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I rapporti fra 'ndrangheta e politica tratta della collaborazione fra uomini della criminalità organizzata calabrese e uomini eletti dai cittadini, nei posti di pubblica responsabilità, al fine di trarre reciproci illeciti vantaggi. Almeno dagli anni 1970, si sono verificate inchieste in relazione a minacce, rapporti con massoni, rapporti con servizi segreti, omicidi, scioglimento di comuni per infiltrazioni mafiosa e arresti di politici e ndranghetisti, stretti in un complesso politico mafioso.
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La collusione tra 'ndrangheta e politica è molto forte e inizia negli anni ottanta con la votazione di politici collusi con le 'ndrine. Sono ormai fatti noti i collegamenti in passato con la destra eversiva, anche se questo non significa uno schieramento politico dell'organizzazione criminale. Ha appoggiato anche la DC, il PSI, il PRI, il PSDI e il PLI ed ebbe rapporti contemporaneamente con diversi partiti: oltre che coi partiti di governo, infatti, vi sono state molteplici sovrapposizioni anche tra ambienti 'ndranghetisti e forze politiche di opposizione, come il PCI[1] ed il MSI[2]. La 'ndrangheta non è né di destra né di sinistra proprio per la sua organizzazione non gerarchica dove alcune 'ndrine possono decidere di appoggiare in un certo momento uno schieramento politico e altre nello stesso tempo l'opposto schieramento, a seconda del ritorno economico[3].
«La 'ndrangheta ha avuto una crescita progressiva e ininterrotta a partire dalla fine degli anni Settanta, a seguito dell'intervento pubblico dello Stato per la realizzazione delle grandi opere nel Mezzogiorno. In quegli anni gli imprenditori del nord vennero in Calabria per avviare grandi progetti infrastrutturali, come il raddoppio ferroviario e l'autostrada, e alcuni di loro usarono i boss della zona come interlocutori privilegiati e con loro si spartirono ciò che avevano guadagnato dai loro investimenti. Gli affiliati delle 'ndrine da guardiani dei campi divennero guardiani dei cantieri: è così che la mafia si è arricchita diventando il mostro che è oggi. Questa politica scellerata dello Stato italiano non ha creato nessun posto di lavoro ma solo scheletri di enormi opere pubbliche e un potere mafioso incontrastato”.»
Negli anni ottanta avvengono una serie di omicidi verso esponenti del PCI e della DC. L'11 giugno 1980, fu assassinato Giuseppe Valarioti, segretario della Sezione del PCI di Rosarno. Aveva solo 30 anni. Si trattò del primo omicidio politico della 'ndrangheta.[5] Dieci giorni dopo, il 21 giugno 1980 fu assassinato Giovanni Losardo, militante comunista, già Sindaco di Cetraro e - al momento dell'assassinio - Assessore alla pubblica istruzione, Segretario capo presso la Procura della repubblica del Tribunale di Paola.
Nel 1983 poi, a Limbadi avvenne un caso eclatante. La presenza mafiosa in politica era così vasta, che le elezioni vennero vinte dal latitante Francesco Mancuso.[6]
Dal 2000 al 2004 sono avvenuti 325 atti intimidatori verso amministratori locali della Calabria. Nel 2001 a Rosarno la 'ndrangheta minaccia lo storico sindaco antimafia Giuseppe Lavorato con una sventagliata di colpi di kalashnikov[11] contro la sede del Comune e contro la finestra del suo ufficio. Più volte minacciato di morte dalle cosche della 'ndrangheta, il Sindaco Lavorato portò Rosarno a essere uno dei primi Comuni d'Italia (dopo quello di Gioiosa Jonica, con il sindaco Francesco Modafferi, nel 1977) a costituirsi parte civile in un processo antimafia (ottenendo risarcimento dei danni patrimoniali, morali e di immagine causati dai mafiosi)[12].
Il 26 marzo del 2003 a Maurizio Carbonera, sindaco di Buccinasco, comune del milanese ad alta densità mafiosa, viene incendiata l'auto e il 27 marzo 2005 gli viene spedita una busta con un proiettile da mitragliatore. Il 16 ottobre 2005, alle primarie dell'Unione viene assassinato a Locri, Francesco Fortugno, vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria. Il 15 agosto 2007 avviene il caso più eclatante degli ultimi anni in fatto di 'ndrangheta che ha avuto grande risonanza nazionale e mediatica come la strage di Duisburg.
Il 30 novembre 2011 si conclude un filone dell'operazione Crimine-Infinito, in cui viene arrestato il consigliere regionale della Calabria Francesco Morelli insieme a un avvocato, un medico, appartenenti alle forze dell'ordine e presunti membri dei Valle-Lampada[19][20].
Il 15 luglio 2016 si conclude a Reggio Calabria l'operazione Mammasantissima del Ros dei Carabinieri che porta all'arresto di 3 persone: Alberto Sarra ex consigliere regionale della Calabria, Giorgio De Stefano avvocato e Francesco Chirico, anch'esso avvocato; inoltre è indagato anche il già arrestato Paolo Romeo ex deputato del Psdi e viene presentata la richiesta d'arresto del senatore di Grandi autonomie e libertàAntonio Caridi. L'operazione fa emergere contatti con esponenti della massoneria[25][26].
'800 - Lo scioglimento del comune di Reggio Calabria
1978. Da una telefonata intercettata tra il segretario di MoroSereno Freato e Benito Cazora, deputato della Dc, secondo alcune ricostruzioni incaricato di tenere i rapporti con la malavita calabrese, avvenuta otto giorni prima della morte di Moro, nella quale Freato cerca di avere notizie sulla prigione di Moro. Dall'intercettazione risulterebbe che la 'ndrangheta aveva a disposizione alcune foto di via Fani (forse quelle relative al rullino sparito o delle loro copie) e che in una di queste vi fosse "un personaggio noto a loro"[36]. Secondo quanto riferito nel 1991 da Cazora sarebbero stati alcuni esponenti della 'ndrangheta, in stato di soggiorno obbligato, ad offrire ad alcuni esponenti della DC la propria collaborazione per individuare il luogo della prigionia di Moro, in cambio della possibilità di riottenere la libertà di movimento, ma questa collaborazione non venne comunque realizzata[37]. Il 13 luglio 2016 il presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul caso Moro, Giuseppe Fioroni rivela che: "Grazie alla collaborazione del Ris dell'Arma dei Carabinieri, possiamo affermare con ragionevole certezza che il 16 marzo del 1978 in via Fani c'era anche l'esponente della 'ndranghetaAntonio Nirta[38]. Antonio Nirta, soprannominato Due nasi è il nipote dell'omonimo boss, già nominato dal pentito Saverio Morabito in relazione con uno dei sequestratori ed il generale Francesco Delfino[38].
Il 21 giugno 1980 fu assassinato Giovanni Losardo, militante comunista, già sindaco di Cetraro ed - al momento dell'assassinio - assessore alla pubblica istruzione, segretario capo presso la Procura della repubblica del Tribunale di Paola.
Il 22 febbraio del 2004Saverio Zavettieri, ex segretario regionale della CGIL e parlamentare per tre legislature del Partito Socialista Italiano, subisce un gravissimo attentato: due sicari tentano di ucciderlo nella sua casa di Bova Marina e soltanto il vetro blindato della finestra impedisce che il proiettile raggiunga il suo scopo[53][54]. Lo stesso Zavettieri ritiene che l'attentato sia legato ad una commistione tra politica e 'ndrangheta e maturato all'interno della maggioranza di centrodestra calabrese, collegandolo anche all'omicidio di Francesco Fortugno che si verificherà l'anno successivo.
Il 27 marzo 2005 viene indirizzata una busta con un proiettile da mitragliatore a Maurizio Carbonera, sindaco di Buccinasco (MI), il 26 marzo del 2003 gli era già stata incendiata l'automobile.
Il 17 novembre 2007 viene arrestato il sindaco di Seminara Antonio Pasquale Marafioti, il vicesindaco Mariano Battaglia e l'assessore allo Sport Adriano Gioffrè (lista civica) per associazione a delinquere di tipo mafioso. Coinvolti presunti esponenti della 'ndrina Gioffrè di Seminara e anche l'ex sindaco Carmelo Buggè. Il Comune di Seminara era già stato sciolto una volta per infiltrazioni mafiose[57].
Il 28 gennaio 2008, nell'operazione Onorata Sanità, vengono tenute sotto custodia cautelare 18 persone tra cui il consigliere regionale "Domenico Crea" ed esponenti della cosca dei Morabito, dei Zavettieri e dei Cordì per associazione mafiosa, abuso d'ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, truffa, omissione di soccorso, soppressione e distruzione di atti veri[58][59][60].
Il 13 febbraio 2008 nell'operazione Noas, tra i 50 arrestati sono presenti anche l'assessore al turismo della regione Calabria Pasquale Tripodi (successivamente scarcerato per illegittimità del provvedimento l'8 marzo 2008[61]), Vincenzo Ielo, sindaco di Staiti e il vicesindaco di Brancaleone, Gentile Scaramuzzino per favoreggiamento mafioso della cosca dei Morabito, Bruzzaniti, Palamara in svariate attività illecite[62][63][64].
Il 19 marzo 2008 viene arrestato il consigliere regionale della CalabriaFranco La Rupa con l'accusa di Scambio elettorale politico-mafioso, in presunti collegamenti con il boss di Amantea Tommaso Gentile. Nell'inchiesta sono stati anche arrestati Armando Mendicino, un sottufficiale dei Carabinieri, Domenico De Luca, un appuntato della Guardia di Finanza, accusati di concorso esterno in associazione mafiosa e Concetta Schettini, dirigente dell'ufficio tecnico del Comune di Amantea[65].
Il 9 aprile 2008 il senatore Sergio De Gregorio è stato iscritto nel registro degli indagati per concorso in esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al riciclaggio, dovuto a presunti favori nell'acquisto della caserma Mezzacapo alla cosca 'ndranghetista del regginoFicara-Latella. De Gregorio esclude categoricamente qualsiasi coinvolgimento[66][67].
L'11 aprile 2008 si viene a conoscenza che la cosca dei Piromalli stava contrattando con un politico siciliano la compravendita di 50.000 voti per 200.000€ degli italiani all'estero (in Sud America)[68][69].
Il 7 maggio 2008 viene arrestato il candidato UDCPasquale Inzitari per concorso esterno in associazione mafiosa e il capo-cosca Domenico Rugolo, entrambi parenti dell'imprenditore Nino Princi vittima nei giorni precedenti di un attentato della 'Ndrangheta. Sono stati inoltre sequestrati nell'operazione beni per 15 milioni di euro.[70]
Il 12 ottobre 2008 viene sciolto per 18 mesi il comune di Rosarno per infiltrazione mafiosa, in particolare della cosca dei Piromalli[72].
Il 13 ottobre 2008 vengono arrestati il sindaco e il vicesindaco di Gioia Tauro, insieme al sindaco di Rosarno, per concorso esterno in associazione mafiosa.[73]
Il 10 aprile 2010 spunta fuori da un'intercettazione tra il faccendiere Aldo Miccichè e Filippo Fani, esponente del Pdl, che le cosche della Piana di Gioia Tauro hanno fatto bruciare le schede elettorali degli italiani in Venezuela[75].
Nel novembre 2010, a seguito dell'inchiesta Crimine e Infinito del luglio 2010, per la prima volta un comune lombardo viene sciolto per evitare il commissariamento per infiltrazioni mafiose: Desio[76][77][78].
Il 14 dicembre 2010 con l'operazione Recupero, a seguito dell'operazione Crimine di luglio, vengono eseguite 51 ordinanze di custodia cautelare presso 51 presunti affiliati alla cosca accusati di associazione mafiosa. Viene arrestato anche l'ex Sindaco di Siderno Alessandro Figliomeni[80][81][82].
Il 21 dicembre 2010 vengono eseguiti 12 arresti per associazione mafiosa e corruzione elettorale con fini mafiosi delle elezioni regionali del 29 e 30 marzo 2010. Tra gli arrestati c'è il consigliere regionale Santi Zappalà, e la cosca Pelle[83][84].
Il 22 dicembre 2010 l'ex consigliere della Regione Calabria Mimmo Crea viene condannato in primo grado a 11 anni di carcere accusato di concorso esterno in associazione mafiosa favorendo i Morabito-Zavettieri, i Cordì e i Talia.[85]
Anno 2011 - Scioglimento di Bordighera
Nel marzo 2011, per la prima volta in Liguria viene sciolto il comune di Bordighera per infiltrazioni mafiose della famiglia Pellegrino[86].
Il 25 giugno 2011 il sindaco di Ventimiglia si dimette e viene commissariato per evitare lo scioglimento del comune ligure[86][87].
Il 30 novembre 2011 si conclude un filone dell'operazione Infinito in cui viene arrestata il consigliere regionale della Calabria Francesco Morelli insieme ad un avvocato, un medico e un maresciallo della Guardia di Finanza e presunti membri dei Valle-Lampada[88][89].
Anno 2012 - Bova Marina, Platì, Ventimiglia, Leinì, Chivasso e Rivarolo Canavese
Il 3 aprile 2012 si viene a conoscenza che la DDA di Reggio Calabria sta indagando su Romolo Girardelli presunto faccendiere dei De Stefano che sarebbe legato in affari con l'ex tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito, il primo col bisogno di riciclare denaro sporco, l'altro nascondere parte dei soldi ricevuti dai rimborsi elettorali.[94][95]
Il 6 aprile 2012 vengono sequestrati beni del valore di 16 milioni di euro all'ex consigliere regionale della Calabria Santi Zappalà, arrestato nel 2010 per aver contrattato voti elettorali con le cosche di San Luca.[97]
Il 21 maggio 2012 nell'operazione Falsa politica vengono arrestate a Siderno 15 persone presunte affiliate ai Commisso, tra cui un ex consigliere della regione Calabria, un ex consigliere della provincia di Reggio Calabria ed un consigliere del comune di Siderno[98].
Il 18 luglio 2012 l'ex deputato Amedeo Matacena viene condannato a cinque anni di reclusione più l'interdizione perpetua dai pubblici uffici per concorso esterno in associazione mafiosa (contatti con la 'ndrina dei Rosmini) dalla Corte d'assise d'appello di Reggio Calabria, sentenza confermata dalla Corte di cassazione il 6 giugno 2013[101], sfuggendo tuttavia all'arresto non facendosi trovare nella sua abitazione e fuggendo all'estero.
Il 3 ottobre 2012, avviso di garanzia per il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti e alla giunta di centrodestra della Calabria, con l'accusa di abuso d'ufficio, per la nomina di Alessandra Sarlo, coniuge del giudice Vincenzo Giglio, presidente della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, arrestato lo scorso 30 novembre a Milano per le ipotesi di corruzione e favoreggiamento personale, aggravato dall'aver agevolato la 'ndrangheta.
Il 9 ottobre 2012 viene sciolto per la prima volta in Italia un capoluogo di provincia: Reggio Calabria[102][103]. In carcere il consigliere comunale di maggioranza Giuseppe Plutino.
Il 10 ottobre 2012 viene arrestato, insieme ad altre 19 persone, l'assessore regionale della LombardiaDomenico Zambetti del Pdl per aver comprato, a 50€ a voto, 4000 voti alla 'Ndrangheta per un totale di 200.000€, concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione. L'assessore era in rapporti con Giuseppe D'Agostino (già arrestato anni prima per le operazioni sull'ortomercato) delle famiglie Morabito-Bruzzaniti-Palamara e con il gestore di negozi Costantino Eugenio dei Mancuso[104][105].
Il 23 ottobre 2012 i carabinieri concludono l'operazione Colpo di coda con 22 ordinanze di custodia cautelare tra Calabria e Piemonte accusati di associazione di tipo mafioso, estorsione, traffico di droga, porto e detenzione di armi illegale tra cui un dirottamento delle elezioni comunali di Chivasso, in Piemonte[106][107][108].
Il 15 novembre 2012 vengono arrestati a Rende due consiglieri del PD Umberto Bernaudo e Pietro Paolo Ruffolo (già accusati di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e voto di scambio) accusati di ingerenza clientelare su una società del comune insieme a un boss locale già in carcere.[109]
Il 16 novembre 2012 viene arrestato il boss di Rende (CS) Ettore Lanzino latitante da 4 anni e nella lista dei 100 latitanti più ricercati, è accusato di associazione mafiosa, omicidio plurimo, nonché di aver fatto ottenere favori elettorali all'ex sindaco del comune Umberto Bernaudo e all'ex assessore provinciale Pietro Paolo Ruffolo entrambi agli arresti domiciliari. Lo 'ndranghetista era persino stipendiato dal comune[110].
Anno 2013 - Scalea, Badolato, Melito Porto Salvo e Isola Capo Rizzuto
Il 23 maggio 2013 con l'operazione Lybra vengono arrestati presunti esponenti dei Tripodi accusati di aver raccolto dei voti per esponenti politici, i quali non sono indagati, in cambio di appalti. A Padova sono state arrestate 20 persone tra cui molti imprenditori accusati di essere collusi con la cosca ed infine a Brescia vi è l'infiltrazione presso la società Medialink[111][112].
Il 3 luglio 2013, durante l'operazione Itaca-Freeboat vengono arrestate 25 persone di cui alcune affiliate alla cosca Gallace e altre, tra cui imprenditori e professionisti, fiancheggiatori di essa, sarebbe coinvolto anche il sindaco di Badolato. Le accuse sono di estorsione, associazione mafiosa, usura e spaccio di droga[113][114].
Il 12 luglio 2013, durante l'operazione Plinius vengono arrestate 38 persone tra Cosenza, Bari, Matera, Terni e Salerno facenti capo o presunte affiliate ai Valente-Stummo, del Locale di Cetraro accusate di associazione mafiosa, corruzione, turbativa d'asta, sequestro di persona, falso, concussione detenzione e porto d'armi, vengono inoltre sequestrati beni dal valore di 60 milioni di euro. Sarebbe coinvolto anche il Sindaco del comune cosentino di Scalea e alcuni dei suoi assessori[115][116][117].
Il 20 novembre 2013 nell'operazione Sipario vengono arrestate dai carabinieri 12 persone di Melito Porto Salvo, riconducibili agli Iamonte, accusate di associazione mafiosa e di illeciti nell'assegnazione di appalti pubblici[120]. Sarebbe coinvolto anche l'ex Sindaco Iaria[121].
Il 2 aprile 2014 si conclude l'operazione della Guardia di FinanzaMetastasi che porta all'arresto di 10 persone tra cui presunti esponenti dei Trovato del locale di Lecco, il consigliere comunale di Lecco Franco Palermo che sarebbe anche affiliato e il sindaco del comune di Valmadrera Marco Rusconi; sono stati sequestrati anche 17 immobili, 5 auto e due bar e quote di partecipazione ad alcune società[125][126].
Il 10 maggio 2014 viene indagato per concorso esterno in associazione mafiosa il consigliere regionale all'Agricoltura della Regione Calabria Michele Trematerra. Avrebbe condizionato la regione e il comune di Acri per conto della 'ndrina dei Lanzino al fine di ottenere vantaggi nell'assegnazione della cura dei boschi[127].
Il 10 giugno 2014 un'inchiesta svela il potere della cosca nella gestione boschiva del comune di Acri relativo al taglio, alla vendita del legname e alla spalatura della neve. Ci sarebbero stati collegamenti con l'ex sindaco Luigi Maiorano, del consigliere comunale Angelo Gencarelli e del consigliere regionale Michele Trematerra[128].
Anno 2015 - Operazione Aemilia
Il 28 gennaio 2015 si conclude l'operazione Aemilia con l'arresto di 160 persone in Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Calabria e Sicilia delle procure di Bologna, Catanzaro e Brescia tra cui affiliati dei Grande Aracri e il presunto capo di Reggio Emilia Nicolino Sarcone, il capogruppo di Fi di Reggio Emilia, Giuseppe Pagliani. Le persone sono accusate di: associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, porto e detenzione illegali di armi, intestazione fittizia di beni, reimpiego di capitali di illecita provenienza, emissione di fatture per operazioni inesistenti[129][130].
Anno 2016 - Regione Calabria, Provincia di Vibo Valentia ed il senatore Caridi
Il 23 marzo 2016 si conclude l'operazione della procura di Catanzaro che porta agli arresti domiciliari Sandro Principe, ex sottosegretario al Lavoro del Governo Amato e Ciampi, ex consigliere regionale della Calabria e ex sindaco di Rende, l'ex consigliere regionale Rosario Mirabelli, l'ex sindaco di Rende Umberto Bernaudo, e l'ex consigliere provinciale Pietro Ruffolo per voto di scambio e corruzione. Sarebbero accusati di aver chiesto voti alla cosca Lanzino-Ruà ed in particolare di Ettore Lanzino[131][132].
Il 15 luglio 2016 si conclude a Reggio Calabria l'operazione Mammasantissima del Ros dei Carabinieri che porta all'arresto di 3 persone: Alberto Sarra ex consigliere regionale della Calabria, Giorgio De Stefano avvocato e Francesco Chirico, anch'esso avvocato; inoltre è indagato anche il già arrestato Paolo Romeo ex deputato del Psdi e viene presentata la richiesta d'arresto del senatore di Grandi autonomie e libertàAntonio Caridi[26][134]. Il 15 dicembre 2017 la corte di cassazione annulla per la seconda volta con rinvio l'ordinanza del tribunale di Reggio Calabria di custodia cautelare nei confronti del senatore.[135]
Anno 2017 - Scioglimento di Sedriano, Lavagna e Lamezia Terme
Il 2 febbraio 2017 vengono arrestate 9 persone, tra cui l'ex assessore regionale Nazzareno Salerno, un ex dirigente regionale, l'ex presidente di Calabria Etica, l'ex AD di Cooperfin spa e due presunti affiliati ai Mancuso accusati di aver ottenuto illecitamente fondi dell'Unione europea con le seguenti accuse: turbativa d'asta, minaccia ed estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione, peculato e abuso d'ufficio[136].
Il 3 febbraio 2017 viene sciolto per la terza volta il comune di Gioia Tauro[137].
Il 7 febbraio 2017 si conclude il processo che condanna l'ex assessore regionale della regione Lombardia Domenico Zambetti accusato di aver comprato voti da esponenti della 'ndranghetalombarda mentre invece viene assolto l'ex sindaco di Sedriano (MI) Alfredo Celeste[138].
Il 24 marzo 2017 a seguito dell'operazione I conti di Lavagna viene sciolto in Liguria il comune di Lavagna. Tra le motivazioni i legami criminali con la consorteria originaria di Condofuri dei Rodà-Casile[139].
L'11 maggio 2017 viene sciolto il comune di Laureana di Borrello e di cui si indiranno nuove elezioni solo nel 2019, a seguito di una inchiesta riguardante le infiltrazioni dei Lamari attraverso l'assessore Vincenzo Lainà.[140]
Il 26 settembre 2017, nell'ambito della maxioperazione in Lombardia, il sindaco di Seregno, Edoardo Mazza, è stato arrestato dai carabinieri del Comando provinciale di Milano[145]. L'accusa, che lo ha portato agli arresti domiciliari, è di corruzione, per aver favorito il costruttore Antonio Lugarà in cambio di voti assicurati da quest'ultimo per le elezioni del 2015, vinte dall'ormai ex sindaco. Pochi giorni dopo l'arresto, la Giunta comunale si è dimessa in blocco perché, "è un atto dovuto ai cittadini di Seregno", da un'intervista rilasciata dal capogruppo del PD, William Viganò[146]. La vicenda si inserisce nella vasta inchiesta che ha portato a 27 arresti in totale per i legami tra 'ndrangheta e mondo politico e dell'imprenditoria. In seguito alla vicenda, anche il vice sindaco di Seregno, Giacinto Mariani si è dimesso dal suo incarico e nei giorni seguenti anche quest'ultimo è stato indagato per abuso d'ufficio.[147]
A marzo 2018 si conclude il processo Gotha condannando a 20 anni di carcere Giorgio De Stefano, ex consigliere comunale DC come al vertice della 'ndranghetareggina ma anche l'ex sindaco di Villa San Giovanni Antonio Messina, l’ex cancelliere del tribunale Aldo Inuso, il commercialista Natale Saraceno, l’imprenditore Angelo Frascati[154].
Il 6 maggio 2018 Alessandro Figliomeni, ex sindaco di Siderno viene condannato dalla corte di cassazione per associazione a delinquere di stampo mafioso in quanto riconosciuto come organico ai Commisso con dote di santista[155].
Il 14 giugno 2018 viene condannato in primo grado nel processo Sistema-Assenzio l'ex consigliere comunale di Reggio Calabria della Giunta Scopelliti Dominique Suraci condannato a 12 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa[156].
Il 24 settembre 2018 si conclude l'operazione Iris che porta a 18 arresti tra cui presunti affiliati agli Alvaro e tra cui il sindaco di Delianuova, sospettato di essere anche lui un affiliato, a vario titolo sono accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione e truffa aggravata[159].
Il 12 novembre 2018 si conclude l'operazione Quinta Bolgia della Direzione distrettuale antimafia che porta a 24 ordinanze di custodia cautelare per la cosca degli Iannazzo-Daponte-Cannizzaro e Giampà che fanno riferimento a Vincenzo Torcasio ma anche per due esponenti politici: il consigliere di Lamezia Terme Luigi Muraca e l'ex deputatoGiuseppe Galati (deputato dal 1996 al 2018) e alcuni dirigenti comunali. Sarebbero accusati di essersi inseriti illecitamente nella gestione delle ambulanze, delle onoranze funebri e della fornitura di materiale sanitario dell'azienda sanitaria provinciale[160][161].
Anno 2019 - Voto di scambio in Valle d'Aosta, l'arresto del sindaco di Pizzo, dell'assessore regionale del Piemonte e del presidente del consiglio di Piacenza
Il 23 gennaio 2019 si conclude l'operazione Geenna dove in Valle d'Aosta vengono arrestate 16 persone di un sodalizio operanti come Locale di Aosta almeno dal 2014 e riconducibili ai Nirta Scalzone, ai Raso e ai Mammoliti tra cui un consigliere di Saint Pierre, uno di Aosta e un consigliere regionale dell'Union Valdôtaine (all'epoca dei fatti a lui contestati era assessore) e accusati a vario titolo di associazione mafiosa, concorso esterno, traffico di droga, estorsione. L'associazione trafficava in droga proveniente dalla Spagna[162][163][164].
Il 25 giugno 2019 si conclude l'operazione Grimilde che porta a 16 ordinanze di custodia cautelare tra cui Francesco Grande Aracri e i figli Salvatore e Paolo accusati a vario titolo di estorsione, usura e riciclaggio ma anche il presidente del consiglio di Piacenza Giuseppe Caruso accusato di associazione mafiosa[165][166].
Il 20 dicembre 2019 nell'operazione Fenice vengono arrestate tra Torino e Carmagnola 8 persone accusate a vario titolo di associazione mafiosa e reati fiscali, tra gli arrestati figura anche l'assessore regionale di Fratelli d'ItaliaRoberto Rosso accusato di scambio elettorale politico-mafioso; durante le elezioni regionali del 2019 avrebbe chiesto il voto a membri dei Bonavota di Carmagnola, in particolare Onofrio Garcea, pagando 15.000€. A seguito dell'operazione Rosso si dimette dal suo incarico[172][173].
2020 - Scigliomento di Saint-Pierre e l'arresto del presidente del consiglio regionale della Calabria
Il 25 febbraio 2020 si conclude l'operazione Eyphemos contro il locale di Sant'Eufemia d'Aspromonte dipendente dagli Alvaro con a capo le famiglie "Carni i cani", "Pajechi", "Merri", "Pallunari", "Testazza" o "Cudalunga"; Sarebbe coinvolto anche Domenico Creazzo, sindaco di Sant'Eufemia e neoeletto consigliere regionale, il vicesindaco Cosimo Idà ed il presidente del consiglio comunale che avrebbe avuto il ruolo di mastro di giornata del locale nonché il responsabile dell'ufficio tecnico Domenico Luppino e Domenico Forgione, consigliere di minoranza[177].
Il 19 novembre 2020 viene arrestato il presidente del consiglio regionale della CalabriaDomenico Tallini accusato di concorso esterno in associazione mafiosa per aver favorito attività imprenditoriali con sede a Catanzaro nell'ambito della distribuzione farmaceutica attive in Calabria, Puglia ed Emilia Romagna legate ai Grande Aracri. In totale son state arrestate 19 persone[178].
Alberto Custodero e Massimo Novelli, BARDONECCHIA, L'ASSALTO DEI CLAN, su Repubblica.it, 30 aprile 1995. URL consultato il 16 giugno 2022 (archiviato l'11 giugno 2022).
Il comune di Reggio già sciolto nel 1869, in gazzettadelsud.it, 24 settembre 2012. URL consultato il 26 luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 27 luglio 2018).