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frazione del comune italiano di Imperia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Oneglia (Ineja in Ligure Onegliese; Inêia o Önêgia in Ligure Genovese) insieme con Porto Maurizio, dal 1923, è uno dei due centri abitati che formano il Comune di Imperia. Per secoli capitale del Principato di Oneglia, stato indipendente all'interno dalla Repubblica di Genova. È definito dagli strumenti urbanistici del comune come una unità insediativa.[2]
Oneglia | |
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Stato | Italia |
Regione | Liguria |
Provincia | Imperia |
Città | Imperia |
Codice postale | 18100 |
Nome abitanti | onegliesi |
Patrono | san Giovanni Battista |
Giorno festivo | 26 novembre (san Leonardo da Porto Maurizio)[1] |
In forte contrasto con la vicinissima Porto Maurizio, che è costruita su un promontorio, Oneglia occupa una zona alluvionale alla foce del torrente Impero. Le zone residenziali più recenti si sono arrampicate sulle colline circostanti, ma il centro storico sorge sulla zona pianeggiante prospiciente il mare.
Oneglia, il cui nome richiamerebbe forse un antichissimo insediamento preaugusteo (pagus Unelia), ha le sue origini sulla collina di Castelvecchio, uno dei probabili sex oppida (insediamenti fortificati) dei Liguri Ingauni, che domina il torrente Impero, dove sorge la chiesa di Santa Maria Maggiore e si intravedono ancora i resti di una torre del castello.
La Ripa Uneliae era invece un borgo di pescatori in riva al mare, probabilmente nella zona dell'attuale Borgo Peri (alla periferia est dell'abitato).[3]
Con la caduta dell'Impero romano dopo il V secolo si ebbe la devastazione da parte dei barbari (Eruli e Goti), tornata libera sotto i Bizantini dopo le guerre gotiche vi fu una breve ripresa che durò fino alla conquista longobarda del 641.
Con l'invasione dei Longobardi di Rotari nel 642[4] fece poi parte del Regno longobardo sotto il ducato di Liguria. Appartenne in seguito al dominio franco. La tradizione la vuole distrutta dai Saraceni nel X secolo.
Il nome Unelia compare per la prima volta in un trattato di alleanza fra Albenga e Pisa datato 9 agosto 1145.[3]
Nel 1100 divenne un feudo dei vescovi di Albenga, che però dovettero richiedere l'intervento genovese per controllare i fieri abitanti della zona (si ha notizia di una rivolta nel 1233), poi, dal 1298, Oneglia entrò in possesso della potente famiglia Doria (vi nacque l'ammiraglio Andrea Doria) che la eresse a principato. Intanto a Porto Maurizio si era insediato il Vicario della Riviera Occidentale, rappresentante del potere di Genova nel territorio da Savona a Ventimiglia.
All'incirca nella zona sul mare vicina alla foce del torrente Impero, attualmente occupata dall'ex tribunale (nella piazza intitolata a Edmondo De Amicis), una lapide ricorda che proprio lì sorgeva fino all'Ottocento un castello di difesa eretto nel 1488 dalla famiglia Doria, ora scomparso. Il castello era parte della stessa cinta muraria della città e aveva quattro torri e un fossato, a somiglianza dei castra romani che sorgevano lungo i "valli" (le mura poste a difesa dei confini dell'impero). Allora, la cinta muraria comprendeva una zona prospiciente il mare, estremamente stretta (molto più limitata dell'attuale centro storico) a testimonianza di quanto fossero piccole le città medievali.
Nel 1576, un ramo della famiglia Doria vendette il principato di Oneglia a Emanuele Filiberto di Savoia, trasferendosi in Piemonte ed ottenendo in cambio i feudi di Cirié e del Maro e di Prelà. Casa Savoia acquistò il titolo di principe di Oneglia, che si aggiunse ai numerosi altri titoli nobiliari posseduti dai vari rami di questa casata. Il Principato di Oneglia divenne così uno dei tanti "stati dei duchi di Savoia", infatti, i territori posseduti da Casa Savoia non erano uno Stato unitario, bensì un insieme di Stati sovrani indipendenti con diverse giurisdizioni, culture e lingue, uniti insieme da un'Unione personale. Ciò rese ancor più forte l'isolamento territoriale che ha caratterizzato Oneglia nel corso del Medioevo. Nel 1735 il principato di Oneglia si ampliò con l'annessione di ulteriori territori della Liguria: l'acquisizione del marchesato di Balestrino e dei distretti di Montegrosso Pian di Latte, Pornassio, Rezzo, Testico e Stellanello.
Nel corso della guerra della prima coalizione, Oneglia è oggetto delle attenzioni del governo rivoluzionario di Francia. Dopo aver conquistato Nizza, il generale francese Anselme, di concerto con l'ammiraglio Truguet, progetta la conquista della città ligure di Oneglia. Il 23 novembre 1792 la flotta francese si presenta di fronte alla città e una delegazione è inviata presso le autorità cittadine per trattare la resa, ma essa viene ricevuta a colpi di fucile, che feriscono l'ufficiale comandante la delegazione e uccidono sette delegati a lui vicini. La città è bombardata il giorno stesso e occupata l'indomani e viene abbandonata dalle truppe francesi solo dopo averla saccheggiata.
Due anni dopo, alla testa di tre brigate di fanteria Napoleone Bonaparte, generale di brigata, combatte contro una divisione austriaca e s'impadronisce del forte di Oneglia (8 aprile 1794). Sotto il dominio francese, l'amministrazione è affidata nell'aprile del 1794 a un commissario rivoluzionario nella persona di Filippo Buonarroti, che conduce un ordinamento amministrativo e politico secondo i suoi orientamenti socialisti, cioè il tentativo di attuare l'abolizione di tutti i privilegi, il censimento dei ricchi e delle loro rendite con specifiche imposizioni fiscali, la distribuzione a buon prezzo del grano ai poveri, il censimento degli indigenti, la vendita dei beni mobili e immobili di coloro che avessero osteggiato la repubblica, l'applicazione della Legge del maximum dei prezzi per non rovinare le risorse del paese, la lotta contro i falsi assegnati, l'istituzione dei Comitati di Istruzione e di scuole primarie e secondarie per una formazione gratuita, popolare e laica.
Nel corso della Campagna d'Italia, nel giugno 1797, Bonaparte pone fine alla storica Repubblica di Genova. Nasce la Repubblica Ligure.
Tornata sotto il controllo dei Savoia nel 1798 Oneglia resiste all'assedio della Repubblica Ligure. Nel dicembre dello stesso anni re Carlo Emanuele è costretto ad abdicare e Oneglia entra nella Repubblica ligure nel Dipartimento di Capo Verde.
Nel 1805, la Repubblica Ligure e quindi anche Oneglia, entrano a far parte dell'Impero Francese. Oneglia è un Circondario nel Dipartimento di Montenotte.
Caduto definitivamente l'Impero napoleonico, con il Congresso di Vienna del 1815, vennero ristabiliti i vecchi confini, l'unica differenza fu la cessazione dell'esistenza delle repubbliche di Venezia e Genova, in particolare, i confini di quest'ultima vennero convertiti nel Ducato di Genova, avente come casa regnante i Savoia, che acquisirono il titolo nobiliare di "Duchi di Genova".
Come detto in precedenza, lo Stato sabaudo non era uno stato unitario, è un termine coniato dagli storici per riferirsi comodamente a tutti quegli Stati sovrani che, in Unione personale, condividevano come monarca un membro di Casa Savoia.
Nel dettaglio, gli stati avente come casa regnante i Savoia ai tempi erano:
Fu solamente con la Fusione perfetta del 1847 che i Savoia governarono uno stato unitario, formato dalla fusione degli stati elencati in precedenza, sotto il nome di Regno di Sardegna
Dalla creazione del Regno di Sardegna Oneglia, come il resto della Liguria, seguì le sorti di quest'ultimo.
Con il Risorgimento, periodo storico che vide la nascita del Regno d'Italia il 17 Marzo 1861, divenuto nel tempo l'Italia dei giorni nostri
Nel 1923 il comune di Oneglia, per mezzo di un regio decreto [5], confluì assieme agli ex comuni di Porto Maurizio, Borgo Sant'Agata, Caramagna Ligure, Moltedo Superiore, Montegrazie, Piani, Poggi, Torrazza e Costa d'Oneglia nel nuovo comune di Imperia, nell'omonima provincia, in Liguria.
Il 29 gennaio 1580 Emanuele Filiberto accordò ad Oneglia il titolo di Città e uno stemma che recava l'emblema dei Savoia, croce bianca su fondo rosso, e nella metà inferiore un olmo, simbolo di libertà comunale,[6] che nella trasposizione nello stemma di Imperia verrà cambiato in un olivo.
«D'azzurro, all'olmo al naturale, terrazzato di verde; al capo di Savoia»
Sorge nel centro storico, la chiesa, in stile tardo barocco genovese, fu progettata dall'architetto Gaetano Amoretti e consacrata nel 1762. Il 24 giugno 2017 invece fu eretta a basilica minore.
Ad Oneglia sono tipici i cognomi: Amoretti, Acquarone, Berio, Belgrano, Gorlero, Marvaldi ecc... che hanno la caratteristica di essere specifici della città, al più della Riviera di Ponente. Questa "localizzazione" nella diffusione è dovuta anche alla grande "chiusura" territoriale e politica di cui ha goduto la città nel corso dei secoli; che esercitava anche su gran parte dell'entroterra imperiese con il Principato di Oneglia.[11]
A Porto Maurizio, invece, data la sua grande esposizione come importante porto commerciale, meta di molteplici rotte provenienti da tutti i paesi Mediterranei e non[12], primeggiano anche cognomi con una grande diffusione nell'Italia meridionale come Vassallo e Sasso[11]
Quando ancora era un comune autonomo, Oneglia aveva come principali attività industriali la produzione e la commercializzazione di olio d'oliva.
Nell'entroterra è ancora molto diffusa la olivicoltura.
La varietà di oliva tipica del territorio è quella taggiasca, localmente detta anche pignola d'Oneglia relativamente piccola e scura, che dà un olio particolarmente delicato e pregiato. A Oneglia è anche presente la storica azienda dell'Olio Carli e un Museo dell'Olivo[14] situato presso lo stabilimento Fratelli Carli[15] in via Garessio, la storica via degli oleifici.
Una delle maggiori attività industriali, ora molto ridotta, è stata a lungo quella della fabbricazione della pasta (gli antichi fidéi di semola o vermicelli, costruiti artigianalmente). Il pastificio della famiglia Agnesi[16] (che trasferì parte della produzione da Pontedassio a Oneglia), resta uno degli edifici più imponenti, in pieno centro.
Nel periodo intorno alla prima guerra mondiale Oneglia fu scelta, a causa della lontananza dai possibili teatri di operazioni militari, come sede adatta a un'industria siderurgica (le cosiddette Ferriere) che ha dato il nome alla zona circostante. Questa fonderia, fondata nel 1906 dalla società Siderurgica Ligure Occidentale, occupava entrambe le rive della foce del torrente Impero e produceva sia laminati (fino a 25.000 tonnellate l'anno) sia lingotti d'acciaio (50.000 tonnellate l'anno).
Rimase attiva fino al 1930 quando fu smantellata poco dopo essere diventata una proprietà Ilva. I grandi scheletri di cemento armato dei capannoni industriali sono stati abbattuti negli anni novanta dall'amministrazione comunale, suscitando molte polemiche per la sparizione di questo reperto di archeologia industriale. Nel 1997 l'intero complesso è stato cintato e catalogato come monumento e ne restano solamente tre alte ciminiere in mattoni e un basso edificio fatiscente alla foce del torrente Impero.
Alcune piccole attività industriali (es. la Lavanda Coldinava per la distillazione e commercializzazione della lavanda), un tempo diffuse a livello nazionale, sono da tempo sparite, come anche le attività portuali, oggi fortemente ridotte, che hanno per anni avuto un certo sviluppo, ad esempio negli anni settanta (commercio di parti industriali verso la Russia) e prima ancora come porto di imbarco della produzione di auto Fiat verso il sud Italia.
La maggior parte della popolazione lavora oggi nel terziario, ma l'industria olivicola sopravvive soprattutto in produzioni di qualità e ogni anno viene tenuta la rassegna "Olioliva"[17] dedicata all'olio e ai prodotti tipici liguri e della dieta mediterranea.
La località era servita dalla stazione ferroviaria di Imperia Oneglia, sulla linea Genova-Ventimiglia, sostituita nel 2016 dalla nuova stazione unificata di Imperia in seguito al raddoppio e allo spostamento a monte della ferrovia.
Il trasporto pubblico è svolto con autoservizi effettuati dalla Riviera Trasporti.
Fra il 1893 e il 1895 la città era collegata alla vicina Porto Maurizio tramite una tranvia a cavalli. Nel 1926 fu inaugurata sul medesimo tracciato una tranvia elettrica gestita dalla Società Tranvie Elettriche Provincia di Imperia (STEPI), che rimase in esercizio fino al 1947.
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