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film del 1976 diretto da John Guillermin Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
King Kong è un film del 1976, diretto da John Guillermin. Prodotto da Dino De Laurentiis, è il remake del classico film avventuroso-fantastico King Kong del 1933. Interpretato da Jeff Bridges, Charles Grodin e Jessica Lange nella sua prima apparizione cinematografica, presenta effetti speciali animatronici di Carlo Rambaldi ed effetti di trucco di Rick Baker.
King Kong | |
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Dwan (Jessica Lange) e King Kong in una scena del film | |
Titolo originale | King Kong |
Paese di produzione | Stati Uniti d'America |
Anno | 1976 |
Durata | 135 min |
Genere | azione, fantastico, drammatico, avventura |
Regia | John Guillermin |
Soggetto | dal soggetto di Merian C. Cooper e Edgar Wallace dalla sceneggiatura di James Ashmore Creelman e Ruth Rose |
Sceneggiatura | Lorenzo Semple Jr. |
Produttore | Dino De Laurentiis |
Produttore esecutivo | Christian Ferry, Federico De Laurentiis |
Casa di produzione | Paramount Pictures, Dino De Laurentiis Corporation |
Distribuzione in italiano | Titanus |
Fotografia | Richard H. Kline |
Montaggio | Ralph E. Winters |
Effetti speciali | Carlo Rambaldi, Glen Robinson, Frank Van der Veer, Rick Baker |
Musiche | John Barry |
Scenografia | Mario Chiari, Dale Hennesy, John Franco Jr. |
Costumi | Moss Mabry, Anthea Sylbert |
Trucco | Del Acevedo |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Il film è uscito il 17 dicembre 1976, con recensioni contrastanti da parte della critica, ma è stato un successo al botteghino. Ha vinto un Oscar Special Achievement Award non competitivo per i migliori effetti speciali ed è stato anche candidato per la migliore fotografia e il miglior sonoro. Dei tre film principali di King Kong, è l'unico a presentare il World Trade Center invece dell'Empire State Building. Un sequel intitolato King Kong 2 (King Kong Lives) è uscito nel 1986.
1976 . La compagnia petrolifera Petrox si imbarca verso l'isola Skull Island credendo che abbia dei giacimenti di petrolio. Dopo aver sopportato una tempesta passeggera, scoprono che il ricercatore Jack Prescott si è avventurato sulla nave clandestinamente e al contempo lui intravede un gommone di salvataggio con una giovane al suo interno di nome Dwan, che in seguito porteranno con se' nella nave. Dwan al risveglio dice di essere un'aspirante attrice proveniente da una nave naufragata e tra lei e Jack nasce della tenera amicizia. Giunti sull'isola, quella notte degli indigeni la rapiscono per sacrificarla al loro dio King Kong , anche se in realtà lo fanno solo per placare la sua solitudine.
Prescott, con il primo ufficiale Carnahan e altri 4 marinai armati, organizza un'operazione di salvataggio per liberare la ragazza. Il gruppo, mentre sta attraversando un tronco gigantesco sospeso su di un precipizio, si ritrova faccia a faccia con King Kong, il quale, pur di difendere Dwan, uccide parte della spedizione gettandola nel burrone, tra cui lo stesso Carnahan. Prescott, miracolosamente scampato alla morte insieme a Boan, continua nella ricerca. Nel frattempo, con grande delusione, Wilson scopre che il petrolio dell'isola non è sfruttabile, sicché decide di catturare King Kong per farne un'attrazione pubblicitaria della Petrox. Nel frattempo Prescott, raggiunta la tana di King Kong, riesce a mettere in salvo Dwan mentre lo scimmione si scontra con un serpente gigante. Dopodiché Kong, infuriato, giunge al villaggio e cade in una trappola con del gas al cloroformio preparata nel frattempo da Wilson.
Durante la prima newyorchese dello spettacolo rievocativo che vede protagonisti la ragazza e l'animale, King Kong si libera dalla gabbia e fugge via causando caos e morte nella metropoli. Tra le vittime vi è anche Wilson, calpestato dal gorilla. Jack e Dwan fuggono attraverso il ponte di Queensboro in direzione di Manhattan. I due si rifugiano in un bar appena evacuato e quando lui ha un'improvvisa intuizione, telefona al sindaco per convincerlo a catturare l'animale vivo con l'ausilio di grosse reti. Prescott è convinto che l'animale prediliga le Torri gemelle, in quanto gli ricordano l'aspetto allucinante del suo habitat naturale. King Kong, braccato dalle pattuglie della Guardia Nazionale degli Stati Uniti, riesce a trovare la ragazza, la rapisce e la porta con sé a destinazione, per arrampicarsi sulla cima della Torre Sud. Sono ad attenderlo un gruppo di tre soldati armati di lanciafiamme, costringendolo a fuggire sulla Torre Nord.
Dopo aver ucciso i militari con un serbatoio di gas infiammabile, King Kong viene attaccato da una squadriglia di elicotteri Huey, che gli sparano contro utilizzando delle mitragliatrici. King Kong si difende distruggendo due velivoli ma nonostante le disperate suppliche di Dwan per salvarlo, l'animale soccombe alle ferite e precipita giù nella piazza del World Trade Center. King Kong muore fissando il volto piangente di lei, mentre il suo cuore scandisce gli ultimi battiti. Il successo tanto agognato da Dwan è giunto ma ad un prezzo inaccettabile. Mentre ella cerca di liberarsi dalla folla e dai fotografi, che si frappongono fra lei e Jack, egli si ferma e non la raggiunge: la morte di King Kong ha distrutto anche i loro sentimenti, separandoli per sempre.
La sceneggiatura, scritta da Lorenzo Semple Jr., è tratta dal soggetto originale del film King Kong del 1933 di Merian C. Cooper ed Edgar Wallace e dal copione del 1933 di James Creelman e Ruth Rose.
Per questo film Carlo Rambaldi vinse il premio Oscar Special Achievement Award, creando un pupazzo telecomandato (animatrone) alto 12 metri.[1] Il robot gigante venne tuttavia usato in poche scene: nella maggior parte delle inquadrature in cui si vede il gorilla nella sua interezza, esso è impersonato da Rick Baker con un costume, attore per il quale furono anche realizzate delle maschere in grado di esprimere le più comuni emozioni di King Kong. Rambaldi realizzò inoltre un braccio meccanico e una zampa posteriore a grandezza naturale di King Kong da usare per le riprese ravvicinate con Jessica Lange.
Il doppiatore veterano Peter Cullen realizzò i versi mostruosi del gorilla gigante. Cullen si infortunò gravemente nello sforzare la propria gola per produrre versi tanto potenti e inumani, arrivando a sputare sangue nella cabina di registrazione. Tuttavia, non fu inserito nei titoli di coda.
Il film riscosse un buon successo commerciale. Con un costo di produzione stimato di 24 milioni di dollari, il film ne ricavò circa il doppio nelle sale dei soli Stati Uniti (oltre 7 milioni nel primo fine settimana), per un totale di 90 milioni di dollari in tutto il mondo. Al termine, la pellicola occupò la 7ª posizione della classifica dei maggiori incassi statunitensi della stagione 1976/1977 e la 1ª posizione in quelli italiani.[2][3]
Non corrispose il favore della critica, che mise in luce le pecche del film confrontandolo alla versione originale del 1933 - considerata un capolavoro della storia del cinema - a cominciare dalla scelta di ambientare la storia nel presente:
«Abbandonata l'idea di riambientare la storia negli anni '30, la produzione decide di trasferirla ai nostri giorni e - per restare allineata alle tendenze del periodo - la infarcisce di superficialissimi luoghi comuni sulla impersonalità del potere capitalistico responsabile di irreparabili danni all'ambiente [...]. Il tema centrale della "bella e la bestia", sviluppato in maniera descrittiva, perde qualsiasi allusività e venatura poetica, per ridursi alle semifarsesche reazioni del mugulante bestione meravigliato dalla bellezza della fanciulla (una Jessica Lange, in realtà, di indubbia presenza scenica). Diretto da un regista più sensibile alle avventure catastrofiche (L'inferno di cristallo) il racconto punta tutto sugli eccellenti effetti speciali senza, tuttavia, riuscire a restituire unità e linearità alla vicenda.»
Sul sito Rotten Tomatoes il film detiene un 53% di gradimento, basato su 43 recensioni e con un voto medio di 5/10; il consenso critico recita che "King Kong rappresenta un significativo aggiornamento visivo rispetto all'originale, ma è inferiore al suo classico predecessore praticamente sotto ogni altro aspetto".[5]
Alcuni critici diedero invece al film un giudizio positivo, come Pauline Kael in The New Yorker, Richard Schickel in Time e Roger Ebert nel Chicago Sun-Times.[6]
Come nel 1933, nel film sono state eliminate delle scene, le quali sono state aggiunte nel DVD come contenuti extra:
Dall'Angelo Pictures ha distribuito il DVD in Italia.
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