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vescovo cattolico italiano (1943-2016) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Karl Golser (Cermes, 16 maggio 1943 – Bressanone, 25 dicembre 2016) è stato un vescovo cattolico italiano.
Karl Golser vescovo della Chiesa cattolica | |
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Mons. Karl Golser nel 2009 | |
Christus pax nostra | |
Incarichi ricoperti | Vescovo di Bolzano-Bressanone (2008-2011) |
Nato | 16 maggio 1943 a Cermes |
Ordinato presbitero | 10 ottobre 1968 dal cardinale Franjo Šeper |
Nominato vescovo | 5 dicembre 2008 da papa Benedetto XVI |
Consacrato vescovo | 8 marzo 2009 dal cardinale Angelo Scola |
Deceduto | 25 dicembre 2016 (73 anni) a Bressanone |
Nacque a Cermes, in provincia di Bolzano e allora nell'arcidiocesi di Trento, il 15 maggio 1943 da Alois e Rosa Arquin.[1]
Terminati gli studi elementari nel paese natio, frequentò il seminario minore a Tirolo, per poi passare al Collegio germanico-ungarico a Roma, dove seguì i corsi di filosofia e teologia presso la Pontificia Università Gregoriana, dal 1962 al 1973.
Il 10 ottobre 1968 fu ordinato presbitero per la diocesi di Bolzano-Bressanone, a Roma, dal cardinale Franjo Šeper, arcivescovo metropolita di Zagabria e prefetto della Congregazione per la dottrina della fede.[1]
Dopo l'ordinazione proseguì gli studi e fu studente presso l'istituto Lumen vitae di Bruxelles nell'anno accademico 1969-1970. Ottenne la laurea in teologia morale presso la Gregoriana, nel 1973, e quella in filosofia alla facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Roma, nel 1979.[2]
Tornato nella diocesi di Bolzano-Bressanone nel 1973, fu cooperatore a Caldaro fino al 1975 e poi nella parrocchia di San Nicolò a Merano. Dal 1977 al 1982 fu officiale della Congregazione per la dottrina della fede, sotto i cardinali Franjo Šeper e Joseph Ratzinger.[2]
Nel 1982 divenne professore di teologia morale allo Studio teologico accademico di Bressanone, ricoprendo l'incarico fino al 2009, e curato, poi parroco, di Sarnes (Sarns),[1] fino al 1991, quando fu nominato canonico penitenziere del capitolo della cattedrale di Bressanone. Da quello stesso anno al 2007 fu più volte eletto decano e prodecano allo Studio teologico accademico di Bressanone; fu anche cappellano capo della delegazione altoatesina del Sovrano Militare Ordine di Malta. Nel 1994 divenne direttore dell'Istituto per la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato, mentre dal 2006 fu presidente dell'Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale (ATISM).
Fu autore di alcune pubblicazioni scientifiche in diverse lingue.
Il 5 dicembre 2008 papa Benedetto XVI lo nominò vescovo di Bolzano-Bressanone;[2] succedette a Wilhelm Egger, deceduto il 16 agosto precedente. L'8 marzo 2009 ricevette l'ordinazione episcopale, nella cattedrale di Bressanone, dal cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia, co-consacranti Luigi Bressan, arcivescovo metropolita di Trento, e Manfred Scheuer, vescovo di Innsbruck. Durante la stessa celebrazione prese possesso della diocesi.
Di ritorno da un pellegrinaggio ad Assisi, il 17 novembre 2010 - a seguito di alcuni esami diagnostici cui si era sottoposto presso gli ospedali di Merano e di Innsbruck - annunciò pubblicamente di essere affetto da una particolare e rara forma di sindrome di Parkinson, passibile di causargli progressive difficoltà nell'esprimersi e nei movimenti. Nell'immediato, nonostante la sua infermità, dichiarò di voler proseguire il suo ministero episcopale, pur riducendo gli impegni ufficiali.[3][4]
L'8 marzo 2011 informò papa Benedetto XVI del suo stato di salute, rimettendo il mandato di ordinario diocesano nelle sue mani.[5] Due mesi dopo partecipò comunque alla visita pastorale del Sommo Pontefice ad Aquileia e Venezia, concelebrando assieme agli altri 14 vescovi del Triveneto la Santa Messa al Parco San Giuliano di Mestre l'8 maggio 2011;[6] in tale occasione il papa lo invitò a continuare nel proprio ministero.[7]
Il 27 luglio 2011, a fronte del rapido declino delle sue condizioni di salute, papa Benedetto XVI accolse la sua rinuncia al governo pastorale della diocesi di Bolzano-Bressanone,[8] nominando suo successore Ivo Muser, decano del capitolo della cattedrale di Bressanone, che fu consacrato vescovo e gli subentrò in carica il successivo 9 ottobre.
Da vescovo emerito si ritirò quindi ad abitare nel suo vecchio appartamento privato di Bressanone, ove gli fu assicurata l'assistenza sanitaria e spirituale necessaria a far fronte alla sua crescente infermità, che pur non intaccandone la lucidità, progressivamente lo privò della mobilità e della possibilità di esprimersi e comunicare con l'esterno.[9] Fintanto che gli fu possibile, continuò a celebrare l'eucarestia e a ricevere visite.[10]
Si spense durante la notte fra il 24 e il 25 dicembre 2016, all'età di 73 anni.[11] Dopo le esequie, celebrate dal vescovo Ivo Muser il 30 dicembre nella cattedrale di Bressanone, fu sepolto nello stesso edificio.[12]
La genealogia episcopale è:
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