (1887-1967) e cugino del padre di Ave (1915-1997), debuttò nella compagnia del fratello impersonando Pilade nell'Oreste di Alfieri, per poi essere chiamato nelle maggiori compagnie teatrali italiane dove si trovò a dividere la scena con altri futuri grandi quali Paolo Stoppa e Gino Cervi.
A partire dalla metà degli anni Trenta, si avvicinò all'industria cinematografica. Si rivelerà un felice connubio che lo porterà ad incarnare numerosi personaggi drammatici, spesso di derivazione letteraria come il manesco Compare Alfio della Cavalleria rusticana (1939) di Amleto Palermi, accanto alla sex-symbol del Regime, Doris Duranti; il tormentato Innominato dai manzoniani Promessi sposi (1941), diretto da Mario Camerini con gran dispendio produttivo (venne ricostruito in studio il Duomo di Milano come appariva nel 1627) e un cast di lusso per l'epoca; ma soprattutto il Conte Ugolino di derivazione dantesca, nell'omonimo film (1949) di Riccardo Freda, forse il più alto risultato per Ninchi, sempre a suo agio nelle interpretazioni drammatiche che gli permettevano di sfoderare la sua robusta formazione teatrale. Altrettanto magistrale la sua parte nello stupendo film "Desiderio" di Roberto Rossellini (1946), dove impersona l'ultima speranza per Paola di affrancarsi dalla prostituzione. Comparve anche nel kolossal Fabiola (1949) di Alessandro Blasetti, in Messalina (1951) di Carmine Gallone e nelle commedie Amor non ho... però... però (1951) di Giorgio Bianchi, con Gina Lollobrigida e Il marito (1958) di Nanni Loy e Gianni Puccini. Nonostante tutto, rimangono indimenticabili anche sue caratterizzazioni comiche se non addirittura auto-parodistiche: valga per tutte il redivivo Pepè Le Mokò nel gustoso Totò le Mokò (1949) di Carlo Ludovico Bragaglia. Saltuariamente si dedicò anche al doppiaggio.
A partire dagli anni cinquanta la qualità artistica dei suoi film registrò un notevole calo; uniche eccezioni lo sceneggiato televisivo Il conte di Montecristo (1966) e il film La ciociara (1960).
È sepolto nel cimitero cittadino di Ancona.
Suo nipote Alessandro, nato nel 1935, seguì inizialmente la carriera attoriale, per poi abbracciare quella registica.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 88486627 · ISNI (EN) 0000 0000 7329 3386 · SBN RAVV355006 · LCCN (EN) no2009071109 · GND (DE) 1061876659 · BNF (FR) cb14211283k (data) · CONOR.SI (SL) 202367843 |
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