Jon Voight

attore statunitense Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Jon Voight

Jonathan Vincent Voight (Yonkers, 29 dicembre 1938) è un attore statunitense.

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Jon Voight nel 2011
Statuetta dell'Oscar Oscar al miglior attore 1979

Nel corso della sua carriera ha vinto un Premio Oscar al migliore attore (a fronte di 4 candidature) per Tornando a casa, quattro Golden Globe e un Prix d'interprétation masculine al Festival di Cannes.

Biografia

Riepilogo
Prospettiva

Nacque secondogenito da Elmer Voight (1909-1973) e Barbara Kamp (1910-1995), tra i fratelli Barry e James Elmer. I suoi nonni materni erano di origine tedesca mentre il nonno paterno era un immigrato slovacco (il vero cognome era Vojtka). Studiò alla scuola maschile Archbishop Stepinac High School nella vicina White Plains, dove iniziò ad interessarsi alla recitazione, esordendo in teatro nel ruolo di Puck nel Sogno di una notte di mezza estate. Dopo essersi diplomato nel 1956, proseguì gli studi, in Arte, alla Catholic University of America di Washington, terminati i quali, con la laurea nel 1960, si trasferì a New York.

La sua carriera iniziò nei musical di Broadway. Sul finire degli anni sessanta partecipò a numerosi serial televisivi. Il debutto sul grande schermo avvenne nel 1967 nel film L'ora delle pistole con James Garner.

Il primo ruolo di rilievo giunse nel 1969, quando fu protagonista di Un uomo da marciapiede, al fianco di un giovane Dustin Hoffman. Per la sua notevole interpretazione nella parte del giovane gigolò Joe Buck, ottenne la sua prima candidatura al premio Oscar. L'ambito riconoscimento quale miglior attore arrivò dieci anni dopo per la sua interpretazione di Luke, il reduce paraplegico della guerra del Vietnam, in Tornando a casa, diretto da Hal Ashby. Nel 1979 interpretò anche il ruolo del pugile protagonista che muore alla fine dell'incontro, nel film di Franco Zeffirelli Il Campione, remake della pellicola girata nel 1933 da King Vidor.

Vita privata

Riepilogo
Prospettiva

Padrino dell'attrice Skyler Shaye, è stato sposato dal 1962 al 1967 con l'attrice Lauri Peters; nel 1971 sposò in seconde nozze Marcheline Bertrand (i due si separarono nel 1976 e infine divorziarono nel 1978), che gli diede due figli, James Haven ed Angelina Jolie, i quali seguiranno le sue orme nel mondo del cinema.

Orientato in gioventù su posizioni liberal, fu simpatizzante di John F. Kennedy,[1] supportò attivamente la candidatura alla presidenza di George McGovern[2] e prese pubblicamente posizione contro l'intervento statunitense nella guerra del Vietnam.[3]

Il 28 luglio 2008 pubblicò un editoriale sul Washington Times in cui sostanzialmente rinnegò le sue posizioni giovanili, affermando che i movimenti pacifisti fossero stati guidati dalla "propaganda marxista" e che fossero corresponsabili dell'ascesa dei regimi comunisti in Vietnam e Cambogia. Al contempo affermò che la candidatura di Barack Obama alla presidenza fosse un primo passo per cancellare la morale pubblica e creare un'America "socialista".[3]

Negli anni successivi Voight si posizionò apertamente in favore del Partito Repubblicano: nel 2012 diede il suo appoggio alla candidatura di Mitt Romney,[4][5] per poi esporsi in maniera ancor più netta in favore di Donald Trump, che nel maggio 2019 definì «il più grande presidente dai tempi di Abraham Lincoln».[6]

Nel novembre 2020, subito dopo le elezioni presidenziali, l'attore espresse il proprio disappunto per la vittoria di Biden, affermando di condividere l'idea che essa fosse stata viziata da brogli: esortò quindi il collegio elettorale a non certificare il voto, in nome della «battaglia della rettitudine contro Satana», definendo i democratici «sinistrorsi [...] malvagi, corrotti e [che] vogliono distruggere questa nazione».[7][8]

Nel novembre 2023, Voight si schierò a favore di Israele nella guerra di Gaza, contrapponendosi apertamente alla figlia Angelina Jolie.[9][10] Un anno dopo, nel 2024, rinnovò il suo sostegno a Trump nella corsa alla Casa Bianca.[11] Il 16 gennaio 2025 Trump ha annunciato l'intenzione di nominare Voight suo "ambasciatore speciale" a Hollywood, assieme ai colleghi Sylvester Stallone e Mel Gibson, con lo scopo di studiare misure di rilancio dell'industria cinematografica locale.[12]

Voight si è per contro distanziato dalle posizioni repubblicane in materia di possesso e utilizzo delle armi: nel 2022, a seguito del massacro alla Robb Elementary School, invocò apertamente una stretta sui controlli per l'autorizzazione all'utilizzo e alla detenzione di munizioni.[13][14]

Filmografia

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Jon Voight al Festival di Cannes 1993
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Jon Voight ai Premi Oscar 1988

Cinema

Televisione

  • La città in controluce (The Naked City) – serie TV, 1 episodio (1963)
  • La parola alla difesa (The Defenders) – serie TV, 2 episodi (1963)
  • Gunsmoke – serie TV, 3 episodi (1966-1969)
  • Summer Fun – serie TV, 1 episodio (1966)
  • NET Playhouse – serie TV, 1 episodio (1966)
  • Twelve O'Clock High – serie TV, 1 episodio (1966)
  • Coronet Blue – serie TV, 1 episodio (1967)
  • N.Y.P.D. – serie TV, 1 episodio (1967)
  • Cimarron Strip – serie TV, episodio 1x22 (1968)
  • Chernobyl - Un grido dal mondo (Chernobyl: The Final Warning), regia di Anthony Page – film TV (1991)
  • The Last of His Tribe, regia di Harry Hook – film TV (1992)
  • Affondate Greenpeace (The Rainbow Warrior), regia di Michael Tuchner – film TV (1993)
  • Ritorno a Colomba Solitaria (Return to Lonesome Dove), regia di Mike Robe – serie TV (1993)
  • Seinfeld – serie TV, 1 episodio (1994) - cameo
  • Il soldatino di latta (The Tin Soldier), regia di Jon Voight e Gregory Gieras – film TV (1995)
  • Cowboy dietro le sbarre (Convicted Cowboy), regia di Rod Holcomb – film TV (1996)
  • Dalla parte sbagliata (The Fixer), regia di Charles Robert Carner – film TV (1998)
  • In un mare di guai (Boys Will Be Boys), regia di Dom DeLuise – film TV (1999)
  • L'arca di Noè (Noah's Ark), regia di John Irvin – film TV (1999)
  • La rivolta (Uprising), regia di Jon Avnet – film TV (2001)
  • Jack e il fagiolo magico (Jack and the Beanstalk: The Real Story), regia di Brian Henson – miniserie TV (2001)
  • Second String, regia di Robert Lieberman – film TV (2002)
  • Jasper, Texas - La città dell'odio (Jasper, Texas), regia di Jeffrey W. Byrd – film TV (2003)
  • The Five People You Meet in Heaven, regia di Lloyd Kramer – film TV (2004)
  • The Karate Dog, regia di Bob Clark – film TV (2005)
  • Giovanni Paolo II (Pope John Paul II) – miniserie TV (2005)
  • 24: Redemption, regia di Jon Cassar – film TV (2008)
  • 24 – serie TV, 11 episodi (2009)
  • Lone Star – serie TV, 5 episodi (2010)
  • Beyond, regia di Josef Rusnak (2011) - film TV
  • Ray Donovan – serie TV, 82 episodi (2013-2020)
  • Baby Geniuses Television Series – serie TV, 2 episodi (2013)
  • JL Family Ranch - Il regalo di nozze (JL Family Ranch: The Wedding Gift), regia di Sean McNamara - film TV (2020)
  • Ray Donovan: The Movie, regia di David Hollander - film TV (2022)

Teatro

Riconoscimenti

Onorificenze

National Medal of Arts - nastrino per uniforme ordinaria
 21 de novembre de 2019[15]

Doppiatori italiani

Riepilogo
Prospettiva

Nelle versioni in italiano delle opere in cui ha recitato, Jon Voight è stato doppiato da:

Note

Altri progetti

Collegamenti esterni

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